Mamma dolce e troia

Mamma dolce e troia

MAMMA DOLCE E TROIA.

E’ passato molto tempo dai fatti che voglio raccontarvi. All’epoca avevo 17 anni, naturalmente vivevo con miei, mia madre, Giulia, lavorava in casa, mio padre , Giorgio, lavorava lontano per buona parte della settimana, faceva rappresentante per una ditta di grosse macchine agricole. Io, Marco, ero figlio unico.
In quel periodo, come tutti quelli di quell’età, avevo sempre gli ormoni in subbuglio, ogni ragazza che vedevo stimolava la mia fantasia, avevo avuto qualche fugace avventura con qualche mia compagna di classe nei bagni della scuola, avevo leccato la figa a qualche ragazza e mi ero fatto fare qualche sega, anche qualche pompino: Una me lo aveva preso in bocca con mio sommo piacere, facendomi arrivare all’orgasmo ingoiando il mio seme. Comunque avevo sempre l’uccello sull’attenti, mi facevo una marea di seghe. Ultimamente anche le amiche di mia madre solleticavano le mie voglie, con le loro coscione in bella vista, spesso con scollature piuttosto profonde e le tette tutte sudate visto la temperatura estiva piuttosto alta e di conseguenza facevano sudare anche me e non solo per il caldo.
C’è n’era una in particolare che abitava nel nostro condominio, la Giuseppina, una troiana sui 43 o 44 anni, non bellissima ma con un culo e delle tette da sballo, che faceva di tutto per farmi alzare la temperatura quando mi incontrava: Portava gonne sopra la mezza coscia e quando la incontravo, mentre scendeva le scale dell’atrio, potevo bearmi della vista delle striminzite mutandine che portava e parte della sua figa le cui grandi labbra pelose uscivano dai lati del cavallo dell’intimo incastrato nella fessura, mi guardava e sorrideva maliziosamente con la faccia da troia. Altre volte, quando saliva le scale, grazie alla generosa scollatura e l’assenza del reggiseno potevo agevolmente scorgere il capezzolo grande come una nocciola contornato da una grande e scura aureola e non poteva non accorgersi quello che vedevo.
Pensandoci ora sono sicuro che tutte se ne accorgessero, anche se facevano finta di niente.
Mia madre, Giulia, aveva allora 46 anni portati abbastanza bene, era leggermente in carne, non molto alta ma con un corpo bello pieno e una bella quarta di seno, dei bei occhi verdi, capelli lunghi bruni e ondulati, la pelle leggermente scura. Era una bella donna, anzi lo è tutt’ora e spesso quando usciamo assieme fa girare la testa a tutti i maschi che incontriamo.
Non mi era mai successo però di fare pensieri legati al sesso su mia madre, anzi ero un po mammone e la sera spesso mi accoccolavo vicino a lei che mi accarezzava e mi stringeva con amore materno. Fù proprio in una sera di quelle che successe un fatto che mi fece vedere mia madre sotto un altro aspetto: Avevamo cenato e, come spesso succedeva, ci siamo spostati sul divano: Lei semi addormentata era appoggiata allo schienale e con le gambe spostate leggermente in avanti, vestiva con un prendisole piuttosto leggero , con l’abbottonatura davanti, i bottoni più in basso erano sbottonati fino quasi all’inguine per stare più comoda.
