Sesso nei bagni pubblici con il Toyboy

Sesso nei bagni pubblici con il Toyboy

Sesso nei bagni pubblici

Sesso nei bagni pubblici con il Toyboy

Con degli altissimi tacchi 10  color rosso fuoco, una camicetta bianca con scollatura evidente, la gonna tirata su fino al linguine, le autoreggenti neri e le mutandine abbassate all’altezza delle caviglie, ero lì alla pecorina con le mani appoggiate alla parete,  pronta a farmi scopare in quel bagno pubblico del ristorante, dal mio nuovo toy boy Federico, un biondino alto un metro e novanta dal viso angelico e dal corpo muscoloso. L’eccitazione era tanta e nonostante non mi fossi neanche toccata un po’, la mia figa, stava già iniziando ad inumidirsi all’idea che presto Fede mi avrebbe sbattuta come una cagna, e che magari dalla sala del ristorante qualcuno forse, mi avrebbe addirittura sentita gridare. Ardente di desiderio, la mia eccitazione era ai massimi livelli. Malgrado ciò i minuti continuavano a passare e quel piacere dell’attesa si stava trasformando sempre più in incazzatura. “Dove diavolo era finito Federico?” Feci trascorrere ancora qualche minuto, rimanendo in quella posizione che fino a pochi istanti prima, mi aveva fatto sentire zoccola, ma che poi mi fece sentire scema. Quindi, mi tirai su le mutandine, mi abbassai la gonna e tornai in sala. Federico non era neanche più seduto al tavolino. Se n’era andato quel codardo. “Che diavolo era successo?” Continuavo a chiedermi. “Eppure sembrava così eccitato da quel gioco.” Gli telefonai immediatamente, incazzata nera per lo sgarbo che mi aveva fatto. “Come si era permesso di trattarmi così? La maggior parte degli uomini sulla Terra, al posto suo mi avrebbero scopata senza esitazione, ringraziandomi poi per giorni.”

Federico non mi rispose quella sera, né al telefono, né ai mille messaggi che gli mandai per tutta la notte.

Il giorno dopo, ricevetti un suo messaggio sul telefonino, nel quale mi diceva: “Daniela, scusami, tu sai quanto mi piaci, tanto che vorrei anche presentarti ai miei, seppur tu non voglia, ma io non sono adatto per questi giochi. Ho già fatto fatica quando lo abbiamo fatto alle terme di sera, ero troppo imbarazzato, figurati in un bagno pubblico. Spero che mi perdonerai. Fede.”

La mia risposta fu lapidaria : “Sparisci per sempre dalla mia vita”.

Quel ragazzetto si era fatto strane idee. Quando mi aveva accennato a fare le cose più serie ed a presentarmi i suoi, pensavo che scherzasse o che comunque fosse un momento passeggero, ma a quanto pare, non era proprio la persona giusta per me.

“Io fidanzarmi? Poi con un ragazzo così giovane? E per cosa…. Per fargli da mamma che lo accudisce e gli dà la paghetta?” Non faceva per me, io con in ragazzi amavo divertirmi e farne i miei giocattoli del piacere. Tutto il resto è noia, come diceva quel grand’uomo di Califano.

Quindi, avanti il prossimo.

Mi chiamo Daniela, ho 40 anni e sono una cougar. Sono una donna affascinante e mi piace giocare con il mio potere seduttivo. Quando mi guardo allo specchio, non vedo una signora di 40 anni, ma una donna ancora giovane, con un corpo mozzafiato e un sorriso che fa impazzire gli uomini.

Fisicamente sono alta circa un metro e settanta, con una figura sinuosa e curvilinea. Ho i capelli biondi, lunghi e ondulati, che spesso tengo raccolti in una coda di cavallo o in uno chignon. Il mio volto è delicato, con occhi grandi e verdi e labbra carnose. Il mio seno è abbondante, con una quinta misura che spesso metto in evidenza con abiti scollati e aderenti. Le mie gambe sono slanciate e toniche, grazie all’allenamento quotidiano in palestra. Adoro indossare gonne e tacchi alti, che slanciano la mia figura e mi fanno sentire ancora più sicura di me stessa.

