Lucy – Sliding doors (4)

Lucy – Sliding doors (4)

Dopo quell’incontro in cui avevo letteralmente venduto il mio culo per un paio di scarpe costose, fui colta da un momento di confusione.
Ormai il mio io femminile lo avevo accettato pienamente. Ma stavolta mi ero venduta ad uno sconosciuto, un qualcosa che avrei considerato degradante ma che invece, anche grazie alle capacità del mio amante, mi aveva fatto godere come mai prima.
Con Lele avevo fatto passare le nuove scarpe per un mio acquisto, e, contrariamente a quanto temevo, pareva non essersi nemmeno reso conto della maggiore dilatazione a cui il mio ano era stato sottoposto dal meraviglioso cazzo di quell’uomo maturo, probabilmente grazie all’elasticità dei miei giovani tessuti.
E così avevo ripreso i miei incontri con quello che era ormai il mio ragazzo ufficiale. Con cadenza ormai quasi quotidiana ci vedevamo da me o da lui per lunghi pomeriggi di pompini e inculate.
Tuttavia, spesso il pensiero tornava a quell’uomo, ai suoi modi eleganti e al suo splendido cazzo.
Nonostante Lele non mi facesse mancare dosi di sesso pressoché quotidiane, mi capitava spesso di lasciarmi andare ad estenuanti masturbazioni solitarie, durante le quali mi sodomizzavo con grossi cetrioli o zucchine invocando il mio bel gentiluomo.
E così, un giorno, lo chiamai di nuovo. E se la prima volta poteva avere una qualche sorta di giustificazione per il suo regalo, stavolta non c’erano scuse, non c’erano alibi.
Di lì a poco, infatti, ero accanto a lui, sul suo divano, intenta a succhiare quel membro fantastico come una fidanzatina devota col suo ragazzo, mentre le sue dita mi sondavano lo sfintere.
Sullo schermo della grande TV, un video porno mostrava una bella ragazza alle prese con tre uomini di colore, che la possedevano con i loro membri asinini.
“Ti piace?” mi chiese. “L’hai mai fatto con più uomini?”
La sua domanda mi colpì come il gancio di un pugile. Per un attimo mi rividi in quel locale dove tutto era cominciato, con i tre bulli che, senza saperlo, davano vita a Lucy.
“No, non l’ho mai… cioè, diciamo che qualcosa è successo…” e, sospendendo il pompino ma continuando a stringergli il cazzo tra le mani, gli raccontai di quell’episodio.
“E ti dispiace che sia successo?” “Beh, sicuramente è stata una cosa brutta… ma mi ha aiutato a scoprire questa parte di me… Sicuramente avrei preferito un qualcosa di più… condiviso, diciamo”
Lo vidi armeggiare un attimo col telefono, mentre senza che me lo chiedesse, avevo già ripreso a leccare e succhiare quello scettro di carne umana.
Non passarono che pochi minuti che il campanello suonò. Il mio amante si alzò e, nudo com’era, andò ad aprire, e io vidi entrare in casa due uomini distinti, più o meno suoi coetanei.
Cercai istintivamente di coprirmi. Evidentemente il padrone di casa aveva già organizzato tutto e i due erano già pronti nei dintorni di casa sua attendendo un suo messaggio di conferma per presentarsi alla festa.
“Questa è Lucy” disse, e poi rivolgendosi a me: “Lucy, questi sono due miei amici fidati. Se ti va, potremo divertirci tutti insieme…”
Ovviamente ero nell’imbarazzo più completo. Sicuramente avevo chiamato quell’uomo sapendo che avrei vissuto un pomeriggio di sesso, ma sicuramente non mi aspettavo di venire così impudicamente offerta da lui a questi due sconosciuti.
“Non dicevi che avresti preferito che i tuoi amici te lo proponessero gentilmente? I miei amici sono molto gentili…”
“Non erano miei amici…” sussurrai appena, mentre i due uomini si avvicinavano a me.
Uno mi carezzò il viso, mentre l’altro mi sfiorava la coscia.
Il padrone di casa mi prende il viso tra le mani, baciandomi appassionatamente, e il fatto che io risponda al suo bacio viene giustamente inteso come una resa incondizionata. Ben presto, infatti, sono in ginocchio in mezzo a tre uomini nudi dai cazzi che svettano imperiosi.
Come quella volta? No…
Non c’è più lo squallido magazzino, ma questo alloggio lussuoso.
Non ci sono più tre bulletti adolescenti, ma tre uomini esperti dai membri stupendi.
E soprattutto non c’è più il ragazzo bullizzato, ma Lucy, una femmina cazzuta e perversa.
Leccavo e succhiavo quei tre cazzi come se non avessi fatto altro per tutta la vita, lasciando che, di volta in volta, quelli che non stavo succhiando mi venissero strusciati sul viso. A volte cercavo anche, per quanto possibile, di succhiarne due insieme, ma riuscivo solamente a mettermi in bocca le loro cappelle che accarezzavo con la lingua.
E mi sentivo a posto, mi sentivo bella, mi sentivo… troia? Sicuramente, troia e felice di esserlo per quei tre uomini che di lì a poco avrebbero fatto scempio del mio povero culo.
Infatti, mentre i tre cazzi iniziavano già a lasciarmi in bocca il sapore dei loro liquidi prespermatici, il padrone di casa invitò tutti a spostarsi in camera da letto.