Io ero steso con la testa appoggiata sulle sue cosce e guardavo la tv, stavano trasmettendo un film abbastanza spinto, dove un ragazzo circuiva una bella e procace tardona. il mio cazzo reagì presto drizzandosi alla vista delle varie scene piccanti che in breve mi portarono ad eccitarmi come un maiale. Il mio viso era a contatto con le cosce nude e setose di mia madre, che assomigliavano molto a quelle della protagonista femminile del film, mi resi conto che anch’io come il giovane protagonista delle scene spinte del programma avevo vicino una bella gnocca. Girai la testa per guardare mia madre: Stava dormicchiando, mi girai completamente, cercando di non svegliarla, dando la schiena alla televisione. Mi si presentò davanti uno spettacolo che niente aveva da invidiare all giuseppina. Il panorama che mi si parava davanti a pochi centimetri dai miei occhi era incredibilmente arrapante, le sue mutande bianche, leggermente trasparenti riuscivano a stento a contenere la sua passera tanto che ai lati facevano bella mostra degli abbondanti ricci neri che mi portarono l’erezione al massimo possibile. Ero terribilmente attratto dalla velata protuberanza scura che vedevo davanti a mè, mi avvicinai piano appoggiando il naso sulla la sua figa, un odore intenso di umori vaginali e un leggero aroma di pipì invase la mie narici, mia mamma non curava in maniera assidua la sua igiene evidentemente, ma quell’odore mi mandò in visibilio, la mia prima figa matura, la figa di mia madre. Lasciai la mia lingua accarezzare piano il tessuto delle mutande, le mie papille gustative furono gratificate da un buonissimo sapore tra il dolciastro ed il salato che assieme all’odore mi facevano impazzire, chiusi gli occhi per gustare meglio gli intensi aromi, ero estasiato e non mi accorsi che mia madre nel frattempo era stata svegliata da tutti i miei maneggi. Mi guardò con uno sguardo assonnato, subito sostituito da stupore, rimase a bocca aperta. Prontamente io accampai una scusa: – Scusa mi ero addormentato e non mi sono accorto di dove ero finito, lei mi guardò con uno sguardo tra il dubbioso ed il divertito e mi disse:- Dai maialino!!!! Andiamo a dormire che si è fatto tardi. Si alzò e si diresse verso la propria camera, si girò e Facendomi il verso:- mi sono addormentato……, Porco!!! scopiò a ridere, non sapevo cosa dire, mugugnai qualcosa di incomprensibile rosso come un peperone. Quando gli passai accanto mi fece una carezza e mi diede un affettuoso scopellotto sulla nuca accompagnato da un bacino sulla guancia: – Buonanotte…..bugiardone, la notte porta consiglio,…… e non smanettarti troppo. Rise di nuovo.
Ero stupefatto dalla reazione di mia madre, mi sarei aspettato una sfuriata e certo non quella reazione. Evidentemente mia madre non diede tanta importanza alle mie giovanili attenzioni, probabilmente reputava che avessi fatto una cosa compatibile con la curiosità dettata dalla mia giovane età.
Ricambiai sommessamente la buonanotte.
Ero tremendamente imbarazzato ma anche molto eccitato, avevo ancora sotto al naso il suo stupendo ed osceno odore. Andai in bagno e poi a letto, dove mi sparai due seghe, una dopo l’altra. Con fatica mi addormentai.
Al mattino mi svegliai presto per andare a scuola e dopo essere passato dal bagno entrai in cucina per la colazione, ero in boxer e maglietta, mia mamma era già li, intenta ai fornelli. era vestita con una corta vestaglietta nera, leggermente trasparente che le arrivava a metà coscia che malamente celava il suo intimo di pizzo bianco, chiusa in vita da un laccio: I capezzoli liberi dal reggiseno, sembravano perforare il leggero tessuto e si potevano vedere attraverso l’indumento. Mi guardò con un sorriso tra l’indagatore ed il divertito: – Dormito bene? Le risposi sorridendo a mia volta affermando che la notte era trascorsa bene.
Ormai la vedevo si come genitrice ma anche come una donna bella e molto eccitante, che figa che avevo davanti! Non capivo come avevo fatto a non accorgermi subito della sua prorompente sensualità.
Facemmo colazione assieme, io con il cazzo sempre duro e con lo sguardo, spesso intercettato da lei, che puntava al suo seno.
Quando mi alzai per andare a vestirmi, lo sguardo di mia madre si posò sulla mia evidente erezione,
si mise a ridere:- domani mattina mi metterò uno scafandro per farti la colazione. Poi più seria mi disse:- dovresti rivolgere le tue attenzioni alle ragazzine e non a tua madre, amore, non che questo non mi lusinghi ma è fuori luogo.
Mi difesi dicendole con voce esitante:- Mamma guarda che questa è solo la mia erezione mattutina, e ieri sera, come ti ho detto, mi sono svegliato in quella posizione, scusami.
Mi gardò divertita:- Si …valà,,,,,vai a scuola che è meglio. Mi salutò con un bacio augurandomi buona giornata.
