Quando la fame è tanta… tutto va bene…

Quando la fame è tanta… tutto va bene…

Estate millenovecentoottanta.
Mi ero trasferito da poco per lavoro a Milano dalla mia Calabria, avevo trovato un buon posto nel settore commerciale ed il trasferimento anche se difficoltoso, era stato molto vantaggioso. Avevo trovato un piccolo appartamento in un condominio popolare dove ci si conosce a malapena, ci si saluta con un buongiorno o buonasera e niente più. Nel mio pianerottolo c’erano altri due appartamenti, in uno abitava la Alberta, una signora anziana molto pettegola, l’avevo incrociata in ascensore una mattina alle otto, si era presentata e si era sentita in dovere di mettermi in guardia dalla signora Maria dicendomi in confidenza:
“Faccia attenzione alla Maria… è una scroccona, approfitta di tutti… io mi faccio i fatti miei, non dico mai niente… ma deve sapere che, rimanga tra noi… le dico una cosa delicata… quella poco di buono, ha fatto portare le corna al marito tutta la vita… prima quando lui lavorava, lei riceveva gli amanti in casa, ma mica solo uno… diversi uomini… poi quando il marito ha preso l’ ictus, lui è a letto e lei continua a portarsi in casa uomini… lui poverino non si può alzare, lei è una poco di buono, eppure è vecchia, ha settanta anni… mi chiedo come fanno gli uomini ad andare con una vecchia… “
Tutto questo discorso era iniziato dal quinto piano, quando l’ascensore si era fermato lei mi aveva accompagnato fino alla mia auto posteggiata a cento metri, io la ascoltavo e sorridevo di tanta malignità, anche lei era vecchia, poteva avere tra i settantacinque e i settantotto, aveva continuato:
“Mi raccomando, discrezione su quello che le ho detto… ma stia attento, se le chiede del sale o zucchero o qualcos’ altro, sappia che è per circuirla… lei è giovane, potrebbe essere mio figlio… scusi l’ indiscrezione, ma quanti anni ha ? Non si metta con una così… è solo ? Non ha la moglie ? “
Le avevo risposto che no, ero single e avevo trent’anni ma avrei fatto attenzione alla signora Maria, l’avevo ringraziata per i consigli e mi ero avviato al lavoro ridendo tra me.
La sera seguente, avevo sentito suonare il campanello, si era presentata la signora Maria, mi aveva detto che spostando una abat-jour, aveva fatto una scintilla ed era andata via la luce, si era spaventata e non sapeva come fare, era una signora anziana, magra con un viso che un tempo doveva essere stato molto bello, ancora oggi aveva un certo fascino ma il tempo e forse anche le difficoltà di una convivenza con il marito invalido, lo avevano con profonde rughe. Mi chiedevo come poteva essere possibile che a quella età potesse avere tanti uomini, la sua preoccupazione mi aveva riportato alla realtà, avevo tolto la spina dalla presa, ero sceso nel locale contatori ed avevo alzato il salvavita, ero risalito e la Maria era tutta felice e soddisfatta per la luce che era tornata. Avevo portato la lampada da me e le avevo cambiato la spina risolvendole il piccolo problema. Gliela avevo riportata e lei non sapeva come ringraziarmi, mi aveva presentato l’anziano marito a letto e dopo pochi convenevoli ero ritornato nel mio appartamentino.
Il campanello mi aveva di nuovo sorpreso, la signora Maria aveva in mano un piatto con un pezzo di arrosto e patatine, me lo aveva porto gentilmente dicendomi:
“Per ringraziarla della sua disponibilità, so che quando un uomo è solo non è molto bravo a prepararsi la cena, le auguro buon appetito e grazie ancora.”
Non potevo lasciarla così, ero quasi commosso oltre che affamato per il gradevole profumo che sprigionava dal piatto, l’avevo pregata di entrare e l’avevo fatta accomodare, lei aveva già cenato per via degli orari che la impegnavano col marito, aveva preteso che io cenassi in sua presenza, avremmo chiacchierato un po’, lei avrebbe aspettato per portare via il piatto e avrebbe preso il caffè con me, io avevo accettato dicendole:
“Ok Maria, ho molto piacere se mi tieni compagnia, raccontami di te e di tuo marito.”
Lei non si era fatta pregare, aveva abbozzato un sorriso malinconico e aveva iniziato a raccontare:
“Avevo una attività di parrucchiera, mio marito dopo la pensione si è ammalato e ho dovuto chiudere per occuparmi di lui, nella vita ho guadagnato bene e siamo stati oculati, avevamo acquistato il nostro appartamento e quello di fianco che è affittato alla signora Alberta. Abbiamo sbagliato tutto, o meglio…ho sbagliato perchè poi ho scoperto la tresca tra mio marito e l’inquilina, lei non ha mai pagato l’affitto perchè mio marito la scopava e non prendeva i soldi da lei… ahahah… lei lo pagava in natura. Quando cinque anni fa l’ho scoperto, ho aspettato che scadesse il contratto e le ho mandato lo sfratto, tre anni fa mio marito si è ammalato e lei ha continuato a non pagare, la data dello sfratto si sta avvicinando ma si sa come vanno queste cose, sono periodi lunghissimi. “
Ora capivo il rancore che la Alberta portava nei confronti della Maria, era tutto il contrario, mi ero alzato per fare il caffè, lei si era alzata perchè voleva essere lei a farlo, ci eravamo trovati in piedi vicini, avevo chiesto:
“Tu in ogni caso hai perdonato tuo marito, non lo hai cacciato e tuttora lo assisti… sei ina donna speciale.”
I suoi occhi si erano riempiti di lacrime, e con un sorriso amaro aveva risposto:
“Non l’ho mai perdonato, mi sono vendicata e l’ho cornificato portandomi degli amanti in casa… nel suo letto… anche se sono in età avanzata, ho avuto diverse relazioni… ancora oggi nonostante la mia età quando mi capita una avventura… non la rifiuto e porto il mio amante in camera mia, dormiamo in camere diverse, chiudo la sua porta e faccio i comodi miei… ti ho sconvolto ?”
Due lacrime scendevano su quel volto maturo, l’avevo abbracciata per consolarla, avevo percepito il suo seno sul mio petto, era decisamente grosso rispetto al fisico asciutto, avrei voluto palparlo, la mia mano aveva accarezzato la sua schiena, avevo l’uccello che stava diventando duro, puntava sulla sua gamba destra, mi eccitava quella donna non so come fu che mi trovai a baciarla, mi aspettavo una reazione ma lei aveva risposto al bacio, ci eravamo staccati ed avevamo preso il caffè in silenzio, poi avevo ripreso ad abbracciarla e a limonarla, lei mi aveva tirato fuori il cazzo dai pantalono ed aveva cominciato un meraviglioso pompino, infine mi aveva detto:
“Voglio finire in casa mia, andiamo nella mia camera…”
Eravamo passati davanti alla porta della camera di suo marito che era intento a guardare la tv, lei aveva la porta della sua camera e ci eravamo stesi sul letto, aveva continuato il pompino e po segandomi mi aveva fatto venire sulle sue tette. Da quella volta, era iniziata una intensa frequentazione durata quattro anni, quasi ogni giorno andavo a scoparla a casa sua, spesso il marito vedeva che passavo con lei nel corridoio e mi salutava gentilmente.
Nel frattempo, la signora Alberta se ne era andata, il marito era finito in una casa di riposo, io ero stato trasferito a Roma, e di Maria avevo perso il contatto. Oggi sono dell’età di quei protagonisti, il ricordo però è sempre presente nella mia mente.

