La mia fatina

La mia fatina

LA MIA FATINA
Era una mattina dell’anno 1985, una giornata di sole. Mi trovavo in auto quando mi
vidi all’improvviso attraversare la strada da una ragazza stupenda, capelli lunghi e
biondi, come i raggi del sole, viso dolcemente truccato, con gli occhi circoscritti dalla
matita, il tutto con vari colori come un arcobaleno. Era bellissima proprio come una
Fatina. Frenai guardandola negli occhi, io ero come impietrito, folgorato, rimasi
proprio incantato da quella straordinaria bellezza. Intanto le auto che erano dietro di
me ferme, attendevano la mia ripartenza che non veniva mai, e così si iniziava a
sentire qualche suono di clacson. A questo punto io subito mi fermai a fissarla
ripetutamente, e senza toglierli lo sguardo di dosso, vidi che lei rispondeva
reciprocamente agli stessi sguardi, uno sguardo durativo di parecchi secondi che poi
tutti e due lo abbiamo tramutato in un dolce e soave sorriso. Per me era un segnale
d’intesa, che qualcosa già stava scattando. Appena passata la strada, io cercai un
angolino, mi accostai e misi la macchina in uno spazio trovato al volo, e a muso avanti
parcheggiai, salì con le ruote addirittura sopra il marciapiede. Scesi subito dall’auto, e
senza chiuderla, mi misi a correre nella stessa sua direzione, vidi che aveva preso un
piccolo vicoletto e così continuai a seguirla a passo lungo, quasi correndo, e appena
la ebbi vicina a un paio di metri dietro le sue spalle la chiamai. Scusa, scusami,
bellissima, come ti chiami? Puoi fermarti un attimo? Mi stai facendo venire un infarto
a inseguirti. Ed ecco che lei si girò verso di me, e si fermò iniziando a ridere alla mia
battuta. Sempre sorridendo mi rispose: Ciao mi disse con quella voce dolce e fina. Io
subito contraccambio il ciao, e rispondo: Piacere io sono Riccardo. Piacere io sono
Giulia. Ho notato subito la tua bellezza, mi hai folgorato all’stante. Cosa fai di bello e
dove andavi di corsa? Niente mi affrettavo a questa fermata a prendere il pullman,
non vorrei perderlo altrimenti arrivo tardissimo al lavoro. Mi capita spesso di
perderlo, e così devo correre visto che faccio sempre tardi. Io lavoro al centro e tutte
le mattine dal lunedì al sabato parto da qua con il pullman. Tu invece che ci fai qua,
non ti ho mai visto in giro. Lo so infatti non sono di qua, vengo solo per il mio lavoro.
E a questo punto ho detto che sono un rappresentante di commercio, e che due volte
a settimana faccio il giro dei clienti alimentari e bar. A questo punto arriva il pullman
e lei deve salire per andare via, ma mi dice: se vuoi venire a vedere dove lavoro segui
il pullman, la io scendo e vado a piedi per un tratto, possiamo fare un pezzettino di
strada insieme, così parliamo, e io senza battere ciglio feci così. Purtroppo a quei
tempi non esistevano i cellulari, ma mi diede il telefono di casa con la parola d’ordine:
Pronto casa del Dottor Biamonte? Se era lei a rispondere diceva si, altrimenti chi
rispondeva naturalmente diceva che avevo sbagliato, e così naturalmente io dovevo
riattaccare dicendo scusi ho sbagliato. Dopo avermi detto dove lavora e l’ora di pausa,
io andavo a trovarla spesso, e il pomeriggio tardi quando usciva dal lavoro la riportavo
a casa. Per circa tre mesi la storia e andata avanti così. Una sera che avevamo deciso
di andare in pizzeria, è successo una cosa che mi ha totalmente sconvolto, e mi ha
fatto crollare il mondo addosso: Arrivato sul posto di lavoro, mi nascondo come al
solito dagli occhi indiscreti dei suoi colleghi, dietro una colonna di un portico
dell’edificio, questo dista a una decina di metri dal suo, ed ecco che è uscita e si dirige
verso di me, ma ad un tratto si sente chiamare… Giulia, Giulia. Lei si gira, e vedo
quest’uomo che va verso di lei e la bacia. Lui la rimprovera perché non ha sentito
quando la chiamava, e cosi vanno via assieme. Potete immaginare la mia delusione,
non riuscivo a capire cosa fosse successo e chi era quell’individuo, mi sentivo come
un marito tradito nonostante non fossimo ancora dichiarati. La mattina mi alzai col
pensiero, ero di malumore perché non avevo dormito bene la notte, pensavo e
ripensavo a loro due, e quel maledetto bacio che si erano dati. Aspettando con tenacia
e forza, è passando la giornata, arriva il pomeriggio. Mi misi al solito posto aspettando
l‘orario di uscita, e così attesi con impazienza il momento per confrontarmi con lei.
