Prendersi delle grandi soddisfazioni al lavoro – cap 1

Prendersi delle grandi soddisfazioni al lavoro – cap 1

Mi presento mi chiamo Daniele, ho 52 anni, sono felicemente sposato con due figli, ho avuto una vita molto piena, con alti e bassi abbastanza importanti, sono un piccolo imprenditore nel digitale.
Nonostante che fisicamente un certo decadimento sia marcato, sono ingrassato un po’ troppo, ho iniziato a perdere i capelli 25 anni fa, quindi non certo un adone, ma non sono mai stato così bene sia lavorativamente, sia economicamente, sia sessualmente.
Sono riuscito a vendere la mia attività, sono rimasto come direttore per 3 anni, poi deciderò se girare il mondo o rimanere a mesi alterni, vedremo; ormai sono io che decido il mio destino, e le alternative sono tutte molto accattivanti, un gran bel lusso ve lo assicuro. Sono stato molto fortunato, e anche molto bravo, senza falsa modestia, faccio un lavoro che adoro, e nonostante qualche fallimento e tanto stakanovismo, sono riuscito a conquistarmi delle posizioni di rendita, forse inimmaginabili quando ho iniziato.
Per le soddisfazioni, la felicità ed il benessere, è esattamente come per i problemi, le preoccupazioni e lo stare male, piove sempre sul bagnato.
In ditta lavoro con 14 dipendenti, 12 donne e 2 ragazzi, sono oltre vent’anni che preferisco dare lavoro alle donne, hanno un passo in più, anche se la gestione è più complicata.
Adoro la vita, sono molto attento al clima emotivo in azienda, non sopporto i contrasti e la negatività, credo che lavorare per me o meglio, con me, sia molto piacevole, cerco di motivare sempre tutti, interessarmi alle esigenze del personale, sono convinto che in un ambiente sano, si lavori molto meglio e si renda molto di più.
Probabilmente ho seminato molto bene, perchè le 6 dipendenti che erano con me una quindicina anni fa, quando la mia azienda di allora fallì, lavorarono per un periodo senza retribuzione aiutandomi notevolmente a superare le difficoltà, mi dimostrarono un attaccamento che non era assolutamente scontato, poi dopo due anni le avevo già riassunte in una nuova attività, quella attuale, con grande soddisfazione sia mia che loro.
Tra loro Betta, presa ventitreenne oggi ne ha 38 magnificamente portati, nonostante due gravidanze, forse è la mia preferita, nel senso che ho sempre avuto un debole per lei, forse proprio per questo è una delle poche con cui non mi sono mai trattenuto.
Infatti forse l’unica mia debolezza è proprio questa il gentil sesso, mi piacciono le donne fisicamente e mentalmente, per me è sempre stata una sfida cercarle di capire, l’obiettivo principale non è mai stato portarle a letto, ma quasi sempre è diventata una diretta conseguenza di aver trovato la chiave giusta al momento giusto.
Fino a pochi mesi non avevo mai approfittato del mio ruolo per imporre prevaricazioni o peggio ancora ricattini più o meno velati, ma con Betta appunto, ho forse per la prima volta nella mia vita, forzato la mano per raggiungere l’obiettivo che mi ero prefissato, sempre e comunque lasciando a lei la scelta.
Tutto iniziò un giorno che vedendola un po’ giù, la feci venire nel mio ufficio, e mi raccontò che con il marito Paolo, che conoscevo, erano un po’ in crisi, lei era sicura che lui avesse un’amante anche se non ne aveva le prove, e comunque riceveva meno attenzioni e questo era un fatto.
Mi ricordo che gli dissi: “Betta sei così sicura che tu non abbia responsabilità?” e lei: “Daniele perchè mi dici questo? La solita solidarietà maschile?”
Confrontarmi con Lei è sempre stato molto piacevole, perchè oltre ad essere una gnocca da paura, è di una intelligenza fuori dal comune, “Betta sei la più gnocca qui dentro eppure nessuno ti rompe le scatole, per la tua bellezza dovresti avere tutti gli Uomini che ti vedono che sbavano per te, ti sei creata un guscio di ostilità tipica delle fiche di legno, nonostante io sia certo che non lo sei”
Lei: “Esagerato Laura e Monica sono delle strafiche e hanno dieci anni meno, comprendo il tuo tentativo di tirarmi su il morale, e ti ringrazio ma non voglio una schiera di lumaconi, pretendo che mio marito mi dia le giuste attenzioni, è chiedere troppo? Fica di legno? Se una donna non mette in chiaro che non è disponibile, non la fanno vivere”
“Betta hai colto solo la parte del complimento, ma non la critica, la vita ti ha indurito, sei meno socievole, eri così solare, adesso invece………. e poi ti curi di te stessa molto meno di prima” avevo colpito nel segno, adesso mi guardava tra l’offeso e il depresso.
“Ripeto sei una donna bellissima, intelligente e simpatica, potresci far cadere ai tuoi piedi chi vorresti, ma non ne sei capace, non riesci a lasciarti andare, tantomeno a vivere serena o conquistare tutto quello che vuoi, anzi stai perdendo anche quello che era già tuo”.
Dopo un mezzo minuto di silenzio, e gli occhi umidi, pensavo di essere stato un po’ troppo diretto, tra me e me ho pensato che mi mandasse a quel Paese, invece se esce con un umile: “tu cosa mi consiglieresti di fare?”
