Prime esperienze 1 – Culo rotto

Prime esperienze 1 – Culo rotto

Anni ’80, quando per un ragazzetto ottenere un semplice bacio da una coetanea era ritenuta un’impresa titanica, non come oggi con le ragazzette che non ricordano il primo bacio, ma il primo pompino.

In questo contesto mi ergevo al di sopra delle altre perchè, già da ragazzina di 13 anni circa, pensavo tantissimo ai cazzi, ne ero fortemente attratta e mi masturbavo almeno una volta al giorno, con le dita o con banane ed ortaggi vari, ma senza andare mai troppo a fondo per evitare di sverginarmi. Il momento della prima volta si vive solo una volta nella vita, perchè sprecarlo con una banana?

Guardavo le riviste porno come avrebbe fatto un maschio e mi eccitavo a vedere quei grandi cazzi (come dimenticare il mito anni ’80 del cazzo gigante di John Holmes?), quei pompini clamorosi, la sborra, quelle inculate, quelle posizioni così eccitanti e, immedesimandomi nelle porche di turno… giù ditalini a go-go.

A 16 anni cominciai a pomiciare tantissimo, già facevo pompini e seghe, mi facevo leccare e solleticare la passera nei bagni, durante le marinate dalla scuola, alle gite, alle feste, ma il massimo che avevo raggiunto a quell’epoca era stato un gran “69” con il “maschione” della classe di 17 anni. Nudi in una casupola abbandonata, di primo pomeriggio, ci divertimmo tantissimo con le bocche e fu in quella occasione che assaggiai per la prima volta la sborra.

Ma fu quando avevo compiuto da poco i 18 anni che iniziai a fare sul serio. Ero attratta incredibilmente dagli uomini più maturi ed infatti ricordo che all’epoca mi eccitava da morire un bidello del mio liceo, un anziano sui 70 anni grasso in procinto di andare in pensione, presumo ora defunto essendo trascorsi tantissimi anni.

All’epoca ero una gran bella fighetta, ultimo anno, capelli castano scuri corti con frangetta (a-là Valentina di Crepax), seni già formati, bel culetto e faccia indisponente e maliziosa da vera monella. Mi ritenevano la più “bona” della scuola, ero quella “che baciava benissimo”, “quella che già lo aveva preso in bocca” e non c’era ragazzo che non desiderasse un mio pompino.

Pian piano, fantasticando intimamente porcate al limite della decenza, cominciai ad essere gentile e ciarliera con il bidello, mi comportavo in maniera provocante ed eccitante con lui, cosa che notò senz’altro anche perchè prima non lo degnavo di una parola o di uno sguardo nonostante fantasticassi su di lui masturbandomi moltissimo al suo pensiero.

Un giorno che avevo fatto rientro a scuola dopo pranzo per recuperare in matematica (la mia bestia nera) in vista degli esami di maturità, ero sola soletta intenta a fare degli esercizi in aula, quando entrò lui. Visibilmente felice di vedermi, si attardò a parlare con me cosa che accettai di buon grado. Con il passare dei minuti mi veniva sempre più forte la voglia di prenderglielo in bocca e così decisi di fargli capire, senza peli sulla lingua, della mia passione per il cazzo e del mio desiderio di fare porcate con un uomo adulto. Lui a questo punto, visibilmente eccitato, mi chiese se avessi voluto farlo con lui che aveva ben 72 anni ed io risposi che non desideravo altro già da tempo. Gli dissi, con sguardo provocante, che avrei tanto voluto divertirmi con lui e che il fatto che fosse così tanto più anziano di me mi eccitava ancora di più.