Appena la vidi, le andai incontro e fece anche lei lo stesso, mi salutò col solito bacio,
e iniziai a dirle: Chi era quello che è venuto a prenderti ieri sera? E lei giustificandosi
mi rispose: Mio fratello! Brava gli risposi io innervosito, allora siete dei depravati
maniaci in casa, visto che vi siete baciati sulla bocca. Lei allora butta le carte in tavola.
Ti devo una spiegazione, non voglio più mentirti, mi devi scusare se non te lo detto
prima, ma avevo paura di perderti. Io sono fidanzata da un paio di anni, ma non era
più come un tempo, lui mi ha sostenuto dopo una tragedia che ho subito con il mio
ex ragazzo. Devi sapere che prima di lui, io ero fidanzata in famiglia da circa 5 anni,
ma un giorno mentre facevamo un viaggio di piacere, abbiamo avuto un incidente
mortale in galleria, ci trovavamo sull’autostrada nei pressi di Firenze. Il seguito è che
purtroppo io rimasi ferita, ma lui morì sul colpo. Ebbi un forte trauma e una grande
depressione che durò così per anni. Un giorno conobbi lui, e così cercò di distrarmi,
uscivamo ogni tanto a fare qualche passeggiata, un caffè, una pizza, ma nulla più. Ma
un giorno lui venne di proposito e sì dichiarò! Iniziò a dirmi che gli piaccio fortemente,
e disse che era innamorato di me, che mi voleva e che ci fidanzassimo. Ma io non
volevo assolutamente, e sinceramente non mi dava più sensazioni la parola amore,
ma tuttavia lui veniva sempre a cercarmi e provarci sempre, mi diceva che passerà
tutto prima o poi, basta aspettare e che stare con lui cambierebbe tutto per il meglio.
Ce anche da considerare che da parte delle mie sorelle e di mia madre, mi
invogliavano ad uscire da questo tunnel, ed era giusto che io continuassi a vivere di
nuovo una vita, non rimanere chiusa ingabbiata da quella terribile tragedia. E fu così
che mi convinsero ad accettare la proposta di fidanzamento e dire di sì a quel ragazzo.
Ecco adesso sai tutto, spero che capirai anche perché per me è solo affetto che mi
lega a lui. Non sono mai stata innamorata totalmente, Io quando ti ho conosciuto, mi
sono innamorata di te subito il primo giorno che ci siamo incrociati, al primo sguardo,
dopo il mio ex tu sei stato il secondo uomo che mi ha fatto battere il cuore, mi dispiace
tanto non volevo aspettare per dirtelo adesso, ma con il tempo ti avrei detto tutto.
Allora gli chiesi subito scusa, ma purtroppo anche io avevo uno scheletro
nell’armadio. Mi dispiace tanto, ma dovetti confessare che anche io malgrado tutto
ero fidanzato in famiglia, dunque eravamo in piena parità 1-1. La mia giustificazione
fu impeccabile, gli ho detto che avevo tenuto nascosto il fatto che fossi fidanzato per
non perderla, ma che avevo già deciso di lasciarla dai primi mesi che ci
frequentavamo, aspettavo solo un modo, o un momento per poterlo fare. Ci
arrabbiammo entrambi per le bugie reciproche, e il tutto ci portò ad una riflessione.
Io dubitavo di lei del fatto che mi ha nascosto quelle verità, ma io iniziai a farmi mille
domande, se faccio una cosa giusta lasciare la mia ragazza fidanzato già da 2 anni, e
prendere lei da appena tre mesi che uscivamo insieme si frequentandoci, ma senza
mai fare sesso ne l’amore? solo e solo baci? Sinceramente non lo so. Il fatto e che ci
siamo lasciati, io partii per Bologna, poi Genova, sempre per lavoro. Due anni dopo
nel 1987 mi sposo con la stessa di sempre, sono diventato papà due volte, e lei ho
saputo che anche si è sposata con lo stesso uomo. Corre l’anno 1993, io sono ritornato
nella mia città di origine e ho ripreso il mio solito lavoro di rappresentante, ed ecco
un colpo di scena: una mattina mi trovo sulla via del corso, guarda caso a trenta metri
dove lavorava Giulia, e appena esco dal negozio dove ho appena fatto un ordine da
un cliente, mi accingo a salire in auto. Nel chiudere lo sportello, mi sento chiamare a
voce alta: Riccardo, Riccardo, mi giro… era lei Giulia la mia fatina. Si avvicina e mi dice
ciao, mi abbraccia affettuosamente, e mi bacia sulle guance dicendomi, che piacere
vederti, come stai? Io rispondo bene grazie, faccio il solito giro dei clienti. E tu che fai?
