Primo tradimento da sposata con brivido grande

Primo tradimento da sposata con brivido grande

Ho 44 anni e da qualche mese ho iniziato a leggere racconti erotici, soprattutto quelli veri e così ho raccontare la mia esperienza. Trovandolo una valvola di sfogo.
Era un lunedì e stavo facendo qualche giorno di ferie accumulate mentre mio marito quel giorno lavorava. Abitiamo in una località di mare. Dopo aver sbrigato al mattino alcune faccende di casa, verso le 11 decido di andare ai bagni in spiaggia. Però quella mattina, non ne so nemmeno bene io il motivo, avevo voglia di sentirmi bella. Più per me stessa, non avevo assolutamente in mente nulla. Così mi metto un filo di trucco agli occhi, smalto rosso a mani e piedi, un bikini floreale, un classico vestitino prendisole da spiaggia ad altezza ginocchio e sandali con suola in legno e tacco medio e fine anch’esso in legno e lacci in corda legati sopra la caviglia.
Metto il cappello di paglia, infilo grossi occhiali da sole, prendo lo zainetto ed esco. Ma faceva un gran caldo, così prima di andare in spiaggia, decido di fare due passi sul lungomare per vedere se c’era un po’ d’aria e arrivo fino al porticciolo turistico.
Mentre camminavo sulla banchina a guardare le barche, noto una persona sopra un gommone.
Era Victor (nome simile al suo ma di fantasia per tutelarne la rispettiva privacy), 29 anni di origine caraibiche, pelle mulatta scura. Praticamente di colore!
Era il classico sciupafemmine e sapendo di essere bello e attraente ci provava con tutte, giovani e mature, single, fidanzate e sposate. E so di per certo che, tra le altre, anche alcune mogli sia residenti che soprattutto villeggianti, gìà ci erano andate a letto .
Ci conoscevamo da circa un paio di anni, da quando lui si era trasferito qui e ha fatto per un’estate l’aiuto bagnino ai bagni dove vado io.
Poi dall’autunno successivo aveva iniziato a lavorare al porto turistico e ai bagni lo vedevamo solo ogni tanto, quando passava per un saluto. Indiscutibilmente era affascinante: bei lineamenti del viso, bel fisico, si vedeva che faceva palestra e nuoto, bei pettorali, begli addominali, belle spalle, belle cosce, belle braccia con bicipiti possenti e entrambe completamente tatuate dalle spalle ai polsi. Cosa che a me non è mai piaciuta, come tutti i tatuaggi troppo eccessivi.
Anche con me non perdeva occasione di provarci e sinceramente fin da subito mi è stato decisamente antipatico con i suoi modi il più delle volte arroganti, presuntuosi e a tratti insistenti.
Mi ripetevo continuamente che non ero come le altre e che non avrei mai ceduto alle sua avances.
Ma non potevo negare a me stessa che era bello e intrigante. Il classico bello e dannato che inconsciamente, ahimè, mi attraeva.
Era la classica combinazione repulsione – attrazione ed era il primo che mi faceva provare certe sensazioni da dopo che mi ero sposata. E mi sentivo destabilizzata e a tratti enormemente confusa.
Addirittura avevo fatto una scommessa con una mia amica divorziata che con lui ci era stata qualche mese prima, raccontandomi pure i particolari. Lei era certa che entro la fine dell’estate avrei ceduto anche io perché sosteneva che era chiaro che ero attratta sessualmente da lui, come praticamente tutte. Accettai la scommessa sentendomi certa che mai avrei fatto sesso con Victor.
Comunque, tornando al racconto, lui mi riconosce nonostante cercassi di non farmi vedere e che fossi quasi irriconoscibile con cappellone di paglia e occhialoni scuri.
Mi chiama e mi saluta e io ricambio educatamente ma freddamente il saluto.
Con tono sgradevolmente curioso mi chiede:”come mai sola?”.
Io gli rispondo piuttosto seccata:”perchè? E’ vietato? ”.
Lui:”sei sempre acida con me, ma mi piace! Sarà ancor più bello farti cedere!”.
Io mi innervosisco, giro i tacchi per andarmene e gli dico con tono stavolta si davvero acido:”ma smettila! Con me non ce n’è! Me ne vado in spiaggia che è meglio!”. Ma per la prima volta, forse perché in quel momento eravamo soli, dentro di me mi sento strana a star in sua presenza.
Lui forse se ne accorge e mi dice:”io sto andando a fare un giro al largo col gommone e a farmi un bagno, attacco poi nel pomeriggio. Vuoi venire?”.
Io non mi aspettavo sicuramente un simile invito, infatti interrompo bruscamente la mia camminata nervosa, mi giro di scatto e rispondo facendo notare il mio nervosismo:”grazie, ma è meglio di no!”. Ma lui:” e perché? Non c’è mica niente di male, andiamo solo a fare un giro, prendiamo un po’ di arietta al largo, io faccio un bagno, se vuoi lo fai anche tu se no prendi un po’ di sole, mezzora, un’ora al massimo e torniamo!”.
