Sono ancora Lucrezia di 36 anni e da sei sposata con Paolo, che ha due anni più di me. Come narrato nei precedenti racconti, dopo altre esperienze vissute sempre in maniera stupenda e magistralmente organizzate da Paolo, che è sempre il regista di queste situazioni, l’ultima che abbiamo vissuto è avvenuta in vacanza in Croazia. Tutto è avvenuto perché, a causa della pandemia e tanti altri impegni personali lavorativi, lo scorso anno ci siamo trovati senza aver prenotato nessun tipo di vacanza, in nessun luogo. All’ultimo minuto, Paolo ha trovato un miniappartamento a Rovigno, in Croazia. Siamo partiti il sabato mattina e, dopo un bel viaggio, durante il quale lui mi ha sempre e continuamente stuzzicata ed esibita a tutti i camionisti che abbiamo incrociato, siamo arrivati a destinazione. Il gioco fatto durante il viaggio, per il quale mi aveva fatto indossare una mini nera, è un piccolo top giallo quasi trasparente, mi aveva eccitato molto e sicuramente ha eccitato tutte le persone che abbiamo incontrato. Giunti a destinazione, appena preso possesso del nostro miniappartamento, gli sono letteralmente saltata addosso e mi sono fatta scopare in piedi appoggiata al davanzale della finestra. Mi ha chiavato con forza e vigore, facendomi godere molto. Ero così eccitata che lo provocavo ancora di più.
«Porco maiale! Ti sei divertito ad esibirmi a tutti quelli che abbiamo incontrato. Sei un porco maiale, che gode nel mettere in mostra la sua puttana. Adesso chiavami con forza e fammi godere, altrimenti esco fuori e mi scopo il primo che passa.»
Naturalmente lui non si è fatto pregare. Mi ha pompato a lungo e bene e, alla fine, quando è stato il momento di sborrare, mi ha fatto inginocchiare davanti a lui e mi ha riversato in gola tutto il suo piacere. Fatta una bella doccia, abbiamo deciso di girare un po’ per Rovigno. La cittadina era meravigliosa e la serata abbastanza calda, con molta gente a passeggio. Ho notato anche molte donne che indossavano abiti abbastanza corti e il gioco dell’esibizionismo era quello più diffuso. Anche lui ha notato subito quanto fosse intrigante vedere le signore che si esibivano nei posti più disparati, in pubblico, nei bar o nei ristoranti e questo ha sicuramente ispirato mio marito. Quella sera siamo andati subito a letto, stanchi del viaggio e il mattino dopo, siamo andati a trovare un posto di cui avevamo sentito parlare: Punta Kryzia. Trovato questo angolo di paradiso, mi sono subito denudata ed ho potuto constatare quante coppie e singoli, tutti nudi, si dedicavano al piacere sessuale nella più completa libertà. Anch’io, alla fine del giorno, non ho resistito al piacere di fare un bel pompino a mio marito, che era eccitato come un cavallo. È stato bello esibirmi davanti ad altre persone e, alla fine, quando lui ha riversato nella mia bocca tutto il suo piacere ed io l’ho ingoiato, in quel momento è scoppiato un piccolo applauso delle persone che, messi in cerchio intorno a me, avevano assistito alla mia performance. Siamo tornati in casa e, dopo una bella doccia, siamo usciti per andare a cena in un ristorante. Per l’occasione Paolo mi ha chiesto di indossare una camicetta senza intimo sotto, tenuta chiusa solo con tre bottoni che, a malapena, resistevano alla pressione esercitata dalle mie tette libere, solo parzialmente nascoste dal tessuto. Sotto avevo una mini elasticizzata che modellava perfettamente il mio splendido culo. Niente calze, perché la serata era molto calda, e, ai piedi, dei sandali color argento con il tacco molto alto, mi permettevano di muovermi facendo ondeggiare in maniera molto provocante il mio splendido culetto. Abbiamo cenato in un piccolo ristorante dove vi erano molte persone ed ho potuto notare lo sguardo di alcuni maschi che si erano posati su di me. Ero consapevole che Paolo intendeva davvero esibirmi. In più occasioni mi ha chiesto di accavallare le gambe e poi scavallarle lentamente, mostrando la mia micetta già bagnata fradicia. Soddisfatto del risultato, siamo usciti e ci siamo messi a passeggiare per la città, fin quando siamo entrati in un piccolo bar, dove c’era musica live. Poiché tutti i tavoli all’esterno erano occupati, ci siamo seduti appoggiati al bancone, su dei sgabelli alquanto alti, che mi permettevano di mostrare ancora di più le mie splendide cosce. Dall’altro lato del bancone c’era un bell’uomo sulla quarantina, che indossava una T-shirt nera con il logo del bar. Aveva i capelli parzialmente grigi e, quando ci ha servito i nostri drink, ha indugiato a lungo sul solco delle mie tette. Paolo ha notato che il barista si sforzava di vedere il mio seno e, con un lieve sussurro me lo ha fatto notare ed io gli ho risposto che avevo avuto la sua stessa identica impressione. Ha finto di sorseggiare ancora un po’ il drink e poi mi ha chiesto cosa ne pensassi.
