Lucy – Una puttana in classe (3)

Lucy – Una puttana in classe (3)

Nei giorni successivi io e Marco ci incontrammo altre volte, da me o da lui, facendo sesso sfrenato con enorme godimento di entrambi. Mi ero procurata una parrucca di carnevale e una piccola trousse per il trucco, oltre ad un paio di scarpe col tacco; un tesoro che tenevo accuratamente nascosto ma che ogni volta mi permetteva una sempre più sensuale trasformazione da Luca a Lucy.
Durante i vari incontri avevamo anche sperimentato l’uso delle mie candele; aveva accettato di farsene infilare una nell’ano ma non aveva gradito molto questa esperienza passiva. Al contrario trovavamo entrambi molto appagante farmi preparare da lui l’ano con una candela mentre io gli succhiavo golosamente l’uccello, fantasticando di un secondo ragazzo e di un secondo membro a cui offrirmi.
Tutto rimase a livello di fantasia almeno fino a che il destino non ci presentò l’occasione sul celebre piatto d’argento. Stavamo riprendendoci dalle fatiche dell’amore quando Marco, parlando della gita di classe ormai prossima, mi espose il suo piano, che avrebbe coinvolto Gianni, noto secchione della classe.
Ero francamente perplessa… prima di tutto il mio segreto rischiava di essere conosciuto da troppa gente, specie in una situazione rischiosa come quella della gita. Poi perché proprio Gianni? Marco mi disse che l’anno prima, con il nostro compagno, si era procurato una rivista pornografica e entrambi si erano “piacevolmente soffermati” su di un servizio che vedeva come protagonista una bellissima trans sudamericana, poteva quindi essere il “nostro uomo”.
Non completamente convinta accettai, lasciando comunque a lui il compito di organizzare il tutto.
Partimmo per la gita, e io mi ero assicurato di nascondere nella valigia il mio armamentario. Arrivato al pullman vidi Marco che parlottava con Gianni e andai a salutarli. Gianni era visibilmente imbarazzato e immaginai che Marco l’avesse già messo a conoscenza del nostro piano; nonostante tutto fu molto discreto, come mi aspettavo da lui.
Come previsto, nessuno fece obiezioni quando dividendoci nelle camere, noi due scegliemmo il secchione Gianni come terzo; una volta nella stanza decisi di prendere in mano la situazione affrontandolo dritto per dritto.
“Gianni, immagino che Marco ti abbia già detto qualcosa. Bene… e immagino che, se sei qui, tu sia favorevole. Diciamo che se in questi giorni riusciamo ad andare d’accordo possiamo solamente guadagnarci tutti e divertirci un po’. Ovviamente quello che succede qui deve rimanere qui per il bene di tutti, ok?”
Pensai infatti che in molte delle altre camere si stavano consumando patti simili. Al di là delle coppiette consolidate o createsi per l’occasione, che avrebbero trovato il modo di ricomporsi con una sorta di “gioco delle tre carte” tra gli occupanti delle camere, immaginavo chi aveva portato nascosto in valigia un superalcoolico o anche qualcosa da fumare coi compagni di stanza.
Giunta che fu l’ora di ritirarsi in camera, presi le mie cose e mi infilai in bagno, mentre i miei due cavalieri mi aspettavano di là.
Ammirandomi nello specchio mi dissi, vanitosamente, che stavo diventando sempre più brava a truccarmi… e sempre più figa! Mi diedi uno schiaffetto sulla natica e tornai in camera.
Lì i due ragazzi mi aspettavano sul letto a due piazze che per quelle notti sarebbe stato testimone delle nostre imprese, completamente nudi. Gianni rimase a bocca aperta a vedere la farfalla che era emersa dal bozzolo, probabilmente non si aspettava una simile trasformazione.
Li, sistemandomi in mezzo a loro, e baciai per primo Marco, poi voltandomi cercai la bocca del nuovo acquisto, che rispose subito al bacio. Buon segno.