Improvvisamente e inaspettatamente dentro di me ero combattuta: da un lato la mia testa mi diceva di lasciar perdere, dall’altro il mio ventre mi ordinava di andarci.
Sentivo delle strane vampate allo stomaco e alla fine, inevitabilmente, cambiai atteggiamento e ahimè gli dissi:” va bene dai, è da tanto che non faccio un giro in barca. Fa troppo caldo per andare in spiaggia a quest’ora. Però non fare come al tuo solito! ”. Lui:” tranquilla, stavolta non ci provo. Tanto ho capito che con te non ho speranze! Me lo hai appena detto! Giusto?”.
A me uscì spontaneo un sorriso divertito. Era il primo segnale che davo a me stessa?
Probabilmente era solo questione di tempo perchè l’attrazione fisica che avevo nei suoi confronti avesse la meglio sulla repulsione caratteriale e sull’antipatia che invece provavo ancora verso di lui.
Così mi guardo nervosamente a destra e a sinistra per essere sicura che non ci fosse nessuno che mi conosceva e che mi vedesse salire su quel gommone. Lui mi tende una mano per aiutarmi a salire e io gli porgo la mia e quando ce le stringiamo, io provo una inaspettata, improvvisa e forte sensazione di emozione e di felicità ma accompagnata allo stesso tempo anche da paura.
Infatti per un istante cambio idea e gli dico:” senti, scusa, ma ci ho ripensato. Meglio di no! Davvero!”. Ma lui insiste chiedendomi:” non vuoi venire perché sai che se ci provo, stavolta cederai?”. Io mi incazzo e gli dico:”ma figurati! Anzi! Secondo me sei troppo presuntuoso!”.
Lui:” e allora se ne sei sicura, motivo in più per venire!”. Mi convinco definitivamente ad andare.
Orgogliosa, prendo la cosa come una sfida personale anche per dimostrare a me stessa e alla mia amica che avevo ragione io! Dentro di me mi dicevo che lui noi ci avrebbe provato e nel caso io non ci sarei assolutamente stata! Ma in fondo sapevo che forse non era proprio così!
Con impaccio mi accomodo sul gommone, lui scioglie le cime e lentamente usciamo dal porto e ci dirigiamo al largo. Era una bellissima giornata di sole, cielo limpidissimo, mare calmo e limpido e effettivamente aveva ragione, non appena abbiamo lasciato di poco la riva, subito si percepiva un’arietta fantastica che nemmeno ti faceva sudare. Mentre navigavamo lentamente, iniziamo a parlare un po’ delle nostre rispettive vite in maniera molto leggera.
E per la prima volta mi sento a mio agio con lui, perché aveva messo da parte i suoi modi arroganti e presuntuosi e si rapportava con me in maniera molto semplice e solare. Ero stupita.
Poi ad un tratto lui ferma il gommone, getta l’ancora e dice:” ok, fermiamoci qui. Io mi faccio un bagno, tu che fai?”. Io rispondo:”fallo pure tu, io prendo un po’ di sole.”.
Allora lui si alza in piedi e si toglie la maglietta e i pantaloncini. Vederlo a un metro da me, solo in costume a slip, con quel fisico statuario, quella pelle molto scura, liscia e lucida, quei vistosissimi tatuaggi che gli ricoprivano completamente tutte e due le braccia che diversamente dal solito in quel momento trovavo alquanto sexy, mi fanno nuovamente provare una strana sensazione alla bocca dello stomaco. Non posso far altro che squadrarlo dalla testa ai piedi e istintivamente l’occhio mi cade lì, notando una bella e importante protuberanza. Si tuffa e si fa una nuotata.
Io invece a quel punto, mi levo il cappello e gli occhiali, mi sfilo il vestitino prendisole e rimango in bikini e sandali. Mi sdraio sulla schiena per prendere il sole, ma nella mia mente vedevo ancora lui in costume davanti a me con un bel pacco in evidenza e nella mia testa, dalla quale era completamente sparito mio marito, inevitabilmente iniziavano certi pensieri. Soprattutto le classiche dicerie sui ragazzi di colore, sulle dimensioni, sulla durata, sulla gran quantità di sperma prodotto, ecc.
E ogni tanto, con la coda dell’occhio, andavo a spiarlo mentre nuotava. Dopo qualche minuto risale su e vederlo in piedi, nuovamente così da vicino in costume a slip, col pacco che si notava bene e tutto bagnato dai capelli ai piedi, beh, era estremamente sexy. Non potevo far altro che ammirarlo tutto. Ero ancora sdraiata e noto che lui mi guarda come se mi stesse scopando con gli occhi. Forse era tornato prepotente il suo intento vedendomi coricata lì sul suo gommone, in bikini e sandali col tacco, leggermente truccata e con un sensualissimo smalto rosso a mani e piedi.
E in quel momento noto una cosa che fin lì mi era sfuggita, cioè che ci eravamo fermati dietro ad una insenatura. Eravamo praticamente isolati ed era impossibile essere visti.
