La Luna tra le mani

La Luna tra le mani

Ho conosciuto Luna tempo fa’ su di una improbabile chat a sfondo erotico , di quele senza registrazione, quelle dove solitamente e banalmente un uomo impegnato cerca l’avventura ma che non mi sarei mai aspettato potesse accadere.
Riuscì a strapparle la mail e poi un contatto whatsapp fino a che dopo mesi e una interminabile serie di messaggi e provocazioni decise di incontrarmi.
Eravamo parecchiio distanti ma non mi persi d’animo.Riuscì ad organizzare un incontro di lavoro nella citta’ vicina alla sua e mi creai il perfetto alibi per avere due giorni di liberta”.
Lei spoata e con due figli aveva libero solo un pomeriggio infrasettimanale in cui porto’ i bambini dalla madre e fu libera di raggiungermi in un paesino in provincia della sua citta’.
Fino a quel giono c’eravamo solo visti in foto e in qualche breve videochiamata.Impazzivo per lei per i suoi sorrisi e per la sua spudorata voglia di sentirsi femmina al di la’ di ogni ovligo morale la sua condizione le imponesse.
Mi ragiunse appena dopo pranzo,attesi il suo arrivo nel parcheggio del residence che avevo preso per quei due giorni .Ci incontrammo e riuscimmo ascambiarci solo un sorriso.
L’emozione forse l’imbarazzo di rivelarsi l’uno all’altra senza piu’ il filtro di uno schermo ci rese meno impetuosi di quanto piu’ volte fossimo statio al telefona, ma ormai eravamo lì e dovevamo solo consumare le nostre voglie nella maniera piu’ esplicita possibile.La portai all’uscio e le aprì qualla porta dopo numerosi e maldestri tentativi di infilare la carta magnetica nell’apposita fessura.Sebbene avevo passato l’ora precedete il suo arrivo apreparare la stanza.
Decine di candele illuminavano il percorso del corridoio della guest House a Lei riservata.Una scala stretta e lunga portava all’ambiente unico arredato di gran gusto, una candela su ogni ripiano ,ed una su ogni lato, messe lì quasi a descrivevere nel buio un percorso da scenografia d’effetto di un film del 700 veneziano.
Nell’angolo a destra un tavolo molto grande riempiva la stanza, al centro del tavolo alcune suppellettili in ceramica, ed una serie di candele di varia misura e con fragranza agrumata il cui reverbero di luce tremava sul soffitto.
L’odore era intenso e pungente, ma anche dolce,credo ci fosse mescolata della vaniglia per renderlo piu’ gradevole.Dal lato opposto il letto , .
dal materasso alto se ne intuiva la comodità. , nell’angolo in basso adagiata un enorme spugna soffice e pomposa, di un bianco quasi accecante
La spalliera in pelle blu,era rifinita con finti bottoni che facevano da vertice ai rombi delle cuciture.Tutto era curato nei minimi particolari, così come credevo a Luna potesse piacere
Le attenzioni le sembrarono lusinghe, ma era solo il modo giusto di accoglierla in un posto tranquillo e per rendere speciali quei momenti di relax agognati .
Le indicai la strada con un gesto della mano fermandomi sull’uscio,
Entro’con passo felpato, un sorriso le illumino’ il viso, lasciai che posasse la borsa su di un settimino che faceva da supporto ad una piccola lampada spenta.Io ero dietro di lei.
Le passai le mani sulle spalle e l’aiutai a far scivolare il cappotto ,lo riposi su di una gruccia, trattandolo con delicatezza e cercando di non distrarre il mio sguardo dal suo.
Volevo stupirla , coccolarla, viziarla.Volevo renderla protagonista assoluta di quei momenti, ma anche toglierle il dubbio che le mie malefatte fossero solo conseguenze di scelte scellerate di un gran porco.
.Le mostrai gli oli essenziali che avevo scelto per l’occasione, doveva solo sceglierne la fragranza.
Osservavo le mani, sempre curate con lo smalto di un rosso aggressivo, prendere le ampolle una ad una, e scoprirle per sentirne gli odori.Era indecisa e forse imbarazzata da quelle attenzioni, ma i suoi sorrisi e il rossore sulle sue guance candide erano la mia piu’ grande soddisfazione.Aveva la pelle bianca morbida e voluttuosa e voluttuosi erano i baci che mi concesse stringedosi a me e passandomi le mnai tra i capelli mentre le nostrte lingue si incrociavano come serpenti.
Scelse un banalissimo olio di Argan,ma probabilmente la semplicità era la strada più comoda per non sbagliare.La guardai negli occhi, le porsi una spugna da doccia, anch’essa di un bianco splendente e profumata.

Le chiesi di andare in bagno e spogliarsi.Lasciai che il ticchettio dei suoi tacchi la accompagnasse .La porta scorrevole si chiuse alle mie spalle , mentre scorciavo le maniche della camicia per non ungermi.mi tolsi le scarpe,e mi diressi con l’ampolla dell’olio scelto verso il letto , la appoggiai al sole per riscaldarlo dopo essermi unto le mani.Nel guardarmi la camicia bianca mi ricordai di quando una sera una sua amica a cena noto’il candore del mio cotone e quella notte dopo aver fatto l’amore, glie la feci indossare.Era nuda candida ,odorava di me e si avvolgeva nella mia camicia.Un immagine scolpita nella mia intimita’ come poche .
