Prime esperienze 2 – Verginità perduta

Prime esperienze 2 – Verginità perduta

A 19 anni, quindi molto giovane, ero interessata quasi esclusivamente agli uomini maturi, li trovavo più pervertiti, più esperti, più porconi, oltre al fatto che mi eccitava tanto il pensiero di fare porcate con un uomo anziano, con un vecchio porco, mi faceva sentire troia, sporca, pervertita. Le sensazioni che mi davano i maturi non riuscivano a darmele i miei coetanei. Oramai da mesi, quasi ogni giorno, venivo inculata e facevo almeno un pompino con ingoio all’anziano bidello del liceo, al “mio orso”. Addirittura un giorno arrivai a fargli 3 pompe nell’arco di una giornata, feci praticamente indigestione di sborra.

Era un periodo in cui spesso mi recavo dal meccanico per vari guasti al mio motorino, un “SI” con variatore, amato compagno della mia giovinezza. Ogni volta che lo vedevo mi immaginavo nuda, inginocchiata davanti a lui a fargli un bel pompino senza vergogna.

Il meccanico, che si chiamava Mario, era un uomo che aveva superato la settantina. Mi guardava insistentemente e con aria da gran maiale. Io ragazzetta di 19 anni ancora vergine ma già avvezza al sesso, sicuramente lo eccitavo, nonostante non sapesse quanto fossi troia, non sapesse le mie avventure laide quotidiane con il bidello della mia ex scuola.

Ovviamente io stavo al gioco, mi eccitavo al pensiero di eccitarlo, e sempre più spesso mi ritrovavo a masturbarmi al pensiero di fare porcate con lui, uomo dall’aria da vecchio saggio, ma marpione, furbo e sicuro di se, sguardo da porcone con le mani tipiche del lavoratore, callose e ringrinzite, capelli completamente bianchi, e mi attirava ancora di più proprio per questo.

Cominciai con prudenza a chiedere in giro notizie sul suo conto e venni a scoprire che era stato un vero e proprio puttaniere, uno che aveva sempre amato la figa e che aveva cornificato tantissimo la defunta moglie e che, cosa questa che mi fece raddrizzare le antenne, avesse ancora desideri inconfessabili, un appassionato di sesso, insomma, come mi confermò anche una mia amica, un gran porco! Seppi inoltre che gli piacevano le ragazze giovani…

Uhm quanto lo desideravo, quanto desideravo fargli un pompino, dargli il culo ormai rotto dal bidello, farmi leccare la passera, il culo, le tette da lui, da quel vecchio porco.

Curiosa e vogliosa, passavo spesso davanti alla sua piccola officina notando che lui si accorgeva di qualcosa, sembrava consapevole di essere entrato nelle mie grazie, di interessarmi, anche se pensavo che non sperasse minimamente di riuscire a scoparmi, non immaginasse i miei desideri nei suoi confronti. Sicuramente ignorava che pensavo tantissimo a lui masturbandomi.

Un mattino mi recai in officina per far sistemare il mio “SI”, e gli chiesi a che ora potessi tornare a riprendere il motorino. Lui rispose che, se avessi aspettato, mi avrebbe servita subito e così feci.

Mentre lui armeggiava con il motorino, io andavo avanti e indietro lanciando occhiate al vecchio mentre lavorava e poi fuori dal garage. Mi ero fatta crescere i capelli, ora lunghissimi, indossavo un paio di jeans, una magliettina succinta che mi lasciava scoperta buona parte della pancia e scarpe da tennis. Il culo, ben formato e sodo, mi svettava sotto i pantaloni, ne ero consapevole e notai che lui me lo guardava con una certa insistenza e con un’aria che non lasciava dubbi sui suoi laidi desideri. Le tette sode e dure, senza reggiseno, ballavano in maniera invitante. Con un’occhiata fugace alla sua patta notai immediatamente che si stava eccitando e questo mi lusingava ed eccitava allo stesso tempo.

Improvvisamente, spezzando il silenzio che si era creato, mi chiese quanti anni avessi, ed io sorpresa risposi di averne 19, di essermi diplomata e di vivere con i miei genitori. Lui mi disse di essere vedovo e di avere 74 anni.

