Una notte di follia

Una notte di follia

Mi chiamo Jessica, ho 36 anni e sono sposata con Marco, che ne ha sei più di me. Sono alta m. 1,70, occhi marroni, capelli neri e lisci, seno di una bella terza. Ho avuto due gravidanze, ma, nonostante ciò, ho conservato un bel ventre piatto, un bel culo a mandolino e delle cosce lunghe e snelle. Come ho detto, sono madre di due meravigliose creature, che adoro ed amo più della mia vita. Con mio marito, da tempo, ho scoperto il piacere di sentirmi libera di scopare con i maschi che lui stesso seleziona di volta in volta. Non è che fra noi le cose vadano male, anzi, fila tutto liscio, ma io sono una femmina che ha bisogno di emozioni forti, di sentirmi troia e allora lui, di tanto in tanto, mi concede la libertà di scopare con maschi che, però, seleziona lui. A me questo va benissimo, perché poi mi ritrovo a dover solo vivere l’avventura di una notte per poi, all’alba, tornare da lui che mi accoglie a braccia aperte e mi scopa con vigore raddoppiato. Trovo la cosa infinitamente bella, perché mi piace che lui mi scopi dopo che ho goduto come una maiala con un altro: la scopata con lui, di ritorno, dalle porcate è qualche cosa di sconvolgente. Questo week-end mi ha solo detto: vai in un determinato posto, trovi una camera a tuo nome e lì ci saranno due maschi che ti scoperanno a loro piacere per tutta la notte. Inutile dire quanta eccitazione mi ha creato questa situazione. Io non sapevo chi erano loro e loro non sapevano che ero la moglie di Marco. È questa la regola del gioco, nessuna domanda. Solo sesso a sfinire e basta; poi, ciao e ognuno per la sua strada. Mi son preparata accuratamente. Il cornuto non lascia nulla al caso, tutto deve esser perfetto, ogni singolo dettaglio, dall’abbigliamento alla parrucca nera, al nome, sì, anche quello cambia, io divento Genny. Mi ha fatto indossare una gonna nera di pelle a metà coscia, con sotto delle autoreggenti con pizzo a balza alta. Stivaletti alla caviglia, dal tacco 12. Sopra un reggiseno quasi invisibile e camicetta bianca di seta. Giacca che arriva precisa al bordo della gonna. Trucco un po’ marcato, da puttana, e via. Ho inserito la posizione sul navigatore e, dopo un’ora di autostrada, son giunta nei pressi di un motel. Erano le 22.30. Ho chiesto la chiave e son entrata. Dopo due minuti, mi hanno raggiunto due maschi sulla cinquantina e, subito, abbiamo iniziato a scopare. Poche parole e molti fatti. Dotati di cazzi abbastanza lunghi, ma di ottimo spessore, per due ore mi hanno posseduto insieme o singolarmente, fin quando, sfinita li ho pregati di darmi un attimo di respiro. Avevo già avuto innumerevoli orgasmi e loro erano venuti solo una volta. Sfinita mi sono assopita. Ad un tratto, sono stata svegliata dal movimento di uno dei due che si è alzato ed è andato in bagno. Questo fatto ha destato dal sonno anche l’altro uomo che condivideva il letto con me. Lui mi ha sorriso, poi mi ha abbracciato ed ha di nuovo infialo il suo cazzo dentro di me. Mi era già venuto dentro, prima della pausa ed ora teneva ancora il suo cazzo nella mia fica, mentre ci baciavamo con passione. Mi ha pompato ancora, fin quando non ho avuto un ennesimo orgasmo. Abbiamo proseguito a baciarci finché il suo cazzo, lentamente, non è scivolato fuori dalla mia fica slabbrata. Nell’aria della camera era forte l’odore di sesso che aleggiava a causa dello sperma fresco, che fuorusciva dalla mia fica.
«Sei una fantastica scopata! Marco aveva ragione nel dirci che ci saremmo divertiti.»
Poi senza aggiungere altro, si allontanò da me e ha lasciato il letto per andare in bagno. Ho tenuto le cosce aperte: mi piaceva sentir lo sperma scivolare lungo la fessura del culo fino a bagnare il letto; avevo la vagina aperta e slabbrata per due intense ore di sesso molto soddisfacente. Mi son girata di lato ed ho visto che l’altro uomo, tornato nella stanza, si avvicinava al letto. Aveva assistito alla monta ed ora si accarezzava il cazzo, mentre aspettava il suo turno per tornare a scoparmi. Una volta vicino, mi ha sorriso e mi ha guardato per carpire qualche mio cenno che lo autorizzasse a tornare a scoparmi. Si è seduto sul letto, mi ha abbracciato e io ho aperto di più le gambe, per accoglierlo dentro di me. Ero di nuovo in calore.
«Scopami più forte! Adesso sei tu che devi farmi godere: devi scoparmi la fica con la stessa forza con cui mi ha chiavato il tuo amico.»
Lui mi ha sorriso con una strana luce di cupidigia negli occhi.
«Sta certa che adesso si ricomincia e, ti assicuro che, ne prenderai di cazzo!»
