La ninfomane di Bari e il vecchio porco che mi ha messo incinta
Qual è il confine tra il piacere e la malattia? Questa è la domanda che mi sono fatta più volte senza ancora essermi data una risposta definitiva. Di per certo, so che adoro il sesso, soprattutto con gli uomini ma non disdegno tuttavia farlo con le donne se capita. Il sesso è per me, il primo dei miei pensieri al mattino e spesso l’ultimo prima di andare a dormire. Sono una ninfomane? Se questo vuol dire, andare alla ricerca di sesso e di perversione, se vuol dire sentirsi ogni giorno assalita dal desiderio della carne, dal piacere della penetrazione e dal gusto stesso non solo di godere per sè, ma anche di dare piacere agli altri attraverso il proprio corpo e la propria anima, allora sì posso dire di essere una ninfomane doc. Tuttavia perdere il controllo, farsi prendere pazzamente dagli istinti del corpo e dalle trasgressive alchimie della mente di una malata di sesso, tal volta può portare ad imbattersi in situazioni difficili; come quando Dario, un anziano pensionato di Bari, intento a sua volta a soddisfare una sua perversione, mi ingravidò
Mi chiamo Valeria, ho 27 anni e sono nata a Bari, dove vivo tutt’oggi. Sono alta un metro e sessantacinque, di corporatura robusta anche se con delle curve tutto sommato gradevoli. Ho i capelli di color castano scuro, occhi color nocciola, labbra fini e viso piuttosto grande ma con tratti abbastanza gradevoli. Ah! dimenticavo, indosso gli occhiali e questo mi dà una certa area da intellettuale. Per campare faccio la segretaria in uno studio commercialista, dove lavoro con un contratto regolare per 8 ore al giorno. Grazie al mio stipendio e facendo qualche sacrificio qua e là, da un anno circa sono riuscita a prendermi in affitto un piccolo bilocale.
Quando mi trasferì dalla casa dei miei al mio piccolo appartamento nel centro di Bari, ho avuto modo di ospitare in diverse occasioni uno o più uomini alla volta. Fu un periodo sessualmente molto intenso e con una cara amica di scopate (così ci piaceva definirci in confidenza), facemmo diverse gang bang. Ricordo ancora con piacere , una nella quale fummo prese da circa 10 uomini, tre dei quali di colore. In quell’occasione stetti 1 giorno intero a letto per riprendermi dalle penetrazioni che mi avevano violato senza tregua nella figa e nel culo.
Mah non perdiamoci in distrazioni, la storia di cui voglio parlare oggi, è un’altra.
Nel condominio nel quale vivevo, abitava un signore pensionato sui 65 anni circa . Un uomo calvo, alto poco più di 1 metro e 60, robusto. Non aveva certo un bell’aspetto ed era piuttosto più grande di me, ma non so perché mi affascinava molto ed era anche lui entrato come tanti, a far parte delle mie lussuriose fantasie di ninfomane.
Ero rientrata dal lavoro e stavo facendo la doccia, quando sento suonare il campanello di casa. Mi metto veloce l’accappatoio e corro a rispondere. Apro il portone di casa e trovo davanti ai mie occhi Dario, il pensionato, oggetto delle mie fantasie perverse.
– Ho finito lo zucchero, signorina, potrei chiedergliene un po’ per cortesia? O forse non è il momento più opportuno.
Aggiunse l’uomo vedendo che ero appena uscito dalla doccia.
– Non si preoccupi , si accomodi qui in sala che vado a prenderglielo subito. Gradisce un caffè forse?
-Grazie con piacere.
Arrivai con il caffè con ancora i capelli bagnati e con indosso l’accappatoio e mi misi seduta sulla poltrona, proprio davanti a Dario. Sapevo come stuzzicare un uomo e per farlo eccitare, iniziai a guardarlo con uno sguardo sorridente e compiacente e nel contempo iniziai ad allargare le gambe, lasciandogli intravedere la mia figa.
Non sto ad aggiungere molto altro se nonché con Dario passammo un pomeriggio di fuoco, nel quale lui mi scopò ed io godetti come una porca. Nota molto positiva nonostante l’età Dario era ancora molto vigoroso e soprattutto molto resistente.
Non so ancora dirvi perché ero tanto affascinata da quell’uomo vecchio e brutto, ma fatto sta che lo ero. Tra noi nacque un rapporto di amicizia e soprattutto di sesso e per mesi mi dedicai a soddisfare le sue perversioni e le sue fantasie divertendomi molto.
Un giorno, però ricevetti una proposta che ritenni inaccettabile.
– Mi piacerebbe scoparti e e metterti incinta e vorrei che in quell’occasione, partecipasse anche mio figlio.
– Non posso questo è troppo anche per me. Mi dispiace.
-Non ti preoccupare potrei prendermi anche cura del bambino e mio figlio lo riconoscerebbe come suo.
