Il Gioco – Schiavo di un Hacker

Il Gioco – Schiavo di un Hacker

Quella che state per leggere non è una storia vera ma nemmeno una storia finta. È una storia che in potenza potrà accadere oppure no e in cui anche tu che stai leggendo puoi essere coinvolto… Cosa intendo lo capirai alla fine.

Patrizio era un ragazzo semplice, come tanti. Conduceva una vita normale, rispettabile, eppure dentro di sé covava desideri che non osava nemmeno ammettere a se stesso.
Il giorno era a lavoro, il pomeriggio con gli amici, la sera con la famiglia, ma la notte… Beh la notte era il suo momento. Apriva il PC e navigava esplorando un mondo online fatto di desideri e perversioni, ma in realtà esplorava se stesso.
Una notte un racconto attirò la sua attenzione. Un racconto fantasy porno in cui una coppia di ragazzi era costretta a subire abusi sessuali di ogni tipo rinchiusi in una prigione. Ad un certo punto del racconto il ragazzo viene costretto a subire una penetrazione anale e, in quel preciso momento, Patrizio avvertì qualcosa dentro di sé risvegliarsi. Non era qualcosa di completamente nuovo, lo aveva già provato. Era una eccitazione strana, profonda, che non aveva il coraggio di comprendere a pieno. Ma quella volta era diversa da tutte le altre, quella volta quel “qualcosa” gli parlava. Gli diceva “Lo vuoi, lo sai che lo vuoi”. Era vero, quel qualcosa di sé diceva una cosa vera.
Era eccitato in quel momento, sentiva il suo pene spingere forte contro i boxer, così decise di liberarlo. Il suo cazzo, duro e turgido, svettava, desideroso di attenzioni, ma Patrizio decise di non dargliele. Si tolse completamente pantaloni e intimo e afferrò l’evidenziatore che aveva sul tavolo. Lentamente iniziò a passarne la punta sul proprio ano, immaginando di essere penetrato, di essere costretto a prenderlo in culo senza potersi opporre. Mentre lo immaginava, quel qualcosa dentro di lui prese l’iniziativa e spinse l’evidenziatore, con forza, senza preparazione. L’oggetto penetrò l’ano fino a metà. Fu doloroso, ma provò anche un brivido lungo la schiena, un brivido piacevolissimo, che voleva riprovare.
Quella notte non toccò il suo pene, sentiva che non doveva. Ma si era masturbato comunque, usando l’evidenziatore. Lo aveva infilato e tirato fuori immaginandosi di essere il protagonista, anzi la vittima, di quel racconto. Il cazzo era durissimo e aveva desiderio di eiaculare, ma non c’era riuscito lo stesso. Era andato a dormire con un desiderio insoddisfatto e inesploso.

Il giorno dopo si era svegliato come sempre, tornando ad essere il solito Patrizio, quello normale, quello stimato dai colleghi, apprezzato dagli amici e amato dalla famiglia. Quel suo “qualcosa” nascosto doveva rimanere ad essere così: nascosto.
Si alzò come sempre e, dal suo cellulare, controllò le mail, come ogni mattina. Una attirò la sua attenzione.
“So che ti è piaciuto ieri notte” e c’era un allegato: una foto scattata dalla webcam del suo PC che lo riprendeva masturbarsi con l’evidenziatore.
Patrizio sobbalzò dal letto. Come era possibile.
L’indirizzo mail da cui era arrivato era “[email protected]” e il testo recitava:
“So che ti è piaciuto, ma ti piacerà ancora di più quello che dovrai fare per me. D’ora in poi se il mio schiavo, altrimenti invierò il video della tua performance ai tuoi colleghi, ai tuoi amici, alla tua famiglia… Come al prenderebbero? Mentre ci pensi ecco il tuo primo ordine. Oggi, a lavoro, recupera un evidenziatore e vai in bagno, lo infili nel tuo culetto, quasi tutto, ti rialzi i boxer e il pantalone e torni al tuo lavoro. Lo tieni dentro per un paio d’ore e poi puoi rimuoverlo. Un compito semplice per iniziare. Se non lo fai lo saprò”
Come aveva fatto ad avere quella foto? Avrebbe davvero mandato tutto alle persone intorno a lui. Non voleva crederci e non voleva cedere a ricatti. No. Non avrebbe assecondato quei desideri, anche se qualcosa in lui lo desiderava. Cancellò la mail e andò a lavoro.