Sapevo che certamente non era un caso che si era fermato proprio in quel punto. Ma mi stava bene essere lontano da occhi curiosi.
Con uno scatto repentino, si corica affianco a me, praticamente appiccicato. A quel punto, panico! Rimango completamente di sasso, imbambolata, senza respiro e dura come una pietra.
Mio marito era completamente e purtroppo definitivamente sparito dalla mia memoria.
Ma gli dico:” non sei un po’ troppo appiccicato? Spostati dai!”.
Ma al contrario Victor avvicina delicatamente le sue labbra alle mie, io rimango immobile senza fiatare, come indifesa. A quel punto mi dà prima un piccolo bacio a stampo sulle labbra, poi vedendo il mio immobilismo, perché è vero che non avevo ricambiato ma nemmeno avevo rifiutato, mi abbraccia praticamente immobilizzandomi e cerca di baciarmi sul serio in bocca.
Io nel sentire il suo corpo atletico, massiccio e bagnato contro di me e nel vedermi avvolta da quelle sue braccia muscolose e tutte tatuate, ho una vera e propria scossa di desiderio improvvisa. Sento le ovaie in subbuglio e il mio ventre vibrare come quando improvvisamente ti sale una gran voglia di fare l’amore. A quel punto anche io lo abbraccio, spalanco la bocca e ci baciamo in maniera davvero passionale con un intreccio vorticoso di lingue. Avevo definitivamente capito e deciso di essere sua. Ma in fondo lo volevo fin da subito, dal momento in cui ho accettato di salire su quel gommone. Anzi, pur negandolo a me stessa, probabilmente lo volevo da quando l’ho conosciuto e ha iniziato a provarci con me due anni prima.
Eravamo solo noi due, su quel gommone, isolati, col mare che ci cullava e l’aria che ci rinfrescava ed era una situazione allo stesso tempo decisamente trasgressiva ma anche molto romantica.
Il mio cervello era spento, non pensavo più a niente nè a nessuno e riprendiamo a baciarci con la lingua in maniera molto passionale. Con una mano inizia ad accarezzarmi una coscia per poi passare ad accarezzarmi amorevolmente il ventre, sotto l’ombelico e a quel punto inizio ad eccitarmi davvero, perchè le carezze in quel punto della pancia mi piacciono molto, infatti mi accorgo che i miei capezzoli irrigiditi puntano contro l’imbottitura del reggiseno del costume e là sotto ero già bagnata!
Così istintivamente con una mano anche io inizio ad accarezzare il suo corpo ancora bagnato e inizio a passargliela sulle spalle, sui durissimi bicipiti, sui pettorali e sulla coscia. Poi mi guarda, mi sorride e mi dice:” Ti voglio da impazzire, non so perché ma ti trovo diversa dalle altre. Molto più sensuale! Ma so che tu oltre non vuoi andare. Lo rispetto ovviamente, ma peccato! Non ci crederai, ma per me non è solo una questione fisica. Sento di provare qualcosa per te!”.
Quella sua frase, che probabilmente chissà a quante l’aveva già detta, mi aveva toccata e in quel momento mi piaceva credere che fosse davvero così. Lo aveva detto in un modo davvero molto tenero e quasi con tristezza. Sembrava sincero, anche se non lo era. Indubbiamente con le parole sapeva rigirarti.
Così lo guardo dolcemente negli occhi, gli sorrido e gli dico:”dai, alzati.”.
Così lui si tira su e io faccio altrettanto, e troviamo seduti faccia a faccia a pochi centimetri l’uno dall’altra. Lui mi guarda in maniera rassegnata e mi dice:”va bene, ho capito, adesso è meglio che rientriamo. ”.
Io cambio espressione, smetto di sorridere e mi faccio molto seria.
Lo guardo dritto nelle pupille, gli appoggio il dito indice delicatamente sulle sue labbra carnose e gli dico:”no, zitto! Non hai capito niente!”.
Poi, sempre in quella posizione, seduti faccia a faccia con le onde che cullavano quel gommone e quell’aria che non faceva affatto sentire il sole che ci batteva addosso, sempre senza smettere di fissarci negli occhi, in silenzio porto le mie mani dietro alla schiena e mi slego il reggiseno del costume. Me lo levo e lo lascio cadere alle mie spalle. Poi lo sposto di lato.
Dopodichè mi sdraio nuovamente sulla schiena, punto i tacchi dei sandali sul fondo del gommone, alzo leggermente il bacino e lentamente e sinuosamente mi svilo via le mutandine del costume e le adagio affianco al reggiseno e così rimango completamente nuda!
Anzi no, tecnicamente non la ero perché avevo ancora ai piedi i sandali col tacco in legno e corda.
Quindi lo guardo in un modo che più sexy non potevo e a bassa voce gli sussurro:”mi volevi? Eccomi!”. Mi sembrava di vivere al di fuori della realtà. In un mondo parallelo.