– Basta Dario, non insistere ti ho detto che è troppo. Se vuoi fare un’orgia anche con tuo figlio a me va bene, ma che tu mi voglia mettere incinta, non se ne parla proprio.
Dario, si rassegno, ma mi disse che avrebbe comunque organizzato un’orgia con suo figlio e così fu. Dopo qualche giorno ci trovammo a casa da Dario, io lui e il figlio. Gianni, questo era il nome del figlio di Dario, aveva 34 anni e somigliava tantissimo al padre. Aveva pochi capelli in testa, era bassino e robustello e anche lui piuttosto bruttino.
Mi eccitava molto l’idea di farlo con padre e figlio assieme, che tra l’altro sembravano non aver nessun pudore e parevano più essere due amici di vecchia data che si vanno a divertire assieme, più che due famigliari. Per l’occasione mi ero messa una tutina lingerie tutta di un pezzo. Si trattava di una sorta di tuta sexy fatta dello stesso materiale dei collant e che ti avvolge su tutto il corpo e dal quale traspare tutto il corpo.
Dissi ai due uomini con il quale mi stavo intrattenendo in sala, che li avrei aspettati in camera da letto. In camera mi tolsi i vestiti e rimasi con la tutina sexy ed i tacchi. Mi distesi sul letto ed iniziai a toccarmi. Dario ed il figlio entrarono subito ed in entrambi, vidi nei loro sguardi il fervore del sesso e della libidine che li avvolgeva.
– Venite che ci divertiamo. Voglio che mi sfondiate porci!
I due si spogliarono in un batter d’occhio, mentre io come una cagna camminai sul pavimento a quattro zampe per raggiungerli ai loro piedi. Con il viso chino verso il pavimento, iniziai a leccare prima il piede di uno e poi dell’altro, per poi salire con la lingua dal piede verso i ginocchi ed infine arrivare ai loro cazzi , che erano entrambi marmorei. Mentre docilmente e devotamente leccavo le loro gambe a turno, di tanto in tanto mi fermavo e rivolgevo il mio sguardo verso l’alto per incrociare i loro visi.
Li guardavo e sorridevo, sospiravo lentamente e mi passavo la lingua sulle labbra, poi chiudevo la bocca e ingoiavo la mia stessa saliva. Infine presi a leccagli il cazzo a turno, passando la mia lingua prima in una e poi nell’altra cappella. Padre e figlio iniziarono a sospirare ed emettere sibillini mugugni di chi sta provando un lussureggiante piacere.
– Che troia che sei!
Mi disse il figlio, dopo quel preambolo iniziale.
Io felice del risultato ottenuto, continuai nella mia opera con ancora maggiore dovizia di particolare e con grande lentezza . Volevo prolungare il più possibile il mio ed il loro piacere, e fare le cose lentamente, avrebbe certamente dato questi risultati.
Feci sedere i due uomini sul bordo del letto, uno affianco all’altro, mentre io mi trovavo a terra alla pecorina . Iniziai a leccare le palle ad uno e nel contempo con una mano palpavo le palle all’altro. Poi iniziai a salire con la punta della lingua dalle palle verso la cappella , che leccai tutta attorno, come se fosse il più gustoso gelato che avessi mai mangiato. Una volta che ebbi finito con uno, riservai lo stesso trattamento all’altro. Quindi mi dedicai per un po’ solo al cazzo di Gianni.
Ancora nella posizione della pecorina, chiusi gli occhi e aprì le labbra per prendere la grande cappella di Gianni tutta in bocca, baciarla e tenerla dentro, riempiendola di saliva. Avrei potuto affondare fino in gola ed iniziare a pomparlo forte, e… sicuramente gli sarebbe piaciuto, ma come già detto il mio scopo era di fargli ricordare quel piacere per molto tempo, quindi proseguì dolcemente e lentamente. Mentre mi tenevo in bocca quella bella cappella intrisa della mia stessa saliva, stringevo con le labbra proprio all’attaccatura della cappella con il pene, e muovevo solo di pochi millimetri le mie labbra su e giù. Dopo aver succhiato centinaia di cazzi nella mia vita, conoscevo alla perfezione come far godere un uomo, e sapevo che stimolare quel punto con un movimento lento e morbido delle labbra, riusciva a mandarli in estasi.
Dario, che negli ultimi minuti era stato solo spettatore, impaziente reclamò le mie attenzioni, e così passai a succhiare il suo cazzo. Preso da un impeto di libidine mentre lo sbocchinavo, alla stessa maniera con il quale fino ad allora avevo succhiato il figlio; sentii di un tratto il suo braccio afferrare la mia testa, per spingerla verso il suo cazzo, in modo che questo fosse risucchiato dalla mia bocca, tutto in gola fino quasi a strozzarmi. Dopo qualche istante, poi Dario si alza, mi prende per i capelli e mi spinge con la testa al muro, in modo che io abbia la nuca appoggiata proprio dietro la parete, tanto da far pernio al violento e incessante movimento del suo cazzo che mi fotte la bocca, come se fosse una figa. Il figlio segue il suo esempio, ed i due di tanto in tanto si danno il cambio violando la mia gola senza sosta, per alcuni minuti.
