Suor Luisa – Pentimenti e dubbi Cap.5

Suor Luisa – Pentimenti e dubbi Cap.5

Suor Luisa – Pentimenti e dubbi

Mi trovavo difronte alla madre superiora alla quale dovevo dare diverse spiegazioni sul mio comportamento; del perché quella sera non ero tornata in convento e della mi assenza a scuola al mattino.

Mi sentivo stravolta dagli eventi del giorno prima, da quell’incontro di sesso stravolgente con l’ex prete Enzo, che aveva compromesso in modo probabilmente irreparabile la mia permanenza nella Chiesa. Era arrivato il momento di regolare i conti e sapevo che non avrei potuto evitare quel faccia a faccia.

La madre superiora del convento era una donna di circa sessant’anni dall’aspetto austero e severo. Aveva un viso rugoso e occhi penetranti, che sembravano scrutare l’anima delle sue suore con estrema attenzione.

Nonostante il suo aspetto intimidatorio, la madre superiora era molto rispettata da tutte le suore del convento. Era una donna di grande saggezza e fermezza morale, e sapeva come mantenere l’ordine nel convento in maniera impeccabile.

Ogni giorno, la madre superiora controllava personalmente l’operato di tutte le suore, assicurandosi che svolgessero i loro compiti con la massima dedizione.

Nonostante la sua severità, la madre superiora era molto attenta alle esigenze delle sue suore e le aiutava in ogni modo possibile. Ad esempio, quando una suora si ammalava, la madre superiora si prendeva cura di lei personalmente, assicurandosi che ricevesse tutte le cure necessarie.

Inoltre, la madre superiora era una donna molto colta e intelligente, e sapeva come motivare le sue suore a studiare e ad approfondire la loro conoscenza della fede. Grazie alla sua guida, molte suore del convento avevano acquisito una grande conoscenza teologica e spirituale.

  • Suor Luisa, sono piuttosto arrabbiata per non dire che non sono in collera, il tuo comportamento è inaccettabile, hai trascorso l’intera notte fuori dal convento, non ti sei presentata stamani a scuola per la lezione e girano voci in convento, che io stessa ho dovuto placare. Le voci dicono che tu ti stia vedendo con uno dei nostri professori. Cosa ti sta succedendo?
  • Ti ascolto sorella, prendi questa occasione, anche per confessarti dei tuoi peccati se vuoi.

Non riuscii a non scoppiare a piangere per la stanchezza e la delicatezza di quella situazione. La madre superiora, non sapeva niente del mio passato di Aprilia, né tantomeno a quanto pareva si poteva immaginare, quello che avevo fatto quella notte con Enzo.

La donna vedendomi piangente, mi prese la mano, mi guardò profondamente negli occhi e mi disse di rasserenarmi e di raccontarle tutto.

  • Vede, Madre, la situazione è piuttosto delicata, non le nego, che ho ricevuto delle avances dal Professor Carlo e non posso negare che nonostante abbia fatto tutto per non cedere alla passione, le sue continue lusinghe, hanno fatto si che….. in qualche modo gli dessi una confidenza che una suora non dovrebbe mai dare ad un uomo.

  • E’ fino a che punto ti sei spinta?

Incalzò la madre superiore, per capire la gravità dell’accaduto.

  • Madre, ho molta vergogna a dirlo, ma non posso negare, che mi sono spinta tanto da violare il mio voto di castità.
  • Mio Dio!

Esclamò con voce stupita la madre superiore.

  • E dimmi, sei innamorata di quell’uomo ? Vuoi abbandonare i tuoi voti?”
  • Sono molto confusa, Madre. Non le nego che dentro di me c’è del pentimento e che tutta questa situazione mi sta distruggendo.
  • Il nostro convento non potrebbe permettersi un simile scandalo, so che sei una brava suora e che sei stata sempre devota, non ho modo di dubitare che sia stato solo un momento di debolezza.
  • La ringrazio davvero della sua comprensione.
  • Suor Luisa, prenditi libero tutto il giorno di oggi ed anche domani, penserò io a farti sostituire a scuola. Domani mattina presto dopo la preghiera del mattino, vieni qui nel mio ufficio. Troveremo una soluzione.

La madre superiore era stata meno dura e più comprensiva di quello che mai avrei immaginato, anche se gli avevo raccontato una piccola parte della storia e probabilmente se avesse saputo tutto, certamente avrebbe avuto una reazione più dura.