Le sue parole hanno riacceso i miei sensi. Ho sentito colare dalla mia ostrica di tutto: il mio piacere, misto alla loro sborra! Ero un lago! Ora ero sveglia ed essi erano rivitalizzati dalla pausa, pronti a folleggiare e, a mia volta, mi sentivo più che pronta a soddisfarli di nuovo. Ho afferrato con la mano il suo sesso durissimo e l’ho imboccato allo spacco; lui con una spinta decisa mi è entrato tutto dentro, fino alla radice. Ho sentito le sue palle sbattere sulle mie chiappe ed ho avuto subito un altro orgasmo.
«Sì, porco, fottimi! Sei un toro? Allora montami come una vacca!»
Ha preso a pomparmi con un ritmo da macchinetta automatica. Colpi lunghi e spinti fin in fondo. La mia fica era ripiena di sperma, già aperta dal cazzo precedente, anch’esso di notevole spessore e il suo cazzo mi ha riempito tutto d’un colpo.
Ero consapevole che mi avrebbe riservato una lunga e dura scopata. La mia supposizione si è rivelata esatta. Mi ha scopato duramente per diversi minuti, prima di posizionarmi alla pecorina, montandomi da dietro ancora a lungo, prima di finire con una ulteriore sgorgata di crema in fica. Scivolata in avanti e sfilatami dal cazzo ancora duro, è così che mi ha trovato il suo compagno, tornato dal bagno già eccitato ad averci visto scopare; mi ha trascinata fino al bordo del letto in modo da poter prendere in bocca il suo cazzo semiduro. Appoggiata su un gomito, la mia bocca era all’altezza giusta perché lui potesse stare accanto al letto, fino a raggiungere un’erezione completa. Con una mano tra i miei capelli mi teneva ferma la testa, mentre il cazzo cominciava ad ingrossarsi tra le mie labbra. L’altro si è avvicinato e, insieme, hanno ripreso a masturbarmi, titillandomi il clitoride. Con una mano sulla mia coscia, mi ha allargato di più le gambe, poi altre dita si sono unite e io ho ripreso a godere. Scopata in bocca, mentre le dita si spingevano su per la mia figa, mi ha fatto urlare dal piacere. Si son alternati fra le mie labbra, fin quando entrambi non hanno raggiunto di nuovo una certa consistenza. Contemporaneamente hanno continuato a eccitarmi, giocando sia fra le cosce, torturandomi il clitoride, che impastando i seni, pizzicandomi i capezzoli duri e poi, scivolando in basso, fino ad arrivare di nuovo a sondare la fica. Soddisfatti per come li avevo di nuovo fatti tornare duri, mi hanno posseduto ancora in doppia, sia in fica che in culo. Li ho sentiti entrare lentamente insieme e mi hanno dilatato al massimo. Sono venuta in continuazione fin quando, sfinita, li ho pregati di sborrare.
«Adesso voglio sentire che mi riempite tutta. Dovete venirmi dentro! Voglio sentire il vostro calore dentro i miei buchi.»
Si son guardati un attimo e poi, uno dopo l’altro, mi hanno inondato culo e fica. Stremati, si son distesi di lato a me. Dopo essermi goduta l’ondata di calore che mi ha invaso in ogni dove, mi son alzata, vestita e li ho salutati con un bacio. Con loro il gioco era finito ed ero proiettata verso un altro desiderio: tornare a casa, dal mio cornuto, che impaziente mi aspettava. Ho viaggiato veloce e, dopo meno di un’ora, entravo in casa. Lui mi ha subito abbracciata e baciata, io mi son tolta la parrucca e Genny è svanita, sono tornata Jessica. Lui mi ha preso in braccio, mi ha adagiato sul letto e, in un attimo, ero nuda a gambe aperte per lui, che mi ha guardato estasiato.
«Scopami! Adesso che ti ho fatto le corna, mi devi far godere tu! Sei il mio uomo e mi devi leccare per sentire il sapore dei maschi chi mi hanno montato, poi mi devi far godere come solo tu sei capace di fare. Con loro ho scopato, ho goduto, ma non sono affatto soddisfatta: questo riesco a farlo solo con te, che mi possiedi mentre senti come mi hanno dilatato i buchi, usandomi a loro piacimento. Solo tu sei capace di appagarmi, perché solo tu mi conosci e sai come voglio esser trattata a letto.»
Mi ha leccato facendomi eccitare all’istante. Sentire la sua lingua fra le pieghe della mia ostrica gonfia e tumefatta, ha, come per magia, cancellato tutta la stanchezza accumulata nella notte con loro. Adesso ero pronta a godere con lui e mi son lasciata andare. Quando è affondato dentro di me e mi ha scopato come un toro impazzito, ho avuto un orgasmo devastante, unico ed intenso. Sentivo il mio corpo vibrare sotto i suoi colpi, era lui, mio marito, che, imperterrito, mi pompava con sempre più vigore, per infine esplodere dentro di me, con il suo carico di sborra, che ha come lavato quella degli altri maschi. Sono venuta, ho goduto e l’ho stretto a me. Lui si è messo di lato ed io ho chiuso gli occhi.
Fuori albeggiava, Genny era sparita. Jessica era venuta ed aveva goduto. La notte di follie era finita. Ho chiuso gli occhi e mi sono addormentata.

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