Mi girai e un attimo dopo, senza che mi accorgessi che fosse uscita,la ritrovai prona sul lato del letto dove era adagiata la spugna,con addosso solo il telo che poc’anzi le avevo offerto per non restare nuda.Le cosce erano scoperte così come le su spalle.Le mani erano incrociate avanti al viso e facevano da cuscino alla sua guancia destra.Potevo scorgere parte del volto che era rivolto verso di me. Il blu intenso come il mare dei suoi occhi , risaltava sul bianco delle lenzuola, una linea di trucco le orlava le ciglia,donandole un aspetto gradevole e delicato.
Presi l’ampolla con l’olio ormai caldo, e iniziai a farlo colare sulle sue gambe, dalle caviglie ai glutei,da giù a su prima una gamba e poi l’altra, si unsero,passavo le mnai delicatamente sulle sue cicatrici nell’interno coscia
Mi misi sul fianco del letto nella parte posteriore , poggiai le mani sulle gambe ,afferrai le caviglie con vigore e iniziai a massaggiare i polpacci, salendo lentamente. Sentivo la pelle scivolarmi sotto le dita ed esercitavo una flebile pressione in modo da vederle affondare nella carne, descrivendo scie sulla sua pelle bianca.Arrivai al retro delle ginocchia mi fermai, e ricominciai a salire lentamente sulle cosce fino a giungere ai glutei.Mi fermai giusto al punto in cui avrei poi toccato quel poderoso culo che restava appena coperto da un lembo di spugna.
Ricominciai a scendere con le mani in un massaggio pudico ma con una lieve pressione.Giunto a meta’ della coscia mi spostai verso l’interno ed esercitai una pressione per divaricarle, poteva sembrare che stessi posizionandola in maniera più comoda, ma in realtà era un subdolo tentativo di trovare strada libera tra le cosce quando le mani sarebbero risalite.
Giunsi fino alle caviglie e ripartii di nuovo verso l’alto.Stavolta la pressione fu più intensa, le mani completamente aperte per toccare quanta più superficie tutta in una volta.
Scivolai nell’interno coscia e arrivai fino a lambire le sue zone più intime , rallentai e andai verso l’esterno riscendendo con velocità e molta meno sensualità.
Volevo che Luna avvertisse la mia impazienza di ritornare nelle zone calde.
Scesi di nuovo , ma questa volta mi fermai ai polpacci e risalii di nuovo nella parte interna. Ruppi gli indugi e lasciai che le punte delle dita infrangessero appena il limite di un massaggio illecito.
Risalii verso l’esterno della coscia, e infilai entrambe le mani sotto il telo, le toccai il culo e affondai le mani nella sua carne stringendo con forza i glutei e massaggiandoli con due,forse tre passaggi.
Di istinto prese la spugna e la tiro’ via, offrendo ai miei occhi per intero il suo lato più curvilineo e la sua schiena,le mani scesero nuovamente sulle gambe,ma lo sguardo rimase fisso sulle sue natiche rese lucide dall’olio.
Presi di nuovo l’ampolla che con imperizia avevo lasciato al sole,e le versai gran parte del contenuto addosso.Si alzo’ di scatto per il calore eccessivo dell’olio,emise un piccolo grido di dolore, ma poi si rilasso’ di nuovo per l’effetto dello scorrere lento dell’unguento sulla sua pelle.
Agguantai le spalle e lasciandomi ungere i palmi dall’olio appena colato iniziai a massaggiarle il collo per poi scendere sulla schiena sentendo un suo sospiro,dal tono quasi liberatorio,perché rilassò i muscoli e si lasciò massaggiare dappertutto sprofondando nel materasso per la mia pressione.
Sentivo le costole sotto le dita e potevo avvertire il suo battito , sotto i palmi delle mani.Strinsi più possibile per darle la sensazione di essere completamente in mio volere.Le mani passavano sulla schiena come un’onda che straripa, mi assicuravo che ogni centimetro della sua pelle fosse spalmato d’olio per profumarla della fragranza che si era scelta.Si avvertiva la confusione degli odori di candele e olio, e nell’aria rimase una mescolanza che mi si impresse nella memoria e che se un giorno anche lontano dovessi risentire mi riporterebbe a quel momento.Le mani scesero lungo il fianco cercai di carezzarle i seni , e comprimevo per darle la sensazione di possesso rispetto ad un massaggio che da rilassante diventava sempre più provocante . I suoi seni ,già, i suoi seni, abbondanti e perfetti,rimodellati per darle la gioia di sentirsi guardata ogni volta che entrava in una stanza.Luna amava sentire gli occhi addosso di tutti , amava farsi guardare e desiderare, ed io la guardavo , la desideravo e la mnagiavo con gli occhi anche quando non eravamo in intimita’
Giunsi di nuovo sui glutei, li massaggiavo con insistenza e li stringevo con forza come se volessi darle degli enormi pizzichi.