Mi recai immediatamente nella mia stanza, dove mi spogliai e feci una doccia per liberarmi dell’odore del sesso che ancora persisteva. Successivamente, controllai il cellulare appena acquistato il giorno precedente e notai numerose chiamate senza risposta da parte di Carlo. Mi sentii veramente imbarazzata, senza sapere cosa dirgli. Non potevo certo confessargli di aver trascorso una notte appassionata con colui che avrebbe dovuto essere il mio aguzzino, ma che si era trasformato in un amante eccezionale con doti straordinarie, regalandomi un piacere intenso.

Decisi di inviare un breve messaggio a Carlo, rassicurandolo che tutto andava bene, ma accennando ad alcuni problemi con la madre superiore che mi avrebbero impedito di rispondere per qualche giorno.

Pensai successivamente alla mia famiglia. Non ero tornata ad Aprilia per ben dodici anni e avevo visto i miei genitori e mio fratello solo poche volte, quando erano venuti a trovarmi in Sicilia. Sentivo sempre la loro mancanza. Approfittai del telefono per chiamare mia madre.

Dal tono della mia voce, mia madre percepì immediatamente il mio sconforto e mi incoraggiò a condividere le mie preoccupazioni. Tuttavia, la paura di tradire la sua fiducia mi fece tacere sui dettagli degli eventi accaduti. Ci congedammo con la promessa di sentirci nuovamente al più presto.

Il resto della giornata e della notte trascorse in camera, tra la stanchezza e l’agonia.

Al mattino seguente, dopo la preghiera, mi recai come richiesto nell’ufficio della madre superiora, che era già lì puntuale ad aspettarmi.

Mi sedetti nuovamente di fronte a lei, per cercare di capire quello che sarebbe stato di me.

  • Ho pensato molto stanotte Suor Luisa, sono arrivata alla conclusione, che se rimarrai qui in convento a Palermo, potresti essere distratta dal Professore ed anche se io lo rimuovessi dall’incarico, lui potrebbe comunque cercarti.
    Credo che la cosa migliore è che tu ti trasferisca nella Congregazione di Maria a Roma.
    La congregazione si occupa di molte attività sociali e principalmente di aiutare gli anziani in difficoltà. Saresti anche più vicina ai tuoi parenti e così ti allontanerai da Carlo e
    sono sicura che ritroverai presto la pace con te ste stessa, ritrovando la strada del Signore. Che ne pensi?”

Alle sue parole, fui attraversata da due sensazioni. Da una parte, uno sconforto per dover abbandonare Palermo, la città che mi aveva accolto e dato una nuova vita, insieme alle tante persone care conosciute in quegli anni. Dall’altro lato, mi sentivo effettivamente sollevata perché quella era l’occasione per liberarmi da tutti quei problemi legati a Carlo, Enzo e alle varie dicerie che si erano create. Restava in me la paura di essere rimasta incinta dal rapporto con Enzo, ma avrei affrontato quel problema in un secondo momento. Presi così quell’occasione al balzo.

  • Si Madre, credo anche io che sia la soluzione migliore.
  • Bene, Suor Laura, si occuperà del tuo trasferimento. Partirai tra due giorni. Prima di entrare nella congregazione, per la quale è richiesta un po’ di burocrazia, starai a casa tua ad Aprilia. Non credo che servirà più di un mese. Sarà un’occasione per te, per trascorrere un po’ di tempo con la tua famiglia.
  • Va bene,” risposi immediatamente, anche se il pensiero di tornare ad Aprilia per la prima volta dopo 12 anni e dopo quello scandalo, mi destava non poche paure. Tuttavia, non ebbi il tempo neanche di pensarci, tanto fui presa dai preparativi per la partenza, che era piuttosto imminente oltre che inaspettata.

Mi apprestai subito a chiamare mia madre per darle la notizia e ne fu entusiasta. Quindi, mi recai la sera stessa da mia nonna, dalla quale trascorsi la notte. Al mattino dopo, tra di noi, ci fu un grande abbraccio e delle sue profonde lacrime; la nonna aveva infatti 84 anni, ed entrambe sapevamo che sarebbe potuto essere anche l’ultima volta che ci saremmo viste.