Victor mi fissa con uno strano sguardo glaciale, quasi come a volermi sfidare e io provo una vera e propria vampata. Lentamente si svila via il costume a slip e rimane completamente nudo, in piedi davanti ai miei occhi e il suo pene era lì, imponente già quasi del tutto eretto e maestoso. Finalmente libero! Non potevo che rimane estasiata da quella magnifica visione. Non solo lui era bellissimo, ma anche il suo pene era bellissimo con le vene pulsanti in rilievo che gli davano un aspetto ancor più minaccioso. Lungo, largo e scurissimo, glande compreso.
Certamente il più bel pene che ho mai visto. E anche il più grosso!
Si corica al mio fianco e senza dirci una parola ricominciamo a baciarci nuovamente ancor con più passione di prima. Sempre senza staccarci dal bacio appassionato, lui inizia ad accarezzarmi un seno molto delicatamente per poi giocare col capezzolo con le dita e quando mi ha strusciato il polpastrello sul buchino dove esce il latte materno, ho tirato un lunghissimo sospiro di piacere pur senza levarci le lingua dalla bocca, con un rigolo di saliva che mi colava giù sul collo. Poi torna a trastullarmi il capezzolo strizzandomelo e tirandomelo provocandomi dei formicolii che aumentavano ancor di più la mia eccitazione. Oramai mi ero lasciata andare del tutto!
Infatti anche quando mi ha poi palpato il seno in maniera più rude schiacciandomi dolorosamente una ghiandola, non gli ho detto niente perché non potevo avendo la sua lingua in bocca che si muoveva vorticosamente attorno alla mia, e poi perché in fondo anche provare quel piccolo dolore in quel momento mi piaceva.
Mi avesse procurato dolore in quel modo mio marito certamente mi sarei incazzata, ma a lui invece lo lasciavo fare! A quel punto glielo prendo in mano. A quel punto era completamente eretto, durissimo. Non sembrava nemmeno che fosse di carne, ma che fosse di legno, di marmo, di ferro.
Mentre continuavamo nei nostri baci appassionati, lui mi accarezzava dolcemente il grembo mentre io iniziavo lentamente a masturbarlo, ma non non glielo stavo segando, piuttosto direi che glielo stavo coccolando. Poi a un certo punto gli tiro su la pelle fino alla cappella e dal suo buchino gli esce una gocciona di liquido trasparente e gli passo il pollice sopra spalmandoglielo su tutto il glande. Adoro quella sensazione appiccicaticcia e viscida . Mi accorgo del suo gradimento dal linguaggio del suo corpo e va ancora più giù con la mano sulla mia vagina. Me la accarezza e poi, essendo bagnatissima, infila subito dentro un dito molto lentamente. Dopo pochi istanti infila la seconda e in un attimo mi son ritrovata le sue due dita fino il fondo al canale vaginale, coi polpastrelli che mi massaggiavano l’utero e stimolavano la cervice. Il più bel ditalino mai ricevuto.
Col suo dito medio fradicio dei miei umori, è andato a cercare il mio ano e molto delicatamente ce l’ho ha infilato. Io ho provato una vera scossa di piacere lungo la schiena e così alla fine mi ha infilato tutto il dito medio nel culo. Era bravissimo e indubbiamente ci sapeva fare. Poi finalmente ci stacchiamo dal nostro interminabile bacio, perché comunque nel frattempo di tutto ciò, continuavamo a limonare come forsennati. Va giù col capo e prima si sofferma sul mio seno leccandomelo e succhiandomelo, poi con la punta della lingua va da quel capezzolo fino all’ingresso della mia vagina soffermandomi a farmi un succhiotto sull’ombelico, lasciandomi sulla pancia un scia di saliva. A quel punto inizia a farmi un sesso orale da favola, leccandomi e succhiandomi il clitoride e entrando con la lingua dentro alla vagina, poi ogni tanto andava ancor più giù dandomi delle piccole leccatine all’ano. Io ero totalmente fuori di testa e avevo perso ogni controllo. Nella mia mente volevo solo che lui al più presto mi penetrasse con quel cazzo magnifico e praticamente nero. La mia bagnatissima vagina era pronta, sia per il bellissimo e profondissimo ditalino, sia per la bellissima ed intensissima leccata ricevuta.
Si alza in ginocchio, come per mostrarmelo bene ai miei occhi nella sua lunghezza, larghezza e durezza. Ben oltre i 20 cm. Il suo pene era bellissimo, inumidito di liquido prespermatico.
Mi fissa serio mentre io gli sorrido e gli dico:”sei bravissimo! E sei stupendo!”. Sembravo innamorata!
Così si corica su di me e ci punta la sua cappella contro. Era già abbastanza dilatata.
Io ho una scossa di piacere che mi invade tutto il corpo e automaticamente alzo le gambe e gli pianto i tacchi fini di legno dei miei sandali uno in una coscia e l’altro in un pettorale. Poi ci fissiamo seri nelle pupille e mi dice:” Non ho preservativi qui con me, vuoi lo stesso? O smettiamo?”.
Io ansimo e non dico nulla, faccio solo un cenno di no con la testa che poteva essere interpretato sia per una cosa, che no non volevo continuare, sia per l’altra, che non volevo che smettessimo.
