Cornuto e dominato – Parte seconda

Cornuto e dominato – Parte seconda

Il telefonino squillò proprio mentre stavo facendo la mia mezz’ora di corsa che faccio quasi sempre prima di cena, tanto per mantenermi in forma. In effetti mi piace curare il mio corpo ed alla mia età (40 passati) ho un fisico quasi da ragazzino: cosce e culetto snelli e neanche un filo di pancia. Prima di rispondere controllai sul display chi stava chiamando: Andrea. Era passata una settimana dal nostro ultimo incontro a tennis quando a fine partita feci la mia prima reale avventura omosessuale: un pompino ad Andrea nel WC dello spogliatoio dopo la partita. La cosa mi era piaciuta ed in seguito avevo avuto diverse erezioni ripensando al fatto. Mi eccitava molto ripensare a come Andrea, passata la sorpresa, aveva preso a trattarmi come una vera troia e ad incitarmi con parole volgari e con fare autoritario. Aver scoperto che lui si scopava mia moglie li per li mi aveva fatto incazzare ma aveva alimento le mie fantasie e mi ero sorpreso più volte a desiderare di farmi “scopare” anche io. “Pronto… ciao Andrea, come va…”, lo anticipo. “Ciao Licio, sei pronto per la nostra solita partitina?”. Quelle parole, già pronunciate in altre mille telefonate più o meno uguali, quella volta mi fecero venire un brivido lungo la schiena. “Se vuoi prenoto io il campo” dissi cercando di non far trapelare dalla mia voce l’eccitazione che già montava al pensiero di quanto successo la volta precedente. “Veramente, se tu sei daccordo, avrei organizzato un doppio con due miei amici… due tipi veramente OK”. Non era la prima volta che giocavamo in doppio ed io in effetti trovai la cosa abbastanza normale. Lui continuò: “si tratta del dott. Cosimi, pensavamo di giocare sabato pomeriggio nel suo campo privato della villetta di campagna”. “Va bene, ma il quarto?”, chiedo. “Non ti preoccupare viene anche l’autista Gianni che gioca molto bene”. Il dott. Cosimi era il proprietario dell’azienda dove lavorava Andrea ed era un facoltoso scapolo di circa sessanta anni. L’autista l’avevo già visto ma lo ricordavo poco. Comunque accettai di giocare e salutai Andrea. Mi avviai verso casa non sapendo cosa pensare di questa variazione ai nostri abituali incontri tennistici, poi dopo quanto era successo l’ultima volta…
Tralascio di raccontarvi la partita perché in effetti non fu una bella partita, tutti eravamo molto svogliati e distratti e dopo un’oretta andammo a fare la doccia. C’erano due piccoli spogliatoi: uno per le donne ed uno per i maschietti. Quest’ultimo fu occupato dal dott. Cosimi e da Andrea ed io e l’autista Gianni andammo in quello delle donne.
All’interno di ogni spogliatoio c’erano in pratica due docce una di fronte all’altra, un piccolo cesso ed un lavabo opposti alla porta di entrata e due sgabelli di plastica. Io e Gianni ci spogliammo e andammo in silenzio sotto le docce. Cominciammo a bagnarci ed io non potevo fare a meno di notare il bellissimo fisico di Gianni: alto e possente, molto muscoloso. Osservavo Gianni mentre si insaponava e non riuscivo a distogliere lo sguardo dal suo bel pisellone che intanto aveva ben scappellato. Dopo un po’ anche lui mi guarda e dice: “perché non mi aiuti ad insaponarmi la schiena? Sai Andrea mi ha parlato delle tue doti…”. Non me lo feci ripetere due volte e andai sotto la doccia con lui. Gli insaponai la schiena e le sue bellissime chiappe e quando si girò continuai sui suoi muscoli pettorali, sugli addominali… Gli presi in mano il suo affare che intanto era cresciuto e muovendo la mano gli dissi: “hai un fisico bellissimo”. Lui disse: “ti piaccio? E il mio cazzo ti piace?”. “Moltissimo…”, mi abbassai e cominciai a leccarlo dalle palle alla cima, sul risvolto della cappella. Poi lo presi tutto in bocca e cominciai a pomparlo. “Così, così, bravo” mi incitava, “ora ti riempio la bocca di sborra”. Infatti dopo un po’ che lo pompavo mi spara cinque o sei fiotti in gola. “Sei proprio una troietta, ma non ti preoccupare” disse “oggi troverai pane per i tuoi denti…”.
Mentre mi vestivo pensavo a quello che Gianni mi aveva detto:”troverai pane per i tuoi denti…”. In che senso? Cominciavo a pensare che Andrea aveva organizzato la partita non soltanto per amore del tennis… Fuori dagli spogliatoi trovammo il dott. Cosimi e Andrea che ci aspettavano. Il dott. Cosimi disse: “è ancora presto, perché non andiamo a bere un aperitivo in casa?”. Entrammo nella villetta e Gianni dispose nel tavolino del grande soggiorno un po’ di aperitivi e degli stuzzichini. L’ambiente era molto luminoso: aveva su una parete una fila di finestre con una grande tenda ed oltre al tavolino suddetto era arredato con tre bellissime poltrone di pelle, un mobile con la televisione e l’impianto stereofonico ed una grande libreria. Parlammo del più e del meno per una mezzora. Nel frattempo pensavo a quanto mi aveva detto poco prima Gianni ed in verità mi sentivo molto eccitato nonostante fossi già venuto nello spogliatoio. In quel momento mi sentivo una gran troia che non vedeva l’ora di farsi “scopare”.