Durante il giorno osservò l’evidenziatore un paio di volte, ma alla fine tornò a casa senza aver ubbidito a quello che voleva essere il suo nuovo padrone. Ci vuole molto di più per piegarmi, si disse.
Al ritorno, passò a salutare sua madre. La trovò col cellulare in mano, perplessa.

  • Patrizio, vieni a vedere questa strana mail.
    Sullo schermo campeggiava una mail con un allegato da parte di “[email protected]”. Non c’era oggetto o testo, solo un allegato che, però, dava errore quando veniva aperto.
  • Forse un’ordine che hai fatto online e c’è un errore nella fattura? – disse lui cercando di sminuire la faccenda.

Appena tornato a casa guardò le mail, sapeva cosa avrebbe trovato. “Ordiniperte” era tornato a farsi vivo:
“La prossima volta l’allegato non darà errore e non sarà solo a tua madre. Lo vedranno tutti. Quindi ascoltami bene, fai ciò che ho ordinato e ringrazia perché è solo l’inizio, è una cosa facile. Dimenticavo, come punizione per aver disobbidito, domani dovrai anche fare una foto al tuo culetto con dentro l’evidenziatore e inviarmela”
Patrizio degluttì.

Il giorno dopo, a lavoro, verso le 11 andò alla scrivania di una sua collega. Una ragazza carina, che aveva sempre un sorriso per lui e una penna quando la sua era scarica.

  • Mi presteresti l’evidenziatore?
  • Certo – disse lei sorridendo – di che colore?
  • Non importa, sul serio…
    Prese l’evidenziatore e tornò al suo posto, attese qualche minuto, quindi andò in bagno. Si chiuse a chiave e si abbassò i pantaloni e il boxer.
    Non voleva farlo, odiava dover ubbidire ad un padrone anonimo che gli mandava ordini, che un domani avrebbe potuto chiedergli molto di più. Eppure, quel qualcosa in lui, voleva ubbidire, voleva sottomettersi a quella costrizione.
    Si sputò sulla mano e si massaggiò lentamente l’ano. Mentre lo faceva iniziò a sentire un formicolio nel pene. Il sangue incominciò a fluire nei vasi sanguigni del suo cazzo, dandogli volume e durezza. Si odiò per questo. Si odiò per provare quella cosa eccitante.
    Quindi appoggiò l’evidenziatore all’ano e si violò il culo. Nell’istante in cui la cima dell’evidenziatore toccò la prostata, il cazzo diventò duro come il marmo. Pensò di masturbarsi, il suo nuovo padrone non glielo aveva vietato, eppure non lo fece. Non voleva godere di quella situazione.
    Infilò l’evidenziatore su per il culo quasi completamente. Solo pochi centimetri ne fuoriuscivano. Quindi si alzò boxer e pantalone e uscì dal bagno.
    Ad ogni passo lo sentiva, sentiva quella presenza nel suo culo che lo stuzzicava e impediva al suo cazzo di stare a riposo.
    Gli dava fastidio quell’evidenziatore nel culo e il cazzo troppo duro nei boxer, stretto dai pantaloni. E quei fastidi erano fantastici.
    Quando si sedette si rese conto che ogni volta che cambiava posizione l’evidenziatore usciva di qualche centimetro dal suo ano e poi ne riusciva, perché il suo culetto respingeva quella presenza, ma la seduta della sedia lo reinfilava dentro.

Ogni volta che questo succedeva l’eccitazione aumentava ancora di più. Improvvisamente immagino un bel culo rotondo e sodo, l’ano era completamente aperto da un cazzo ampio e nodoso che se lo scopava pompando con violenza. Era un’immagine che lo arrapava oltre ogni immaginazione, ma la cosa assurda è che non capiva se lui desiderava essere il cazzo che inculava il culo oppure il culo che veniva fottuto profondamente. Perso in quella ambiguità non si rese conto che la sua collega era davanti alla sua scrivania.

