Mi sono innamorato della mia titolare

Mi sono innamorato della mia titolare

Un giorno sono rimasto solo con Lorena in ufficio fino a tardi, era già buio e tutti se ne erano andati. Io dovevo finire alcune cose al computer e lei era rimasta perché era la titolare, l’ultima a chiudere. Ad un certo punto, si avvicina a me e mi chiede se voglio un caffè. Accetto e mentre aspettiamo che si faccia, mi dice che siamo rimasti solo noi due e che potremmo divertirci. Io mi faccio scappare un sorriso e lei capisce subito che sono interessato. Mi chiede di aiutarla a spostare dei cartoni di bottiglie d’acqua e quando lo fa, vedo i suoi seni e non riesco a staccare gli occhi da loro. A fine lavoro, mi fa notare che li guardo da un po’ e io non riesco a nascondere la mia eccitazione. Lorena si slaccia la camicia e mi mostra le sue tette rifatte, poi mi fa capire che vuole toccare il mio cazzo. Ci spogliamo entrambi e ci tocchiamo ovunque, desiderosi di scopare come dei pazzi. Ci promettiamo di non parlare mai di questa avventura e finiamo per scopare sulla sua scrivania.

Dopo aver finito, ci guardiamo imbarazzati, ma la promessa di mantenere il segreto ci dà un senso di intimità e complicità. Da quel giorno in poi, ogni volta che ci incrociamo in ufficio, sentiamo l’eccitazione del nostro segreto condiviso e ci guardiamo con un sorriso complici.

Dopo quell’incontro bollente, non potevo fare a meno di pensare a Lorena. Ero ossessionato dal suo corpo perfetto e dalla sua sensualità. Non avevo idea di come sarebbe andata a finire la nostra storia segreta, ma non potevo smettere di pensarci. Passarono alcune settimane, e ciò che avevamo condiviso rimase un segreto. Ogni volta che entravamo nella stanza insieme, potevo sentire la tensione sessuale che esisteva tra di noi, anche se ci guardavamo solo negli occhi. Un giorno, dopo una lunga giornata di lavoro, mi chiese di aiutarla con alcuni documenti importanti. Entrai nella sua stanza, e come al solito, non potevo fare a meno di notare le sue gambe perfette e il suo sedere sodo mentre si muoveva per prendere i documenti. Iniziammo a lavorare sui documenti, ma non riuscivo a concentrarmi. La mia mente era occupata dal desiderio di Lorena. Lei lo sapeva e poteva sentire la mia eccitazione. Lentamente si avvicinò a me e mi sussurrò all’orecchio: “Hai bisogno di un’altra lezione?”. Non riuscivo a resistere alla sua voce sensuale e alla sua presenza seducente. Mi sentii come un adolescente imbarazzato, anche se ero un adulto di trent’anni. Ma questa volta, era lei a prendere l’iniziativa. Mi fece alzare dalla sedia e mi spinse contro la scrivania. Poi mi baciò appassionatamente, spingendomi contro di lei. Il mio desiderio per lei era incontenibile, e la sentivo eccitata come me. Ci toccavamo ovunque, come se non ci fosse un domani. Alla fine, ci sdraiammo sulla scrivania, esauriti. Non avevamo detto una sola parola durante tutto il tempo, ma sapevamo che saremmo tornati lì. Era solo questione di tempo.

Non so come sarebbe finita la nostra storia, ma sapevo che volevo ancora di più. Forse era solo una questione di lussuria e desiderio sessuale, ma per me era qualcosa di più profondo. Una cosa era certa, però: non potevo smettere di pensare a lei.

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