«Cosa ne pensi? Potrebbe esser parte integrante di un nostro gioco?»
Io ho dato un’ulteriore occhiata all’individuo che continuava ad orbitarmi attorno, i continuando a sbirciare all’interno della mia camicetta, e gli ho risposto che era un bel maschio, interessante. Allora Paolo si è avvicinato ancora di più e mi ha dato un suo suggerimento.
«Ho pensato che forse non ti sarebbe dispiaciuto aumentare la sua visuale, aprendo un altro bottone.»
Incuriosita dal gioco, gli ho chiesto se voleva che io gli facessi vedere le mie tette, e lui mi ha risposto che solo un paio di bottoni sarebbero bastati. Intrigata dal gioco, ho fatto notare che due bottoni gli avrebbero mostrato la gran parte dei miei seni. Lui ha sorriso ed ha continuato a sorseggiare il suo drink; così, mentre il tizio era girato di spalle, con un’abile mossa, ho aperto altri due bottoni, lasciandone solo uno a tener chiusa la mia camicetta. Era quasi superfluo, perché, da come ero seduta sullo sgabello e, piegandomi leggermente, in modo che la camicetta si aprisse, gli avrei mostrato abbondantemente i miei seni, ma non fino ai capezzoli. Lui ha apprezzato e, compiaciuto, ha osservato la reazione del tizio.
«Sì, così va bene, tesoro.»
Poi ha richiamato l’attenzione del barista ed ha chiesto un altro drink. Lui si è avvicinato a noi due per la nuova ordinazione e subito ha notato quanto poteva. Ovviamente mi sono leggermente chinata per mostrargli la maggior parte delle mie tette nude. Il tizio ha sorriso e, a bassa voce, ha aggiunto che era uno spettacolo veramente bello da vedere. È rimasto affascinato dalle mie tette e, in un momento in cui eravamo solo noi tre appoggiati al bancone, lui, dopo avermi dato un’occhiata, si è girato verso di me e, con una certa discrezione mi ha fatto una proposta.
«Apri il terzo bottone per me, ora.»
Ho guardato Paolo che ha annuito e così ho aperto il terzo bottone, lasciando i miei seni in completa bella vista. Il barista è stato lì un minuto, guardando le mie tette nude e, sotto quell’assidua osservazione, i miei capezzoli sono diventati ancor più duri. Li ha ammirati per un lungo istante, poi si avvicinato a me e mi ha sussurrato che la porta in fondo, a sinistra, era quella del bagno. Ho guardato Paolo che ha annuito e così mi sono alzata dallo sgabello ed ho varcato quello porta. Sono rimasta oltre una mezz’ora chiusa in quel locale e, quando sono tornata, Paolo mi ha guardato con occhi carichi di desiderio e, dopo avermi presa per mano, siamo usciti dal locale e, senza dire una parola, ci siamo velocemente incamminati verso casa nostra. Appena arrivati, lui mi ha appoggiato al muro e mi ha baciato con forza; la sua mano è scivolata sotto la mia gonna ed ha trovato la mia fica che stava ancora grondando del seme di quel maschio. Mi ha scopato all’istante, in piedi, come una puttana e, dopo aver raggiunto un veloce orgasmo e avermi sborrato dentro, si è placato, ci siamo spogliati e, sdraiati sul nostro letto, ha voluto un dettagliato racconto di quello che era successo nel bagno.