Devo ammettere di essere un po’ narcisista, vanitosa ed esibizionista, lo confesso. Amo quando gli uomini mi guardano e mi apprezzano. Ma non sono solo una bella confezione, sai? Mi piace anche sedurre e condurre il gioco. Adoro avere il controllo e far impazzire il mio partner di piacere. È una cosa che mi eccita molto.

Quindi, come ho detto, mi definisco una cougar. Sì, lo so, è un termine un po’ fuori moda, ma penso che ci siamo capiti. Per me, essere una cougar significa essere una donna sicura di sé e della propria sessualità, in grado di attirare e sedurre uomini più giovani. Non sto cercando di rimpiazzare qualcosa nella mia vita o di colmare un vuoto. Semplicemente, amo la compagnia di uomini più giovani, mi piace sentirmi desiderata e apprezzata. E credimi, è bello quando gli uomini mi guardano, mi sento ancora attraente e desiderabile nonostante la mia età. Quindi sì, mi definisco una cougar e sono fiera di esserlo.

Forse vi chiederete perché amo i ragazzi più giovani?

Mi piacciono i ragazzi giovani perché sono sessualmente più capaci e pronti a soddisfare le mie fantasie sessuali anche più estreme. Ho sempre avuto una grande libido e ho scoperto che i ragazzi giovani riescono a soddisfare le mie voglie in modo incredibile. A volte mi sento un po’ in colpa per la differenza d’età, ma quando mi guardo allo specchio e vedo il mio corpo ancora in forma, mi ricordo di non avere nulla di cui vergognarmi. Sono una cougar, una donna matura che ama apprezzare la bellezza dei ragazzi giovani e aiutarli a crescere sessualmente. È una questione di equilibrio: loro mi soddisfano come nessun altro uomo potrebbe fare, e io li aiuto a scoprire il loro lato più passionale e sensuale. È un gioco di ruolo in cui mi piace essere la guida e il punto di riferimento per il mio giovane toyboy.

Fatta questa premessa, vorrei raccontarvi il mio incontro con Alessio. Un giorno, durante una sfilata di moda a Roma, ho incontrato Alessio, un giovane modello con un fisico scolpito e un viso da sogno. È stato un colpo di fulmine, ma non mi sono fatta scoraggiare dal fatto che fossi molto più giovane di me.

Ho preso l’iniziativa e mi sono avvicinata a lui, scambiando qualche parola di circostanza. Poi, ho deciso di invitarlo a cena. Non ero abituata a fare la prima mossa, ma con lui ho sentito una connessione speciale.

Durante la cena, abbiamo parlato di tutto e di niente, ma il nostro sguardo diceva tutto. Non appena siamo usciti dal ristorante, ci siamo baciati appassionatamente. Non mi sono sentita in imbarazzo per la differenza di età, perché con lui ho sentito una chimica immediata.

Iniziammo a frequentarci e la passione tra noi scoppiò subito. Alessio sapeva soddisfarmi con dei modi di fare gentili ed anche a letto, era piuttosto bravo. Anche quando  eravamo in luoghi pubblici, lui sapeva come toccarmi in modo seducente e far vibrare ogni parte del mio corpo.  Per una donna come me, che amava il brivido di farlo in posti insoliti, e quasi al limite dell’essere sorpresa nel mentre, il suo carattere intraprendente e coraggioso solleticarono piacevolmente la mia libido.

In quel periodo, ebbi modo di ripensare al giorno nel quale Federico, mi aveva lasciato sola ad aspettarlo in bagno con le mutandine abbassate, per darmi poi un due di picche. Avevo voglia di rivalsa da quell’offesa e tentai un azzardo. Invitai a cena in quel ristorante anche Alessio, senza dirgli niente delle mie intenzioni.

