La prima, calda estate di Mirko (I) – La Scoperta

La prima, calda estate di Mirko (I) – La Scoperta

Smettila di trastullarti e comincia a studiare !! “.

Tutti i pomeriggi la stessa storia. Nonostante avessi dei bei voti mia madre continuava trattarmi come se fossi l’ultimo degli asini.

Metto via il telefonino e prendo un libro di testo, uno a caso, giusto per farmi vedere impegnato a fare qualcosa di scolastico.

Dannazione, siamo a fine maggio, ho sgobbato parecchio per tutto l’anno ed i voti erano sono più che buoni, mi sentivo quasi in dovere di lasciar trascorrere pigramente questi ultimi giorni di scuola e anche più tediosi pomeriggi di compiti. Ma no, non per lei; per mamma dovevo tenere duro fino alla fine, stare sul pezzo fino al novantesimo… più recupero.

Che immane rottura.

Infastidito, socchiudo la porta della camera e lancio il libro sul letto; lo seguo poco dopo buttandomi direttamente sdraiato. Dopo neanche due minuti mamma passa nel corridoio aprendo di nuovo la porta. “Vuole controllarmi, la strega, non vuole proprio lasciarmi tregua” penso.

Passata un’ora a ripassare appunti già studiati tanto da poterli ripetere a memoria, il pendolo del salotto avvisa che la lancetta dei minuti ha fatto il giro. Le quattro. Come … le quattro ? Erano solo le quattro ? Avrei giurato di esser stato qui fermo per un giorno intero.

Sento avvicinarsi gli ovattati passi di mia madre, Lei si sta avvicinano. Mi fisso su un paragrafo a caso e fingo di ripetere mentalmente un concetto mimando parole con le labbra.

“Mirko, tesoro, tra poco devo uscire. Ti serve qualcosa per quando torno?”

Non mi volto nemmeno, fingendo ferrea concentrazione. Dentro di me invece gioisco nel sapere che presto se ne sarebbe andata fuori dai… ahemm.. andata fuori. Potevo smettere di far finta di studiare.

“No, Mà, non mi serve niente…” rispondo. Mentalmente aggiungo “.. mi basta solo che te ne vai e te ne resti fuori dalle scatole il più possibile…”.

La sento entrare in bagno ed aprire le porte della doccia, poi ogni altro rumore venne coperto dal suono dell’acqua scrosciante.

Riprendo il mano il telefono, avviai un gioco… ma no… non mi andava. Sapevo quello di cui avevo bisogno adesso, dopo tanta noia. Apro il browser, modo incognito e digito l’indirizzo del mio sito porno preferito. Sul piccolo schermo del telefono appaiono, ordinatamente catalogate, video di ragazze e signore accompagnate da fortunati maschietti pronti a violarle ovunque col loro consenso. Il dito scivola sullo schermo alla ricerca del video giusto, e spingo su un filmato quasi a caso. Il video parte istantaneamente.