Mi chiese poi se avessi un ragazzo e, alla mia risposta negativa, si dimostrò incredulo chiedendomene il motivo. Risposi che per il momento non avevo intenzione di avere storie fisse e durature. Questa cosa dovette far scattare qualcosa in lui, perchè divenne più intraprendente e sfacciato. Infatti mi disse che trovava alquanto strano che non avessi un ragazzo in quanto ero veramente carina e ispiravo sesso!

Mi salì il sangue in testa, sentivo le tempie battermi dall’emozione e fui colta immediatamente da una forte eccitazione. In realtà fantasticavo tantissimo su Mario, mi toccavo spessissimo al pensiero di fare cose oscene con lui e così gli chiesi perchè mai pensava che ispirassi sesso. Mi rispose che avevo una faccia da vera troietta, un culo da sogno e due tette da brividi, oltre al fatto che il colore e la delicatezza della mia pelle lo eccitavano tantissimo. Aggiunse infine che sarebbe stato disposto addirittura a pagarmi se avessi voluto fare sesso con lui.

Non so perchè, ma lasciai cadere la cosa, non risposi, mi limitai ad un timido sorriso e attesi che terminasse la riparazione e feci per andarmene. Il vecchio porco rifiutò il pagamento per la riparazione e mi scrisse su un foglietto il suo numero di telefono dicendomi di pensarci su e che se avessi cambiato idea, non dovevo far altro che telefonargli. Andai via custodendo gelosamente il suo numero telefonico.

Una volta a casa, pensai di essere stata una stupida a non aver accettato le avances del vecchio, corsi in bagno e mi masturbai al pensiero di quello che sarebbe potuto accadere. Per giorni non feci altro che pensare a lui, con le dita in figa immaginavo cose inenarrabili, sporche, proibite fino a che un mattino che ero sola in casa, non resistendo più al desiderio, lo chiamai…

Mi rispose e mi chiese cosa volessi! Rimasi sorpresa e gli feci notare che era stato proprio lui a darmi il suo numero di telefono da usare qualora avessi cambiato idea e quindi gli chiesi cosa ci fosse da capire, cosa potessi mai volere da lui! Scoppiò in una fragorosa risata apostrofandomi con un “troietta” e mi disse che se lo desideravo potevo raggiungerlo in officina nel primo pomeriggio ed attaccò. Mi sentivo in trappola, nelle mani di quel vecchio porco, furbo e pervertito, ma ovviamente ero intenzionata a raggiungerlo eccome.

Verso le 14, mi vestii con minigonna di jeans, shirt corta nera e scarpe da ginnastica, senza reggiseno, emozionatissima e intenzionata a fare porcate con Mario, dissi “Ciao mamma, vado da Laura”. Mia madre si raccomandò di non fare tardi ed io la rassicurai dicendole di non preoccuparsi. Sul motorino, mentre percorrevo la distanza che mi separava dal vecchio, il mio pensiero fisso andava al suo cazzo, avevo una grande voglia di vederlo, di prenderlo in bocca, di succhiarlo fino allo sfinimento e fino a farmi sborrare in bocca, non avevo esitazioni, e se avessi scoperto che aveva un uccello grosso, ero intenzionata a dargli anche il culo. Raggiunta l’officina, il vecchio mi fece entrare e salimmo nella sua casa. Praticamente l’officina era il garage della sua abitazione.

Ci accomodammo su un divano, chiese se potesse offrirmi qualcosa e dissi che stavo a posto così, che avevo appena pranzato. Mi guardava fisso in volto, mi squadrava le tette che avevo avuto cura di mettere bene in vista, fino a che cominciò ad accarezzarmi la testa, lisciandomi i lunghi capelli neri in maniera affettuosa ma come un ragno che pregusta la sua preda. Sentire quella mano che da dietro la nuca scendeva fino al collo, mi fece rabbrividire e lui se ne accorse chiedendomi cosa avessi. Risposi che così mi eccitava e lui rispose che era proprio quella la sua intenzione. Mi chiese se volessi dei soldi per fare sesso con lui, ma risposi prontamente che non ero una puttana, ma che volevo farlo semplicemente perchè ero troia e mi eccitava la situazione ed il fatto di fare maialate con un uomo anziano. Aggiunsi che mi piaceva da morire il cazzo. Visibilmente eccitato, mi chiese di spogliarmi, di regalargli una sorta di spogliarello personale.