Passarono alcuni giorni senza che ne io ne lei tornassimo sull’argomento. Ma io non perdevo occasione di sbirciare tra le sue gambe e le sue tette. Sinceramente non è che lei facesse molto per celarsi alla mia vista, anzi a volte avevo l’impressione che si esibisse apposta: Spesso nel pomeriggio, mentre ero intento a studiare, lei sbrigava le faccende di casa scosciandosi con le gambe larghe per pulire sotto ai mobili ed in quelle occasioni portava delle mutandine, quasi sempre bianche, che infilate nello spacco della sua pelosa figa celavano ben poco, sembrava divertirsi a stuzzicarmi in quella maniera, infatti mi guardava e sorrideva compiaciuta dei miei sguardi allupati. Questo succedeva quando mio padre non c’era, quando era in casa mia madre si comportava in maniera ben più morigerata.
Una notte, che mio padre c’era, li sentii litigare perché mia madre lo rinfacciava di non prestargli nessuna attenzione e, gli diceva che prima o dopo si sarebbe trovato cornuto. Mio padre replicò che sapeva benissimo che era una troia infoiata e che il suo appetito sessuale era insaziabile e che era per questo che lui ne era nauseato.
Capii a quel punto tante cose sul comportamento di mia madre.
Un pomeriggio, mentre studiavo, mia madre venne in camera ed affrontò l’argomento: Mi chiese cosa volevo da lei e mi disse di rivolgere le mie attenzione alle ragazzine della mia età.
Ero imbarazzato, ma deciso di dirgli la verità: – Mamma tu mi piaci tantissimo e sono innamorato di tè, non riesco a togliermi dalla testa l’odore che ho sentito quel giorno sul divano, Ti voglio mamma….. Ti prego…….. So che con papà non avete più rapporti…. potresti sfogarti con me.
Mamma mi rispose con un sorriso divertito:- Piccolo maialino spione, Vorresti sfogare le tue voglie sulla mamma…….. Ma non si può bricconcello!!!!……. So che a volte ti piace spiarmi sotto alle gonne e tutto sommato ne sono lusingata, e magari un pochino ti incoraggio con il mio comportamento, ma non posso permetterti di andare oltre, sono tua mamma….Sarebbe incesto. E quello che succede tra me e papà sono affari nostri…. Ok?
Adesso vieni qui, amore di mamma, tra le mie braccia.
Mi fiondai tra le sue braccia e affondai la faccia tra i suoi seni inalandone il profumo, lei si mise a ridere e mi accarezzò i capelli ma mi lasciò fare. Mi disse: – A quanto pare ti piaccio proprio, è un peccato che tu sia mio figlio perché quasi quasi…..Lasciò la frase in sospeso, mi alzò il viso prendendomi sotto al mento e mi bacio con un bacio lieve e tenero sulle labbra……Sei proprio un maialino impertinente ed approfittatore.
Si stacco da me ed uscì dalla camera, voltandosi un attimo verso di mè e mandandomi un bacio soffiato sulla mano.
Pensai a quanto amavo mia madre e quanto mi piaceva.
In quel periodo avevo iniziato a rovistare tra la biancheria sporca nel contenitore in bagno, prendevo le mutande di mia madre, che cambiava ogni due tre giorni, le annusavo nei punti dove erano state a contatto con la sua figa e il suo culo. L’odore forte dei suoi umori mescolati a quelli dell’urina mi facevano impazzire, l’odore del suo culo mi mandava in estasi. Mi segavo seduto sul water tenendomi le mutande appoggiate al naso e leccando gli umori che imbrattavano la pattina dell’indumento intimo, spesso ci trovavo anche i suoi peli che rendevano ancora più eccitanti le mie sedute masturbatorie.
Mia madre non era stupida e capiva benissimo cosa facevo in bagno, dove passavo più tempo di quello necessario.
A volte trovavo le mutandine sopra alla pila degli indumenti da lavare , come se fossero state messe lì apposta per farmele trovare.
