La moglie perfetta

La moglie perfetta

“Certo che Valentina è proprio una brava ragazza” dichiara Sandro al barista.
“Infatti. Beato Simone che l’ha sposata. E’ bella e fedele: pensa che sta con lui da quando andavano a scuola. Mai vista fare l’oca con qualcuno, sempre serena, pacata, simpatica e seria. Sai una cosa, però? Detto tra uomini: a queste donne spesso manca il brio al letto.”
“Hai ragione. Pensiamo sempre alla fica, ma alla fine andiamo a cercare la tipa che ci fa stare tranquilli per poterci accasare. E poi dobbiamo ripiegare su qualche troia per un pompino fatto bene.”
“Che vuoi farci, Sandro, mica si può avere tutto dalla vita.”
Mentre i suoi amici spettegolano al bar, Simone è a casa a vedere la partita della sua squadra del cuore.
“Forza, butta dentro questa palla!”
Valentina si presenta da lui nuda, con una cinta larga attorno alle anche. Si siede a fianco al marito che non smette di fissare lo schermo, ma passa una mano sulle cosce piene e sode della moglie.
“Porca miseria, così mi fai morire” le dice.
Scorre i polpastrelli fino al pube e lei spalanca le gambe per farsi toccare. E’ totalmente fradicia. I suoi capelli lunghi e neri le arrivano alle scapole, gli occhi grigi sono spalancati come fari, il naso un po’ pronunciato adombra la bocca piccola e carnosa. Le poppe grosse e succulente come due frutti selvatici restano strizzate tra le braccia conserte.
Simone la masturba con delicatezza e Valentina emette dei gridolini di piacere. Il cazzo dell’uomo scoppia nella tuta di cotone. Lei se ne accorge. Lo fa alzare appena per tirargli giù pantaloni e mutande. Gli guarda l’uccello da vicino.
“Eccolo, il mio amore, l’unico che è entrato e potrà mai entrare dentro di me.”
Se l’è scelto bene, la signorina, perché è veramente un amore sopra la media. Non per la lunghezza, che pur non è da disdegnare con i suoi diciassette centimetri, ma per la circonferenza. Valentina adora il suo partner e altrettanto fa con il suo pisello. Come ogni donna dovrebbe.
Arriva a un centimetro dalla fava rigogliosa di Simone e alita calorosamente sulla sua grossa e umida cappella. L’erezione è vigorosa al punto di fargli male: il cazzo è irrigidito e fermo come un bastone. Nessuno ci sa fare come lei.
Il ragazzo, distratto e confuso, percepisce il contatto della lingua della moglie che gli lecca il glande con attenzione, facendo scivolare dappertutto il liquido che ne emerge, che a lei piace tanto. Prima di ospitarlo tra le fauci, Valentina indugia sulla base del frenulo. Con la bocca socchiusa, morbida e bagnata, scorre su e giù sull’asta. Un attimo più tardi lo assapora, succhia prima la cappella, poi lo ingoia quasi tutto.
Simone ha delle sensazioni uniche: avverte un calore indistinto attorno al pene inzuppato dalla saliva e dalle prime gocce di sperma. Si abbandona anche al suono della donna che biascica, mugola e respira affannosamente, godendo a pieno di quella fellatio da manuale, che non sarebbe tale se non ci fosse una passione vera, totale, un trasporto sincero.
Il pompino prosegue finché Simone sobbalza e sborra, osservandola mentre accoglie il suo seme, follemente eccitata dinanzi al godimento intenso di lui.
Simone è grato e pronto a ricambiare. La fa mettere in piedi sul divano, si fa schiacciare il viso con la vagina e la mangia voracemente, palpandole le natiche nel frattempo. Il sesso di lei è un fiume in piena: bastano pochi movimenti per darle orgasmi a ripetizione. Succede grazie all’amore e della fiducia: la coppia è affiatata e lei è distesa, libera di essere donna.
Quando anche Valentina è ampiamente soddisfatta, i giovani coniugi cenano in pace. La partita è ferma sullo zero a zero. E’ finito il primo tempo. Alla ripresa, Simone chiede il permesso alla moglie di tornare nel salone:
“Ti spiace?”
“Certo che no.”
Quando raggiunge Simone, gli porta una birra gelata. Sa di farlo contento, in fondo non ci vuole molto. E poi il suo uomo è sensibile e dolce, merita queste attenzioni e le dà tutto.
Al termine dell’incontro, la ragazza decide di ridestare l’umore del marito poiché la sua squadra ha perso amaramente a un minuto dalla fine. Mette un po’ di musica e comincia a ballare. Ancheggia mostrando il sedere sporgente, tonico, grosso e succoso, stretto nei leggings. E’ tanto arrapante da far venire il mal di testa solo a pensarci, e Simone dimentica la sconfitta calcistica in un baleno.
La donna pian piano sfila la maglia e ripropone il suo grosso seno sodo: Simone non se ne stanca mai. Dopo averle strusciato in faccia i capezzoli si china e tira giù i pantaloni. Porta un tanga minuscolo, che le sta a malapena.
Simone non ne può più e si alza per scoparla. L’afferra come un selvaggio, la solleva mentre lei gli avvolge le cosce intorno, e inizia a penetrarla energicamente, spingendola contro una parete. Il piacere sale alle stelle e lei viene subito, con una manciata di colpi. Simone è stanco e la fa scendere, quindi la piega su una poltrona. Lei ordina:
“Inculami, inculami adesso!”
Lui le mette l’uccello nell’ano, gode sentendolo dentro, concentrandosi allo stesso tempo sul contatto con le sue chiappe straordinarie.
Lei urla, sempre più forte, e ha un altro orgasmo che si fonde con quello di lui, che le sborra nel culo, inarcando la schiena.

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