Mentre vagava tra la folla del mercato Xxxxx vide davanti a sé un suo amico che parlava con un ragazzo di carnagione scura e i capelli nerissimi “Io Xxxxx l’ho trombato per un anno, e quel culo inarcato all’infuori come in offerta, quella camminata strana di uno che il cazzo l’ha preso e sembra che ce l’abbia sempre dentro me li ricordo ancora”! Che incredibile coincidenza, quei due stavano parlando di lui e il suo amico garantiva ad uno sconosciuto che il suo didietro era ben avviato e pronto all’uso. Poi nel via vai del passeggio i due si allontanarono e lui non poté ascoltare il resto della conversazione che proseguì a sua insaputa con il solito argomento “Ma tu pensi che a me lo dia il culo”? Aveva continuato il ragazzo con la pelle scura mostrando un evidente interesse. “Stai sicuro, cerca sempre qualcuno per farsi scopare, sentirai come gode quando glielo metti dentro, se gli piaci te lo dà subito, basta che gli fai due gentilezze per fargli venir voglia e lui se lo prende tutto e te ne chiede ancora”. Non ancora persuaso quell’altro con espressione interrogativa accennò alle dimensioni abnormi del fallo che si intravedeva nei calzoncini e ottenne in risposta “Anche se è grosso, vedrai che sarà facile, non è mica una verginella, ci sta anzi che non faccia storie proprio per quello”! Visto che la faccenda aveva avuto quell’avvio lui non dovette attendere molto perché il ragazzo con la pelle scura, un marocchino, e Francesco, il suo vecchio amico, si facessero vivi per portare i loro propositi a compimento. La sera stessa mentre era in piazza a bere un bicchiere e a fare quattro chiacchiere Francesco lo avvicinò e gli presentò Ahmed, il ragazzo con la pelle scura. Naturalmente lui finse di non sapere niente della conversazione alla quale aveva assistito, ma per il resto tutto si svolse come per un piano preordinato. Ahmed invitò lui e Francesco a casa sua per un the e entrambi accettarono. Mentre erano per via a Francesco venne in mente di avere un impegno al quale non poteva in nessun modo rinunciare e li lasciò soli congedandosi velocemente. Il suo destino era segnato, e lui lo sapeva. Fra poco Ahmed gli avrebbe messo il suo grosso arnese nel culo e la certezza di ciò che doveva avvenire lo faceva tremare di desiderio. Arrivarono a casa. La stanza principale era arredata all’uso marocchino, tappeti ovunque e grandi cuscini su cui sedersi, mobili quasi non ce n’erano. Ahmed gli indicò un posto su una fila di grossi cuscini appoggiati in terra contro alla parete, poi si avviò in cucina a preparare il the. Dopo pochi minuti portò la bevanda e gli si sedette accanto. Sorseggiarono insieme il liquido dolce e profumato di menta nel quale Ahmed aveva disciolto una sostanza misteriosa. Lui non dovette attendere molto perché la bevanda facesse effetto, con il corpo abbandonato contro la parete cominciò a scivolare sui cuscini mentre era pervaso da una sensazione di grande benessere e da una inquieta felicità. Di certo il compagno non poteva sapere che lui con gli occhi chiusi, inebriato dalla bevanda, sognava una lunga fila di cazzi che si addentravano nella sua apertura e lui li accoglieva tutti, uno dopo l’altro, allargandosi per fargli spazio meglio che poteva. Ahmed, trovandolo in quello stato di abbandono, era passato all’azione e si era fatto audace, lui sentiva il suo fiato sul collo e le mani che gli toglievano i vestiti. Lo lasciò fare assecondandolo pigramente. Provava piacere per le carezze ed i baci che il compagno eccitatissimo non risparmiava di dargli. “Ti ho desiderato appena ti ho visto – cominciò a dirgli il suo ospite – hai un sedere tondo e bianco come la luna, non so come ho fatto a resistere fino ad oggi, avrei potuto seguirti per strada e prenderti a forza al riparo di un portone che tu lo volessi o meno, ma ora sei qui, adesso devi solo lasciarti andare e ti farò il culo come non ha mai provato”. Erano ormai tutti e due nudi, i loro corpi bruciavano per il caldo e per l’eccitazione, la verga di Ahmed, gonfia allo spasimo e dura come un palo cercava la via d’accesso dentro di lui. Con un parlare esitante misto a sospiri affannosi mentre con ogni cura si disponeva alla penetrazione lui dette ad Ahmed il suo assenso “Sì, sì, fai tutto quello che ti piace, mettimelo dentro, non ce la faccio più dalla voglia…” e per rendergli il compito più facile protese all’indietro le natiche e bagnò abbondantemente il suo ingresso con la saliva mentre il suo amante faceva la stessa cosa con la verga. Poi tutto fu facile, lentamente e con decisione il grosso fallo di Ahmed cominciò a entrare. Era una sensazione magnifica, la sua apertura si allargava per accoglierlo e a stento vi riusciva, lo sentiva scorrere lentamente centimetro dopo centimetro. Adesso aveva il sesso del compagno saldamente piantato dentro quasi per intero e godeva immensamente il piacere della penetrazione. Ahmed non gli risparmiava i baci manifestando apprezzamento per la rapidità e la condiscendenza con la quale si era arreso alle sue voglie. Stringendolo per le anche lo sollevò davanti a sè mettendolo in ginocchio e cominciò a chiavarlo. Dapprima lentamente, poi con sempre maggiore energia e rudezza. Gli stava facendo il culo in modo brutale, alla sua maniera, e lui incantato da questo prodigio lo assecondava donandogli tutto se stesso. Presto raggiunto il massimo del piacere Ahmed lo strinse a sé penetrandolo fino in fondo e rovesciò fiotti di sperma dentro di lui. Seguì all’amplesso la quiete del riposo. Lui si assopì in un sonno inquieto e popolato di visioni. Vedeva una giumenta, la vulva gonfia e bagnata di abbondante schiuma si contraeva e si dilatava con un movimento intermittente, vicino a lei uno stallone la corteggiava mordendole il collo e strusciandole i fianchi, il lungo pene del maschio ciondolava fra le zampe posteriori. Poi lo stallone salì sulla giumenta e il grosso pene trovò la strada per entrare nella vulva irrorata di schiuma, la monta fu breve ed energica, colpi rapidi e intensi, poi lo stallone discese e si allontanò mentre la giumenta ritornò a brucare. Aveva sognato la libertà di cui i cavalli erano il simbolo, il desiderio animale di accoppiarsi a cui nessuno poteva resistere. Lui immaginò di essere quella giumenta e che Ahmed fosse il suo stallone, e non era solo un sogno, infatti senza che lui se ne fosse accorto il suo amante era tornato ad assalirlo, lo aveva penetrato di nuovo e adesso lo montava a tutta forza. Ormai privo di ogni ritegno lui prese ad incitarlo gridando “Mettimelo dentro, Ahmed, fammi il culo, sfondami il culo Ahmed, è bellissimo”!
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