Suor Luisa – L’estasi del piacere. Cap.4

Suor Luisa – L’estasi del piacere. Cap.4

Suor Luisa – L’estasi del piacere.

Gli squilli del mio telefonino sembravano quasi echeggiare in quell’edificio semibuio e cupo. L’unico a conoscere il mio numero era Carlo, che probabilmente mi stava chiamando preoccupato, perché non mi aveva sentito per tutto quel tempo.

Sapevo che gli avrei dovuto rispondere, altrimenti il rischio sarebbe stato quello di vederlo entrare nell’archivio preso dal panico.

Enzo, poco prima di rispondere mi sussurrò :

– “chiunque sia, dì che va tutto bene.”

Risposi quindi al telefono e fui molto rapida.

  • “Ciao Carlo, sono nel bagno dell’archivio adesso. Qui tutto bene, in archivio ho trovato Suor Laura, che vuole parlare con me in modo approfondito, ma fortunatamente non rileverà niente, del nostro segreto. Mi ha chiesto solo di fare una preghiera di penitenza fino a tarda serata. Ci dobbiamo sentire domani, lei non gradisce che io usi il telefono. A presto.”

Questo è quanto improvvisai con grande fantasia in poco tempo, tagliando corto e spengendo poi il cellulare. Non so se Carlo mi avesse creduto, ma ormai era fatta.

  • “Era il professore?”

Mi domandò Enzo.

  • “Sì.”
  • “Capisco!”

Mi ribatté con un tono basso e poi a seguire mi disse:

  • “Vieni con me.”

Ci spostammo dall’altro verso un lungo corridoio stretto fino alla sala dove era posta la biblioteca. Una grande stanza stracolma di libri. Enzo mi condusse in un angolo della stanza, dove mi mostrò un accesso nascosto. Il passaggio segreto si trovava dietro una grande libreria di legno massiccio nella sala dell’archivio. Per accedervi, bisognava spostare alcuni libri selezionati in un ordine preciso, rivelando così una piccola maniglia nascosta. Tirando la maniglia verso di sé, si apriva una piccola porta camuffata nella parete dietro la libreria. Dopo pochi passi , in un corridoio piuttosto stretto , arrivammo nell’appartamento dove abitava Enzo, che ancora mi condusse verso la camera da letto.

La camera da letto era in stile clericale, con mobili scuri e un grande letto matrimoniale. Una libreria con oggetti diversi e curiosi era proprio di fronte al letto. C’era una scatola di legno intagliato e una scatolina di metallo argentato a forma di parallelepipedo, con lati perfettamente uguali e angoli netti. La superficie era liscia e riflettente, con una strana lucentezza argentea che sembrava quasi metallica. La scatolina non aveva alcuna iscrizione o decorazione, ma il suo aspetto austero aggiunse ulteriore ansia al mio stato d’animo.

  • Se sei venuta fin qui , senza opporre nessuna resistenza, è segno che accetti la mia offerta. Sappi che non basterà che tu mi soddisfi una volta ma lo dovrai fare per tutta la notte e come ti ho detto se non ti vedrò a tua volta provare piacere, il nostro patto per quanto mi riguarda non sarà valido. Se invece sarai brava, dopo stanotte, nessuno saprà mai della tua storia di giovane ragazza, nè della tua storia con Carlo.

Annuì con la testa, accettando di fatto le sue condizioni.

Enzo si spogliò nuovamente, questa volta rimanendo completamente nudo ad eccezione della maglietta. Una volta ancora la mia vista fu presa dall’enorme misura del suo pene, che dopo quella pillola di Viagra presa poco prima, sembrava iniziarsi già ad ingrandire. Non nego, che nonostante fossi ancora una suora e fossi in una situazione di ricatto con una persona piuttosto sgradevole, l’idea di essere penetrata da un pene così grosso, mi provocò dei pensieri peccaminosi.

  • “Prendi questa pillola Suor Luisa, è metà dose di anfetamina, ti aiuterà a lasciarti andare stanotte e ti renderà tutto più facile. Ti ordino quindi di prenderla.”

Sopraffatta dal rimorso e dalla disperazione, ma anche dalla necessità estrema di alleggerire la tensione così opprimente di quella situazione, ingoiai la pillola senza esitazione.