Un giorno trovai il suo intimo sporco sopra al copriletto nella mia camera, stupito e imbarazzato ma anche eccitato da quel gioco erotico dell’io so che tu sai, mi masturbai sborrando sulle sue mutande odorose, le riportai in bagno e le misi sopra alla lavatrice con la sborrata ben in evidenza, tanto mio padre in quei giorni non c’era.
Il nostro menage quotidiano possiamo dire che era diviso in due parti, una con un normale rapporto madre figlio ed una che consisteva in un gioco erotico incestuoso non conclamato tra me e mia mamma, fatto di sguardi, sorrisi e seduzione.
Dopo poco rientrai in bagno e constatai che le mutande non erano più dove le avevo messe poco prima, sentii mia madre chiamarmi dalla cucina per la cena. Entrai nella sala da pranzo, lei era già seduta a tavola e mi invitò a sedermi a mia volta, mangiammo parlando del più e del meno come se non fosse successo niente nei giorni scorsi. Mentre bevevamo il caffè le cadde il cucchiaino per terra e mi chiese se ero così gentile da recuperarlo, mi abbassai infilandomi sotto al tavolo ed il mio sguardo si focalizzò subito tra le sue gambe tenute ben aperte. Rimasi di sasso: Mia madre indossava le mutande su cui avevo sborrato poco prima!!!! Praticamente il mio sperma stava imbrattando i suoi peli, mescolandosi con gli umori che colavano dalla sua figa eccitata, infatti in corrispondenza della fessura del suo sesso c’era un alone umido, a tale vista il mio cazzo divenne di marmo, ero tremendamente arrapato, mi sarei fiondato tra le sue gambe, ma non volevo fare il primo passo e poi quel sottile gioco seduttivo mi piaceva . Con molta calma recuperai il cucchiaino e dopo un’altra bella occhiata all’intimo bagnato di mia madre uscii da sotto al tavolo e mi rimisi a sedere. Ci guardammo in faccia, lei, con un sorrisino da provocatrice, sbottò:- ce ne hai messo di tempo per trovare quel benedetto cucchiaino, le sorrisi a mia volta:- Scusami…….. non riuscivo a vederlo, ero distratto da altre viste, si mise a ridere e si alzò in piedi per fare il caffè, il prendisole che indossava era tutto sgualcito e sbottonato quasi fino all’inguine. In attesa che il caffè fosse filtrato dalla caffettiera, mia madre si sedette su di uno sgabello, naturalmente con le gambe semi aperte, potevo vedere le sue mutande sozze, era uno spettacolo osceno ma anche molto provocante ed eccitante, mancava poco che venissi nei pantaloni senza toccarmi. Non ce la feci più a controllarmi, mi precipitai tra le sue gambe ed affondai la faccia tra le sue cosce, annusai quel cocktail di odori tra cui riuscii a distinguere quello del mio sperma, del suo sudore, l’odore di piscio onnipresente sulla sua figa mescolato a quello della sua eccitazione, sarei stato in quella posizione per delle ore, non riuscii a trattenermi: Venni nei pantaloni annusando quell’effluvio di aromi. Mi sentii prendere per i capelli, mia madre mi scostò dalla mia posizione non in malo modo ma con decisione. Mi rimproverò:- Non si può…… io sono tua madre. Non capivo più niente , le dissi che era stata lei a provocarmi; Affermò che era vero e che era una troia esibizionista ma che era sempre mia madre e che quello era incesto. La implorai di darmi almeno un bacio, mi guardò con uno sguardo compassionevole e mi disse che giunti a questo punto quello poteva concedermelo. Ci baciammo con le lingue che esploravano una la bocca dell’altro, sicuramente sentiva il suo odore di figa di cui era impregnato il mio viso. Non resistetti nel non toccarle le tette, infilai le mani nella sua scollatura, praticamente gli feci saltare un paio di bottoni e feci uscire un seno che palpavo quasi con violenza, mia madre sospirava e mi lasciava fare mentre continuavamo a limonarci. Si staccò da me ansimando e intimandomi di lasciare la sala da pranzo. La guardai, era oscena: i capelli erano tutti scapigliati, il prendisole era sgualcito e strappato, aveva un seno fuori, le gambe larghe e le mutande lerce, era bellissima e tremendamente eccitante. Mi sussurro : – Ti prego esci, me ne andai secondo le sue volontà, anche se intuivo quanto avrebbe voluto il contrario.