Tornai in convento per preparare tutte le valigie ed organizzare il viaggio. L’aereo sarebbe partito l’indomani mattina alle 8:40 con destinazione Roma, e le persone da salutare erano davvero molte. Nel primissimo pomeriggio, mi recai da Don Luca, che mi accolse come sempre con un grande sorriso rassicurante. Ne approfittai per confessarmi, anche se mi limitai a raccontargli del sesso fatto con Carlo, non con quello fatto con Enzo, pur menzionando il suo ricatto e il fatto che avessimo scoperto che fosse un ex prete.

Quando sentì il nome di Enzo, Don Luca rimase per qualche secondo inebetito e mi disse di conoscere quell’individuo, utilizzando proprio questo termine. In quel momento mi balzò il dubbio che forse anche lui fosse stato vittima dei ricatti dell’ex prete mostro. Non cercai di indagare e non me ne preoccupai, avendo già troppo imbarazzo per quel che gli avevo appena raccontato. Lasciai infine il mio numero di cellulare a Don Luca, esortandolo a rimanere in contatto.

Mi rimaneva da salutare le mie consorelle, cosa che avrei fatto nella cena di quel giorno in convento, e affrontare Carlo, che mi aveva tempestato di messaggi e telefonate alle quali non avevo mai avuto né il tempo né la voglia di rispondere.

Compresi in tutti quegli eventi che si erano succeduti con tanta velocità ed intensità in quei giorni, che quello che mi aveva detto in modo brutale e diretto Enzo, durante il nostro incontro, era vero. Non amavo Carlo, nonostante fosse un bell’uomo, dolce e pieno di premure nei miei riguardi, non riuscivo a sentire dispiacere al fatto di andarmene a Roma e non vederlo più. Ma ora l’imbarazzo era tanto. Certo, cedendo alle sue lusinghe e facendo l’amore con lui, l’avevo certamente illuso, e poi non gli avevo raccontato dell’incontro con Enzo, mentendogli e dicendogli invece che nell’archivio c’era Suor Laura.

Era difficilissimo affrontarlo, ma dovevo avvertirlo della mia partenza e spiegargli che la nostra storia era impossibile. Gli mandai un messaggio chiedendogli di venire alla biblioteca, nella stessa sala dove ci eravamo visti qualche giorno prima, per le 17:45, anticipandogli che avrei avuto poco tempo.

All’orario stabilito, lo trovai già lì ad aspettarmi e subito mi venne incontro per abbracciarmi e stringermi a sé, ma lo fermai immediatamente. Ero molto imbarazzata e nervosa e cercai di essere sbrigativa.

  • Carlo, scusami so che non ti ho risposto al telefono in questi 2 giorni, ma in convento è successa molta confusione. La suora superiore sa del nostro rapporto e mi ha proposto di trasferirmi in una congregazione a Roma.”
  • Davvero! E tu hai risposto di no, vero?
  • Mi dispiace Carlo, ho compreso che ho sbagliato, è stato un momento di debolezza, ma ho capito che non posso rinunciare alla mia fede, e così ho accettato la sua proposta e domani mattina presto partirò per Roma.
  • Allora non mi ami? Voglio sentirtelo dire.
  • Mi dispiace Carlo, sento di amare di più la chiesa. Spero che mi perdonerai.”

Carlo si mise a piangere come un bambino, io gli presi la mano e cercai di rincuorarlo e questa volta lo abbracciai forte. La sua sofferenza era evidente e mi causò grande tristezza ma allo stesso tempo fu un sollievo, aver risolto almeno quel problema tra i tanti che mi affliggevano.

  • Mi dispiace Carlo, sento di amare di più la chiesa. Spero che mi perdonerai.

Carlo si mise a piangere come un bambino, io gli presi la mano e cercai di rincuorarlo e questa volta lo abbracciai forte. La sua sofferenza era evidente e mi causò grande tristezza ma allo stesso tempo fu un sollievo, aver risolto almeno quel problema tra i tanti che mi affliggevano.

Al mattino seguente partii puntualmente. All’aeroporto di Roma, venne a prendermi mio fratello con la fidanzata per portarmi ad Aprilia, dopo 12 anni, tra l’agonia per quel che era successo anni prima e la voglia di riabbracciare la mia città natale.

La storia di Suor Luisa, continua nel prossimo capitolo.

Leggi il capitolo precedente.

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