Di lì a poco, infatti, avevo tra le mani i loro due sessi già eretti e duri, e rimasi piacevolmente sorpresa dalla dotazione del secchione, migliore anche di quella di Marco, mentre le loro quattro mani palpavano, accarezzavano ogni centimetro del mio corpo. Sì, ogni centimetro, in quanto Gianni, sorprendendomi, non disdegnava di accarezzare il mio uccello, duro e svettante anche se meno imponente del suo.
Sollevandomi, mi misi al contrario di loro, così da avere a portata di bocca i loro due bei cazzi; li baciai, li leccai, alternavo il succhiare prima uno poi l’altro quando sentii distintamente il calore umido di una bocca attorno al mio cazzo, e delle dita che si intrufolavano curiose nel mio ano.
Gianni infatti mi stava succhiando mentre io succhiavo lui in 69, e Marco mi masturbava il buchetto preparandolo alla penetrazione.
Viziosa come non mai, staccai la bocca dall’uccello di Gianni lasciando dietro di me una lunga scia di bava, e dissi a Marco “Scopami”.
E così mi ritrovai a succhiare ed essere succhiata da Gianni, mentre Marco faceva sfracelli nel mio culo. Prometteva bene quella gita!
Pregustavo già il momento in cui mi sarei potuta prendere nel culo il grosso uccello di Gianni, ma non avevo fatto i conti con l’inesperienza del mio bel nerd. Infatti di lì a poco prese ad agitarsi sotto di me e, prima che me ne rendessi conto, stavo ingoiando gli schizzi cremosi che improvvisamente mi aveva riversato in bocca, dando il via ad un domino di piacere. Infatti il suo orgasmo provocò il mio, con il mio sperma che si riversò nella sua bocca stretta attorno al mio cazzo di strana femmina. Le contrazioni del mio ano durante la venuta, poi, strinsero il membro di Marco che a sua volta, con due – tre colpi devastanti, mi venne nel culo.
Restammo a rilassarci nel lettone ma ad un certo punto mi accorsi che a Gianni era tornato nuovamente duro. Mi accovacciai sopra di lui appuntandomi la cappella all’ano ancora dilatato dalla precedente sodomia e mi lasciai cadere con tutto il mio peso. Sentivo quel randello risalire nei miei intestini allargando ancora di più il passaggio e rimasi a bocca spalancata, come un pesce estratto dall’acqua in cerca di ossigeno.
Marco fu lesto ad approfittarne; alzatosi in piedi sul lettone, mi porse il cazzo da succhiare. Ero in estasi: un cazzone che mi sfondava il culo e un altro cazzo che mi scopava la bocca. Godevo come mai prima e in quel momento avrei voluto che non fossero solamente due, ma tre, cinque, dieci ragazzi ad approfittare dei miei buchi pronti a dar loro piacere.
Questo ovviamente nei miei sogni; nella realtà i miei due amanti erano più che sufficienti! Essendo già venuti da poco, stavolta stavano scopandomi ininterrottamente da quasi un’ora, cambiando posizione, scambiandosi i buchi… non sentivo quasi più il mio povero culo, ma continuavo a godere, tanto che dal pene iniziò a colarmi fuori sperma senza un vero e proprio orgasmo ma, forse, come in un pre-orgasmo continuo che non accennava a cessare.
Mi ero accorta che la lussuria aveva ormai il controllo su tutti i miei pensieri e istinti. Quando infatti Gianni si era sfilato dal mio culo per scambiarsi con Marco, non mi era passato nella mente neanche per un secondo il pensiero che quel cazzo avesse appena finito di sfondarmi l’ano rimestando nella mia ampolla rettale, ma lo succhiai subito avidamente come una caramella prelibata.
Fino a che, ad un certo punto, chiesi pietà per il mio buco del culo. I due si avvicinarono immediatamente al mio viso cercando le mie labbra e la mia lingua, e mi riempirono rapidamente la bocca di sperma amarognolo…

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