“Dovrei mettermi questa camicetta scollata o quella con la gonna corta?” mi chiedevo mentre sceglievo l’outfit per la cena con Alessio. Alla fine decido di optare per entrambi. “Sì, è proprio quello che voglio”, pensai soddisfatta guardandomi allo specchio. “Ora le autoreggenti, la minigonna i tacchi alti e ovviamente il perizoma”, continuavo a dirmi mentre mi vestivo. Quando finalmente mi sentii pronta, mi guardai allo specchio e sorrisi. “Perfetto”, dissi a me stessa.

Una volta che fummo seduti al ristorante l’uno davanti all’altra, fui particolarmente zoccola e provocante con Alessio, e questo non sfuggì al cameriere che ci stava servendo, che con degli sguardi assatanati seppur contenuti, non ci tolse mai gli occhi di dosso, durante tutta la serata. Fare l’esibizionista e far eccitare gli uomini, mi piaceva molto, quindi fui contenta della situazione che si era creata. Quel cameriere avrà avuto all’incirca 40 anni, con un fisico magro e tonico ed un altezza di poco più di un metro e settantacinque. Nel complesso potrei dire un bell’uomo.

Mentre ci stavamo apprestando a terminare la seconda portata, mi sfilai da sotto il tavolo uno dei tacchi e delicatamente, andai con il piede a stimolare il pacco di Alessio, che mi fece prima uno sguardo molto sorpreso e quasi impaurito, ma via via che continuavo in quel velato massaggio nel suo cazzo, e sentii la sua erezione crescere, anche il suo volto si trasformò in pochi attimi, da serioso ed impaurito a sorridente ed eccitato. Nel frattempo in un angolo della sala, vedevo che di tanto in tanto il cameriere si fermava per osservarci. Una grande tovaglia bianca, avvolgeva completamente il tavolo fino a cadere a terra, ad eccezione di alcuni angoli, nei quali il sotto del tavolo restava a vista, seppur di soli un 15 o 20 centimetri al massimo. Nessuno avrebbe potuto vedere che con il piede stavo massaggiando il cazzo di Alessio, tuttavia, non escludo che quel cameriere, che si era dimostrato sin dal principio un osservatore attento, forse avrebbe potuto appena scorgere la mia scarpa vuota senza il mio piede, proprio  dal piccolo spazio che rimaneva in vista tra la tovaglia e il pavimento , e con un po’ di immaginazione, dai nostri sguardi intenti a guardarsi l’uno con l’altra come se stessimo per fare l’amore a distanza, avrebbe potuto carpire quel che stava succedendo sotto quel tavolo. La sua presenza da spettatore in quel gioco, mi rendeva ancor più  eccitata e vogliosa di andare oltre.

“Raggiungimi nel bagno delle donne tra cinque minuti, ti aspetto.” Dissi ad Alessio, che fece un’espressione sorpresa prima ed un cenno d’intesa poi.

Ero certa che Alessio non mi avrebbe delusa, come invece aveva fatto Federico qualche mese prima proprio nello stesso ristorante. Mi alzai e mi tirai giù un poco la gonna che si era alzata al di sopra delle autoreggenti ,e in quel frangente scorsi nuovamente gli occhi del cameriere che mi stavano osservando proprio all’altezza delle gambe. Mi avviai verso il bagno, passandogli proprio davanti, e durante quei passi, gli volsi velocemente lo sguardo sfoderandogli un malizioso sorriso sexy, per poi lasciargli alla vista  le mie spalle ed il mio culetto sculettante, quindi entrai in bagno. Quel sorriso ebbe degli effetti, che andarono molto al di là delle mie aspettative, come scoprirete ben presto.