«Stavo entrando nel bagno e, mentre camminavo lungo il corridoio, lui mi ha fermato e, per un minuto, abbiamo parlato; i miei seni erano scoperti davanti a lui, che ha iniziato a stringerli fra le mani. Ci ha giocato un po’, accarezzandoli e mi ha anche succhiato i capezzoli. Ero molto eccitata da questo insolito gioco, dove tu non eri presente, ma ero sicura che ti stava eccitando lo stesso. Mi ha baciato forte ed io ho ricambiato il bacio; ho potuto sentire che il suo cazzo premeva sul mio inguine, perché me lo strofinava sulla fica. Anch’io mi sono strofinata contro di lui e lo sentivo completamente duro. La mia fica era molto bagnata e lui ha allungato la mano ed ha potuto accertarlo.
“Sei bagnata fradicia! Sei proprio una zoccoletta in cerca di cazzo!”
Senza aggiungere altro, anziché entrare in bagno, mi ha spinto dentro un’altra porta che era un ufficio e, dopo avermi appoggiato alla scrivania, voltata di spalle e piegata a 90°, ho sentito una grossa verga penetrarmi fino in fondo e, mentre mi teneva per i fianchi, mi ha preso a stantuffare con forza, facendomi godere moltissimo. Sono venuta almeno tre volte e anche lui era quasi al limite, perché l’ho sentito pomparmi con un ritmo maggiore, per, infine, rimanere immobile, piantato dentro di me.
“Cazzo che troia che sei! Adesso ti farcisco, ti inondo la fica per la contentezza del cornuto che ti sta aspettando al bancone.”
«Ho sentito un’ondata di calore riempire la mia vagina e poi lui si è sfilato da me e, dopo avermi fatto inginocchiare, mi ha infilato in bocca la sua bella verga ancora turgida.»
“Lecca e pulisci tutto, perché voglio che il cornuto assapori anche dalla tua bocca il piacere della mia sborra.”
«Il resto lo sai e vedo che questo gioco ti ha particolarmente eccitato, perché ora hai di nuovo il cazzo duro.»
Paolo non ha aggiunto altro, mi ha trascinato su di sé ed io mi sono impalata di nuovo sul membro di mio marito, che mi ha chiavato così meravigliosamente, facendomi ancora godere, dopo questa esperienza assolutamente inaspettata. Il mattino successivo, siamo andati in giro per una piccola gita organizzata a bordo di una barca con tante altre persone e, in ogni occasione, lui mi ha fatto tenere sempre le cosce ben larghe, in modo da far intravedere le labbra della mia fica. Un signore, di mezza età, seduto davanti a me, ha fissato continuamente le mie cosce facendomi inumidire in maniera incredibile. Quando siamo tornati e ci siamo recati presso Punta Kryzia, quel signore ci è venuto dietro e, quando mi sono messa nuda, anche lui si è spogliato ed ha mostrato un bel fisico munito di una superba dotazione. Non è in lunghezza, ma in circonferenza, era superiore a quella di Paolo e, per tutto il resto della giornata, è rimasto ad ammirarmi, continuando a toccarsi quel grosso cazzo che, lentamente, si era gonfiato per me. Dietro suggerimento di mio marito, ho continuato a tenere le cosce aperte e, spesso e volentieri mi sono accarezzata la fica, guardandolo dritto negli occhi. Vedevo il desiderio nel suo sguardo e questo mi faceva bagnare moltissimo. Quando siamo venuti via, anche lui ci ha seguiti discretamente e, quando siamo entrati nel palazzo dove è ubicato il nostro miniappartamento, ho notato che lui, dopo qualche minuto, se n’è andato. Ero così eccitata, che mi volevo scopare Paolo appena chiusi dentro, ma lui, guardando fuori mi ha proposto un altro gioco.