Mi chiede come spazientito:”allora?”. Ed io ansimando:”continua!”.
Lui domanda:”sei protetta?”. Io gli rispondo addirittura con una strana euforia:”no!”. Lui mi chiede:” quindi? Lo facciamo così? Sei sicura?”
Lascio passare qualche secondo di assoluto silenzio e poi dico tentennando:” Credo di si!“.
La mia espressione e la mia voce si erano fatte improvvisamente tese e accorgendosene mi chiede:”hai paura?”. Ed io:”un po’! “.
Lui:”Starò attento, stai tranquilla! Non ti vengo dentro!Forse.”.
Io con un mix di eccitazione e terrore rispondo un impercettibile :”Ok”.
Finito quel breve ma significativo scambio di parole, Victor molto lentamente infila la sua gonfia e dura cappella in me. Io inizio a sospirare perché iniziavo a percepire la sua larghezza e una volta entrata, continua inserendo anche l’asta, ma facendo pian piano e ogni millimetro in più che prendevo era puro godimento! Più saliva dentro di me e più sentivo le pareti del mio canale vaginale dilatarsi come mai successo prima. Stavo entrando in un’altra dimensione dal tanto che godevo. Mi gustavo ogni millimetro di quel fantastico pene scurissimo caraibico che scivolava ritmicamente e dolcemente su è giù dentro di me e la mia vagina pian piano si adattava alle sue dimensioni. Io oramai ansimavo fortissimo e anche lui iniziava a sospirare pesantemente dal piacere che provava. E ogni movimento che faceva, saliva sempre più su dentro di me finchè ad un certo punto arriva a toccarmi l’utero con la punta del glande. Il suo buchino dal quale continuava imperterrito ad uscire del viscido liquido prespermatico era a diretto contatto con l’apertura della mia cervice dalla quale continuavano a uscire i miei umori. I nostri liquidi si stavano mescolando dentro di me. Sentivo le ovaie che ribollivano dal godere e dal desiderio di essere inondate di sperma e avevo i brividi di piacere che mi percorrevano tutto il corpo. Mi sentivo la pancia completamente piena del suo pene. A quel punto passo le mie gambe dietro alla sua schiena e intreccio le caviglie dietro al suo bacino, ancorandomi stretta al suo corpo anche con le mie braccia attorno al suo collo. Anche io avevo iniziato con dei movimenti del bacino concomitanti ai suoi per cercare di prendere ancor di più e meglio quel cazzo magnifico. Infatti sentivo bene i colpi comunque delicati della sua cappella contro la mia cervice che a furia di riceverne iniziava ad arrendersi, dilatandosi e percepivo come la sensazione che la punta del suo glande ci passasse attraverso entrando per un po’ direttamente dentro all’utero. Nessuno dei due diceva una parola. Il tutto era accompagnato dai fortissimi sospiri e gemiti di piacere che entrambi emettevamo.
E il fatto di essere consapevole di farlo senza nessuna protezione né sua né mia, faceva inspiegabilmente aumentare ancor di più il mio godere.
Non ero lucida, non ragionavo e pericolosamente e illogicamente non davo peso alle mie azioni, ma in quel preciso istante il rischio di rimanere incinta, per di più tradendo, mi portava l’eccitazione, la voglia e il piacere a livelli che in vita mia non avevo mai provato!
Poi improvvisamente sento lui che inizia a respirare affannosamente ed il suo corpo irrigidirsi. Stava per arrivare al punto di non ritorno! Ma, essendo tra i due, lui in quegli istanti molto più lucido e coscienzioso, fa per sfilarsi da dentro di me puntando le mani sul fondo del gommone per farsi forza. Purtroppo io in quel momento ero assuefatta dal godere e non essendo ancora venuta, il mio grado di eccitazione era ai massimi livelli !
Così, anziché agevolarlo nel togliersi, feci più volte cenno di no con la testa, con le poche forze che mi erano rimaste strinsi ancor di più le mie braccia attorno al suo collo e le mie caviglie dietro al suo bacino e con un movimento secco lo rispinsi tutto in fondo a me!
Con un filo di voce affannata gli sussurro in un orecchio:”vienimi dentro!”.
Lui altrettanto affannosamente, sempre col suo pene conficcato immobile in me fino all’utero, con tono preoccupato tira su la testa e mi dice:”sicura?”. Io :”si! Sicura! Ti prego, vieni dentro!”.
Lui:”allora guardami negli occhi mentre rimani incinta!”.
Nemmeno questa frase agghiacciante riesce a farmi ragionare, ero troppo presa. Infatti apro gli occhi e mi ritrovo il suo bellissimo viso a pochi millimetri dal mio, con le punte dei nostri nasi che si toccavano e con le nostre labbra che si sfioravano. Riusciamo a rimanere immobili per pochi secondi fissandoci magneticamente e romanticamente nelle pupille.
Poi riprendono i nostri movimenti accompagnati da sensualissimi sospiri di entrambi. I suoi erano colpi decisi ma lenti e comunque delicati e rientra facilmente con la punta del glande attraverso le cervice.