Si alzò e mi chiese se fossi maggiorenne e se fossi convinta nel mio intento ed io, eccitata all’inverosimile, adagiandomi sullo schienale della sedia, mi scostai dal banco allargando un pò le cosce e presi ad accarezzarmi la figa da sopra i jeans e, guardandolo con aria invitante, gli risposi che avevo 18 anni, quindi nessuno poteva obiettare e che ero decisissima a volerlo fare. Unica condizione, per ora solo giochetti orali, in quanto non volevo perdere ancora la mia verginità. Lui si disse d’accordo e così, impaziente, aggiunsi che avevamo anche tutto il tempo necessario visto che i miei genitori erano tranquilli sapendomi a scuola a studiare e quindi, al diavolo la matematica, ero pronta anche subito, ora che ero eccitatissima dalla situazione e tantissimo da lui, che avevo voglia, una gran voglia del suo cazzo, ero curiosa di vedere le sue dimensioni, di giocarci in maniera indecorosa, di godermelo finalmente.

Il vecchio, che ben presto avrei scoperto essere un gran porco, mi propose di appartarci nella sua piccola casa adiacente, io accettai senza esitazione e lo seguii attraverso i corridoi semi deserti della scuola con il cuore che mi batteva fortissimo nel petto e con un solo ed unico pensiero fisso: il suo cazzo che desideravo prendere in bocca da tanto tempo e che ora avrei finalmente ciucciato. Non immaginavo che in realtà avrei avuto anche una bella sorpresa…

Viveva solo, quindi la casa era deserta. Andammo in camera da letto e subito ci spogliammo completamente nudi. Lui era moro di carnagione, capelli e peli ormai bianchi, canuti, grasso, pancia prominente e peloso come un orso (infatti lo soprannominai scherzosamente “il mio orso”). Quello che mi sorprese piacevolmente furono le dimensioni ragguardevoli del suo bel cazzo già in tiro, la cappella scura, lo scroto gonfio e niente a che vedere con quelli dei miei coetanei assaggiati finora, pensai tra me e me. Insomma un cazzo da cinquantenne più che da ultra settantenne. Uh che bello, pensai.

Non riuscivo a staccare gli occhi dal cazzo, un bastone dritto e duro, reduce da chissà quante battaglie in gioventù. Finalmente ciò che da tempo desideravo ardentemente nei miei sogni erotici più proibiti, era lì di fronte a me, era realtà, era a mia completa disposizione e così, con sua grande sorpresa, mi ci inginocchiai decisa davanti e presi ad accarezzarlo, a scappellarlo con un movimento ritmico della mia mano, lo sguardo rapito dall’uccello del vecchio. Mi alzò la testa e mi avvisò dicendo, con voce melliflua, che mi avrebbe devastato di sborra, che le sue venute erano sempre state abbondantissime, figuriamoci adesso che era da tempo che non eiaculava e che non amava di certo fare auto erotismo. Insomma mi lasciò capire che aveva i coglioni molto carichi di sperma. Infatti aveva uno scroto grandissimo.

Sentendo ciò, eccitata e impaziente, mi feci coraggio e, avvertendo l’odore pungente e forte del cazzo, chiusi gli occhi e glielo presi in bocca.

Ma mentre lo succhiavo fui colta da una forte sensazione di nausea; in fondo ero ancora una ragazza giovane, non ancora così esperta e lui non era di certo un adone, anzi piuttosto brutto, grasso, pelosissimo, ma soprattutto era un vecchio. Mi ritrovai a pensare che una cosa era immaginarle certe cose, tutt’altra cosa il metterle in pratica.

L’odore e il sapore della cappella e i numerosi peli pubici che mi finivano in bocca, mi bloccarono portandomi a tirare fuori il cazzo dalla bocca, con veri e propri conati di vomito, mentre sputavo saliva e peli. Lui mi chiese cosa avessi, se avessi cambiato idea, se il suo “attrezzo” non fosse di mio gradimento. Questa parole mi portarono un’eccitazione così intensa che divenne impossibile resistere alla mia voglia di cazzo. Infatti, le sue parole e la situazione in cui io, completamente nuda, giovanissima a fare porcate con un uomo di 72 anni, furono come una molla che fecero scattare in me qualcosa di irrazionale, una eccitazione estrema che mi fece sentire troietta, “sporca” e così, ancora con espressione disgustata, mi imposi di riprendere il pompino interrotto con maggiore foga. Una sensazione fantastica il pensiero di stare lì, nuda davanti al mio maschio adulto nudo a fare porcate senza nessuna remora o divieto, senza ritegno.