«Ti sfido a cambiarti i vestiti con le tende della finestra aperte.»
La finestra era prospiciente un’ala di un grande albergo con molti piani e così, tante stanze potevano aver piena visione della nostra. Eccitata, l’ho fatto anche perché la stanza era illuminata solo da una piccola luce, quindi era piuttosto debole quando ho iniziato a spogliarmi. Ma, non appena mi sono tolta il copricostume, Paolo ha premuto l’interruttore per accendere tutto il resto delle luci. Sorprendentemente, ha acceso anche me! Ho sentito la mia fica gonfiarsi e inumidirsi, mentre continuavo a spogliarmi, ben consapevole che, da tutte quelle finestre di fronte, potevano vedere il mio corpo nudo. Non c’era dubbio che qualcuno stesse guardando, quindi mi sono spogliata con calma, restando in piena vista, facendo scorrere le dita tra le gambe e sul mio seno. Paolo era sbalordito. Questo lato di me lo eccitava tantissimo e lo stesso succedeva a me. Quando finalmente mi sono vestita, mi sono infilata un vestito sexy senza niente sotto. Il vestito era di lino bianco, abbastanza trasparente e aveva una cerniera per tutta la lunghezza, dalla scollatura alta all’orlo. L’ho lasciato aperto fino a circa la metà del petto, mostrando solo una piccola scollatura. Ero molto eccitata da questo gioco e lui ha preteso che la cerniera lampo fosse abbastanza aperta quel tanto che si potessero vedere entrambi i miei seni. Intanto i capezzoli si erano gonfiati e tendevano il sottile tessuto, che, così aperto, più mi chinavo in avanti, più diveniva visibile tutto il mio seno. Appena usciti, ho subito notato che, ad attenderci, seduto dall’altro lato della piazza, c’era lo stesso signore che ci aveva seguiti per tutto il giorno e quando l’ho fatto notare a Paolo, lui se ne è compiaciuto. Quello era seduto al bar e anche noi ci siamo seduti ad un tavolo accanto a lui; mi sono girata in modo che lui potesse avere una abbondante visione dei miei seni. Mi sono anche chinata in avanti a quello scopo, e lui ha sorriso compiaciuto. Mi piaceva sentirmi osservata da quell’uomo, che mi intrigava moltissimo e che, per tutto il giorno, aveva fatto in modo da mostrarmi il suo sesso gonfio, facendo crescere, dentro di me, una voglia pazzesca di sentirlo affondare nel mio ventre. Paolo mi ha sorpreso quando, improvvisamente, è andato in bagno, lasciandomi sola al tavolo. Il tizio, visto che ero sola, si è avvicinato e molto educatamente si è presentato:
«Mi chiamo Mario e se non sono inopportuno, le vorrei offrire un drink.»
Gli ho sorriso e, dopo le presentazioni, l’ho invitato a sedersi al nostro tavolo, cosa che lui ha fatto con piacere e, mentre facevamo due chiacchiere, non ho resistito a sporgermi in avanti per ottimizzare la sua visuale. Lui ha sorriso e, con un cenno del capo, ha apprezzato ciò che vedeva.
«Mi intriga molto questo gioco, soprattutto perché sono rimasto molto affascinato da lei, dal suo modo di esibirsi e, sicuramente, dal piacere che ne trae suo marito nel mostrarla, così audacemente in pubblico. Ho avuto molte esperienze e, nonostante l’abbia vista nella spiaggia nudista, ammetto che questo gioco esibizionistico è molto più eccitante, rispetto a vederla nuda in spiaggia.»