  • Brava, adesso ti lascio qui da sola in camera per un po’, giusto il tempo che la pillola faccia effetto. Dietro quella porta trovi il bagno, se tu ne avessi bisogno. Al mio ritorno fatti trovare completamente nuda e pronta a farmi godere.

Dopo quelle parole, Enzo sbatté la porta, per poi chiuderla subito a chiave, lasciandomi sola in quella stanza. Il panico mi assalì: cosa stavo facendo? Stavo per avere un rapporto sessuale con quel mostro, tradendo Carlo, con il quale avevo appena iniziato una storia d’amore, e dopo aver tradito a mia volta la Chiesa. Mi sedetti assorta sul letto e, presa da un mancamento di forze, mi distesi esausta.

Come tutte le volte che venivo presa dallo sconforto e dalla paura, i miei pensieri riecheggiavano i fantasmi del sesso di gruppo che feci quando ero una ragazzina di vent’anni. i quattro uomini riapparvero nella mia mente, insieme ai ricordi del giorno dello scandalo, quando il film porno che gli uomini girarono a mia insaputa iniziò a girare in rete. iniziai così a piangere fin quando non caddi in uno stato di catalessi,   dove varie immagini e sensazioni mi animavano. Non riuscivo a toglier mi dalla mente, quella scena, di quei 4 uomini che mi prendevano da tutte le parti. Sentivo dentro di me, addirittura i loro gemiti, le loro urla di piacere , i loro apprezzamenti pesanti.

 Ma, via via che il tempo passava il mio stato d’animo variò; passando dal disagio al dispiacere ad una pervadente eccitazione e libidine . Il mio corpo divenne lentamente da rigido a  completamente rilassato e trovai improvvisamente una nuova energia, una vitalità ed un senso di serenità del tutto inaspettato. In quel momento, mi auto-assolsi per tutti i miei peccati del passato ed iniziai a pensare con persistenza ed eccitazione anche all’enorme pene del mio aguzzino, bramando di sentire al più presto il suo sapore in bocca e tutto dentro di me. Andai quindi in bagno per farmi una rapida doccia. Poi, il mio sguardo incontrò lo specchio ed ebbi modo di compiacermi del mio corpo, del mio seno grande e dritto, del mio bel viso e del mio sedere alto e sodo. L’effetto della droga mi aveva probabilmente liberata da tutte le mie inibizioni, facendomi ritrovare nonostante la situazione una forte libidine e voglia di trasgressione.

Tutta nuda così come l’ex prete mi aveva chiesto, mi distesi sul letto, desiderosa e in attesa di essere presa.

Passarono pochi minuti da quel momento, quando sentii il rumore della chiave girare dalla porta ed a seguito l’entrata di Enzo nella stanza. L’uomo indossava una vestaglia e sotto era completamente nudo.  Vedendomi distesa nel letto così come aveva chiesto, fece un sorriso di compiacimento, quindi  si avvicinò:

  • “Bene Suor Luisa, non sapevo che le suore adesso si depilassero il pube completamente, ma mi piace, adesso voglio vedere quanto sei puttana. Inginocchiati a terra.”

Così feci, sempre più eccitata da quel momento. Enzo si tolse quindi la vestaglia , porgendomi alla vista ancora quel coso enorme. Io presa da una grande bramosia mi ci avvicinai subito con l’intenzione di prenderlo in bocca, ma fui subito redarguita da Enzo.

  • “Suor Luisa, calma. So che il mio uccello, ingolosisce molto, non se ne vedono tanti così, ma prima di prenderlo in bocca, voglio vedere se te lo meriti e se sei brava a far godere con la bocca. Quindi adesso ti farò un test.”

E così dicendo mentre ero inginocchiata a terra, al cospetto della sua grande pancia enorme, l’uomo mi porse le due dita della mano, l’indice e il medio, unite insieme come se formassero un tutt’uno, e me le offrì vicino al viso all’altezza della bocca.

  • “Adesso fammi vedere come fai i pompini Suor Luisa.”

Aprii la bocca e iniziai a leccare quelle dita pensando che fosse il suo cazzo, cazzo del quale avevo una voglia sempre più matta in un attesa che mi stava facendo ardere dal desiderio. Mi impegnai quindi al massimo, in quel gioco, succhiando le sue grandi dita e cercando di muovere dolcemente le mie labbra e usando anche la lingua per girarci intorno. L’effetto di quella droga che Enzo mi aveva offerto poco prima, stava facendo decisamente effetto.