Lottando contro me stessa e contro il ribrezzo, ripresi il cazzo in bocca; mi disgustava ma mi piaceva, anzi il disgusto aumentava il piacere che mi portava così a fare un pompino incredibile all’anziano. Più sentivo l’odore della sua cappella dura e più la leccavo, la sbocconcellavo, la ciucciavo come impazzita, come in estasi. Mi godevo quel cazzo che mi riempiva la bocca, lo sentivo pulsare, vibrare sotto i colpi delle mie labbra e della mia lingua. Titillandomi la figa con un dito, pompavo come una matta.

Lui, in piedi a gambe larghe, apprezzava molto il servizietto che gli stavo facendo, mi accarezzava la nuca e il collo mentre glielo succhiavo con una voglia e una determinazione incredibili. Con prolungati mugolii, ingorda, andavo avanti e indietro facendo entrare ed uscire ritmicamente il cazzo dalla bocca, lo scappellavo con le labbra e con la lingua solleticavo la cappella turgida e gonfia. Ora l’odore del cazzo del vecchio eccitato, da un lato mi disgustava tantissimo, ma dall’altro mi eccitava da morire. Sbavavo copiosamente mentre succhiavo.

Non volendo correre troppo, dopo qualche minuto, ci stendemmo sul letto cominciando a pomiciare senza ritegno. Lui disteso ed io al suo fianco, nudi ci baciavamo e leccavamo in maniera profonda, con le lingue impazzite, le sue mani callose e rugose mi palpavano l’intero corpo mentre io presi ad accarezzargli il torace, a succhiare i suoi capezzoli mentre glielo presi in mano in una bella sega. Il bidello scese alla mia fighetta stretta ed immacolata, cominciando ad accarezzarmela e titillarla con le dita. Ansimavo dal forte piacere, guardavo eccitata all’inverosimile il suo corpo laido, peloso, mi godevo le dita dell’anziano come una troia incallita.

Presi a leccargli tutto il corpo peloso mentre continuavo a segarlo. Scesi lentamente a leccare la pancia e l’ombelico del vecchio poi mi abbassai sul suo cazzo e lo presi nuovamente in bocca avvertendo il suo sussulto di piacere provocato dal contatto delle mie labbra e della mia lingua sulla cappella. Sempre con una certa nausea che mi disegnava sul volto un’espressione disgustata, presi ad andare su e giù sull’uccello del bidello ad occhi chiusi, gli orecchini a cerchio che pendolavano da un lato all’altro dei lobi, in visibilio mentre ingorda pompavo, la bocca completamente occlusa dal cazzo dell’uomo, con le narici allargate in disperata ricerca di aria da respirare. Il vecchio porco si congratulò dicendomi, con voce rotta dal piacere intenso, che ero una giovane viziosa, una pompinara incredibile, che lo stavo facendo impazzire con la mia bocca calda, tenera e umida. Mi promise ancora una volta che avrei beccato tantissima sborra calda..

Mentre diceva ciò, mi invitò a posizionarmi a “pecorina” mentre lui si adagiò dietro e cominciò a leccarmi la figa e il buco del culo. Bellissimo sentire che mi palpava i glutei allargandoli per entrare con la lingua nel mio culetto e nella mia figa umida e calda. Godevo come una matta a tale lavorio mugolando e roteando il bacino, incapace di contenere il godimento, quando poi mi passava la lingua sul tratto sensibilissimo tra vagina e culo, sussultavo di piacere intenso, profondo.