-Adesso voglio leccartela questa bella figa.
Disse il figlio di Dario e così mi fece distendere sul letto, mi strappò con violenza la tutina collant all’altezza della figa ed iniziò con la lingua a leccare nei dintorni del mio clitoride affondando con la bocca come per mangiarmi la figa. Dario, nel frattempo mi spostò la testa per farla appoggiare sul bordo del letto in posizione inclinata verso il basso, in modo da mettere la mia bocca in una posizione comoda per lui e continuare a fotterla. In quella posizione la mia gola si poneva dritta con il collo e la mia bocca risultava ancora più profonda ed accogliente per ricevere il suo cazzo.
– Ti scopo in gola, troia!
Mi disse il mio amante, piuttosto infoiato.
Fui liberata quindi del tutto dalla tutina sexy, che i due uomini squartarono come si squarta la pelle ad un animale, poi Gianni mi invitò a cavalcarlo da sopra, cosa che io feci gemendo ed urlando per il piacere. Nel mentre che ricevevo nella figa il cazzo del figlio, Dario mi leccava il culo, per infine infilarmici due dita, al fine di allargarlo.
– Dai prendimi nel culo. Forza.. Bastardo
Gridai eccitata da quel trattamento, come la peggiore delle troie. Ricevetti quindi il cazzo di Dario nel culo, e nel mentre che stavo subendo quella doppia penetrazione godetti tanto da avere un lungo e bagnatissimo orgasmo.
Al mio orgasmo, Dario tirò fuori il cazzo dal mio culo, mi mise a gambe larghe con suo figlio che invece adesso mi scopava con vigore nella bocca.
– Adesso ti sborro dentro e ti metto incinta puttana, che tu voglia o meno.
Sentì a quel punto il figlio che mi afferrò le braccia con forza ed accelerò la spinta del suo cazzo in bocca mentre Dario mi montò sopra e con il peso del suo corpo, mi impediva ogni possibile ribellione. Compresi che non avrei avuto modo di liberarmi, e forse neanche lo volevo, ero estasiata e drogata di cazzo come mi capitava quando venivo chiavata con quell’impeto, ed evitai quindi ogni sceneggiata lasciandomi andare completamente.
Dario iniziò a sbattermi fin quando non lo sentì gridare:
– Ah sì! Vengo… vengo… vengo!! Ahh!!
E la sua sborra inevitabilmente mi arrivò tutta dentro la figa. Qualche istante dopo anche Dario sborrò come una fontana tra le tette e la bocca. I due si vestirono velocemente e quindi se ne andarono, senza neanche salutarmi, ne rivolgendomi nessuna parola.
In quel momento mi trovai sdraiata sul letto esausta e piena di sperma dappertutto, assorta in una strana sensazione; un misto di dolore e umiliazione da una parte e dall’altra piacere e lussuria. Due mondi dentro di me stavano combattendo: da un lato il mondo legato alla famiglia, alle tradizioni e la morale pubblica. Quel mondo certo mi avrebbe condannata all’inferno per quello che avevo fatto e questo mi dava dolore.
Da un altro lato, c’era l’altro mio mondo, quello della mia natura più profonda, una natura dove il piacere non era peccato, ma solo il culmine per raggiungere nel mio intimo quello che realmente ero: una ninfomane. Una ninfomane che si sentiva appagata e cullata in quell’oblio fatto di sesso, perversioni, oltre ad avere l’intima consapevolezza che far godere anche gli altri, era qualcosa di bello ed appagante. Sapevo che non potevo rinunciare a questo lato di me, che era troppo importante e che non avrei voluto vivere in altra maniera se non quella. Quindi alla fine mi rasserenai.
Andai a fare una doccia, mi rivestii e passai il resto della giornata in relax totale, come si fa dopo una giornata molto intensa. Quella certamente lo era stata, così come si poteva definire una giornata unica e particolare, come poche me ne sono successe in vita mia fin ora.
Dopo qualche settimana feci il test di gravidanza ed era positivo. Quel vecchio bastardo, mi aveva messo realmente incinta.
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racconto al top,mi piacerebbe conoscerti sai?si può?possiamo scriverci per email e poi conoscerci,[email protected]
Bel racconto,, Laura che ne dici se ci conosciamo a fondo…?
Mmmmhhh, avrei voluto esserci io con quei 2 tori da monta!!!!
Però il vecchio, non avrebbe potuto mettermi incinta, sono una sissy trav.
Un bacio a tutti i maschioni.
Loretta
pero che puttanella devi essere, sono spesso a bari per lavoro contattami [email protected]
Mmm che sogno! Io vorrei essere “ingravidata” da più maschi, piena di sborra nella pancia!!!
Ma purtroppo non è possibile, sono solo una trav.
[email protected]
SOLO UOMINI OVER 60.
molto ma molto bello e scritto bene