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2 thoughts on “Quando la fame è tanta… tutto va bene…

  1. Corrado

    Avevo conosciuto un ragazzo in sauna di poi trent’anni anni viveva da solo mi invitò di passare una notte con lui era molto bello aveva un bellissimo cazzo sui ventitré cm aveva un appartamento al quinto piano accetai entrati lui mi invitò a spogliarmi nudo anche lui era nudo il suo peso era sui ottanta kg mi invitò di andare nel bagno assieme poi mi fece un bellissimo clistere quindi ero pulito dentro lui mi disse io sono già pulito mi abbracciò stringendomi a lui baciandomi in bocca il suo cazzo era già durò pronto per l’uso mi disse adesso mettiti alla pecora lui mi viene dietro mi disse adesso allarga bene le gambe il suo cazzo trovò subito la mia patata anale poi spingeva dentro tutto il suo cazzo duro dentro tutto nella mia pancia mi bruciava moltissimo però era una cosa bellissima stupenda meravigliosa prenderlo nella mia patata anale mi disse all’orecchio ai un buco bellissimo meglio della figa poi lui mi disse adesso girati perché voglio amarti mi disse adesso mettimi le gambe sopra le spalle il suo cazzo duro trovò subito il buco del culo lo spingeva dentro tutto il suo cazzo duro dentro tutto nella mia pancia mi bruciava tantissimo poco dopo mi disse adesso ti fecondo mia troia mi sborava dentro nella mia patata anale

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