Improvvisamente si fermò e cambiò posizione ed io sentii una decisa pressione sulla figa! Immediatamente mi ritrassi, dicendogli che tenevo alla mia verginità, feci per alzarmi per andare via ma il porcone mi tranquillizzò, dicendomi che aveva capito che non volevo perdere in quell’occasione la verginità, e che voleva solo ficcarmelo nel culo.

Non so cosa accadde in me, ero decisa a non dargli la passera, ma mi eccitai tantissimo al pensiero di beccarmi il cazzo duro del bidello nel culo e, decisa profondamente a provare questa nuova sensazione, ripresi la mia posizione a carponi implorandolo di fare piano, perchè non sopporto il dolore fisico e lui mi tranquillizzò, dicendomi che sarebbe stato delicato. Prese da un cassetto un tubetto di un qualche lubrificante, lo spalmò sul suo cazzo duro, poi prese a leccarmi l’orifizio anale lubrificandomelo per bene. Poi, pian piano, allargò i miei glutei e mi ficcò la cappella in culo.

Il dolore era insopportabile, strillavo con le lacrime e stringevo il lenzuolo tra le mani mordicchiando il cuscino sotto di me, mentre lui tirava fuori e poi reinseriva la cappella nel mio culo per svariate volte in modo da allargarmelo, poi piano piano ne fece entrare un altro pezzetto ed il dolore divenne ancora più acuto, poi lo tirava fuori e lo rificcava di nuovo. Ripetè questa manovra fino a che, ad un certo punto, mi ritrovai l’intero cazzo piantato in culo. Strillavo dal dolore ma iniziavo anche a provare di contro un piacere mai vissuto finora, inedito, intenso e stupendo. Poi, dapprima delicatamente e poi con maggiore foga, cominciò a incularmi in maniera esperta, a sverginarmi il culo entrando e uscendo col suo cazzo durissimo che mi ispezionava l’intestino.

Cominciai a godere tantissimo, lo imploravo di non fermarsi, di continuare a “farmi” il culo, di rompermelo, di allargarmelo sempre di più. Lo sentivo ansimare come un animale mentre mi fracassava il culo finora vergine e stretto, le sue mani sui miei glutei, sui miei fianchi, mi sentivo allargare tutta mentre mi inculava in maniera inesorabile. Avanti e indietro, avanti e indietro, lo sentivo fremere dentro di me, avvertivo come una sensazione di “strappo”, come se mi stesse sventrando, un senso di pienezza che mi faceva sentire veramente porca. Nel silenzio del primo pomeriggio si udivano solo i nostri gemiti di piacere e il rumore del suo addome sudato che sbatteva sul mio bel culetto sodo in maniera violenta ed animalesca. Fu durante questa inculata che raggiunsi un orgasmo così intenso e forte da farmi rabbrividire. Non pensavo più a nulla, il corpo scosso da fremiti incontrollabili mentre sentivo un liquido caldo e vischioso colarmi tra le cosce; ad occhi strabuzzati, lanciai un prolungato lamento di piacere intenso, acuto mentre godevo in maniera incredibile.

Ambedue eccitatissimi, senza alcuna parola, mi distesi su di lui in un classico “69”, con il mio corpo giovane, esile e delicato adagiato sul suo, peloso e grasso. Mentre lui riprese a leccarmi figa e buco del culo, ormai profanato, io presi a lavorarmi nuovamente di bocca il suo cazzo con una foga, una voglia ed una capacità degne della più viziosa ed esperta pompinara. Gli accarezzavo i coglioni duri mentre lavoravo di labbra e lingua.

Uh quanto mi piaceva il cazzo del bidello, il cazzo di quel maschio adulto, la situazione era incredibilmente eccitante e perversa, mi faceva andare fuori di testa. Adesso, l’odore della sua cappella, forte e pungente, oltre a disgustarmi mi eccitava tantissimo, da morire, quanto godevo nel sentire la sua lingua ispezionarmi le parti intime e sentirlo godere come un porco mentre, con espressione disgustata, gli ciucciavo e leccavo la cappella turgida.