Per la prima volta alza la voce e quasi urlando fa:”oh, si! Vengo!”. Ed effettivamente, proprio in quel preciso istante, mi viene dentro! Mentre ci guardavamo nelle rispettive pupille che erano a pochi millimetri di distanza. Avverto chiaramente i suoi tanti e potenti fiotti inondarmi il ventre!
E mentre il mio utero fertile e non protetto veniva riempito dal suo giovane, caldo e fecondo sperma, io mi sentivo inspiegabilmente felice, serena ed in pace con me stessa senza pensieri di nessun genere per la testa. Come rassegnata a rimanere incinta! E che fosse giusto e naturale rimanerci!
La sua venuta era stata così potente, esagerata e profonda al mio interno che sentivo l’utero ribollire come se ci avessi avuto del fuoco vivo dentro e contemporaneamente sentivo le ovaie come se fossero state trafitte da centinaia di spilli. Una sensazione stranissima e mai provata. Getto la testa all’indietro e fisso il cielo che era di un azzurro intensissimo, e appena un secondo dopo la fine della sua sborrata dentro di me, finalmente raggiungo anche io l’orgasmo che fu il più intenso mai provato in vita mia! Percepisco benissimo le contrazioni delle pareti del mio canale vaginale stringere come in un intenso e affettuosissimo abbraccio tutto il suo pene ancora ben piantato saldamente in me con l’asta in vagina e la punta della cappella attraverso la cervice dentro nell’utero! E poi una sensazione come una specie di risucchio verso l’interno, come se il mio corpo non volesse sprecarne nemmeno una goccia e che la natura volesse fin da subito fare il suo corso facendo si che i suoi numerosissimi e vitalissimi spermatozoi incontrassero il prima possibile un mio ovulo, fecondandomi!
Quindi Victor delicatamente si sfila da dentro di me e si corica al mio fianco. Sentivo il suo sprema fuoriuscire dalla mia vagina e colare giù fino sull’ano. Nonostante l’intensissimo reciproco orgasmo provato, incredibilmente non ero ancora tornata lucida. Nella mia mente non era presente mio marito, non era presente nemmeno la preoccupazione del rischio che stavo correndo, non era presente niente! Ero totalmente vuota.
Gli unici miei pensieri erano rivolti a quella magnifica scopata appena fatta e a quel bellissimo fusto che avevo vicino. Mi metto su un fianco mentre lui era coricato sulla schiena, ancora col fiatone.
Lo fissavo incantata mentre il suo seme continuava a colare fuori lungo l’interno della mia coscia. Il suo viso era davvero bellissimo, con gli occhi chiusi e con un fantastico sorriso. Il suo corpo dai muscoli scolpiti era addirittura incantevole e il suo pene era lì in mostra che stava iniziando ad ammosciarsi ed era completamente imbrattato del suo sperma e dei miei umori che su quell’asta e cappella scurissime, risaltavano ancor di più.
Io dolcemente gli dò qualche carezza sul viso e dei piccoli bacini su un bicipite tatuatissimo.
Poi lui cambia espressione e tono di voce e guardandomi con preoccupazione dice:”E adesso?”.
Io inebetita gli rispondo:”e adesso cosa?”. Lui:”se sei rimasta incinta?”.
Io:” sarebbe bellissimo!”. Sempre più agitato dice:”ma poi dopo?”. Io:”stai tranquillo! Poi dopo vedremo!”.
Lui:”ma non hai paura?”. Io:”no! Adesso sono felice!”. Ed era vero, in quell’istante era così!
L’arietta e le onde che ci cullavano rendevano il momento ancora più suggestivo.
Chiaramente non ero ancora lucida, al contrario di lui. Il mio corpo e la mia mente erano ancora sotto l’effetto degli ormoni di quella magnifica scopata! E la prova ne è che mentre parlavamo della mia possibile gravidanza extraconuigale, già mi immaginavo con un bellissimo pancione con dentro un bambino nero!
Pazzesco cosa la mente umana riesce a fare in certi momenti!
Anzi, rilancio perché d’istinto con la mano vado ad accarezzargli prima i pettorali, poi gli addominali fino ad arrivare a sfiorargli il pene mentre lui non dice più niente e torna ad avere il viso più sereno.
Glielo prendo in mano e inizio ad accarezzarglielo e a spalmargli quel viscidume di sperma e miei umori su tutto il pene che grazie ai miei movimenti di sega lenta torna ad indurirsi nella mia mano.
Stringendoglielo in maniera più vigorosa e tirando su la pelle arrivando con la mano fino in cima, dal suo buchino gli esce ancora una bella grossa goccia di sperma bianchissimo.
Fin da subito, dal primissimo istante che gliel’ho fisto quando si è sfilato il costume che avevo una gran voglia di baciarglielo, leccarglielo e succhiarglielo.
In un secondo sono andata con la punta della lingua a raccogliergliela. Quindi, gli ho fatto uno dei pompini più belli della mia vita. In bocca sentivo un buonissimo sapore fatto dal mix di sperma e umori ovaici.
