Dopo l’intensa scopata in macchina con la collega Caterina di Parma (vedi racconto precedente: Sesso pelle e stivali – in macchina), nella notte raggiungo Pisa, dove la mattina avrò un’altra riunione del mio tour di lavoro presso le nostre filiali. Ho dormito poco, stanco per l’intenso amplesso con Caterina tutta inguainata nel mio elemento preferito: la pelle, di trench, guanti e stivaloni; poi guidando nella notte piovosa non ho resistito a masturbarmi coi guanti che Caterina mi ha lanciato provocatoriamente nella macchina profumata della pelle e del sesso che la collega ha voluto praticare in tutti i suoi tre umidi pertugi. Ora i lunghi guanti di nappa alla moschettiera sono nella mia stanza di albergo, tutti imbrattati dal mio sperma e non posso fare a meno di odorarli, fantasticando sulle promesse fattemi da Caterina: avrebbe avvertito la stagista bionda di Pisa di vestirsi in pelle e stivali per me … e forse la sera ci avrebbe raggiunti per riprendersi i guanti ed un’altra abbondante razione di sesso a tre con la misteriosa stagista, da lei definita come alta, prosperosa e bisessuale, avendola già leccata tutta !
Arrivo alla sede pisana per il pranzo, cui seguirà la riunione, mi accoglie proprio la famigerata stagista addetta alle PR: una ragazza ventenne, alta un metro e ottanta, bionda, occhi vedi intensi, labbra pronunciate e sensuali e … soprattutto … due tette stupende, grandi, direi una quarta, due perfette semisfera sormontate da visibili capezzoli tesi sotto … neanche a dirlo … un corpetto di pelle morbida verde, in perfetto pandant con la minigonna portafoglio, anch’essa di pelle e gli stivali larghi, flosci e morbidi sulla gamba chilometrica (che a tirarli su sicuramente arriveranno a mezza coscia), entrambi i capi color tabacco. Il culetto, fasciato nella mini di pelle non è da meno del seno: alto e pronunciato alla brasiliana, due perfette mezze mele da mordere ! Date le premesse di Caterina il cazzo mi si fa duro nei pantaloni, ma devo darmi un contegno. Mi vengono presentati i colleghi e si consuma tutti insieme un business lunch, per poi iniziare la riunione.
Durante tutto il tempo Simona (così si chiama la bionda stagista) ed io ci scambiamo intensi sguardi, in cui credo di scorgere una punta di malizia nei suoi verdi occhioni; non so se lei si è vestita così perché avvertita da Caterina o se lo faccia abitualmente, comunque è davvero splendida ed attraente, il suo alito profumato si mischia all’irresistibile odore della pelle che indossa. La mia foia aumenta di ora in ora e non so come finirà la giornata, per cui durante una pausa, mi avvicino con nonchalance a Simona e le chiedo: “che programmi ci sono per il post riunione ?”, Lei risponde con una punta di malizia “… sarai stanco, non abbiamo previsto nulla … ma se vuoi ti posso tenere compagnia per la cena: è brutto mangiare da soli ! … poi però … subito a letto … che domani devi fare altri chilometri …”; risposta ambigua e stuzzicante, che mi lascia in sospeso e sempre a cazzo duro, tant’è che vado in bagno, dove trovo appoggiati dei guanti di gomma gialli per le pulizie, con cui mi faccio una sega per allentare la tensione, ma la vista della mia sborrata sulla gomma dei guanti mi eccita ancora di più e la mia immaginazione vede la ragazze delle pulizie che li troverà impiastricciati, leccare via tutto il mio seme dal guanto giallo !
Finita la riunione, saluto i colleghi respingendo gli inviti a cena, con la scusa – suggerita da Simona – che sono molto stanco, la notte precedente ho dormito poco guidando nella pioggia e devo fare ancora molta strada; Simona sentendo le mie scuse di diniego annuisce sorniona e quando può si avvicina al mio orecchio e mi dice: “ti vengo a prendere io al tuo albergo alle 20:30, così potrai riposarti un paio d’ore, vedrai non ti farò fare tardi … a cena …”.
Mi metto in libertà e mi sdraio nella mia suite nel miglior albergo di Pisa, ma la fantasia non mi fa risposare molto, sono veramente curioso di ciò che mi aspetta … e non devo aspettare molto … : alle 19:30 sento bussare alla porta ed apro pensando sia una cameriera, invece è Simona, in tutto il suo splendore di pelle e sensualità, con in più un trench sulle spalle ! Stupito le chiedo se sia già l’ora della cena, ma Lei entrando e richiudendo la porta mi risponde: “no, ma volevo l’antipasto … tutto per me …” gironzola per la stanza, ancheggiando provocatoriamente, trova i guanti di Caterina sul tavolino e li porta al suo nasino e gli dà una leccatina dicendo “mmmmhhhh profumano di pelle e … sanno di sperma: devi essere un gran porco per sborrare sui guanti di una collega, soprattutto se ne hai un’altra a portata di cazzo e tutta vestita in pelle … proprio per te !” Poi mentre si carezza un seno attraverso il corpetto stretto, prende il guanto e lo strofina sotto la minigonna portafoglio sulla sua fichetta, che vedo non essere coperta da mutandine. Mi avvicino al divano su cui è seduta e Simona mi attira a se, slaccia i pantaloni, me li cala con le mutante, facendo schizzare fuori il mio arnese eretto, lo afferra con la manina in cui stringe il guanto di Cate bagnato dai suoi umori vaginali e lo masturba piano, appoggiandoci le labbra e dando leccatine, finché non lo ingoia e lo stringe succhiando e masturbando; le mie mani scivolano a massaggiare i suoi seni turgidi, vorrei sbatterla subito distesa per frugare il resto del corpo statuario, ma pompino e tette mi catturano, mentre lei mi stringe le chiappe per dare ritmo alle stantuffate profonde nella sua gola, poi mi cinge i fianchi con i morbidi stivali, con un salto si attacca alle mie spalle e mi viene in braccio, posizionando il suo pube lì dove prima c’erano le sue labbra e leccandomi un orecchio dice “adesso pianta questa mazza dura e insalivata nel mio praticello, scopami fino in fondo, sfondami la fica in fiamme …”, io, in piedi, mentre mi cinge il collo la tengo sollevata con le mani sul suo culetto ancora coperto dalla pelle della minigonna e dal trench che non si è tolta, mentre lei mi saltella sul cazzo facendolo entrare e uscire dalla fica fradicia di voglia, e spingendolo fino all’utero, aiutata dagli stivali che fanno perno sul mio culo; si scopa furiosamente fino all’orgasmo, violento, intenso; poi senza preavviso e senza che io sia venuto, salta giù, mi stringe il cazzo alla radice e dice con voce angelica, mentre si ricompone : “adesso basta, vatti a sciacquare con l’acqua fredda per riportare questa verga a misure accettabili e andiamo a cena … non voglio toglierti la fame con l’antipasto … chissà cosa ci aspetta più tardi … !” Obbedisco e mi rivesto, ma prima di uscire la attiro a me e la bacio profondamente con la lingua, pomiciando tutto il suo corpo attraverso la pelle e infilandole una mano tra le melette perfette del culetto in cerca del suo fiorellino anale, in cui penetro un dito per pregustarne la consistenza. Lei dopo dieci minuti del trattamento ha i capezzoli duri e i pertugi umidi, ma mi respinge dicendo “Basta così: dobbiamo tenerci la voglia per dopo … ci servirà !” e mi trascina fuori.
… SEGUE …
Aggiungi ai tuoi preferiti