C’è una bella signora, già vestita in maniera provocante, in compagnia di un ragazzo di colore. I due parlano di qualcosa in qualche lingua, ho il volume al minimo quindi non saprei proprio che cosa si dicano, non che mi interessi comunque. La signora si siede ed il ragazzo la segue, ancora poche chiacchiere e lei sorride, appoggiando una mano sopra il pube rigonfio del giovane. Una breve serie di reciproci sorrisi ammiccanti ed il giovane si sfila i pantaloni in modo impacciato, scoprendo i suoi boxer già deformati dal contenuto. Lei palpa con maggior vigore mentre lui comincia ad accarezzarle i seni. Sento che anche il mio pene si sta gonfiando e ne cerco il contatto con la mano. La signora si aggrappa ai lembi dei boxer del ragazzo e li sfilano lentamente, il suo pene scuro è appiattito e costretto parallelo alle cosce, ma solo per qualche attimo. I gesti di quella signora sporcacciona liberano il cazzo del giovane e questo raggiunge la sua posizione anatomicamente naturale, con un rigido rimbalzo. Niente male il ragazzo, lo ammetto. La signora dice qualcosa ancora sorridendo, non lo capisco ma posso facilmente immaginare che si stia complimentando con lui, prima di cingere la verga dell’amico e cominciare a manipolarlo con dolcezza. Avvicinando il suo volto candido alla zona pubica del coloured, la donna lascia uscire un bianco rivolo di saliva dalla bocca per ungere l’arnese, poi comincia a baciarlo e morderlo in più punti. Con una mano si sistema i lunghi capelli ricci, scoprendo il viso a favore della telecamera per poi iniziare lentamente un pompino. Io mi apro la zip ed estraggo il mio pisello eretto, non è il massimo della comodità così, ma c’era pur sempre mamma ancora in casa. Lo agito lentamente, con movimenti esperti, simulando i movimenti della signora che … accidenti, ma quanto spazio ha in bocca ?
La signora si stacca dalla propaggine scura e ricurva del ragazzo, si alza in piedi e si sfila le mutandine, è completamente depilata anche lì. Dando i seni alla telecamera, si siede sopra il ragazzo piegando lentamente le ginocchia, mentre un’altra telecamera mostra in dettaglio le mani di lei intente a trovare la centratura e poter affondare il siluro nel proprio organo. I seni pieni della donna ballano e ruotano allegri mentre i loro corpi sussultano assieme, tanto che lei stessa deve bloccarli più volte. L’immagine di quei seni danzanti mi stimola e sento il calore raggiungere la zona publica e delle piccole fitte di piacere gonfiare ancora un po’ il mio giovane pisello. Stavo per sborrare, questione di attimi e…

DDDRRIIINNNN… il suono di un campanello.

Io trasalgo spaventato e rimetto tutto l’armamentario dentro le mutante, chiudendo la zip.

Il campanello della doccia. Era il campanello della doccia ad aver suonato, maledetto!!. Ancora due secondi e sarei venuto. Da dentro gli slip sentivo qualcosa che si stava bagnando.

DDDRRRIIINNNN.. di nuovo quel dannato campanello.

“La mamma, che noia ! Neanche una sega in pace mi lascia fare quella rompico… ma chissà che vuole”. Mi avvicino alla porta chiusa del bagno e busso.

“Entra, entra”: dice lei.

La porta del bagno non era chiusa a chiave. Un flusso di aria calda ed umida mi investe. Dentro sembra una sauna, lo specchio è completamente appannato e lo scroscio d’acqua d’un tratto si arresta. Mamma è dentro la cabina, vedo la sua sagoma rosa al di là del vetro lavorato che la nasconde… ma non la nasconde troppo.

“Fammi un piacere, Mirko. Potresti prendermi un asciugamano per la testa dentro quel mobile?” Chiede mamma.

La guardo ancora, attraverso il vetro, incuriosito. Mi avvicino al mobile, ma la mia attenzione è completamente catturata e mi soffermo a decifrare l’immagine che ho davanti agli occhi. Il vetro della doccia disturba ed altera l’immagine mischiando ogni centimetro in mille piccole e caleidoscopiche forme, la figura d’insieme però è chiara.
La mamma è in piedi e tiene entrambe le mani sopra la testa, probabilmente sta raggomitolando i suoi capelli lunghi per strizzarli. Il suo profilo non è netto e nitido, ma distinguo chiaramente la linea dei suoi seni sollevati e … wow.. notevole. Non era certo in quell’attimo che mi ero reso conto dell’esuberanza delle tette di mamma, ma ora visti ( o meglio .. intravisti ) lì, così, senza niente a sorreggerli o renderli più o meno sollevati con trucchi e impalcature da donna.. wow.

“Ma che sto facendo ?!“ Chiedo tra me e me. Probabilmente sono ancora eccitato per via del filmato che stavo guardando e per la sborrata che ho dovuto ricacciare indietro senza alcun rispetto, ma sento un forte brivido percorrermi la schiena e una sensazione nuova solleticarmi la base dei testicoli, uno strano bruciore più indietro, nella zona dell’ano, cosa mai provata prima d’ora. D’istinto con gli occhi cerco di migliorare la visione di altri dettagli che certo non mi sono sfuggiti…

“Oh ma ci sei ? Dai che ho freddo”. Dice lei da dentro la doccia.

