Suor Luisa: dalla gang bang alla redenzione -Cap.1

Suor Luisa: dalla gang bang alla redenzione -Cap.1

Suor Luisa: dalla gang bang alla redenzione

Suora Luisa: dalla gang bang alla redenzione

15/05/2010.

Avevo sempre desiderato e sognato quel gioco, frutto di fantasie di una ragazza libertina e viziata di appena vent’anni. Ma in quel momento mentre mi trovavo lì, completamente nuda,

accerchiata da 4 uomini più grandi di me di almeno 10 anni, anch’essi nudi, in quella casa di campagna pronta per essere presa da quel branco desideroso di sbranarmi senza esitazione, fui presa dallo sconforto, dalla paura e dal rimorso. La realtà di quella situazione mi colpì come un pugno nello stomaco, e mi chiesi come fossi arrivata a tanto.

Ma poi, improvvisamente, la mia paura e il mio sconforto si trasformarono in un’emozione che non avevo mai provato prima: un’estasi sessuale che mi rapì portandomi in un’altra dimensione.

Mi sentivo viva come mai prima d’ora, al centro di una situazione che mi faceva sentire potente e desiderata. Ero come una regina, pronta a concedere il mio corpo a quegli uomini che mi desideravano così tanto.

In quel momento, mi resi conto che avevo fatto la scelta giusta. Avevo deciso di seguire i miei desideri più profondi, di lasciarmi andare completamente e di provare le esperienze più selvagge e intense.

Tutto iniziò con una mano che mi palpò il corpo, poi un’altra e un’altra ancora, finché tutte quelle otto mani mi toccarono e tastarono dappertutto, violando la mia intimità di donna ripetutamente. In mezzo a quel cerchio peccaminoso, i peni degli uomini attorno a me mi sfioravano il corpo e lentamente li sentii indurire, premendo sempre di più alla ricerca di qualsiasi mia fessura da penetrare.

Presa da una scossa di adrenalina, trovai di un tratto la forza di prendere l’iniziativa.
Mi inginocchiai a terra e iniziai a soddisfare quegli uomini vogliosi, usando la mia bocca e le mie mani con tutta la passione che avevo.

In seguito fui indotta ad alzarmi e tutte quelle mani, agendo quasi all’unisono come se fossero comandate da un unico corpo, mi trascinarono sul letto.

E qui fui presa ovunque senza sosta né tregua, né alcuna delicatezza. Fui persino deflorata nel mio ano, che fino ad allora era rimasto vergine.
Ancora rapita dalla mia brama di sesso, iniziai a gridare e contorcermi dal piacere, come se fossi indemoniata , ma in realtà qeull’effetto era causato da molteplici orgasmi che ebbi in quel giorno.

Poco dopo mi ritrovai di nuovo inginocchiata a terra, immersa in una pioggia di sperma caldo che cadeva a fiotti, tra gemiti di piacere, sul mio viso, nei miei capelli, sul mio seno, sulla schiena e su tutto il mio corpo.

Ma si dice che non c’è mai fine al peccato, e così fu anche per me in quel giorno. Sempre sospinta dai quattro uomini, fui portata sotto la doccia e ancora una volta mi trovai inginocchiata, mentre mi urinavano addosso in ogni parte del corpo. Sporca di sperma e zuppa di urina, mi lasciarono sola in quella stanza da bagno, dove cercai conforto e purificazione in una lunga doccia calda.

Dieci giorni dopo quell’evento, la mia vita da ragazza giovane e spensierata subì un drastico cambiamento, che mi portò in una forte depressione durata anni. 

Ricordo ancora quel momento, mi trovavo in sala quando mio fratello, con lo sguardo basso e l’aria malinconica, si avvicinò a me tenendo in mano un giornale. Senza proferire parola, mi mostrò la prima pagina: “Scandalo porno sul web, protagonista una studentessa di Aprilia”.

In uno stato di confusione e smarrimento, mio fratello mi invitò a seguirlo nella sua camera da letto. Con un’espressione preoccupata, mi mostrò un video pornografico al computer, la cui protagonista ero io. Quel giorno, senza saperlo, una telecamera nascosta in camera mi aveva ripresa mentre facevo sesso con quegli uomini, e il video era stato pubblicato online.