  • Mmm? Sì?
  • Tutto ok? Mi sembri… Strano.
  • No no, scusami, dimmi tutto.
  • Hai finito con l’evidenziatore? Mi servirebbe…
    Patrizio sorrise nervosamente. L’evidenziatore gli spingeva nel culo e lui era troppo eccitato per pensare lucidamente. Finse di cercare tra le carte.
  • Cavolo non lo trovo, chissà dove l’ho messo – disse coprendo l’imbarazzo – sono mortificato…
  • Non importa, succede anche a me, finiscono nei posti più impensati. Ma mi devi un evidenziatore eh! – rispose lei facendo l’occhiolino.

Patrizio rimase seduto per diverso tempo, scoprendosi a muoversi di proposito per sollecitarsi con l’evidenziatore. Iniziò a domandarsi come avesse capito “ordiniperte” che il giorno prima non aveva rispettato l’ordine. Forse era uno dei colleghi? Forse lo stava guardando in quel momento? Quel qualcosa dentro di lui trovò l’ipotesi eccitante ancora di più.
Il tempo era passato, aveva l’evidenziatore ficcato nel culo da diverse ore, eppure non accennava ad andare in bagno a rimuoverlo. Gli piaceva più di quanto volesse ammettere. Alla fine si decise, si alzò e andò in bagno.
Il viaggio di ritorno fu pieno di stimoli ancora più forti. Il cazzo era ancora duro e non accennava a voler smettere, anzi diventava sempre più poderoso, tanto da fargli male. Entrato in bagno si sfilò i pantaloni e il boxer e si sedette sul wc chiuso, quindi prese il cellulare e alzò le gambe verso l’alto in modo da esporre bene il culetto violato dall’evidenziatore.
Si scattò una foto e poi la guardò. Si vedeva bene il buco del culo, l’evidenziatore, i testicoli e soprattutto spiccava chiaro il cazzo duro e turgido. Il volto non si vedeva, meglio così, non voleva dare altro materiale al suo ricattatore. Inviò la foto per mail e quindi prese piano piano a sfilarsi l’evidenziatore.

Mentre lo faceva iniziò a provare eccitazione. Forse quella persona si eccitava a vedere quella foto, si masturbava immaginando di costringerlo a infilarsi cose nel culo. Con la mano sinistra iniziò a infilare e sfilare l’evidenziatore dal culo mentre con la destra prese a masturbarsi.
La sua mente tornò alla scena dell’inculata. Un po’ si immaginava inculare un bel culo rotondo e sodo e si smanettava con più vigore. Un po’ si immaginava essere inculato da un bel cazzo grosso e spesso e quindi si infilava l’evidenziatore più in profondità, con più veemenza. Alternava i due desideri continuamente e il piacere cresceva in maniera folle. Alla fine vinse l’essere inculato.
Lasciò andare il suo cazzo e raggiunse l’orgasmo con l’evidenziatore. Il suo pene iniziò a gonfiarsi e avere spasmi mentre emetteva schizzi di sperma, reclamando attenzione, desiderando di essere toccato per godere. Patrizio lo guardò sborrare senza aiuto, solo con la penetrazione anale. Alcuni lo chiamavano orgasmo rovinato, ma per lui fu il più bello di sempre.

Si ricompose, si pulì e tornò al suo posto.
Controllò il cellulare e il suo padrone aveva già risposto.
“Bella foto, ma da questo momento in poi potrai sborrare solo quando ti darò il permesso. Attendi nuovi ordini”.
Non vedeva l’ora.

Come dicevo all’inizio, questa storia non è vera, non è accaduta, ma Patrizio esiste. È un lettore proprio come te. I prossimi ordini che riceverà Patrizio dipendono da te. Scrivili nei commenti o mandami una mail a [email protected]. Scopriamo insieme cosa può fare Patrizio per noi.

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