I suoi occhi indugiavano sul mio petto nudo e potevo quasi sentire il battito del mio cuore per la forte emozione che questo gioco mi procurava. Mi stavo bagnando terribilmente al vedere lo sguardo di quest’uomo che mi divora i seni con gli occhi: era qualcosa di infinitamente inebriante. Poi Paolo è tornato al nostro tavolo e subito si è unito a noi a parlare come vecchi amici; si è creata immediatamente una bella atmosfera fra di noi. Mario ha proposto a Paolo di continuare il gioco della mia esibizione, avendone lui una particolare esperienza. Figuratevi se mio marito non accettava subito e, così, abbiamo iniziato a girare per la città, passeggiando per le vie del centro notevolmente affollato e, in ogni occasione, Mario mi esortava ad aprire le cosce o mostrare le tette, così da attirare l’attenzione di molti maschi che, nell’ammirarmi, mostravano di desiderarmi e alcuni, addirittura, afferravano i loro pacchi duri, facendo intendere quello che avrebbero voluto farmi. Ero così eccitata che mi sentivo quasi stordita da questo gioco e, ad un tratto, ho sentito forte il desiderio di godere. Ci siamo ritrovati nella parte alta della città, dove vi era una specie di muretto con un piccolo parco sottostante e da lì lo sguardo spaziava sull’intera baia. Eravamo un po’ in penombra, nascosti da alcuni arbusti a ridosso di un grosso pino piegato dal vento e, improvvisamente, mi sono inginocchiata davanti a Mario e gli ho estratto quel grosso membro che sapevo trovarsi all’interno dei suoi pantaloni. Ho preso a succhiarlo con forza, facendolo subito gemere di piacere. Paolo scattava foto con il cellulare, mentre Mario gemeva sotto i colpi della mia lingua.
«Stupenda! Questa femmina mi sta succhiando il cazzo in maniera stupenda!»
Ero troppo eccitata, per accontentarmi solo di un pompino, così mi sono alzata e, appoggiata al muretto di spalle, gli ho offerto il mio corpo.
«Scopami! Mettimelo dentro, perché ho voglia di chiavare!»
Non si è fatto pregare e, dopo avermi afferrato per i fianchi, con un colpo deciso, me lo ha spinto tutto dentro, fino in fondo. Ha preso a pomparmi con forza, mentre sentivo la mia fica aperta e dilatata per far spazio a quel grosso membro che mi stava chiavando in maniera stupenda. Ho avuto un orgasmo veloce e poi un altro ancora, e, quando stavo per urlare il mio ennesimo piacere, Paolo mi ha infilato il suo cazzo in bocca. Ho preso a succhiarlo come se non ci fosse un domani e, ben presto, lui mi ha riversato in bocca tutto il suo piacere. Mario intanto mi devastava la fica a colpi di cazzo, pompandomi sempre più forte, fin quando, al mio terzo orgasmo, me lo ha spinto tutto dentro e mi ha inondato la fica, con tutto il suo piacere. È rimasto immobile piantato dentro di me, mentre mi riversava nella vagina con una quantità enorme di sborra.
«Prendi troia! È tutto il giorno che desidero inondare il suo ventre con il mio seme e adesso ti inondo anche l’anima!»
Mi ha riversato dentro un vero fiume di sborra che ha preso subito a colare dalla mia fica slabbrata quando lui si è sfilato, e, girandosi mi ha offerto quel randello ancora duro, da leccare. L’ho pulito per bene di ogni singola goccia di sperma, mentre Paolo mi guardava con occhi stracarichi di piacere. Alcune voci di persone che si stavano avvicinando, ci hanno costretto a ricomporci velocemente e così ci siamo salutati. Noi due siamo tornati in camera e, per l’ennesima volta, Paolo mi ha scopato con furore. Era la prima volta che giocavamo all’esibizionismo e per me è stata un’esperienza davvero esaltante: una delle tante che mio marito mi regala per farmi sentire una troia eccezionale.
Un marito complice. Mi fa esibire in vacanza.
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- Un marito complice. Un brivido sconosciuto.
Che bello avere una moglie troia