La mia vita ad Aprilia sembrava finita. Non sapevo come reagire e iniziai a tremare, cercando di prendere aria, ma sembrava quasi soffocare. Le mie gambe tremavano così tanto che stavo quasi cadendo. Ero completamente sconvolta e non riuscivo ad elaborare quello che avevo appena visto. Rimasi in silenzio senza dire niente, poiché il nostro silenzio aveva già espresso il nostro dolore e sconforto.

Presto, tutto il paese venne a conoscenza della situazione e, in una cittadina così piccola come Aprilia, la mia vita sarebbe stata impossibile. Non uscii più di casa per giorni e smisi di mangiare. In breve tempo persi oltre 10 kg e non facevo altro che dormire e piangere tutto il giorno. Fortunatamente, i miei genitori mi furono sempre vicini e non mi giudicarono mai.

Decisero di mandarmi a Palermo dalla mia nonna materna, nella speranza che potessi trascorrere un po’ di tempo lontano da tutto ciò che mi faceva soffrire. In realtà, Palermo diventò la città della mia nuova vita.

E soprattutto qui, grazie a mia nonna, ho scoperto il rapporto con Dio. Ho iniziato a frequentare la chiesa locale e a partecipare alle messe regolarmente. Ho trovato pace e conforto nella preghiera e ho cominciato a sentire la presenza di Dio nella mia vita.

Avevo trovato  conforto nella religione ed in Dio, ma Dio mi avrebbe mai accettata dopo quei peccati? Questa domanda continuava a tormentarmi tutti i giorni, fin quando confessando il mio dubbio a Don Luca, il parroco, che mi aveva aiutato in quel momento difficile ebbi la risposta, che mi portò finalmente a trovare la pace con me stessa.

“In diversi passi del Nuovo Testamento, Gesù ha dichiarato che non è venuto a condannare i peccatori, ma a salvarli. Egli ha detto che non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati, e ha cercato di raggiungere le persone che erano considerate “peccatrici” dalla società dell’epoca.

Gesù ha mostrato compassione e accettazione verso le persone che erano ritenute fuori dalla legge e dalla morale comune. Ha mangiato con i pubblicani e i peccatori, ha perdonato l’adultera, ha accolto il ladro sulla croce e ha offerto il suo amore anche ai lebbrosi, considerati impuri e respinti dalla società.”

La spiegazione di Don Luca, così mi sollevò, rendendomi degna di essere salvata.

Col passare del tempo, la mia fede crebbe sempre di più e decisi di dedicare la mia vita a servire Dio e gli altri. Sentii la chiamata alla vita religiosa e, dopo anni di noviziato, divenni Suor Luisa.

La mia vita cambiò radicalmente da quando decisi di seguire questa strada, ma non ebbi mai dubbi sulla mia scelta. Trovai grande soddisfazione nel servire gli altri e imparai tanto sulla mia fede e su me stessa.

Marzo 2022.

Inginocchiata davanti al crocifisso nella chiesa, mi sentivo sopraffatta dai miei pensieri. Quel crocifisso, che tante volte mi aveva ispirato gioia e speranza, ora sembrava assorto da mille dubbi. Non riuscivo a togliere dalla mente quei pensieri impuri che mi turbavano.

Sapevo bene che avevo giurato di dedicare tutta me stessa a Gesù e alla Chiesa, ma in quel momento mi sentivo debole e vulnerabile. Nonostante mi sforzassi con tutte le mie forze, quei pensieri continuavano a tormentarmi.

In quel silenzio della chiesa, mi resi conto che la fede non era solo una questione di parole e giuramenti, ma richiedeva un impegno costante e una lotta interiore contro le tentazioni. Capì che non era sbagliato avere dei dubbi e delle incertezze, ma era importante continuare a pregare e a cercare la verità.

Così, mentre rimanevo inginocchiata davanti al crocifisso, ho pregato per la forza di superare le mie debolezze e di trovare la strada giusta. Mentre mi trovavo a pregare, cercavo disperatamente di scacciare dalla mia mente un sogno che mi faceva sentire in colpa e confusa.

Pensavo a quell’immagine che mi aveva tormentato per giorni: il professore della scuola del convento, dove anche io insegnavo, Carlo, mi aveva baciata e toccata dappertutto, infilando le mani sotto la mia gonna da suora mentre io indossavo le autoreggenti. Mi sentivo indegna e peccatrice.