Ero concentratissima nel baciarglielo, leccarglielo, succhiarglielo. Con una mano gli palpavo anche i testicoli che sentivo diventare sempre più duri e gonfi, si stavano nuovamente riempiendo.
Contemporaneamente sentivo ancora dello sperma colar fuori dalla vagina e istintivamente con l’altra mano che non glielo tenevo, mi infilo due dita dentro e la sento ancora piena di preziosissimo seme caraibico che ci metteva parecchio tempo a fuoriuscire dall’utero.
Ero nuovamente eccitatissima e non avevo ancora razionalizzato il tutto e mio marito era ancora completamente assente dalla mia memoria come del resto ogni altro pensiero.
Ad un tratto, sempre tenendolo in mano e in bocca, il suo pene si irrigidisce ancor di più, il suo glande si fa durissimo e inizia a sospirare profondamente. Stava per venire di nuovo.
Infatti sento sulla mia lingua le prime gocce che precedono l’eiaculazione. Victor fa un lieve movimento come per tirarsi in dietro, forse per paura di una mia brutta reazione, ma non mi stacco e gli appoggio una mano sul ventre per fermarlo e per fargli capire che poteva venirmi in bocca. Anzi, che lo volevo!
Così continuo nei miei lenti movimenti di mano, di bocca e di lingua senza variare né velocità né intensità.
A quel punto inevitabilmente mi viene in bocca e io sempre imperterrita nei miei movimenti senza fermarmi anche mentre lui stava continuando a venire. Mentre sborrava nella mia bocca, io roteavo amorevolmente la lingua attorno alla sua cappella facendo ricolare fuori lo sperma sulla sua asta durissima, sul mio mento, sulla mia mano e sui suoi testicoli.
Il suo seme aveva un sapore buonissimo e nonostante non fosse passato molto tempo da quando mi era venuto dentro, la sua seconda venuta è stata nuovamente densa e abbondante.
Era una vera forza della natura e non so come facesse a produrne così tanto in così poco tempo!
Ma era giovane e di colore. Due cose indubbiamente a suo favore!
L’altra mano invece l’avevo sempre con due dita inserite in vagina a masturbarmi con lo sperma della sua sborrata precedente. Ed è stata questione di pochi attimi che anch’io son venuta una seconda volta!
E stavolta, dopo anni che non mi accadeva, ho squirtato! Seppur poco.
Ma questa cosa, per fantastica che è, ha il potere invece di farmi finalmente di botto rinsavire e farmi tornare perfettamente lucida all’istante. Razionalizzando tutto l’accaduto, mi prende di colpo il panico!
Mi metto seduta di scatto, mi guardo prima le mani e poi la vagina che erano completamente sporche di sperma e mi viene il voltastomaco. Con la bocca ancora impastata dalla sua venuta urlo:”noooo!”.
Immediatamente penso a quello che era appena successo, a quello che avevo appena fatto! Avevo tradito mio marito per la prima volta dopo il matrimonio, che non se lo meritava affatto, per di più con un ragazzo ben più giovane di me e di colore! Inoltre c’era la molto probabile possibilità che ne fossi rimasta incinta!
Mi prende una vera e propria crisi, mi metto a piangere a dirotto faticando anche a respirare, con Victor che mi guardava senza dirmi una parola ma addirittura con l’aria soddisfatta! Si compiaceva! Che bastardo!
Lo guardo con un misto di rabbia e delusione e mentre stavo per esprimergli tutto il mio disprezzo, lui mi abbraccia e mi stringe fortissimo che le sue forti braccia muscolose e tatuatissime e mi sussurra in un orecchio:”stai tranquilla! Calmati!” e mi dà un tenerissimo bacino su una guancia.
Poi mi accarezza dolcemente il ventre e mi dice fissandomi nei miei occhi che stavano piangendo a dirotto:”sarai bellissima col pancione! Con dentro il nostro bimbo! Devi solo crederlo e volerlo!”.
Incredibilmente quelle parole unite a quei gesti, mi tranquillizzarono realmente!
Sempre fissandomi negli occhi mi dice:”dai, adesso ricomponiamoci e rientriamo.”.
Prende dalla borsa due bottiglie d’acqua e si dà una lavata, poi me le porge e mi dice di fare altrettanto. Così mi dò anche io una specie di pulita veloce. Ci rivestiamo, accende il gommone e rientriamo in porto.
Durante quei pochi minuti di viaggio, nessuno dei due parlava e nemmeno ci siamo più guardati in faccia.
Guardando immobile l’orizzonte e fissando per un paio di volte la fede al mio anulare sinistro, avevo la testa che aveva mille pensieri.
Ero nuovamente in una situazione mentale incomprensibile, da un lato ero sconvolta e terrorizzata, ma dall’altro mi sentivo veramente felice! Pazzesco!
Prima di giungere nel porticciolo, mi rimetto gli occhiali da sole e il cappello di paglia giù fin sulla faccia per paura di essere riconosciuta da qualcuno. Ma fortunatamente, come quando eravamo partiti, anche al nostro rientro lì vicino non c’era nessuno.