Senza una parola, mi alzai in piedi e, guardandolo negli occhi, con movimenti lenti mi sfilai la shirt mostrandogli le mie tette che presi a palparmi, poi piano piano con le mani e un movimento di bacino abbassai la minigonna e la mutandina e le lanciai da una parte, mi tolsi le scarpe rimanendo completamente nuda di fronte a Mario, un vecchio di 74 anni. A questo punto gli chiesi apertamente cosa volesse da me. Mi rispose che voleva godere del mio corpo, voleva fare sesso con me e infine mi chiese se anche io avessi tale desiderio. Gli feci notare maliziosamente che già l’essermi spogliata completamente doveva essere una risposta più che chiara e comunque lo rassicurai circa il fatto che anche io volevo fare sesso con lui, infoiata aggiunsi che volevo il suo cazzo. Mi fece avvicinare e cominciò a toccarmi tutto il corpo, ad accarezzarmi i seni, i glutei che mi pizzicava fino a sfiorare con un dito la mia passerina che subito iniziò a bagnarsi. Si chinò di poco e prese a leccarmela con colpi che da sotto salivano sopra a lapparmi le labbra e il clitoride duro e vibrante, io con gli occhi chiusi mi godevo quelle leccate profonde ed intense lamentandomi.

Infoiata, con aria da troia incallita, mi sedetti accanto a lui, gli tolsi la camicia, gli slacciai la cintura e calai i suoi calzoni insieme agli slip alle sue caviglie. Lui tolse le scarpe, sfilò gli indumenti ed ora eravamo ambedue nudi. Il cazzo era già dritto e duro, appoggiato alla sua pancia prominente, già scappellato ed invitante. Timidamente gli allargai le cosce e glielo presi in mano ed iniziai ad andare su e giù in una sega lenta. Lui mi lasciava fare e mi guardava con un sorriso beffardo mentre mi accarezzava le tette fino a che mi prese la testa e se la portò sulla bocca iniziando a baciarmi, io contraccambiavo ciucciandogli la lingua, giocherellando con le sue labbra che mordicchiavo. Lo sentivo mugolare, mentre il cazzo che tenevo in pugno, si faceva via via più duro e pulsante.

Nonostante i suoi 74 anni era ben dotato, il suo attrezzo era scuro, lo scroto sembrava una sacca di cuoio, una cappella invitante e turgida, violacea e piena di desiderio, sbordante dall’asta, dal diametro più largo, come piace a me, cappellone che richiamava alla mente la testa di un grosso fungo. Andavo su e giù con la mano sull’asta avvertendo i noduli del cazzo duro.

Sempre con la mano sul mio collo, mi costrinse a scendere fino a che mi ritrovai con la faccia a pochi centimetri dal cazzo. Pungente mi arrivò il forte odore della grossa cappella del maschio eccitato. Persa la testa, mi inginocchiai a pecorina di lato, accarezzando i coglioni cominciai a leccare la cappella con una insaziabile voglia di cazzo, la lappavo, la circondavo con le labbra strette sul bordo mentre la lingua la titillava donandogli piacere intenso. Poi scesi giù fino ad ingoiare praticamente tutto il cazzo del vecchio e presi ad andare su e giù sull’asta che entrava ed usciva dalla mia bocca ritmicamente, mentre il vecchio porco mi teneva fermi i capelli. Lo mandavo giù in gola al punto che il naso lambiva la sua coscia. Ogni tanto mi fermavo, alzavo lo sguardo e gli sorridevo con la bocca lorda di saliva e di suo liquido seminale, poi lui mi spingeva con forza la testa sul suo cazzo ed io riprendevo a pompare.