Il movimento delle mani tendeva ad allargarli e mi accorsi che tra le sue poderose chiappe iniziavano a intravedersi gli umori.
Ne avvertì immediatamente l’odore penetrante, dunque continuai per un po a massaggiare il culo.
Feci scivolare le mani sulle cosce per poi infilarle nel suo posto più intimo e sfiorare con le punte delle dita le grandi labbra, avvertendo pienamente l’umidità che ormai aveva invaso il suo sesso .
Con insistenza continuai in questo gesto per più e più volte,sentendo i suoi sospiri e avvertendo il piacere che lo sfioramento le donava.
Mi fermai, mi spogliai anche io completamente .
Mi misi a cavalcioni sui suoi polpacci, le feci colare ancora l’ultima parte di olio che era rimasta nell’ampolla di vetro ,e iniziai di nuovo un poderoso massaggio dai polpacci alle spalle, cercando di ungerla ovunque.
Le mani alternavano un su e giù tra le spalle i fianchi e di tanto in tanto, le infilavo sotto il tronco per toccarle le tette stringendole con delicatezza.Mi piaceva sentire i capezzoli rispondere alle mie sollecitazioni.
Ad ogni movimento lasciavo che il mio membro ormai durissimo le scivolasse addosso.Quando le mani erano sulle spalle a stringerle per farla sentire in mio possesso,il cazzo le scivolava tra le natiche.
Avvertivo un suo movimento per tenerlo stretto,iniziai a godere immensamente di quello strofinio, e sentivo il suo corpo riscaldarsi sempre più.Le mani non smettevano di toccarla e la pressione sulla sua pelle era sempre più insistente.
La cappella sfregava sulle sue cosce sul suo culo e rimaneva talvolta compressa tra la sua zona lombare e il mio addome,che le si adagiava sulla schiena quando salivo fin sulle sue braccia per massaggiarla.Il calore della sua pelle e l’unto lasciato dal’olio di Argan mi donavano l’impressione di esserle dentro.
Le mani iniziarono a toccarle i fianchi e dall’infilarle sotto il torace fini’ per farle scivolare sotto il suo pube,arrivai al fulcro del calore e le infilai i due medi nella fessura colante.
Scivolavano dalle sue natiche verso l’interno fino a giungerle al clitoride,inarco’ leggermente il bacino dandomi spazio per adagiare il cazzo tra le sue natiche, e trovare spazio per le dita sotto di lei.
Strinse i muscoli e lo intrappolo’,mentre io premevo sul monte di venere e la stringevo a me con i medi che le scivolavano dentro strofinando.
La spingevo verso me ed era come se mi stesse masturbando con i glutei, sentivo il respiro farsi sempre più pesante ed i suoi sospiri strozzarsi in gola.
In un batter di ciglia fermo’ il respiro e indurì i muscoli del culo, avvertii il contrarsi del suo ventre e la sentii gemere sospirando lentamente , le dita non si fermarono fino a che non si lascio’ cadere sulla spugna allargando le braccia e respirando con affanno come se fosse alla fine di un grosso sforzo.
Era giunta all’orgasmo, avevo fatto l’amore con lei in quefli anni non so quante volte e la cosa che piu’ mi aveva rammarciato era di non esser mai riuscito a sentirle dire “..sono venuta “, che rabbia.ma in quel momento le mie mani ne erano testimoni per gli umori che copiosi scivolarono tra le dita.Ebbi la stessa sensazione che provai la prima volta che facemmo sesso ormai 14 anni fa’ quando senti’ un enorme calorme invadermi ilpube mentre le stavo dentro.
Strinsi con forza il suo culo immobilizzandoci in mezzo il cazzo e diedi qualche colpo su e giù facendo scivolare la cappella più volte tra le natiche fino a farla scomparire del tutto, non so quante volte feci questo movimento lentamente perché il piacere di strusciarlo nelle sue zone più nascoste era tale da farmi perdere la cognizione del tempo, ma sentì un piacere enorme salire dal basso ventre giungere fino alla punta del cazzo che mi fece esplodere in un eiaculazione copiosa , schizzandole sperma ovunque sulla schiena.
Il primo fiotto fu potentissimo , tanto che alcune gocce la inondarono fino al collo ai capelli biondissimi e corti, e giunsero a schizzare la spalliera,colando poi tra le cuciture dei bottoni di pelle, gli altri sempre meno intensi e meno potenti rimasero tutti aggrappati nella loro densità risaltando sul lucido della sua pelle candida tutta unta.
Avvertì gli schizzi caldi e mi chiese di lasciarli raffreddare fermando la mia mano,perché avrei voluto pulirli col telo bianco.
Le crollai addosso, completamente rincoglionito dal piacere leccandole il collo e cercando le sue labbra per un bacio che fu’ intenso così come intensa fu quella prima del nostro incontro.
Luna …bianca , candida , morbida…in quel momento aveva lasciato fuori la porta la sua vita ed era diventata mia, pronta a ricomnicare : Mi stesi accanto a lei scendendole di dosso mi guardo’ con malizia si abbasso’ con lo sguardo fisso verso il mio e……

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