  • “Brava Suor Luisa, sei davvero una gran puttana. Sei veramente sprecata per la Chiesa. Adesso sputaci sopra e poi affonda fino alla gola. E capisci bene, ho detto la gola, voglio sentire il mio dito che tocca la tua gola… hai capito?”

Non risposi neanche alla sua domanda e mi avvinghiai su quelle due dita, come se fossero il suo cazzo, sputando la mia saliva ed affondando giù fin quando non rimasi senza respiro.

  • “Eccellente! Adesso il passo finale, prima di avere il cazzo, voglio che gemi mentre mi succhi il dito.”

E ancora una volta eseguii il suo ordine, gemendo ed ansimando con il suo dito in bocca.

A quel punto Enzo mi presenta in mano quel membro enorme ancora semi moscio e lo appoggia sulla mia testa schiaffeggiandomi con lo stesso leggermente. Le dimensioni del suo pene che ancora non era del tutto dritto, erano simili all’altezza de mio stesso viso. 

Poi sempre con la mano lo punta verso le mie labbra, ed io senza neanche che mi fosse ordinato,  apro  la bocca trovandomi quel serpentone enorme dentro.

La larghezza veramente notevole di quel pene, mi riempì e allargò la bocca, tanto da poter respirare solo affannosamente con il naso. Era faticoso averlo in bocca ma anche molto eccitante. Presi ad insalivarlo bene ed andare su e giù lentamente ed a succhiarlo quasi per 2/3, trovandomelo tutto in gola, nonostante fosse ancora semi moscio, poi pian piano lo sentii indurire dentro la mia stessa bocca, fin quando quella mazza divenne animalesca, di dimensioni davvero enorme.

Enzo che sembrava gradire il mio pompino, mi prese per la testa e la spinse giù fino alla gola fino a quasi a provocarmi  dei conati di vomito. Con difficoltà riuscivo appena ad arrivare a metà del suo pene, rimanendo soffocata tutte le volte che mi affondava la testa ed avendo appena il tempo di riprendermi quando tornavo su . Quell’andare e rivieni su e giù, per la sua asta, era faticoso ma anche molto eccitante, tanto che presi a bagnarmi sempre più di minuto in minuto.

  • “Brava Suor Luisa, vedo che ti piace, lo sento dalla passione dal quale mi stai facendo questo splendido pompino. Adesso però voglio scoparti bene la bocca…”

Così Enzo mi prese le mani, mi spinse verso la parete e mi fece inginocchiare, poi si diresse nel cassetto del comodino e da lì tirò fuori un paio di manette e una benda, quindi mi fece alzare e girare di schiena per afferrarmi le mani, unirle dietro la schiena e mettermi le manette tanto strette che avvertii da subito un gran fastidio, quindi mi bendò, mi fece girare di nuovo verso di lui ed appoggiandomi le sue grandi mani sulle mie spalle, mi esortò ad inginocchiarmi a terra nuovamente.

  • “Adesso vediamo se superi anche questa prova. Sputa tutta la saliva che puoi sul mio cazzo.”

Persa in quel buio provocato dalla benda, mi sentii ancor più libera di peccare e di lasciarmi andare, e così presa da un vortice di lussuria progressiva, presi a insalivare e sputare sul pene di Enzo, come mi fu chiesto, gemendo nel contempo di una reale eccitazione..

  • “Eccellente Suor Luisa adesso ti scopo in gola…. E, non voglio sentirti lamentare..”

Sentii prima schiaffeggiarmi forte quel cazzone enorme sul volto, poi Enzo puntò la sua cappella verso lamia bocca e nuovamente fu riempita tanto da provare un fastidio tra mascella e mandibola. Nel silenzio di quegli attimi, conditi solo dai flebili grugniti dell’ex prete, nel buio che la benda mi provocava e con quella droga che scorreva nel mio corpo, fui presa da una vera e propria estasi sessuale. Il piacere mi avvolse e mentre Enzo, cominciò a scoparmi la bocca e la gola senza nessuna premura, presi a sibilare dei mugugni , come una cagna in calore, e nel mentre insalivai più che potevo quell’arnese che entrava ed usciva dalla mia bocca.. Sentivo grondare tutta la mia stessa saliva che dal mio palato, colava verso i miei seni, sfiorandomi e stimolandomi i capezzoli ed aumentando il mio desiderio.