“Migliora te stessa e miglioreranno le tue relazioni”
Riprendendo un po della sua sicurezza controbatte subito anche un po’ acidamente: “la mia relazione, io una sola ne ho (facendomi capire che sapeva che io ne avevo più di una)”
La incanzo sul terreno scivoloso dove era finita: “le tue relazioni, anche qui al lavoro, forse non dai abbastanza per quanto predenti dagli altri”
Conoscendola si era sicuramente offesa: “Non mi sembrava di essere così stronza come mi dipingi, con le mie colleghe o con te” si alza per andare via tutta fumata.
“Betta ti ho forse detto che puoi andare?” “mettiti a sedere!”
Non ero mai stato così autoritario, ne con lei ne con altri.
Avevo da circa una decina di mesi, venduto la società, ma concordando nessun cambiamento nel personale che continuavo a gestirlo io.
“La nuova proprietà mi chiede di indicarli una responsabile, visto che io sarò sempre meno presente”
Molto più rilassata vuol stemperare la tensione con una banalità: “ma tu non dovevi rimanere per tre anni in azienda?”
Continuo piuttosto serio: “Si, ma vogliono una responsabile più stronza di me con le ragazze, che magari faccia anche un po’ la spia nei miei confronti”
“Ci saranno aumento di stipendio, benefit, io vorrei una persona di estrema fiducia per quel posto, la vecchia Betta sarebbe l’ideale, ma la nuova non so. Sia ben chiaro, te lo devi meritare, ho deciso un prezzo, direi per te piuttosto alto”.
Betta rinvigorita: “Daniele ti ringrazio di aver pensato a me, quale sarebbe il prezzo?”
Sorrido e la guardo penetrante negli occhi, fa finta di non capire: “primo ti devi vestire più elegante, tailleur, pochi pantaloni, gonne strette, parrucchiere una volta a settimana, scarpe col tacco, devi essere chi comanda, pensi di farcela?
Betta mi guardava con i suoi occhini da cerbiatta, come per dire e poi? Invece incomincia ad immaginarsi a capo delle colleghe, gli scappa qualche sorriso e mi dice con ironia: “dovrei sentirmi offesa, ma certo capo (usavano un po’ tutte boss o capo se parlavano tra di loro, a volte anche direttamente con me)”
Anche Luisa avrebbe le carte in regole, e lei ti posso assicurare farà di tutto per ottenerlo, (Luisa era arrivata da 5 anni e non se la dicevano molto, anzi si tolleravano a mala pena, bionda tinta, bel fisichino, super atletica e competitiva, molto estroversa, pazzerella, sicura di se, disinibita, mi aveva fatto il primo pompino dopo una settimana dall’assunzione, le avevo già riprese in un paio di occasioni perchè non collaboravano volentieri insieme ed aveva fatto anche una scenata in mia assenza, non si sopportavano a vicenda).
Come immaginavo per Betta era un colpo basso, non solo avrebbe forse perso il comando, ma sarebbe stata sottoposta alla sua peggior rivale, e nelle trattative mai perdere il sangue freddo, mai farsi prevaricare dalle emozioni, invece commise un grandissimo errore dicendomi: “Daniele sono certa che sceglierei la più meritevole con il brillante cervello che ti ritrovi, non sceglierai con qualcos’altro” (allusione era chiarissima, quindi sapeva che ogni tanto Luisa si inginocchiava sotto la mia scrivania, con doti notevoli devo aggiungere).
“Chi sa Betta, ho quasi raggiunto la pace dei sensi, potrei essere tentato di scegliere chi mi fa più divertire quest’annetto prima del congedo”
Adesso aveva meno voglia di fare allusioni, si stava preoccupando, e fu li che mi giocai il tutto per tutto, ho prendevo uno schiaffo adesso o non me l’avrebbe dato più:
“Betta lo sai come si dice nella finanza, che un Uomo per far carriera deve avere culo e farsi un gran culo, una Donna invece deve avere un gran bel culo e farselo fare”
L’avevo detto, non gli lascai tempo per controbattere che continuai: “Che tu abbia un bel culo è fuori discussione, ma lasciarlo in esclusiva al maritino ti penalizza” Betta se senti che il posto spetti a te, dovrai dimostrarmi che ci tieni più di ogni altra cosa”
“Hai tutto il fine settimana per pensarci, confrontati con Paolo se vuoi, e lunedì fammi sapere”
Aver nominato il marito, l’aveva mandata in confusione, era ancora rossa come un peperone, e credo che non ci sia cosa più incantevole di una bellissima donna di quasi quarant’anni che ancora arrossisce, era meravigliosa.
Ritornando padrona della situazione velenosamente mi dice: “E cosa dovrei dire a mio marito, che il mio capo vuole farlo cornuto?”
“Betta se deciderai di non accettare il ruolo, spero che non me ne vorrai se sono stato così diretto e sincero, solitamente queste cose si fanno e basta, senza troppe spiegazioni, ma a te ho voluto dare una possibilità in più, sei la mia preferita per quel posto, ma devi diventare consapevole del potere che madre natura ti ha donato”
Guardandomi negli occhi, con ritrovata fiducia, mi dice: “Daniele sono l’unica qui dentro che non è scivolata sotto la tua scrivania?”
Sorrido, ripensando a quanto è stato bello conquistare ognuna di loro, ma gli dico “Betta pensaci e fammi sapere”.
continua………

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