Il bagno, era piuttosto grande, con il classico anti-bagno dove c’erano 2 lavandini e una porta, che portava ad una stanza  dove c’era solo il W.C. Uno spazio piuttosto piccolo, ma più che sufficiente per starci in 2. Mi tirai su la gonna sopra il sedere, mi abbassai le mutandine lasciandole calare all’altezza dei tacchi, e mi misi a pecorina con un inclinazione leggermente verso l’alto, e con le mani che poggiavano alla parete. Mi trovavo nella stessa posizione e nello stesso posto, di quando Federico  mesi prima mi aveva lasciata lì, come una stupida, ma ero certa che questa volta l’epilogo sarebbe stato diverso. Presa da una eccitazione come mai prima mi era successo, iniziai a sculettare dolcemente, aspettando l’arrivo di Alessio che sicuramente sarebbe stato molto eccitato nel trovarmi così.

Questa volta l’attesa non fu vana e dopo pochi minuti, sentii aprirsi la porta dell’antibagno e poi quella del bagno. Alessio mi trovò in quella posizione pronta a farmi scopare, e vedendomi esclamò : “Oh cazzo!” Al quale seguì un sospiro affannoso e intenso, accompagnato da un lieve gemito di emozione e incredulità. Si inginocchiò con le gambe leggermente divaricate e le ginocchia piegate, trovandosi alla vista la mia fighetta profumata, e  depilata poche ore prima per l’occasione. La sua lingua voracemente, inizia a leccarmi con intensità e nel contempo mi accarezza entrambe le natiche, con ambedue le sue  mani grandi e bramose di prendermi . Io inizio a dimenarmi e muovo sinuosamente il mio culo, sculettando leggermente. “Fottimi! Dai! Ti voglio!” Esclamai vogliosa e senza nessuna inibizione.

Lui si mette così in piedi per prendermi. Si sgancia la cintura, e sento il rumore della zip dei pantaloni abbassarsi e le sue mutande calare giù, quando, di un tratto  improvvisamente sentiamo la porta aprirsi. Un brivido di paura misto ad eccitazione mi attraversa, ma dopo tutto sapevamo che poteva succedere. Quelle situazioni mi eccitavano da sempre: la possibilità di essere vista mentre facevo sesso in un luogo pubblico, era infatti per me fonte di grandissima eccitazione, tuttavia l’incognita di quello che poteva succedere, mi creava sempre degli attimi di tensione e paura. Alessio, rimase  così immobile, mentre si trovava con i pantaloni abbassati ed il cazzo duro che quasi sfiorava il mio buchetto voglioso e già umido. In quei momenti nell’attesa di scoprire chi fosse entrato e cosa sarebbe successo, ogni movimento anche il più impercettibile dei nostri corpi, faceva si che la cappella gonfia di Alessio, sfiorasse la mia fighetta facendomi sospirare di piacere e bramar ancor di più per quel cazzo, che volevo che mi violasse con forza. Sentimmo dunque la porta dell’antibagno chiudersi. 

Alessio quindi si voltò  e lentamente girò la chiave  del bagno,  per poi aprire di qualche centimetro la porta  giusto per scorgere dalla fessura chi  fosse entrato. “Chi c’è?” gli chiedo io sussurrando.

“è il cameriere.” Mi mormorò con un certo disappunto.

“Il cameriere?” Mi domandai, un po’ stupita. “Nel bagno delle donne?  Che faccia tosta.”

A seguire la cadenza del rumore metallico  di una chiave che si muoveva all’interno di una serratura, risuonò nell’aria. Il cameriere ci aveva chiusi  lì insieme a lui. Probabilmente con l’intenzione di spiarci  in santa pace mentre facevamo sesso.

In quel momento pensai tra me ironicamente : “Daniela, devi valutare bene, prima di fare certi sorrisi”. E quindi paradossalmente mi venne di fare un sorriso ironico, che mi distrasse per qualche secondo da tutta quella situazione.