Mentre gli facevo il pompino, avvertivo il forte odore della cappella misto ad un retrogusto di urina, intanto lui mi accarezzava la schiena fino a scendere al culo che mi palpava facendomi godere, quando poi mi ficcò un dito in culo ed uno in figa masturbandomi, cominciai a mugolare sommessamente mentre godevo come una matta. Aumentavo il ritmo della pompa andando velocemente su e giù sul cazzo, poi mi fermavo e leccavo i coglioni fino a salire pian piano e ritornare alla cappella che sbocconcellavo, leccavo e succhiavo. Me la coccolavo facendo in modo che toccasse tutta la mia bocca, palato, gote, lingua e gola.

Ad un certo punto, mi fece fermare, si distese e mi invitò a salire su di lui in un 69. Lo feci immediatamente e, sentendo il suo corpo caldo sotto di me, ripresi il cazzo in bocca mentre lui era indaffarato a palparmi le chiappe e a leccare con voluttà e passione culo e figa. Mentre lui mi leccava, andavo su e giù sul suo cazzo ingoiando la cappella e tenendo con ambedue le mani i coglioni, ero così assatanata nel fargli quel pompino che mi doleva il collo.

Eccitata all’inverosimile, volevo che mi facesse il culo e così, con un filo di voce, gli chiesi di incularmi. Rimase interdetto, all’epoca, negli anni 80, non era certo frequente trovare una ragazza così giovane che lo prendesse già in culo, addirittura chiedendolo chiaramente.

Senza più esitazioni, mi fece mettere a pecora sul divano, si sistemò dietro di me e allargandomi le chiappe, appoggiò la cappella sul buco ed entrò nel mio intestino. Mi disse che ce lo avevo già bello largo, aveva capito che non ero affatto vergine di culo e scoppiò in una risata di compiacimento dicendo che ero una giovane porca.

Mi inculava con esperienza e bestialità. Appoggiata sui gomiti, con la testa tra le braccia, stravolta dal godimento sentivo il cazzo di Mario che mi stantuffava da dietro, ad ogni affondo mi faceva sbattere sul bracciolo del divano, poi mi afferrò una scapola tirandomi indietro e facendomi entrare l’intera verga in corpo. Nonostante l’inevitabile dolore che mi provocava quella mazza in culo, godevo da impazzire, il pensiero che un vecchio laido mi stesse inculando mi eccitava all’inverosimile fino a che dopo qualche minuto venni strillando e dimenandomi nel piacere incredibile che provavo, mentre mi succhiavo il pollice.

Ora il vecchio voleva la mia figa. Lo misi al corrente che non intendevo ancora perdere la verginità e lui sembrò capire, ma evidentemente il desiderio era così forte che iniziò a cercare di convincermi a dargliela.

Una parte di me avrebbe voluto, ma un’altra parte più razionale, mi impediva di farlo. Però ero eccitatissima e così, dopo qualche minuto di esitazione, su sua insistenza e usando paroline ben mirate per convincermi, decisi di dargliela…. Nel frattempo però, aveva perso un pò di erezione e così si mise in piedi davanti a me seduta sul divano. Capii subito cosa volesse che facessi e così, con abili giochetti di bocca e lingua, riuscii a riportarlo al massimo dell’erezione. Seduta davanti a lui, gli feci una pompa irresistibile facendogli venire di nuovo il cazzo durissimo.

Gli chiesi di fare piano, lui mi rassicurò e mi fece distendere sul divano, mi alzò le gambe e si mise su di me. Appoggiò la cappella alla fessura e piano piano mi penetrò a “la missionaria”. Era entrata solo la grossa cappella ed avvertii più che dolore, una specie di fastidio, poi però quando pian piano entrò quasi interamente, sentii come uno strappo. Infatti, con non poche difficoltà, mi aveva penetrato la vagina stretta rompendomi l’imene, sverginandomi. Non uscì sangue, ne sentii dolore, ma cominciai invece a provare un piacere per me inedito che mi portava a mugolare fino a che iniziai a collaborare afferrando i suoi glutei per farlo entrare sempre più in profondità.

Lo vedevo muoversi in su e in giù ritmicamente sorreggendosi sulle braccia con il suo corpo che mi copriva quasi totalmente, mentre mi sfondava la figa godeva come un folle sudando ed ansimando. Ovviamente avevo paura che mi venisse dentro con le conseguenze disastrose che ne sarebbero potute scaturire, così mi raccomandai di stare attento a non sborrarmi dentro. Non mi rispose, ma era estremamente esperto e quindi ritornai tranquilla a godermi la mia prima scopata completa.