… una lieve macchia scura al centro del suo bacino, i peli del suo pube, una situazione del tutto nuova per me. Di quella zona non avevo esperienze precedenti di costumi da bagno o vestiti generosi, non sapevo se si radesse come le donne dei porno oppure no, anzi a dire la verità non me ne era mai fregato niente … prima di adesso.

Apro l’armadietto del bagno e sposto gli asciugamani più grandi per prenderne uno piccolo, uno di quelli da bidet. Potevo proporle di appoggiarlo appena lì fuori, invece lo appoggio al vetro invitandola ad aprire per prenderlo, e lei cadde nella mia piccola e curiosa trappola di figlio dispettoso.

Lei apre la porta, forse dieci o quindici centrimetri, tanto per poter far passare il suo braccio e mantenere la sua privacy di donna/mamma tutta nuda dentro la doccia.

Ovviamente non le riesce, non del tutto almeno. Ora la vedevo senza filtro, un braccio proteso verso di me, l’altro ripiegato sulla testa a fermare lo scimmiotto di capelli umidi. Il suo viso è bagnato, con qualche traccia di schiuma in una guancia e dietro l’orecchio, gli occhi chiusi.

Quei pochi centimetri di luce bastano ad aprire la strada per un mondo inesplorato e proibito. La mia vista scorre rapida e decisa percorrendo ogni centimetro della sua pelle nuda e lucida, imperlata qua e la da qualche goccia che non era ancora scivolata via.

Un po’ alla volta. La sua ascella, sotto il braccio teso, è stata appena depilata… e poi giù..subito sotto… l’attaccatura della mammella, la curva piena e delicata del seno, nascosto a metà dalla vetrata semichiusa della doccia. Non ne sono sicuro, ma mi è sembrato di scorgere anche il suo capezzolo scuro e… turgido… al centro di un’areola rosa scuro, roba di un attimo. Sento chiaramente qualcosa muoversi dentro lo stomaco e ribollirmi il sangue nelle vene.

La sua mano protesa verso l’asciugamano era incerta e lo mancò un paio di volte prima prenderlo, dandomi il tempo di assaporare per bene quelle immagini e di imprimerle nella memoria. I suoi tentativi di cogliere l’asciugamano ed il movimento del suo braccio rendeva il tutto molto più eccitante visto il contemporaneo sussultare leggero delle sue tette seminascoste. La sua mano si stringe attorno alla pezza e rientra nella doccia…

“Ma non questo, Mirko.. uno più grande. Svelto che ho tutto il sapone negli occhi”.
Ero preparato a questo. Prendo dal mobile l’asciugamano grande e lo avvicino alla sua mano, nuovamente protesa all’esterno. Aveva gli occhi chiusi, disturbati dal sapone e per questo osai sporgermi, avvicinando la testa al muro per aprire un angolo migliore alla visuale.

Ora la vedevo tutta.

Potevo vedere la forma completa di entrambi i seni, appena divergenti tra loro, fieri e maestosi. Avevo visto bene, i suoi capezzoli erano davvero rigidi e sporgevano come bottoncini… e poi giù lungo la linea del suo corpo umido, dove scivola lenta un po’ di schiuma bianca. La lieve ondulazione della pelle sopra il costato appena sotto le mammelle, che proiettavano la loro ombra.

La rientranza del suo snello pancino con al centro un perfetto ombelico. La linea sensuale delle sue cosce strette pudicamente tra loro ed il mio sguardo, guidato dal profilo convergente delle sue cosce, incontra un preciso cespuglio di peli scuri. Un brivido gelido contrasta il calore del sangue: stavo guardando la passera di mia madre…

e mi piaceva da morire.