Alessio aprì nuovamente la porta ,e questa volta incrociò per qualche attimo lo sguardo del cameriere.

“Cosa sta facendo?” gli domandai io un po’ impaurita ma anche elettrizzata da quell’evento. 

“Non sta facendo niente, guarda solo verso di noi.” Mi riferì sempre mormorando Alessio.

” Apri del tutto la porta.” Ordinai quindi io perentoria.

“Cosa?” Mi replicò incredulo Alessio.

“Apri e scopami”, gli dissi con un tono di voce leggermente più alto e deciso, e nel contempo indietreggiai il mio sedere verso il suo cazzo, tant’è da trovarmi  la sua cappella dentro la mia figa, ormai bagnatissima. Dei sibillini gemiti di piacere attraversarono entrambi i nostri corpi. Finalmente!

Preso da quello spasmo di piacere,  Alessio  con un un braccio  aprì di scatto la porta  lasciando alla vista del cameriere, i nostri corpi intenti a scopare.

Dopo aver alternato dei colpi morbidi e leggeri, prese a far scivolare sulla mia figa sempre più bagnata il suo cazzo con ancor più impeto, nel contempo mi stringeva con le sue mani le natiche, che spingeva con forza verso di sé , portando il mio corpo verso il suo cazzo per infilarmelo tutto dentro. Io, presa dall’ardore di quei colpi e avvolta dal piacere, mi trovai di un tratto con il viso inclinato su un  lato appoggiato alla parete e con la bocca aperta ansimante. Non resistevo più, quella situazione mi inebriava di piacere e di estasi, fin quando dopo qualche altro colpo, emisi un ultimo profondo sospiro, che fece eco ad un gemito di piacere che segnò il mio orgasmo.

A quel punto anche Alessio stava quasi per venire, ma di un tratto gli dissi: “Fermati. Girati e dimmi cosa sta facendo il cameriere”?

Lui si girò e mi disse che si stava masturbando.

Ebbi  così un’idea un po’ folle. Tolsi improvvisamente la mia figa dal cazzo di Alessio , mi alzai e mi girai, gli presi il suo cazzo pulsante di desiderio in mano e gli dissi: “vieni con me”.

Ci spostammo quindi nell’ antibagno trovandoci  davanti al cameriere, che era ancora lì intento con il cazzo in mano a segarsi.  Il suo viso  era ora tra l’eccitato e lo spaventato, probabilmente per la sorpresa del nostro arrivo che non si aspettava. ” Quel porco!” pensai tra me, voleva fare solo il guardone e pensava di essere uno coraggioso. Adesso gli faccio vedere io. Con un fare da troietta, gli passai davanti, mentre tenevo ancora il cazzo in mano di Alessio.

In modo deciso mi misi nuovamente a pecorina davanti ai due uomini, appoggiando adesso le mani sul  bordo del lavandino.  Quindi chiesi ad Alessio di fottermi ancora. Sollevando appena il viso, il mio sguardo poteva attraverso lo specchio  sopra il lavandino, osservare i due uomini. I loro sguardi erano persi da un’eccitazione profonda.  Il cameriere che fino a pochi attimi prima aveva uno sguardo teso, adesso si mostrava rilassato e nuovamente pronto a segarsi. Tutti e tre stavamo provando un piacere assoluto e decisamente particolare, l’aria nella stanza era intrisa di eccitazione.

Nuovamente bagnata ed eccitata stavo godendo come una matta, mentre Alessio mi stava stantuffando come un forsennato da dietro fin quando dopo qualche minuto, mugugnando dal piacere estrasse il cazzo fuori dalla mia figa e una potente schizzata raggiunse la mia camicetta, fino  all’altezza della schiena, e inzuppandola tutta di sperma. Degli altri schizzi mi arrivarono nelle chiappe bagnandole completamente. Infine Alessio, come a voler firmare la sua prestazione, prese ad usare il suo cazzo come se fosse un pennello per spalmarmi la sua stessa sborra delicatamente su tutti e due i mie glutei. Io nel frattempo che ancora non avevo raggiunto il secondo orgasmo, rimanendo prona in quella posizione piena di sborra dappertutto, iniziai con una mano a masturbarmi la figa, e  con l’altra mano presi a segare il cazzo del cameriere, che si era pian piano sempre più avvicinato. 