Il giorno dopo la trovai in cucina, abbigliata con la vestaglietta della mattina prima, aveva le occhiaie ma si comportava come se la sera prima non fosse successo niente, facemmo colazione, andai in camera a prepararmi per iniziare la giornata, quando ripassai dalla cucina, mia madre era appoggiata con la schiena ad uno dei mobili, la cintura della vestaglietta era allentata, aveva la faccia alterata dalla forte eccitazione, sorrideva, potevo vedere che indossava le mutande sborrate della sera prima. Ero sconvolto alla vista di tanta troiaggine, Lei mi disse:- Tanto ormai hai visto quasi tutto, mi avvicinai mi prese una mano e se la infilò nelle mutande, era un lago, la palpai lungo tutta la fessura, soffermandomi sul bottoncino, la baciai lingua in bocca mentre lei ansimava, avrei rinunciato alla scuola se avessi potuto, ma lei mi estrasse la mano dalle mutande e mi disse:- Vai bel maschione ci vediamo stasera. Mi diressi alla porta, annusando la mano con cui avevo palpato la figa di quella vacca di mia madre, l’odore era forte ma tremendamente eccitante, mi rincorse per salutarmi , questa volta, con un casto bacio a fior di labbra, mentre la stringevo a me facendogli sentire la mia erezione:- Buona giornata amore mio.
Quando tornai casa trovai mio padre intento a preparare la valigia per l’indomani: era tornato il pomeriggio e se ne sarebbe andato la mattina successiva sul tardi, era tornato a casa per lasciare i vestiti da lavare. Mi chiese della scuola e del torneo calcistico che stavo disputando con la mia squadra, di come andava con le ragazze. All’ultima domanda diventai tutto rosso, si mise a ridere:- Allora hai trovato una che ti piace….. e com’è?……….Una tutta casa e chiesa o una maialina? La sua domanda mi fece ridere e gli dissi che era una bella maialina. E lui di rimando mi raccomando:- Fatti valere….. Dacci dentro……Quelle troie sono le più bone. Gli assicurai che avrei fatto del mio meglio per scoparla come si deve.
La sera, a cena, mangiammo tutti assieme, percepivo una leggera tensione.
Mia mamma era un po fredda verso mio padre che non nascondeva un certo disappunto. Dopo mangiato, come sempre ci accomodammo sul divano per guardare cosa davano in tv. Mio padre mise un braccio attorno alle spalle di sua moglie attirandola a sé, ero vagamente geloso, mia madre mi guardò, mi sorrise e mimò un bacio con le labbra e mi fece l’occhiolino, le sorrisi a mia volta, tutto di nascosto da mio babbo.
Si fece tardi ed andammo tutti a dormire. Li sentii litigare, di nuovo, come l’altra volta, allungai le orecchie e sentivo mio padre che voleva scopare mentre mia madre gli diceva che non si sentiva bene e che quindi non se ne parlava e che se voleva gli avrebbe fatto una sega, mio padre optò per la sega. Non sentii più niente e dopo poco mi addormentai..
Al mattino facemmo colazione tutti assieme, e dopo una sessione in bagno salutai tutti per andare a scuola. Mia mamma mi accompagnò alla porta e di nascosto mi diede un bacio in bocca stringendomi il cazzo duro:- Ciao amore ci vediamo oggi pomeriggio.
Rincasai nel tardo pomeriggio, mia mamma mi accolse abbracciandomi e con un bel sorriso, si comportava come una madre fa normalmente con il figlio: Non fece minimamente accenno ai fatti accaduti i giorni scorsi. Io, stupito ed un po deluso andai a studiare e lei a preparare la cena. Quando mise in tavola mi chiamò, mangiammo parlando del più e del meno, non volevo tentare nessun approccio senza il suo consenso, La guardavo mentre si alzò per preparare la caffettiera: Era bellissima!!! La desideravo come amante e la amavo come mamma.