Dopo alcuni minuti, mi disse di volermi scopare a pecorina, mi fece inginocchiare ai piedi del divano, si posizionò dietro e prese a sfondarmi nuovamente. Con il passare dei minuti, nonostante la mia vulva si allargasse sempre più facilmente permettendogli di entrare con sempre maggiore facilità, lui si fermò e potei vedere il suo attrezzo macchiato di rosso. Cominciai a sanguinare un pochino e a sentire un pò di bruciore alla figa, ma non mi importava nulla e così lo implorai di continuare, di spaccarmi la fregna senza pietà. Il porco, felice e eccitato come un animale, con le mani appoggiate sul mio culo riprese a scoparmi di nuovo con ancora più forza e desiderio. Sentivo il cazzo che entrava ed usciva dalla figa donandomi tanto godimento, ad occhi chiusi godevo e mugolavo mentre mi trombava, mi scopava inesorabile. Una sensazione stupenda il sentire quel cazzo di vecchio porco che mi esplorava le parti intime, lo sentivo allargarmi la vulva con una sensazione di pienezza facendomi sentire troia, porca. Mentre mi pompava dandomi della troietta, venni una seconda volta e l’orgasmo fu veramente intenso ed appagante, mentre mi avvisò che stava per sborrare, che era questione di attimi, di tenermi pronta ad accogliere lo sperma in bocca. Quanto mi infoiò questa consapevolezza, la certezza che tra breve avrei beccato una bella sborrata in faccia e in bocca, amavo la sborra, ne ero golosa e amavo ingoiarla a litri.

Non resisteva più, ed infatti con un urlo prolungato lo tirò fuori grondante liquido ed un pò di sangue, mi fece rigirare velocemente, mi tenne ferma la testa con una mano e mi sborrò con violenza in faccia. “Dai troietta, beccati questa bella crema in bocca, ingoiala tutta, porca, dai che ti piace tanto”, con queste parole il vecchio porco mi incitava a bere il suo seme caldo. Nuda ai suoi piedi mentre si segava, osservavo estasiata la cappella che entrava ed usciva dal prepuzio mentre eruttava sborra calda e densa sul mio viso, sulla bocca spalancata, sulla lingua che tenevo fuori per accogliere lo sperma. Dio quanto sborrava questo vecchio…. Fiotti densi e caldi mi colpivano i lunghi capelli, le labbra, la lingua, la faccia, ne ingoiavo il più possibile, mentre il resto mi devastava la faccia e mi colava sul collo in filamenti appiccicosi.

Mi affrettai a pulirgli il cazzo con la bocca, leccando e ingoiando i residui di sborra dalla cappella, dai coglioni e dalla sua mano che reggeva l’asta, mentre il vecchio mi diceva che ero stata bravissima, che ero proprio una troietta coi fiocchi. Io lo guardavo in faccia con ancora il cazzo in bocca, con sguardo languido, sazia di cazzo e di sborra, soddisfatta e felice di essermi fatta trombare da un vecchio di 74 anni.

Fu una grande scopata, la mia prima volta, avevo provato per la prima volta il cazzo in figa, lo avevo preso in culo e mi ero fatta sborrare in faccia e in bocca da un uomo che poteva benissimo essere mio nonno e mi era piaciuto un casino. Ero consapevole che non potevo fare a meno di cazzo stagionato.

Mi rivestii dopo essermi rinfrescata nel suo bagno, asciugai alla meglio la ciocca di capelli colpita dallo schizzo di sborra e gli chiesi di mantenere il segreto e lui, da vecchio marpione, mi rassicurò circa il fatto che sarebbe rimasto un segreto tra di noi a patto però che mi sarei fatta scopare di nuovo da lui di tanto in tanto. Io lo rassicurai dicendogli che quando voleva bastava che mi chiamasse e sarei stata sua di nuovo. Gli diedi il mio numero di telefono raccomandandomi, se mi avesse chiamato, di dire che si trattava del motorino per non insospettire i miei genitori.

Andai via tranquilla e serena, e con la figa rotta.

N.B.: i miei racconti sono tutti reali e non immaginari.

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