Ad un certo punto della conversazione dissi passando da palo in frasca: “Gianni, che cosa intendevi prima quando mi hai detto che oggi avrei trovato pane per i miei denti?”. Al posto di Gianni rispose il dott. Cosimi: “Andrea ci ha detto che bel pompino che gli hai fatto…”. Gianni aggiunse: “confermo che è proprio bravo!”. Il dott. Cosimi continuò: “e siccome mi piacciono molto i culi vergini ha pregato Andrea di organizzare questo incontro”. Intanto il dottore si era alzato e piazzandosi davanti a me disse: “visto che hai già assaggiato il cazzo di Andrea e di Gianni, cosa ne dici di assaggiare anche il mio? Dai, tiramelo fuori…”. Slacciai la patta dei pantaloni del dottore e dopo poco tirai fuori il suo uccellone, lo scappellai e lo misi in bocca. Intanto anche Gianni e Andrea si erano alzati, si erano posizionati ai lati del dottore e avevano tirato fuori il cazzo. Mentre pompavo il dottore, che ormai aveva il cazzo completamente duro e mi scopava in bocca spingendomelo fino in fondo alla gola, masturbavo gli altri due. Dopo un po’tutti e tre i cazzi erano completamente eretti ed io li spompinavo alternativamente. Ad un certo punto il dottore disse: “ora girati e mettiti a pecora puttanella che voglio sverginarti!”. Obbediente tolsi i pantaloni e le mutande, mi girai e mi misi in ginocchio sulla poltrona appoggiandomi sulla spalliera, intanto anche il dottore si era tolto i pantaloni e le mutande, dopodiché tirò fuori una pomata da un cassetto e disse: “allarga le cosce che ti preparo…”. Allargai prontamente le cosce: il dottore mentre con una mano mi allargava le chiappe con l’altra mi spalmava la crema sul buco del culo. Mi sentivo proprio una vacca e questo mi eccitava moltissimo. Mi introdusse un dito nel buco del culo dicendo: “senti che buchetto stretto, hai proprio un bel culetto vergine lo sai troietta?. Il dito, grazie alla pomata, era entrato su facilmente ma in effetti mi procurava un po’ di bruciore. Dopo un po’ che lo muoveva fuori e dentro mi infilò un altro dito. Dopo un paio di minuti il bruciore passò; il dottore muoveva le due dita allargandole come quando uno fa il segno di vittoria dilatando per quanto possibile il mio ano: la cosa mi piaceva non poco e mi sentivo tutto bagnato quasi come avessi la fica. Infatti il dottore disse: “ora sei pronto”. Spalmò un altro po’ di crema sul suo cazzo e me lo appoggiò sul buco del culo. Il suo cazzo non era grandissimo di diametro ma comunque era discretamente lungo. Mi entrò dentro molto più facilmente di quanto mi ero sempre figurato nei miei pensieri. Mentre mi pompava su e giù mi diceva frasi del tipo: “com’è puttanella, ti piace come ti scopo”. Lo sentivo muoversi in pancia e ciò mi faceva godere veramente alla grande e non potei fare a meno di dire: “si, si, scopami così, mettimelo dentro fino alla gola”. Ad un certo punto tirò fuori il pisello e si sedette sulla poltrona: “avanti, ora siediti sul mio cazzo”. Eseguii subito il suo ordine: mi girai e mentre mi sedevo lui mi allargava le chiappe con le mani ed io gli tenevo il cazzo per indirizzarlo al meglio sul mio buco di culo che ormai era tutto un lago. In quella posizione, mentre il dottore con le mani sulle mie chiappe mi sosteneva aiutandomi nel movimento di su e giù, Gianni e Andrea mi sbattevano sul viso i loro cazzoni ed ora uno ora l’altro me lo mettevano in bocca. Passò qualche minuto di questa ginnastica prima che il dottore venne. Sentire la sua sborra calda nel mio sfintere fu una sensazione davvero speciale. Andrea prese il posto del dottore ed anche lui se ne venne dentro al mio culo in pochi secondi. Venne il turno di Gianni e mentre lui mi inculava gli altri due mi strusciavano il loro cazzo ormai già un po’ smosciato nel viso e nella bocca cosicché in pratica dopo un po’ li avevo ripuliti per bene dai miei umori e dallo sperma. Anche Gianni venne nel mio culo: non c’è che dire, avevo fatto proprio un bel pieno di sborra. Mentre Gianni veniva presi in mano il mio cazzo e tanto bastò per farmi venire immediatamente nel pavimento. Tornando a casa ripensavo a quanto successo e mi sembrava incredibile che tutto ciò fosse accaduto veramente. Mi venne in mente che forse, le fantasie sessuali ed omosessuali che avevo sempre avuto non si sarebbero mai concretizzate se non avessi scoperto che mia moglie mi tradiva con Andrea. Forse questo fatto aveva allentato la mia responsabilità nei confronti del mio mondo consolidato, minando quel poco di sicurezza che mi permetteva di rinunciare più facilmente a quello che pensavo fosse il mio lato femminile. Forse, incredibilmente, avrei dovuto ringraziare mia moglie…

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