Cerco di imprimere nella mia mente tutti quei dettagli, il bordo appena rasato sotto l’ombelico ed i suoi peli scuri avvinghiarsi insieme in bellissimi riccioli, sempre più folti all’avvicinarsi della zona più intima di tutte. Le sue cosce si stringevano unendo le ginocchia, le gambe sembravano quelle di una ragazza: lisce, lucide, snelle. I piedi …

“E dai qua !” dice la mamma, chiaramente innervosita, prendendo l’asciugamano e chiudendo con forza la doccia. Io trasalisco spaventato.

Fine dello spettacolo.

Il modo brusco e sgarbato con cui aveva preso l’asciugamano impedendomi di vedere ancora mi risvegliano da quei brevi attimi di trance in cui ero caduto e mi ritrovo lì fuori ancora a guardarla mentre si annoda i capelli dentro l’asciugamano. D’un tratto mi tornano in mente altri momenti in cui lei non era certo stata quell’angioletto che sembrava ora, tutta nuda.

Ed io mi sento davvero un ragazzino dispettoso per quello che avevo fatto e perchè… non posso negarlo.. ho l’erezione più violenta che avessi mai avuto.

Questo assaggio però non mi basta.

Conosco le abitudini di mia madre e sapevo benissimo che una volta messasi l’asciugamano in testa, si sarebbe lavata il resto, così da poter anticipare l’asciugatura dei suoi lunghi capelli e metterci meno tempo al phon.

Apro la porta del bagno e ne esco, senza richiuderla.

Voglio spiarla ancora.

Lascio passare qualche attimo e, non appena sento di nuovo lo scorrere dell’acqua, scosto lievemente l’uscio e mi affaccio. La visuale era ottima ed anche se il vetro della doccia era ben chiuso, potevo benissimo vedere la sua sagoma e capire ogni suo movimento.

Dapprima la mamma rimane qualche attimo sotto l’acqua calda, lasciando impattare il flusso sul petto, poi chiude di nuovo l’acqua e la vedo versare qualcosa sulla spugna, per poi cominciare ad insaponarsi il ventre, passando velocemente sul pube ed altrettanto rapidamente sul seno.

Riuscivo a vedere bene, seppur velatamente, la sua mano trovare spazio tra i seni ed insaponarseli con cura, dentro ogni fessura, mentre questi accompagnano ogni pulizia accomodandosi morbidamente dove era loro possibile. Dove non riuscivo a vedere bene, ci pensava il mio cervello alterato dalla voglia ad abbinare i movimenti rielaborando le immagini delle sue forme assaporate pochi attimi prima senza veli.

La scena mi eccita ancora più violentemente e in pochi attimi intuisco che la cara mammina poteva inconsapevolmente aiutarmi a completare quello che lei stessa aveva interrotto qualche minuto prima, suonando il campanello.

Mi apro nuovamente la zip ed infilo una mano dentro. Lo faccio uscire, facendogli scavalcare le mutande che mi trattenevano ancora i testicoli. Tutta la zona è umida ed appiccicosa, anche la mia mano è sporca di un liquido denso e trasparente.

Sento il cazzo duro ed eretto in maniera diversa dal solito, la cosa mi sorprende. Durante le mie numerose sedute di.. sesso autonomo.. certo mi veniva duro.. ma oggi lo era in maniera prorompente e quando cominciai a scorrere lentamente avanti ed indietro sentivo con chiarezza delle irregolarità, degli scalini. Sembrava che la pelle attorno fosse diventata molto più stretta.

Lo agitai lentamente, stringendo forte, e mi piaceva dannatamente. Provavo piacere nel scoprirlo il più possibile, al limite del dolore, sentendo un brivido ogni qualvolta ne toccavo la massima estensione.

La guardo lavarsi, le sue gambe si aprono per permettere alle mani di poter detergere anche punti che non ho potuto vedere. Poi la vedo voltarsi, e chinandosi per lavarsi i polpacci, entrambe le natiche si poggiano contro il vetro diventando improvvisamente chiare e definite, e non posso fare a meno di perdermi dentro il buco nero all’incrocio tra la parte inferiore del sedere e quello superiore delle cosce.