Una volta attraccato, lui scende a mi porge una mano per aiutarmi a scendere, ma io la rifiuto e scendo da sola. Una volta messo i piedi per terra, mi ritornano gli occhi gonfi e lucidi e mi rivien da piangere, ma riesco a trattenermi. Me ne vado senza nemmeno guardarlo in faccia e senza nemmeno salutarlo.
Mentre Victor, una volta che mi ero incamminata, fa uscire nuovamente il sua lato bastardo dicendo:”grazie!”.
Quei suoi sbalzi di comportamento, da bastardo e arrogante a gentile e sensuale purtroppo ho capito che me lo rendevano ancor più attraente.
A passo veloce, ovviamente non mi dirigo più in spiaggia ma a casa e i miei tacchi rimbombavano nel silenzio del porticciolo deserto visto che a quell’ora erano fortunatamente ancora tutti a pranzo.
Arrivata a casa, i miei pensieri andavano da mio marito, al rischio non solo di essere stata da poco ingravidata da un giovane ragazzo caraibico e di portare già in pancia il suo bambino nero, ma anche quello di aver contratto malattie sessualmente trasmissibili. Dato che oltre ad averlo fatto non protetto, certamente io ero stata una delle tante. Quel che era fatto, era fatto!
E di tutte le conseguenze dovevo incolpare solo e solamente me stessa! L’unica vera colpevole ero io!
I giorni successivi li ho passati con un’altalena di emozioni che mi facevano stupire di me stessa. A tratti ero terrorizzata e attendevo con ansia l’arrivo delle mestruazioni, ma dall’altra speravo che non mi venissero e come una ragazzina fantasticavo sulla mia futura vita senza più mio marito, ma con Victor e nostro figlio.
In maniera davvero immatura e superficiale, il pensiero di una gravidanza extraconiugale da un giovane ragazzo di colore a tratti addirittura mi eccitava portandomi alla masturbazione come non facevo da anni.
Ovviamente a mio marito non avevo detto nulla e con Victor non ci eravamo più visti, se non un paio di volte di sfuggita da lontano. Lui voleva approcciarsi a me, ma io lo evitavo anche se in certi momenti avevo l’istinto di correre da lui!
Ho sempre avuto un ciclo molto regolare ma quel mese avevo un ritardo.
Ma come avrei potuto spiegare a mio marito, ai miei e ai suoi parenti, ai nostri amici, ai miei colleghi, l’avere un bimbo nero? Per cercare di darmi una via d’uscita, avevo lasciato venire dentro anche mio marito, così da sperare che se davvero ero incinta, magari lo sarei stata di mio marito anche se dentro di me, se fosse stato, desideravo esserla di Victor. Infatti quando facevo l’amore con mio marito, ero totalmente disinteressata.
Al secondo giorno di ritardo telefonai alla ginecologa la quale parzialmente mi rilassò dicendomi che non era detto che ero incinta e che in particolari momenti di forte stress o di stanchezza o anche semplicemente fisiologicamente, poteva capitare che il ciclo ritardasse o addirittura saltasse un mese e non c’era da preoccuparsi.
Così avevo chiaramente capito che ero così divisa, al 99% speravo di non essere incinta e all’1% speravo di esserla. Ma di una cosa ero sicuramente certa al 100%, che nel caso fossi rimasta incinta, il figlio che eventualmente avrei portato in grembo volevo assolutamente con tutta me stessa che fosse di Victor e non di mio marito! E’ brutto, è triste, ma era così!
Il giorno dopo la telefonata con la dottoressa, ancora nessun segnale dell’arrivo del ciclo. Era il terzo giorno di ritardo. Così, nonostante le parole parzialmente rassicuranti della ginecologa, mi reco in una farmacia dove non c’ero mai stata e mi procuro un test di gravidanza.
Nei giorni successivi, per finire, naturalmente feci tutti gli esami del caso.
Esito esami del sangue: tutti i valori a posto!
Esito esami malattie sessualmente trasmissibili: negativi! Ero sana! E anche lui lo era!
Esito test di gravidanza:

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4 thoughts on “Primo tradimento da sposata con brivido grande

      1. Giacomo Garetti

        Bellissimo racconto… Però ci lasci con il fiato sospeso, i girini di Vicktor hanno fatto centro? Sei stata fecondata? Facci sapere il proseguo

        1. penny77

          Era voluto il fatto di far rimanere in sospeso il lettore……comunque no, non sono rimasta incinta quella volta. Quel giorno non ero nel mio periodo fertile. Ma passare quei giorni di attesa con un mix di emozioni fortissime è stato comunque bello. Ero divisa tra la paura dell’esserci rimasta e il desiderio di esserci rimasta. Non so se riesco a spiegarmi ma ammetto che da un lato, un pochino mi è dispiaciuto perchè avevo iniziato a vedermi con un bel pancione con dentro un bellissimo bambino nero e inspiegabilmente mi eccitava l’idea di avere un figlio nero.

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