Diciottenne Inculata in spiaggia

Diciottenne Inculata in spiaggia

Io e le mie amiche abbiamo trascorso una giornata meravigliosa sulla spiaggia di Riccione. Abbiamo preso il sole e ci siamo tuffate in acqua tutto il pomeriggio. Mentre andavamo al bar, stavamo pensando a cosa fare per la serata. Avevo caldo ed il sole mi scaldava le mie enormi tette, schiacciate dentro ad un costume attillato.

Di mattina non avevamo fatto il bagno, eravamo impegnate ad organizzare una festa. Siamo andati a trovare mia cugina Nicoletta per accompagnarla ad una festa di maturità. Gli zii avevano affittato un appartamento per festeggiare. Nicoletta aveva appena compiuto 18 anni, anche se non sembrava. Quando siamo arrivati qualche ora prima della festa, ho notato “Nichi”, come la chiamavamo, camminare nervosamente per casa. Lei ha detto: “Si vede che sono nervosa per la festa?” Io ho risposto: “Sì, meglio che stai calma!”.

Nicoletta era ancora vergine e questo le causava molta ansia. Era una bella ragazza, molto alta, aveva due tette piccole ma sode, un fisico invidiabile, due gambe affusolate che terminavano su due piedini ben curati, con unghie pitturate di rosso. Scherzando ha detto: “Una di voi due dovrebbe darmi un bel regalo”. “Almeno so che sarebbe di qualità dal momento che siete le mie migliori amiche”, ha aggiunto. Siamo stati tutta la sera a bere tequila e cocktail vari.

Credo che la combinazione di sole, alcool, l’atmosfera di festa e il fatto che, a 35 anni, fossi ancora single ed in vacanza con le mie amiche, mi abbiano fatto sentire un po’ troia e, non mi vergogno di dirlo, eccitata. Non riuscivo a togliermi Nicoletta dalla testa. Dovevo regalarle qualcosa che non avrebbe dimenticato facilmente. La soluzione si chiamava Riccardo. Riccardo era l’unico singolo invitato alla festa, quindi sapevo che se fosse successo qualcosa sarebbe probabilmente stato con lui.

Quando siamo tornati a casa per prepararci per la festa, ho preso da parte Patrizia e le ho chiesto se Riccardo fosse, secondo lei, il regalo adatto per la festeggiata. Lei mi ha guardato, ci ha pensato qualche secondo e mi ha confermato che era perfetto. Riccardo era un bravo ragazzo, ma molto timido. Il giorno della festa è arrivato e siamo arrivati tutti a casa degli zii di Nicoletta. Siamo stati accolti dalle meglio fighette della scuola, ragazzine vestite succinte, neo 18enni che vestivano come donne di 40, gonne corte sino al ginocchio, top aperti sul davanti e reggiseni push-up che davano a quelle inesistenti tettine delle forme ben più prosperose.

Ci siamo seduti tutti intorno a un grande tavolo e abbiamo giocato a poker, bevendo alcol e tequila. Alcune delle ragazze erano ubriache e decisero di andare a fare un tuffo in spiaggia. Senza inibizioni si spogliarono e buttarono i vestiti per terra, restando in perizoma e reggiseno. Il loro perizoma era un eufemismo, poiché era giusto un filo che passava tra le due chiappe, dividendo il culo a metà e davanti coprivano a malapena la fichetta nemmeno depilata, tanto è vero che ciuffi ricci di pelo spuntavano da ogni angolo del costume.

Riccardo decise di seguirle e Nicoletta, che era ormai ubriaca, parlava solo con doppi sensi. Senza pensarci due volte si spogliò nuda, lasciando tette e fica al vento e si avvicinò a Riccardo, che la guardava stranito. Disse: “Vuoi toccarmi?”. Poverino, era timido ed una simile proposta lo “terrorizzò”, ma alla fine si avvicinò e accarezzò delicatamente il seno destro. Il capezzolo reagì e si indurì, contraendosi. “Wow, belle tette!” disse lui, continuando a toccare tutta la mammella e stuzzicando il capezzolo che sembrava apprezzare tutto. Poi allungò la mano e leggermente accarezzò il rigonfiamento nei suoi jeans. “Wow, bel cazzo!”, esclamò.