Dopo aver bevuto il caffè, come il solito ci accomodammo sul divano per vedere la televisione, chiesi a mia madre se potevo appoggiare il capo sulle sue cosce, come non avevo più fatto da quel fatidico giorno. Lei mi rispose affermativamente come se fosse la cosa più naturale del mondo anche alla luce dei nuovi sviluppi. Mi accoccolai sulle sue cosce nude, mia madre indossava, come da sua abitudine d’estate, un prendisole semi aperto. Mi accarezzava amorevolmente il capo.
Dopo un certo lasso di tempo, girai la testa e la guardai con uno sguardo carico dilibidine, mi sorrise e maliziosamente mi disse:- se vuoi puoi girarti come l’altra volta, le sorrisi a mia volta e presi la palla al balzo, mi girai con la faccia rivolta verso il suo grembo, questa volta lo spettacolo era a ancora più arrappante dell’altra volta visto che di mutande non c’e n’era neanche l’ombra: Vedevo le sue labbra grosse e scure contornate dal folto pelo nero tra cui sporgevano abbondantemente le piccole labbra grosse e gonfie, allargate dall’eccitazione tra le quali si scorgeva un piccolo rivolo lucente di succo che le irrorava internamente. La mia eccitazione era pazzesca, il mio cazzo stava spingendo con tutta la sua erezione contro la patta della tuta che indossavo. Mia madre se ne accorse e allungò le mani stringendomi per la seconda volta il cazzo. A momenti venivo all’istante. Mi guardò e con la faccia trasfigurata, il suo volto era cambiato, era una maschera di libidine, mi disse:- figlio di una puttana, adesso c’è l’hai li davanti…. cosa aspetti…. puliscimi bene la figa, è questo che volevi vero? A quelle parole non capii più niente, mi precipitai con la lingua ed il naso tra le sue gambe che lei allargò all’istante. L’odore era forte e come le altre volte, c’era un intenso aroma di pipì che assieme all’odore della sua eccitazione mi travolse, leccai e succhiai come se non ci fosse un domani, il suo succo era di un sapore dolciastro e salato allo stesso tempo, mi mandava in visibilio. Mia madre urlava dal piacere, mi prese per i capelli pressandomi la testa tra le sue cosce. Gridava:- mangiamela tutta bastardo, pulisci tutto bene maiale, fammi il bidè con la lingua. Per quanto possibile mi eccitai ancora di più, lei continuava a stringermi il cazzo, ma con le mani infilate nella tuta. Mi posizionai meglio tra le sue gambe inginocchiandomi davanti a lei, le presi le gambe le alzai verso l’alto, a questo punto avevo davanti a me a pochi centimetri dal mio naso anche il suo buco del culo. mi precipitai ad annusarlo e leccarlo , anche li l’odore era intenso e questo mi eccitò ancora di più se possibile, lo leccai bene, infilandogli dentro la lingua, il sapore era leggermente amaro ma molto eccitante. Lei continuava a gridare:- Porco lecca bene il culo di quella puttana di tua madre!!!!…. Si…. Così inculami con la lingua….. lecca bene bastardo…..pulisci tutto….. fammi il bidè al culo. Godeva da impazzire, aveva già avuto tre orgasmi, ma sembrava mai sazia. tornai sulla figa le leccavo il bottoncino grosso come una nocciola, stavo facendo un pompino alla sua clitoride, di colpo sentii un fiotto caldo e salato colpirmi la gola e la faccia: Quella troia durante l’ultimo orgasmo le era scappato un fiotto di piscio che io, per niente disgustato, cercai di intercettare per berne il più possibile. Continuava a gridare: Ti sto pisciando in bocca figlio di una troia, bevi tutto il mio succo di vacca. Le dissi di urlare più piano per non farci sentire dai vicini, Ma lei di rimando gridò:- Non mi frega un cazzo se mi sentono, voglio che sappiano che sono una troia che si scopa suo figlio. Ormai era partita per la tangente, non capiva più niente.
Si mise ad urlare che voleva il cazzo in bocca, mi fece alzare per avere il membro all’altezza della bocca, mi tirò giù i pantaloni sfilandomeli dai piedi, quasi strappandomeli e si precipitò a succhiare il cazzo con una foga pazzesca, lo ingoiava tutto , mi leccava la cappella, poi infilava la testa tra le mie cosce per leccarmi le palle, si infilò sotto di me, passandomi in mezzo alle gambe per raggiungere il mio buco del culo, mi allargò le chiappe con le mani per averene il pieno accesso, mi slinguava dall’alto al basso slinguandomi tutto il culo. Mi stava facendo morire dal piacere.