  • “Sei proprio una troia, come immaginavo, una troia bellissima, adesso ti riempio la bocca e tu berrai e mi farai vedere quanto sei assetata.”

E dopo poco meno di un minuto da quelle parole, Enzo emise un urlo forte che rimbombò nella stanza e sentii  così tutto il suo sperma invadermi la gola.  Enzo a quel punto infilò ancora con più forza e determinazione il suo membro dentro, tappandomi nel contempo il naso per qualche secondo, tanto che fui costretta per prendere fiato a spalancare ancor più le labbra per trovare degli spiragli d’aria tra il suo cazzo e la mia bocca. Così facendo, mi trovai costretta a deglutire il suo sperma.

Un sapore salato ed acido mi invase il palato, che era rimasto impastato dal nettare peccaminoso di Enzo. Appena concluso quell’atto, un sospiro compiacente del mio perverso aguzzino, segnò una breve pausa a quella intrigante agonia. Mi sentivo abusata, violentata, sopraffatta, ma ardeva in me anche il desiderio di essere presa e soddisfatta da quel mostro.

Enzo a quel punto mi liberò dalle manette e dalla benda e mi disse di distendermi nel letto, lui prese dal comodino, l’altra mezza pillola blu di viagra, bevve dell’acqua e si distese nel letto affianco a me. Il suo pene si era nuovamente afflosciato, pur rimanendo comunque enorme ed invitante.

  • “Bene, ora con calma, riprendi il mio cazzo in bocca e fallo indurire nuovamente. Mettici passione Suor Luisa, per adesso sei stata brava, ma devi ancora meritarti il mio silenzio.”

Presi così dolcemente a baciargli la cappella con dei piccoli schiocchi di labbra mentre con le mani gli accarezzavo dolcemente i suoi enormi testicoli. Era strano, ma anche se lui era il mio aguzzino ed io la sua vittima, la voglia di essere presa da Enzo  faceva si che io lo trattassi come se fosse un amante del quale ero pazzamente innamorata.

Sempre con dolcezza, presi a prendere la sua enorme cappella nella bocca, muovendo le mie labbra dolcemente sul suo glande molto lentamente. Il suo pene cominciò a crescere  così pian piano, facendosi nuovamente duro. Io inconsapevolmente e spensierata presi invece a mugugnare e muovere sinuosamente il sedere. Ero rapita dal desiderio e dalla voglia di provare quell’arnese enorme dentro di me, finché senza indugi di un tratto, salì sopra ad Enzo per cavalcarlo e prendermi finalmente quel coso enorme.

Mentre ero sopra di lui, presi il suo cazzo con una mano, mi sollevai facendo forza con le ginocchia per avvicinare la mia vagina al suo pene ed appoggiai la sua cappella sopra la mia vagina che era bagnatissima e pronta. Piano piano infilai la cappella e poi mi spinsi giù fino a circa a metà dell’asta; a quel punto sentii Enzo che mi afferrò le chiappe con le sue  grandi mani ed iniziò a spingere verso l’alto per penetrarmi. Mi trovai così con tutto quel pene enorme dentro fino alle viscere, ed era bellissimo averlo fino in fondo, nonostante un piccolo dolore iniziale. Fu un crescendo di passione e godimento, che mi portò a cavalcarlo su e giù senza freni, mentre Enzo mi tastava avidamente le natiche. Dopo pochi minuti, esplosi un urlo  che fu il preludio ad un fortissimo orgasmo.

  • “Brava Suor Luisa, che gran puttana che sei. E’ proprio questo che volevo; vederti godere, ed abbiamo appena iniziato, la notte è ancora molto lunga. Adesso gira ti verso la libreria e porgimi il tuo fantastico culetto alla vista e cavalcami dalla parte opposta.”

E così feci, mi girai dall’altra parte, lasciandogli alla vista la visione delle mie natiche e presi a cavalcarlo come richiesto. In quel momento il mio sguardo fu nuovamente preso dalla scatolina di metallo argentato a forma di parallelepipedo sopra la scrivania, potei notare che al centro c’era una sorta di cerchio con un vetro, come una specie di occhio, mentre di fianco c’era un orologio che segnava le ore 23 e 12 . Erano già diverse ore che ero lì, ma il tempo era passato in una sorte di estasi di piacere, che mi aveva fatto dimenticare tutto il resto. Quindi i miei pensieri furono interrotti, da una richiesta di Enzo.