io come vedi lavoro sempre qua, nello stesso posto dove ci siamo lasciati otto anni fa.
Esattamente ben otto anni sono passati, e con un sorrisetto poi mi dice: Se non hai da
fare tra trenta minuti ho un’ora libera possiamo vederci e prendere un caffè se ti va.
Io allora rispondo rapidamente, certo che mi va, sarei un pazzo rifiutare fatina mia, la
chiamavo sempre così. Ci siamo dati appuntamento in una galleria del corso, dove
c’erano dei negozi, ma alla finitura c’era una stanza dismessa e vuota dove non ci
andava mai nessuno. Da quel giorno era diventato il nostro rifugio. Il primo ad arrivare
naturalmente fui io, ed ecco che sento dei passi, tacchi rituonanti nel vuoto della
galleria, era lei con il suo passo che si avvicinava sempre di più, e così viene verso di
me, non ho capito più nulla ci siamo subito baciati, iniziammo a toccarci e io mi tolsi
il giubbino e feci cose che non avevo mai fatto in quei tre mesi che eravamo insieme,
gli mettevo le mani dentro il seno e la sentivo che mi desiderava da sempre, i suoi
capezzoli erano diventati belli duri, sentivo la sua lingua che mi tirava e succhiava
tutto, mi prosciugava la saliva, ingoiava tutto anche l’aria che respiravo. A un certo
punto gli abbasso i jeans, poi piano anche gli slip profumati, e cosi inizio a leccargli la
figa, sentivo i suoi peli belli morbidi e biondi, era diventata la sua figa tutta bagnata,
era arrivato il momento che gli alzai le gambe e lo misi tutto dentro sbattendola nel
muro in modo che rimanessimo attaccati, mentre spingevo la sentivo che mi
sussurrava all’orecchio si amore si vieni dentro, sborrami dentro tranquillamente, ho
la spirale non preoccuparti non rimango incinta. Continuai lasciandolo dentro e lei
impazzendo continuava a dirmi, si amore tutto dentro ti amo vita mia, ti ho sempre
amato, e infine al raggiungimento dell’orgasmo con il godimento di entrambi ci siamo
fermati lasciando il mio pene dentro di lei e baciandoci per alcuni minuti. Eravamo in
una pozza di sperma entrambi, le mie gambe mi tremavano per il tempo tenuta
sospesa con l’aiuto del muro. Finito e rivestendoci, abbiamo parlato di noi e delle
nostre vite come erano cambiate in questi anni, lei sposata con un figlio di 4 anni e io
con un due figli di tre anni e di uno di pochi mesi di nascita. A questo punto ci
vedevamo sempre in questa galleria, ma il sabato e domenica lei non lavorava più,
per questo mi disse che ogni sabato potevo andare a casa sua per stare insieme e fare
l’amore tranquillamente, perché il marito alle 7:30 partiva da casa e tornava tutti i
giorni alle 14:30. Mi ha indicato per filo e per segno il punto che devo attendere e
vedere passare la sua auto, una croma nera che la dovrei vedere intorno alle 7:40
prendere l’autostrada, e quando la vedevo passare io potevo andare a casa da lei. Così
il primo sabato io eseguì tutto quello che mi aveva detto, aspettai passare la croma
nera, e così andai a casa da lei. Suonai il campanello e aprì la porta, mi buttò le braccia
al collo chiamandomi amore mio, ti ho pensato tutta la notte, non vedevo l’ora di
vederti, ti amo da impazzire, e poi disse sottovoce, zitto parla piano che il bambino
dorme, scendiamo giù di sotto nella sala hobby. Appena scesi sotto, si tolse la
vestaglia da camera, era completamente nuda, ci sdraiammo sul divano matrimoniale
preparato per l’occorrenza sapendo il mio arrivo, e iniziammo con i preliminari,
toccarla tutta, succhiare il seno e i capezzoli, mentre con le dita infilate le facevo un
mezzo ditalino, la sentivo contorcere di piacere, era un sogno per me amarla era la
mia fatina che era diventata mia. Chi potrebbe mai immaginare che a distanza di otto
anni, l’avrei incontrata e fare tutto ciò quello che non ho fatto con lei da non sposata,