Mi resi conto di quanto fosse troia in realtà la mia morigerata mammina, sembrava avere una tremenda voglia arretrata di cazzo.
Ritornò ad occuparsi della mia cerchia, succhiandomi il glande e nel frattempo mi segava accompagnando il movimento con gutturali versi di piacere, io la tenevo in posizione tenendola per i cappelli, ero stravolto dal piacere.
Si staccò dall’uccello continuando a segarmi e gridando : – Che bel cazzone, come è buono…. che buon odore…….. dai….sborrami in gola….. fammi bere il tuo succo… Stavo per venire e glielo dissi, e lei di rimando:- Si…. vieni…. inondami della tua sborra. Si mise a poppare come se dovesse aspirare il mio sperma dalle palle, le venni in bocca in maniera copiosa, non finivo più di venire. Lei ingoiava tutto accompagnando il tutto con versi di piacere. Mi tremavano tutte le gambe, mi aveva svuotato i coglioni completamente. Lei, dopo aver ingoiato tutto senza perderne un goccio, mi guardava felice, con un sorriso di soddisfazione, pulendomi il cazzo dai rimasugli di sborra con la lingua, che vedevo impiastricciata dal mio succo.
Si alzò, e con uno sguardo languido mi disse:- Bellissimo, la tua sborra è buonissima, mi mancava una bella bevuta, tuo padre è da un po che non mi cerca, mi manca tanto il cazzo, ma oggi mi rifaccio con gli interessi. Mi baciò in bocca con la lingua ancora impastata dai miei umori, risposi al bacio assaggiando i residui della mia abbondante sborrata.
Mi prese per cazzo ormai moscio e mi tirò verso la sua camera:- Vieni che abbiamo appena cominciato, adesso facciamo le corna a quell’impotente di tuo padre, che se le merita visto che non mi scopa più da tempo.
Si tolse il prendisole ormai completamente aperto e semi strappato, si mise stesa sul letto con le gambe aperte, vedevo il pelo reso appiccicoso dai suoi umori vaginali e dalla sua scarsa igiene, che non riusciva a nascondere le piccole labbra gonfie di eccitazione che sporgevano dal boschetto e non nascondevano l’accesso al condotto vaginale completamente spalancato, pronto a ricevere il cazzo. Con una languida espressione vogliosa Mi disse:- Vieni a finire di farmi li bidè che poi ti devi scopare la tua mamma troia. A quelle parole il mio cazzo tornò a riprendersi, mi fiondai tra le sue gambe tornando a leccarle la figa, l’odore era meno forte di prima, ma comunque era sempre molto eccitante. Lei:- Figlio di puttana lecca bene la figa che ti ha partorito, senti come è buona….. preparami per la scopata…….. preparala a prendere il tuo cazzone. Mi teneva per i capelli, schiacciandomi il viso sulla sua passera odorosa. Leccavo slinguando la fessura per tutta la sua lunghezza, partendo dall’ano ed arrivando alla clitoride, dove mi soffermavo un po più a lungo. Lei accompagnava le mie slinguate con movimenti del bacino. Quando sentivo che stava per venire diminuivo il trattamento, Lei mi gridava:- Bastardo……… non fermarti…… così mi fai morire…….fammi sborrare. Dopo una decina di minuti di sliguate la lasciai venire mentre si contorceva e sussultava dal piacere, continuava a gridare, mi stava innondando la bocca con i suoi copiosi umori vaginali. Finì di agitarsi, mi prese la testa e la allontanò dalla figa, respirava ansimando, stremata dal piacere, mi guardò sorridendo momentaneamente appagata:- Me l’hai leccata come nessuno l’ha mai fatto, Si vede che ti piace la figa di mamma, adesso vienimi sopra e scopami.
