Laura, studentessa di Latina abusata da uno sconosciuto, costretta a succhiarglielo per strada

Laura, studentessa di Latina abusata da uno sconosciuto, costretta a succhiarglielo per strada

Il mio nome è Laura, sono una studentessa di giurisprudenza della provincia di Latina, sono qui per raccontare quello che mi è successo una sera di un paio di mesi fa, mentre stavo tornando nella casa dove alloggiavo durante il mio soggiorno a Napoli.

Per un mese mi sono trasferita in questa bellissima città per seguire un master importante, ne sono stata molto entusiasta, non solo per il corso ma anche per vedere una delle perle del nostro Paese.

La gente è molto gentile e cordiale e ho subito fatto amicizia con molte persone, ho iniziato ad uscire con loro e in pochi giorni mi ero già fatta un piccolo giro per trascorrere il tempo libero.

Comunque, una sera, dopo essere stata in pizzeria con i miei nuovi amici, ho deciso di non farmi accompagnare a casa, abitavo molto vicino e due passi a piedi mi facevano piacere.

Mentre camminavo notai da lontano un uomo che mi seguiva o almeno era stata quella l’impressione, pensai che mi stessi suggestionando, così non ci pensai e continuai a camminare, dopo qualche metro però mi aveva raggiunto, lo sentivo dietro di me, feci a mala pena in tempo a voltarmi che mi sentii afferrare e mettere una mano sulla bocca.

Mi trascinò nel vicoletto buio e stretto prima di casa, non potevo muovermi, mi sentivo immobilizzata, inoltre, avevo paura, mi disse delle cose all’orecchio:” Sei bella, ti ho vista più di una volta me lo fai diventare duro, ora me lo succhi…”.

Il porco tirò fuori il cazzo e mi disse di prenderlo in bocca altrimenti mi avrebbe fatto del male, mi chinai e lo presi tutto, iniziai a spompinarlo dando il meglio di me, volevo solo che quell’incubo finisse in fretta.

Lui gemette, mi schiaffeggiò la faccia col cazzo, mi disse di succhiargli le palle, cosa che feci, poi lo ripresi in bocca e continuai a leccare e succhiare la cappella, lui sembrò rilassarsi, non aveva più l’aria minacciosa.

Mi disse che ero una brava pompinara, che lo stavo facendo godere, quando si avvicinò all’orgasmo mi chiese di sollevare la maglia, avvicinò il cazzo alle tette e le spruzzò di sperma, poi le toccò e me lo spalmò addosso.

Si sistemò e mi disse che prima o poi sarebbe tornato per farsi sentire il suo cazzo nella figa, per mia fortuna non l’ho più visto e da quella volta mi sono fatta sempre accompagnare a casa, però, confesso che pensandoci adesso un po’ la cosa è stata eccitante.

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