  • “Mettiti a pecorina adesso e poi sculetta.”

Estrassi la mia vagina dal pene di Enzo come mi fu ordinato ed obbedii mettendomi a pecorina e sculettando dolcemente, aspettando di essere presa in quella posizione.

Enzo con tutta la sua mole di oltre 100 kili, si alzò e si mise dietro di me, prendendomi ora da dietro, senza tregua per diversi minuti. Nonostante la sua stazza, era piuttosto agile e davvero instancabile ed i suoi colpi forti e fermi dentro di me, mi fecero venire ed urlare per una seconda volta.

  • “Sei fantastica Suor Luisa, mi piace quando godi e voglio farti godere ancora, mettiti a gambe larghe.”

Obbedii una volta ancora, senza batter ciglio, anche se l’idea di essere presa da quell’omone con quella pancia enorme, che mi avrebbe schiacciata ad averla sopra, mi spaventava un po’.

Enzo, tuttavia in quel momento si mise al cospetto della mie gambe aperte ed iniziò a leccarmi con la sua grossa lingua che passò con abilità sul mio clitoride prima con la punta e quindi scivolò verso le piccole e grandi labbra,  per infine penetrarmi fortemente il mio buchetto con la sua lingua enorme. Nessuno mi aveva mai fatto provare una sensazione del genere con la sola lingua ed ero nuovamente eccitata, nonostante avessi avuto già due orgasmi. Avevo nuovamente voglia di essere penetrata e così fu.

Mi vidi l’enorme pancione di Enzo avvicinarsi, mentre io ero a gambe aperte, pronta per essere presa di nuovo. Il pene ancora dritto di Enzo mi penetrò nuovamente a gambe aperte e quando lo sentii nuovamente tutto dentro, presi nuovamente a godere come una matta. Con le gambe mi venne istintivamente di avvolgermi come  una tenaglia sopra il dorso di Enzo, dandogli così modo per penetrarmi tutto fino in fondo. I nostri sguardi in quella posizione si incontrarono e vidi la sua bocca avvicinarsi alla mia; senza esitazione aprii la bocca e le nostre lingue si unirono e si avvolsero l’una con l’altra in un lungo bacio appassionato. Un bacio che non avrei mai pensato di dare, ma che non posso negare, mi provocò molto piacere. Il nostro godimento crebbe all’unisono,  così come i nostri gemiti e l’andar e rivieni dei colpi di pene che  Enzo spingeva verso la mia vagina. Mi stava sfondando, uno sfondamento di piacere infinito. Stavo per venire  e così anche Enzo, che continuò ad affondare dentro di me per qualche colpo ancora, fino ad urlare e godere  direttamente dentro di me.

Sentendo il fiotto del suo sperma che mi inondava dentro, venni anche io, sospirando subito dopo per il piacere appena provato e trascurando incoscientemente di aver ricevuto lo sperma dentro ed il relativo rischio di rimanere incinta.

Esausta da quei tre orgasmi, dall’effetto della droga, che avevo preso poco prima, volsi ancora lo sguardo verso l’orologio sulla libreria, era mezzanotte e un quarto, ero stremata e così mi addormentai.

Quando aprii gli occhi di nuovo, erano già le 08:43 del mattino. In quel momento avrei dovuto essere a scuola e non avevo idea di come spiegare la mia assenza al convento. Inoltre, temevo che Carlo mi avrebbe già cercato per chiedermi spiegazioni e dovevo anche considerare il rischio di una possibile gravidanza. Mi vestii di corsa con il mio abito da suora e notai l’assenza di Enzo in casa, ma trovai un biglietto lasciato da lui sul tavolo della cucina.

“Cara Suor Luisa,

come ti ho promesso, visto che sei riuscita a soddisfarmi in pieno così come desideravo, puoi stare tranquilla, riguardo ai tuoi segreti che non verranno mai rilevati, non mi devi più niente.

Enzo.”

La storia di Suor Luisa, continua nel prossimo capitolo.

Leggi il capitolo precedente.

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