Dopo un poco che lo stavo masturbando, prese ad accostarsi ancor di più, fin quando il suo cazzo non si trovò a pochi centimetri dalla mia bocca, tanto da farmi intendere che avrebbe gradito qualcosa in più. 

Contenta di soddisfare quel suo desiderio sublimai quell’atto con un malizioso preambolo: mi passai lussuriosamente la lingua sulle labbra girandoci intorno, quindi volsi il mio sguardo in alto sorridendo al cameriere, e aprì la bocca  per farmelo infilare dentro.

Alessio in quel momento si era invece seduto sopra il cesso, diventando spettatore di quella scena.

Come una cagna in calore, presi a succhiarlo avidamente andando su e giù sempre più velocemente, e bagnandolo nel contempo con la mia stessa saliva. Quindi presi a masturbarmi sempre più forte, fin quando non ricevetti la seconda sborrata della serata che mi riempii senza esitazione la bocca ed i capelli di sperma caldo. Io a mia volta venni nuovamente in un orgasmo che fu addirittura più bello e intenso del primo. Per qualche secondo rimasi quindi con gli occhi chiusi, folgorata da tanta passione, tanta trasgressione e da tanto coraggio che tutti e tre avevamo avuto in quella notte.

Frettolosamente dunque ci rivestimmo ed a turno prima  il cameriere e poi Alessio e io uscimmo dal bagno.

Dopo esserci riseduti al tavolino, notai che il cameriere  stava discutendo animatamente con quello che doveva essere il capo sala. Probabilmente lo stava rimproverando per essere sparito per un bel po’ . I due farneticarono qualche minuto in disparte, poi il nostro cameriere tornò per chiederci se volevamo un dolce.

“Grazie, ma per oggi ho già gustato due buonissimi dolci molto cremosi.” Gli dissi sorridendo e con aria divertita. 

Lui aggrottò le sopracciglia per lo stupore, poi fece un sorriso di compiacimento. Ci portò quindi il conto al quale aggiunsi 50 euro di mancia.

“Il cibo è stato eccellente ed il servizio è stato ancora meglio, il dolce era sublime.” Gli dissi al termine della sera, salutandolo e uscendo dal ristorante.

Appena arrivati in auto, Alessio mi disse: “Daniela è stato fantastico. Dobbiamo rifarlo”.

“Bene, tesoro, allora lo rifaremo presto”. Risposi soddisfatta del suo coinvolgimento.

Alessio seppur nella sua giovane età, si era dimostrato non solo un ragazzo molto prestante sessualmente, ma anche una gran faccia tosta e un vero esibizionista  proprio come me. Per questo l’ho coccolato e l’ho fatto divertire per molto  tempo ancora, dopo quell’episodio.

Oggi 03 Marzo 2023 , mentre scrivo di questo mio ricordo, ho 42 anni ed ho ancora tanta voglia di vivere nuove emozioni. Quindi, chissà, forse vi scriverò tra non molto una mia prossima avventura, degna di essere raccontata. 

La vostra Daniela.

P.S.

Questa storia mi è stata raccontata da Daniela, una amica conosciuta qualche anno fa e con la quale ho avuto modo di entrare in confidenza. Ho cercato di riportare quanto raccontami da Daniela nel modo più fedele possibile e spero che il suo racconto, sia degno dell’avventura reale Daniela ha avuto con Alessio e il cameriere in un noto ristoratane romano. Ringrazio di cuore Daniela, per avermi concesso di raccontarla a tutti voi.

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