Pensavo divertita e maliziosamente ai miei genitori, convinti che stessi studiando senza immaginare la realtà, senza minimamente sospettare che stessi studiando ben altro, ovvero il grosso cazzo del vecchio bidello che mi portavo in gola con una fame di cazzo inaudita. Immaginavo se mi avessero vista in quel momento, la loro figlia innocente, col culo rotto, completamente nuda in una posizione indecorosa intenta a spompinare con passione e voglia un cazzo adulto, duro e grosso mentre lui leccava e profanava la mia intimità e questo pensiero mi eccitava ancora di più aumentando la mia voglia di cazzo e di sborra in bocca e portandomi a sparare un bocchino incredibile all’anziano sotto di me.

Andammo avanti così per circa un quarto d’ora. Ingoiavo il grosso cazzo del bidello, mugolando gli ciucciavo e succhiavo la cappella come una matta, la leccavo ad occhi chiusi, andavo su e giù sul cazzo accarezzandogli i coglioni duri perchè sapevo che così facendo lo facevo impazzire di piacere e che quindi mi avrebbe ricompensato riempiendomi di tantissimo sperma. Poi quando capivo che stava per esplodere, mi fermavo per prolungare quella splendida avventura e poi riprendevo. Lui mugolava e si dava da fare nel leccarmi e succhiarmi la passera e così, mentre lo spompinavo, venni di nuovo intensamente mandando un gridolino timido e prolungato, inondandogli il viso di liquido vaginale mentre ero consapevole, dal copioso liquido seminale che fuoriusciva dall’uretra e dal pulsare dell’asta, che anche lui era ormai prossimo a venire, che non ce la faceva proprio più, voleva liberarsi i coglioni. Da grande viziosa, leccavo il liquido seminale, ma volevo che mi sborrasse in bocca, ero avida e ingorda di sperma.

Mi adagiai alla sua sinistra e, mentre lui si segava, attendevo impaziente lo sperma del vecchio che non si fece di certo attendere. Il primo schizzo abbondante, dal colore giallognolo e denso partì e fu così violento da finire sulla sua pancia fino ad arrivare al suo torace prendendomi di sorpresa, ma subito ingoiai la cappella stringendola con le labbra e avvertii numerosi fiotti di sperma caldo, acidulo, denso che mi riempivano la bocca, impiastricciandomi la lingua, il palato, le gote. Come mi aveva promesso, sembrava non volesse più smettere di eiaculare. Mi disgustava ma allo stesso tempo mi piaceva sentirne l’odore e il sapore, tenevo la sborra in bocca assaporandola per poi mandarla avidamente giù nello stomaco, bevevo finalmente il seme del bidello come fosse una coca. Finita la violenta ed abbondantissima eruzione, non ancora sazia, leccai e recuperai quella rimasta sulla sua pancia e sul suo torace dopo il primo violento schizzo, ingoiandola. Avevo ingurgitato tanto sperma e ne ero felice ed appagata.

Mi rivestii e, ringraziandolo per le bellissime sensazioni che mi aveva regalato, andai via dicendogli che ero decisa a volerlo fare ancora altre volte e infatti, da quel giorno, feci tantissimi pompini con ingoio al “mio orso”, quasi tutti i giorni mi facevo inculare e succhiavo il cazzo del mio vecchio stallone, ingoiando con voglia pazzesca la sua sborra e venendo sotto i colpi della sua abile lingua o del suo cazzo ben piantato nel culo.

Rientrando a casa, sorridendo ma senza avere il coraggio di guardarli in faccia, dissi “ciao papà, ciao mamma” e, per evitare che notassero la “mia innaturale camminata”, passai veloce, mi lavai le parti intime e i denti e mi rintanai nella mia camera, con un certo bruciore al culo ma sazia di sperma e senza alcun rimorso o il minimo pentimento per la porcata fatta con l’anziano porcone, con il “mio orso”……..

N.B.: i miei racconti sono tutti reali e non immaginari.

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