Sento stimoli fortissimi. Non durerò a lungo. Cerco di rallentare i movimenti per poter godere ancora qualche attimo in più.

Mi incanto nel guardarla ancora sfregarsi le cosce e la schiena e quasi istintivamente chiudo gli occhi, immaginando di abbattere quel maledetto vetro che la nasconde.

Oh… sì… sarebbe eccitante da morire se si lasciasse guardare nuda da suo figlio, non di nascosto, volutamente… compiacendosi del proprio corpo e delle reazioni esuberanti capaci di generare sul proprio figlio.. sì mmm…. “Mamma, guarda come me lo fai venire duro.” Poi la fantasia prende il sopravvento e mi ritrovo all’inizio della scena: il campanello che suona, lei che mi invita a passarle l’asciugamano…

…. la avverto che è pronto, ma in realtà non ho nessun asciugamano da porgerle. Lei apre la porta della doccia ed a tentoni cerca di prenderlo, ma non ci riesce. Allora la aiuto, guidando delicatamente la sua mano. Lei sente della stoffa ma non è quella dell’asciugamano, muove ancora la mano e questa sfiora del pelame morbido, prima di imbattersi nell’asta eccitata del mio cazzo nudo ed eretto. Lei non capisce ancora e come una cieca cerca di capire che cosa stia toccando, è forse una maniglia? No… è Il pomello del portasalviette ? Sfiora la canna per tutta la sua altezza e poggiando le dita sulla sommità umida del mio pisello cerca di dare una forma a ciò che ha in mano. Io mi godo il momento, La mamma sta ancora toccando, poi socchiude la mano attorno alla canna, impugnandola con dolcezza:

“Ma.. Mirko… cosa ? Ah.. ma cos’è questo..” e poi, realizzando: “ mmm.. Mirko… cosa vuoi da mamma ?…” Lei serra la mano con dolcezza, cominciando lentamente il suo accurato lavoro: “Va bene così? Che dici… ti piace?”….

… il rumore improvviso dell’acqua scrosciante mi risveglia da quel magnifico immaginario ed una potente sensazione mi invade il basso ventre, quasi dolorosa. Gli ultimi due colpi con la mano ed eccola, l’esplosione di piacere. Gli ultimi strenui tentativi di trattenermi e poi via libera.

Candidi fiotti di sperma escono con forza e si infrangono nella mia mano… due… tre… quattro schizzi, accompagnati dagli spasmi muscolari del mio pene pulsante. Quasi non riesco a respirare mentre escono gli ultimi densi schizzi, meno vigorosi. Infine una leggera colata bianca scivola lungo la cupola paonazza, i muscoli si rilasciano e rapidamente riprendo a ragionare. Lo sperma mi riempie la mano e fatico non poco a non farlo scivolare giù.

Mi ritraggo e riaccosto la porta in evidente difficoltà. Ancora con i pantaloni calati e le mutante a metà coscia, mi trascino goffamente in camera. Posso fare ancora le cose con calma, la mamma non uscirà dal bagno se non in un paio di minuti. Riesco ad aprire un pacchetto di fazzoletti da naso, imbrattando di sperma tutta la confezione, ne estraggo uno e per prima cosa mi pulisco la mano occupata. Il secondo fazzoletto asciuga il poco seme rimasto sul pisello, tornato più tranquillo anche se ancora sembrava di vederlo ansimare affannato.

Poi ecco arrivare puntuali i sensi di colpa post-sega.

Ma che diavolo avevo fatto ? Non potevo credere di essermi masturbato a tre metri da mamma, ed ancora peggio di averla immaginata toccarmi. E tutto questo, come se non bastasse, dopo aver escogitato tutti quei trucchetti per guardarla nuda.

Non avevo parole per definirmi, ne avevo combinata una peggio dell’altra e cominciavo veramente a sentirmi.. sì.. proprio uno stronzo.

—continua—

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