siamo stati tre mesi e neanche un orgasmo, solo baci e baci ripetutamente, ma nulla
di più. Si è vero erano altri tempi forse, cera più ritegno almeno da noi al sud, ma
magnificamente bello lo stesso. La storia si ripete per ogni sabato a venire per circa
tre anni, ma un giorno le cose cambiano improvvisamente, per vari motivi, e varie
successioni di cose giornaliere, purtroppo arriva una tragedia per noi e che non
dovrebbe essere mai augurata a nessun membro familiare. Il più grave di questi e che
un giorno suo figlio si sveglia, non vedendo la mamma in cucina, e neanche nelle altre
stanze, scende sotto nella sala hobby, ma a quel punto malauguratamente ci
sorprende nudi nel divano letto, noi eravamo uno sull’altro e facevamo l’amore. Io ho
cercato di nascondermi, ma fu tutto inutile, mi ha visto lo stesso, e cosi sono uscito
fuori avvolto dal lenzuolo. Fortunatamente non si è reso conto di nulla di quello che
stavamo facendo, e lei subito chiamandolo: tesoro di mamma, ti sei svegliato?
Aspetta che mamma ti prepara il latte, un attimo che sto sistemando le lenzuola del
divano, e così non ha fatto nessuna grinza. Il piccolo mi ha detto come mi chiamo, e
io ho risposto Concetto, e lei lo prende e lo porta su salutandomi. Io esco dalla porta
secondaria che sporge dal cortile, e vado via. Tutto sembrava normale, e un giorno la
sorella di lei partorisce, mi dice di andare a trovarla in clinica e io ci vado, passo dal
fioraio sotto e le compro un mazzo di rose. Vado nella stanza, e lei mi presenta a sua
sorella come un amico. Lei aveva partorito una bella bambina. Finita la visita, mentre
andiamo via, scendendo le scale con mano nella mano, mi appare da sotto
nell’androne suo figlio con suo padre, e accorgendomi della presenza di entrambi do
una spinta a Giulia spingendola verso l’ascensore, cosi le faccio capire della presenza
del marito e del figlio. Appena mi vede il figlio di lei, inizia a chiamarmi: Concetto,
Concetto, e io subito scappo verso la porta di uscita senza voltarmi, ma il padre non
ha visto e non ha capito nulla. Il giorno dopo io che ero preoccupato sento squillare il
mio cellullare appena comprato, il primo Motorola pagato in lire 2.850 mila lire.
Pronto amore mio, buongiorno. Tutto apposto stai tranquillo non è successo nulla ci
vediamo sabato. Passati tanti sabato la casa non era più sicura, il figlio cresceva e le
cose erano divenute più pericolose, il nostro legame purtroppo era forte, era un
amalgamo di amore, un impasto come lievito e farina, come il gelato e la panna,
quando era vicina a me il solo sentirla respirare, mi riempiva i polmoni di ossigeno.
Un giorno a malincuore, dovetti lasciare la città per motivi di lavoro, e così ci fu un
distacco reciproco tra noi, nonostante le telefonate giornaliere, tutto questo non
bastava, anzi ci siamo resi conto che soffrivamo di più. Abbiamo preso questa
iniziativa entrambi di lasciarci, ma che ci saremmo sempre amati nell’anima e nel
cuore, il nostro amore sarebbe all’infinito e nonostante tutto quello che potrebbe
succedere, gli dissi che se anche avrei avuto mille relazioni con altre donne tu sei
l’unica che amo e che amerò per sempre in eterno. Oggi 2023 vi dico che il mese di
dicembre 2022 appena arrivato nella mia città natale per le festività natalizie, ho
appreso tramite un mio amico fraterno, che il marito di Giulia era appena deceduto
da due giorni. Io cosa potevo fare? la cosa giusta e degna, quella di andare al lutto.
Così mi sono recato a casa per porgere le mie più sentite condoglianze, rivedendola
mi è dispiaciuto molto vederla in sofferenza, so cosa significa essere da soli, non
trovare a letto chi ami. I suo viso la sua espressione è rimasta tale a quel giorno che
la vidi la prima volta, una Fatina.

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