Li precedetti nella sala, per poi sdraiarmi mollemente sul lettone. Seguita da quei tre uomini, per un momento mi sentii un’antica e perversa regina attorniata dai suoi servi, capovolgendo quella che era la situazione reale.
Subito, quindi, venni fatta girare a pancia sotto mentre due degli uomini, il padrone di casa e uno dei due amici, si sdraiavano vicini sul letto in modo che entrambi i loro cazzi fossero a portata della mia bocca, girando appena la testa a destra e a sinistra.
Il terzo uomo, invece, lo sentii separarmi le natiche con le sue grandi mani e poi appoggiare il suo glande al mio buchetto. Temevo di sentire chissà che dolore, ma al contrario quel cazzo si fece strada abbastanza agevolmente nel mio culo, precedentemente rilassato dalle dita del mio amante.
Le sensazioni si facevano via via più confuse, come se fossi stata ubriaca di piacere. Sentivo il cazzo che mi pompava nell’intestino mentre ne succhiavo altri due, e quasi non mi accorsi di quando, dopo pochi minuti, il cazzo che mi scopava uscì dal mio culo per darsi il cambio con uno degli altri due.
I tre continuavano ad usarmi come una bambola gonfiabile, infilandomi i loro cazzi in culo e in bocca, insultandomi per quanto fossi zoccola, aperta, sfondata, rotta in culo; io non capivo chi mi stava inculando e di chi fossero invece i cazzi che succhiavo; l’unica differenza che riuscivo a percepire era il sapore amarognolo quando mi trovavo a leccare il membro che era appena uscito dal mio culo, reso ormai pressoché insensibile dalle penetrazioni che ormai si succedevano da almeno un’ora senza alcuna interruzione.
Poi, ad un tratto, due mani mi afferrarono il capo obbligandomi ad ingoiare per intero il cazzo che stavo succhiando, e subito getti cremosi di sperma mi riempirono la gola, quasi soffocandomi. Non senza fatica riuscii però a deglutire quel seme maschile riprendendo per un attimo fiato quando quel bastone di carne mi fu sfilato di bocca.
Come se si fossero messi d’accordo, subito anche gli altri due vennero a riempirmi la gola di sperma, facendomi poi ripulire devotamente i tre cazzi dalla minima traccia di seme.
Non mi sentivo più il culo, e quando provai a toccarmi lo sfintere con le dita trovai l’anello di muscoli oscenamente dilatato e allentato.
Ma avevo goduto, dio se avevo goduto.
Contrariamente a quanto pensavo, però, non era finita qui.
Mentre riprendevo fiato, sdraiata sul letto, mi fecero girare sulla schiena, con le gambe penzolanti dal letto. E prima che potessi reagire, mi trovai davanti al viso due cazzi semiduri che reclamavano la mia bocca.
Cercai di rifiutare, ma seppur di malavoglia accettai quei due membri tra le mie labbra, succhiandoli e riportandoli ben presto alla piena erezione. Il terzo uomo, però, quello che non vedevo, aveva progetti diversi; sollevandomi le gambe verso il soffitto, inginocchiato sul letto, affondò il suo bastone in un sol colpo nel mio culo strappandomi un urlo di dolore.
I tre, ripresa l’erezione, non avevano nessuna voglia di lasciarmi andare a casa, nonostante i miei lamenti. Mi faceva male la mandibola a forza di fare su e giù su quei cazzi, avevo bevuto lo sperma di tre uomini, per non parlare del mio culo che era stato sfondato come mai prima.
Ma tutto questo non preoccupava i tre, che continuavano ad usarmi per il loro piacere. Inoltre, col fatto di essere venuti da poco, temevo che stavolta avrebbero resistito ben di più prima di raggiungere un nuovo orgasmo.
E così infatti fu, visto che solo dopo mezz’ora di pompate violente nel mio povero culo, il padrone di casa urlò il mio nome e mi riempì gli intestini con il suo liquido seminale.
Senza alcuna pietà, uno degli altri due si affrettò a prenderne il posto. I muscoli del mio sfintere ormai venivano trascinati dentro e fuori da me da quel cazzo che mi martellava cattivo nel culo, e io, inaspettatamente, godevo di quella degradazione, di quella perversione. E se prima avevo chiesto ai tre di lasciarmi in pace, ora li avrei pregati di continuare all’infinito a scoparmi, a sfondarmi senza alcun ritegno.
Anche il secondo uomo mi sborrò nel culo, e le contrazioni involontarie dei miei muscoli anali fecero colare lo sperma giallastro non appena sfilò il suo cazzo da me.
Quel liquame disgustoso, anche se non era assolutamente necessario, fece da lubrificante per la penetrazione del terzo cazzo che continuò a scoparmi per un tempo che mi pareva infinito.
Quando anche lui se ne venne, mi cadde l’occhio sulla sveglia posta sul comodino. Solo il secondo giro di scopate anali era durato un’ora e mezza. Per tutto il pomeriggio mi ero fatta sfondare irrimediabilmente il culo da quei tre uomini, e non potevo negare a me stessa di aver provato gli orgasmi più sconvolgenti della mia vita.
Fino a dove sarei sprofondata nella mia depravazione?

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