La studentessa esibizionista e il cameltoe

La studentessa esibizionista e il cameltoe

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Vi domando, giusto per curiosità, vi siete mai sentiti osservati?

So che questa domanda, tra l’altro come preambolo di un racconto erotico, può suonare piuttosto strana; tuttavia sono arrivato alla conclusione che le persone in grandi linee, si possono dividere in 2 categorie: chi guarda e chi più o meno consapevolmente si fa guardare.

Ecco, io appartengo alla prima categoria da sempre; fin da ragazzo ho sempre amato soffermarmi a guardare le altre persone e non parlo solo di voyeurismo sessuale ma di osservazione più in generale al fine di scrutare: tratti fisici, atteggiamenti, modi di fare etc…Per questo tal volta mi chiedo, se vi siete accorti in alcune occasioni, se qualcuno vi stesse osservando? Se non ve ne siete mai accorti, forse è perché anche voi come me, eravate intenti a guardare e quindi probabilmente appartenete anche voi in qualche modo alla “razza dei voyeur”.

Ora che non sono più un ragazzo e di anni ne ho quasi 40, questa mia passione, non solo non è cessata, ma è diventata sempre più morbosa, tanto da crearmi anche un poco di dipendenza. Guardare, mi ha sempre più eccitato che del fare; anche se certo non disdegno di fare del buon sesso, quando c’è l’opportunità.

Di recente, ho scoperto una nuova pratica di voyeurismo, che si chiama cameltoe. Cos’è il camel toe vi chiederete? Beh niente di particolarmente complicato; si tratta semplicemente della così detta impronta della vagina, che si forma quando una donna, veste con legging o pantaloni aderenti, magari anche non indossando di proposito le mutandine. Oppure questo effetto si forma molto spesso anche, indossando il costume in spiaggia, soprattutto quando la donna fa il bagno ed il costume aderisce ancor più, mettendo in evidenza la forma della vagina. Non so per voi, ma per me, tutto questo è davvero molto eccitante. Quando vedo, in palestra, in spiaggia o in un altro contesto, un camel toe, divento pazzo dall’eccitazione.

Fin qui, posso immaginare, che la mia storia non vi sembri neanche tanto una storia vera e propria ma solo chiacchiere da bar. Ma: c’è un grande ma per l’appunto. Sara è la giovane protagonista del mio racconto; una studentessa universitaria di origine italo-tunisine, che vive e studia, nella mia città natale: Bologna. Ho avuto modo di conoscerla, perché ad affittarle, la casa dove vive con altre studentesse sono stato proprio io; infatti oltre alla mia professione di geometra, ho la fortuna di aver ereditato, la casa che era di mia nonna, che attualmente affitto a studentesse come Sara.

Sara non è stata la prima ragazza, alla quale ho affittato la stanza; mi è capitato in oltre 5 anni di avere un notevole via e vieni di ragazze che sono entrate ed uscite da quell’appartamento. Tuttavia con Sara, la simpatia nonostante la differenza di età, è stata da subito immediata.
Era fine agosto, quando ci siamo incontrati per la prima volta, lei aveva visto le foto della camera nell’annuncio on line ed aveva confermato il suo gradimento subito, senza voler neanche aspettare per vedere la camera dal vivo. Come da nostri accordi, ero andata a prenderla alla stazione di Bologna, dove poi l’avrei accompagnata a casa. Avevo intravisto una sua foto sul suo profilo whatsapp, ma quando poi vedi una persona dal vero, l’impressione è sempre diversa; in questo caso come spesso non accade, il mio giudizio fu migliore di quello che mi aspettassi dalla foto.

Sara era una ragazza di 170 cm circa, un po’ robusta, ma con forme regolari e gradevoli, lunghi capelli neri, occhi color nocciola ed un sorriso ammaliante, che mi catturò subito; ma ancor più fui colpito dai leggings neri che indossava e che le erano piuttosto stretti, tanto da mostrare un cameltoe, di quelli che non si possono scordare.

Durante il viaggio in auto, dalla stazione alla casa, non nascondo che ci fu un po’ di imbarazzo, come può accadere in queste occasioni, con una persona che non si conosce. I nostri circa 10 minuti in macchina, passarono tra poche parole, sinceri sorrisi reciproci di cortesia e il mio sguardo che si divideva tra la strada e la vista della sua vagina in evidenza che strabordava dai suoi leggings. Una volta arrivati a casa e fatto il passaggio delle chiavi, ci salutiamo cortesemente e mi avviai verso l’ufficio per terminare la giornata lavorativa.

La mia giornata trascorre con il pensiero fisso tra quel bellissimo cameltoe e quello splendido sorriso; oltre la voglia matta di approfondire la sua conoscenza. Un po’ combattuto ma anche molto voglioso, la sera le mandai un messaggio whatsapp:

<< Ciao, come va? Volevo, assicurarmi che ti trovi bene e che è tutto ok>>.

Non mi dilungherò, riportando i dettagli dei nostri messaggi, che durarono quasi un mese, prima del nostro incontro, ma come avrete già capito, successe quell’occasione che capita di rado nella vita; dove una ragazza molto più giovane concede il suo tempo e le sue attenzioni ad un uomo ben più maturo. Per onore di cronaca, devo solo dirvi, prima di addentrarmi nel racconto che Sara, aveva notato la prima volta in auto, il mio fissarle i pantaloni all’altezza della vagina ed in quella occasione ebbi modo di spiegarle la mia passione per il cameltoe. Lei non sapeva neanche cosa fosse, ma mi confessò, che maliziosamente amava portare i leggings stretti e senza mutandine, per attirare l’attenzione; il che la rese ai miei occhi ancora più eccitante.

Il nostro primo incontro, fu un proprio e vero regalo: il regalo di una giovane ragazza esibizionista, che accontenta la voglia di un uomo di 40 anni. Ci trovammo in un albergo, nel quale ero già stato e che era fornito di una piccola poltroncina nella camera da letto, oltre al bagno. Io come d’accordi presi precedentemente, arrivai circa 10 minuti prima ed andai in bagno dove aprii poco meno di metà la porta, tanto da avere bene in vista la poltroncina ma in modo di risultarle non visibile. Il mio ordine, era tassativo non doveva togliersi mai i leggings, al limite farsi una sorta di ditalino ma senza spogliarsi e doveva fingere di essere sola e che io non fossi presente. Lei arrivò puntuale, come avevamo stabilito, indossando gli stessi legging, che aveva il giorno del nostro primo incontro. Posata la borsetta a terra, si sedette sulla poltrona, distendendo bene le gambe per poi lentamente iniziare a toccarsi la figa, senza togliersi i leggings e lasciando come mia richiesta, bene in vista quella splendida impronta di giovane figa che tanto mi faceva impazzire. Iniziai a menarmi il cazzo, mentre lei a sua volta si strofinava bene la fregna gemendo maliziosamente. Quel gioco sembrava piacerle moltissimo, tanto che il suo piacere e il suo mugolare, oltre l’intensità con il quale si toccava divennero sempre più forti ,fino ad un orgasmo che le bagnò gli stessi pantaloni e solcò ancor di più l’impronta della sua giovane fichetta. Io a mia volta, feci una grande sborrata sul pavimento del bagno, godendo davvero molto.

Dopo quel giorno, le mi chiese in modo più o meno diretto di scoparla, cosa che ho fatto, ma prima le chiesi di accontentare altre mie passioni, riguardanti il voyeurismo e chissà che un giorno non ve le racconti.

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