Erano già trascorsi quattro anni da quando, all’età di 28 anni, avevo deciso di prendere i voti e di diventare suora. Devo essere sincera, anche se in alcune occasioni avevo avuto dei piccoli pensieri peccaminosi, nonostante ciò ero sempre stata in grado di trovare equilibrio e resistere a quelle tentazioni, grazie alla gioia e la preghiera nella mia fede. Ma la castità totale per tanti anni non è facile, perché al di là di ciò che si pensa, anche le suore sono donne con dei desideri e degli istinti sessuali. La mia scelta di prendere i voti e diventare suora era stata difficile e soprattutto preceduta dalla storia di una giovane ragazza dai tratti piacevoli e dal fisico attraente. La mia adolescenza e la mia giovinezza erano state accompagnate da una trasgressione insana, fatta dai peggiori vizi sessuali che si possano immaginare.

Era stata una passione, una trasgressione o forse, come molti dicevano, solo una malattia, che mi aveva portato per via di uno scandalo a vivere sotto la lente di ingrandimento della morale pubblica della cittadina dove vivevo. Il mio aspetto fisico sin da ragazzina, era portato ad attrarre gli uomini molto facilmente. Da mia madre svedese avevo ereditato un’altezza di oltre un metro e settanta, dei folti capelli biondi, un fisico snello con una quarta di seno e un ventre piatto. Da mio padre, che invece era siciliano, avevo preso i suoi occhi marroni pieni di passione e mistero e soprattutto il suo spirito passionale, tipico degli uomini e delle donne della Sicilia. Passionalità che come detto mi mise in grandi pasticci, ma che ero riuscita a controllare fino a quel momento. Tuttavia la chiesa, mi aveva accolta e protetta, mi aveva dato una nuova vita e una serenità d’animo, che mi rendeva contenta di vivere. Non potevo rovinare tutto un’altra volta. Dovevo frenare i miei desideri, ma non era affatto facile.

A scuola erano passati molti insegnanti maschi, ma mai nessuno così gradevole di aspetto come Carlo, che oltre ad essere un bell’uomo, si dimostrò sin dal primo giorno molto malizioso e tentatore. Inizialmente, cercai di evitare i suoi sguardi maliziosi e intensi, le sue dolci attenzioni fatte di caffè, di gelati e di altri piccoli regali e attenzioni, ma poi non nego, che fui stregata da lui, che oltre ad essere un passionale, si mostrò anche come un uomo molto dolce.

Intorno a Marzo di quell’anno, Carlo mi confessò il suo amore ed il suo desiderio, senza freni né paure e mi disse che era convinto che anche io fossi innamorata di lui, che ero ancora molto giovane e bellissima, che potevo rinunciare ai voti e che avremmo potuto costruire un futuro assieme e magari avere dei figli.

Non lo nego, ero confusa e forse effettivamente innamorata di lui, anche se in realtà gli dissi di non cercarmi mai più e che se avesse continuato con quelle avances avrei contattato la madre superiore e lo avrei fatto rimuovere dal suo ruolo.

Ma…. Dentro di me, Carlo riaccese la mia femminilità e quell’impeto passionale, che avevo innato. I miei pensieri, tornarono a 12 anni prima, quando avevo fatto sesso con 4 uomini in quella casa di campagna. Non era certo la prima volta che mi riaffiorava quel pensiero, tuttavia se fino ad allora quel ricordo mi dava dolore e pentimento adesso mi provocava piacere. E ciò non poteva che preoccuparmi.

“Quella giovane Luisa spavalda e peccatrice non esiste più”, mi ripetevo, tutte le volte, pregando il Signore perché questi pensieri mi fossero scacciati dalla testa. Tuttavia ad ogni sguardo, ogni sorriso, ogni premura che Carlo mi rivolgeva, nonostante la mia ammonizione nel lasciarmi andare, ricadevo in quel dolce tormento.

Come dovevo comportarmi? Avrei dovuto parlare con la madre superiore di quello che stava accadendo? Forse non ero tagliata per fare la suora?

Tutte queste domande mi tormentavano e sapevo che dovevo trovare una risposta.

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