Alla mamma si ubbidisce sempre: Mi stesi sopra di lei e la penetrai immediatamente, lei portò le gambe incrociate sulla mia schiena, tenendomi spinto verso il suo inguine, le dissi:- Mamma sei una grandissima troia, una vacca da monta. E lei:- E’ vero sono una grandissima puttana, adesso che lo hai capito montami ed approfitta della situazione, mettimi incinta……bastardo…….scopami. La baciai giocando con la sua lingua, poi abbassai la bocca verso i suoi seni che lei prese con le mani portandoli verso l’alto per agevolarmi la manovra, gli succhiavo i grossi capezzoli provocandogli un godimento molto intenso, confermato da suoi movimenti bacino e scuotimenti di testa. La scopavo con forti colpi di reni. Lei continuava ora ad urlare ed ora a sussurrare:- Si bastardo…….. spaccami………….sfondami l’utero……..perforami tutta……. sei il mio maschio da monta.
Come prima, quando la leccavo, se sentivo che stava per sborrare mi fermavo e nonostante i suoi insulti aspettavano che i suoi spasmi terminassero e poi riprendevo. Mi implorava di farla venire.
Dopo una ventina di minuti non ce la facevo più neanch’io a trattenermi, stavo per venire e quando sentii che anche lei stava raggiungendo l’orgasmo mi lasciai andare, sentii lo sperma uscire a fiotti e riempirle la pancia. Venimmo assieme, urlando il nostro piacere, mi lasciai cadere stremato su di lei che mi abbracciò e mi riempì la testa di baci ed accarezzò i capelli in un momento di amore materno e forse, anche per gratificarmi del piacere che ci aveva uniti in quel complesso che andava sicuramente oltre l’amore genitoriale e che sfociava in un’amore incestuoso anche se in quel momento lei era solo una mamma che coccolava il suo bimbo.
Dopo questa parentesi di coccole, ritornò ad essere la mia troia e focosa amante.
Si tolse da sotto e si mise accovacciata sopra la mia faccia, con la figa piena di sborra a qualche centimetro dalla mia bocca che mi intimò di aprire, come dicevo prima: Alla mamma bisogna ubbidire. Iniziò a scuotersi sopra di mè, la sborra, per una questione di gravità, iniziò ad uscire dalla sua figa e cadere all’interno della mia bocca che tenevo aperta, in qualche secondo la mia bocca era piena del mio sugo mescolato ai suoi umori vaginali, mi disse di ingoiare,
per niente schifato ma tremendamente arrappato dalla maialaggine di mia madre ingoiai senza esitazioni, traendone un grande libidinoso piacere. Il sapore, tra il dolce e il salato, mi eccitava in maniera oscena. Naturalmente, con la lingua, pulii bene la figa della mamma, spingendo la lingua più all’interno possibile.
Mia madre disse:- Bravo bambino ubbidiente che svuota la figa della mamma e la pulisce. Si portò in avanti, nella posizione del 69 e mentre io finivo di ripulire bene la passera, lei si dedicò alla pulizia del cazzo da tutti i nostri reciproci e scivolosi umori di cui era imbrattato.
Finite le reciproche pulizie, ci mettemmo uno a fianco all’altro abbracciati come due amanti o, forse, come una madre ed un figlio, Ci baciammo in bocca ed appagati ci addormentammo.
Al mattino ci svegliammo ed ancora assonnati e nonostante l’alito forte della notte, ci baciammo con una reciproca slinguata in bocca e dopo qualche fugace palpata ci demmo il buongiorno. Ci spostammo in bagno e mentre mia madre pisciava sul wc io mi lavavo i denti, il rumore della sua pisciata sembrava il rumore di una cascata, uno scroscio liquido che mi fece di nuovo inalberare il cazzo. Ero di nuovo pronto, tanto era sabato e non c’era scuola, Guardai mia madre, bellissima, con le gambe aperte mentre dal pelo gocciolavano ancora gocce di pipì sul fondo del sanitario: Decisamente mi sa proprio che la nostra storia non finisca quì……. Mah………Vedremo!!!!!.

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2 thoughts on “Mamma dolce e troia

  1. onilad54

    Ciao Nikos, mi chiamo Onilad54. Tu sai chi sono, vero?
    Se non hai abbastanza fantasia per scrivere dei bei racconti, non devi rubarli agli altri!

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