Lo ammetto, sono stata un po’ troppo “arrogante”, ma l’alcool sblocca tutti i miei freni inibitori e da ragazzina tutto pepe divento una vacca da monta. Ci siamo sdraiati sulla sabbia ed abbiamo iniziato a baciarci… profondamente. Mi sentivo umida mentre ci baciavamo, sentivo il mio liquido uscire dalla mia passerina e bagnarmi il perizoma, soprattutto quando le sue mani cominciarono a esplorare il mio corpo, alla ricerca di tutto quanto potevano palpare. Mi sono tolta il reggiseno e ho lasciato che i miei seni svolazzassero al vento. I miei capezzoli si erano induriti. Ho due belle tette, sode, morbide, ci vorrebbe giusto un cazzo tra di loro che le scopi con forza.

Riccardo li ha guardati in stato di shock e soggezione. Si è chinato lentamente e ha preso un capezzolo in bocca e ho pensato che avrei goduto solo così. Mi succhiava la tetta con avidità, facendo girare la lingua intorno, con movimenti rotatori e succhiò senza fermarsi. Sentivo la sua lingua calda umidificarmi le tette e questo bastava per godere. Si è spogliato nudo e mi ha infilato il suo cazzo dentro la mia figa stretta e vergine, e come sospettavo ha fatto fatica ad entrare. Il mio clitoride, sebbene umido, opponeva resistenza. Il mio corpo fremeva tutto sotto i suoi colpi, le mie tette volavano su e giù e le mie chiappette vibravano.

Piano piano la mia fichetta si allargava e si bagnava sempre di più. Più scopavamo e più ne volevo. Appoggiai la schiena sulla sabbia e con il fragore delle onde che colpivano la riva, si inginocchiò su di me, poi lentamente scivolò il suo cazzo dentro la mia figa, cominciando a muoversi lentamente. Muovevo i miei fianchi a ritmo, ma non ho potuto fare a meno di avvolgere le gambe intorno al suo culo appoggiandogli le tette al petto, mentre mi cavalcava.

Avevamo trovato il ritmo giusto. Ma non volevo solo quello. Mi girai di schiena, mostrando alla luna un bel culettino stretto e ben fatto, due chiappette sode che coprivano un buchetto stretto e voglioso. Allargai le gambe e con un dito inumidito mi bagnai il buco, segno che volevo essere scopata anche dietro. Non mi fece attendere molto e me lo infilò. Sentii ogni cm del suo uccello aprirmi il culo e gemetti. Avevo il suo cazzo nel culo e la figa che strusciava contro la salvietta. Ero in estasi. Lo sentivo gemere e sentivo il cazzo strusciarmi contro il buco, andando su e giù. I miei capezzoli erano sempre induriti e lui ci giocava continuamente. Pochi minuti e stava per venire. “Sborro!”, disse, mentre sentii dei getti caldi di sperma attraversarmi il culo e finire chissà dove. Quanta ne è uscita, non la contenevo tutta. Tolto il cazzo dal culo mi accorsi che colavo di sperma. Wow, che scopata, avevo persino bagnato la salvietta con le mie sbrodolate dalla fica. Mi strofinai fica e culo ancora sulla salvietta perché mi piaceva la sensazione e poi mi tuffai in acqua per pulire le mie zone del piacere. Non sapevo cosa sarebbe successo tra me e Riccardo dopo quella notte, ma sapevo di aver trovato il regalo perfetto per Nicoletta. Era felice e sapevo che avrebbe ricordato quella notte per sempre. Con le mie amiche, ci siamo fatte una promessa: quella di tornare ogni estate a Riccione e di fare sempre nuove esperienze indimenticabili.

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