La moglie, il marito ed il giovane guardone

La moglie, il marito ed il giovane guardone

Questo episodio, che risale ad alcuni anni fa, è stato il primo che mi ha rivelato la vera natura di mia moglie S., che amavo tantissimo e che credevo fedele, serissima, anzi addirittura un po’ timida, anche con me. Non nascondo che, qualche volta, mi sarebbe piaciuta un pochino più disinibita, ma non c’era niente da fare.
Il fatto, dicevo, successe d’estate, al mare; io avevo 38 anni e lei 35, portati benissimo: un viso molto bello, con una pelle splendida, una chioma di capelli ondulati, un seno prorompente, abbondante, rotondo e ben sodo (una meraviglia!), sedere e gambe discrete. Decisamente una bella donna, di cui ero molto orgoglioso, con qualche riserva solo sul suo temperamento sessuale, che giudicavo (ingenuo!) un po’ scarso.
Tutto iniziò un giorno, quando andammo alla nostra cabina per cambiarci: si trattava di cabine di legno, collegate a due a due; quella vicino a noi era libera, a disposizione di chi non ne aveva una propria. Mi cambiai velocemente, come al solito, poi entrò mia moglie, naturalmente più lenta a rivestirsi, come tutte le donne.
Appena ebbe chiuso, un ragazzino, di 15-16 anni, ad occhio e croce, arrivò ed entrò nella cabina vicina; passarono diversi minuti, finché S. uscì, pronta. Subito dopo uscì anche il ragazzino, che si allontanò in fretta: cosa cavolo aveva fatto tutto quel tempo, per cambiarsi solo i calzoncini?
Entrai a controllare e, come sospettavo, vidi che nella parete divisoria, proprio sotto la giunzione delle asticelle di legno, c’era un foro, con un’ottima vista nella nostra cabina! Quello schifoso aveva sicuramente spiato la mia donna che si cambiava. Arrabbiatissimo, avvisai mia moglie, proponendo di cercare il piccolo guardone per fargli una scenata.
Ma S. mi fermò:
“Sei matto, che figura ci facciamo, vuoi far sapere a tutta la spiaggia che quello mi ha guardata mentre mi spogliavo?… e poi cosa vuoi fare, prendere a sberle un ragazzino?
Aveva ragione, la mia reazione avrebbe sicuramente peggiorato le cose, ma mi stupì che S. apparisse così indifferente, nemmeno un po’ scandalizzata dall’accaduto.
“E se torna, cosa faccio, se non posso prenderlo per il collo, lo lascio entrare a spiarti ancora nuda?”
“No, stai tranquillo, per favore, vorrà dire che mi cambierò tenendo addosso l’asciugamano, così non potrà vedere più niente…ma tu non fare stupidaggini!.”
Infatti, la mattina dopo, la cosa si ripeté. Appena mia moglie entrò nella nostra cabina per cambiarsi, il ragazzino arrivò, veloce, per infilarsi in quella vicina, incurante della mia occhiataccia.
Devo dire che feci fatica a non mollargli una sberla, ma ero frenato dalle raccomandazioni e dalle assicurazioni di S., ripetute ancora, un attimo prima.
Eppure, chissà perché qualcosa mi turbava, non ero completamente tranquillo, nonostante la mia piena fiducia nel mio amore, volevo essere assolutamente certo che tutto fosse sotto controllo
Dato che eravamo in un corto corridoio, nascosto alla vista dalla spiaggia, decisi di dare un’occhiata dal buco della serratura.
Appena in tempo: vidi, infatti mia moglie che si asciugava, completamente ricoperta dall’ampio asciugamano; stavo per togliere lo sguardo, rassicurato, ma non feci in tempo a compiacermene, perché, un attimo dopo, S. sfilava il telo dal corpo, rimanendo completamente nuda davanti al foro da cui il piccolo guardone sicuramente si deliziava gli occhi.
Per un attimo pensai si fosse dimenticata, ma non era possibile, e poi un suo sguardo proprio verso il buco tra le cabine ed il suo girarsi e rigirarsi, nuda, per offrire ogni parte del suo corpo alla vista del suo ammiratore, non lasciavano dubbi.
Rimasi come inebetito, non riuscivo a credere che la mia timida sposina si stesse esibendo così spudoratamente davanti al ragazzino, fingendo di asciugare con cura qualche goccia rimasta, guarda un po’, proprio sui seni o sul pelo della fichetta… e dopo avermi preso sfacciatamente in giro!
La rabbia, però, non riusciva a venire fuori, (per fortuna, altrimenti avrei fatto cose di cui, poi, mi sarei forse pentito) ero come paralizzato, con l’occhio incollato al buco della serratura e l’immagine di S. che continuava ad offrirsi. Un’altalena di sensazioni si succedeva nella mia mente:: nonostante tutto, mi ritrovai a considerare com’era bella la mia donna…ma, maledizione, non era nuda per me, ma per quel piccolo porco che, probabilmente, si stava masturbando guardandola…. Già, chi non lo farebbe, di fronte a tanta grazia…. Ma perché aveva deciso di favorire così il guardone, che piacere le dava, cosa stava pensando, che intenzioni aveva… non conoscevo questo lato perverso di mia moglie, credevo fosse tanto pudica e fedele, invece mi accorgevo di quanto fosse porca…. Già, ma quanto lo era?
Mentre combattevo con questi pensieri, mi accorsi che S. stava rivestendosi, finalmente; mi riscossi e mi alzai, accorgendomi, con sorpresa, che avevo l’uccello durissimo, che sporgeva dal costume. Mi avvolsi l’asciugamano in vita, per nasconderlo, mentre non riuscivo a decidere cosa fare. Mi sforzai perciò di fingere di nulla, rimandando a dopo pensieri e soluzioni più meditate.
Intanto il ragazzino uscì dalla sua cabina e se la filò.
Non resistetti, sbirciai nella cabina, dove erano evidenti, anche se in parte asciugati, gli schizzi del guardone, che aveva molto apprezzato lo spettacolo. Inspiegabilmente, sentii come una fitta (di eccitazione?) ai testicoli.
Subito dopo uscì anche mia moglie, fresca e sorridente.
“Ti sei ricordata di stare coperta? Il tuo amichetto se n’è appena andato…” insinuai.
“Certo, tutto il tempo, non può aver visto niente, gelosone” cinguettò, baciandomi su una guancia e provocandomi una nuova fitta, ma al cervello. Ma guarda questa vacca con quanta naturalezza mi mente e chissà se l’ha già fatto altre volte…
Il pomeriggio passai l’oretta della pennichella ad arrovellarmi cercando di capire cosa dovevo, ma soprattutto cosa volevo fare. Era chiaro che la mia dolce metà era ben diversa da quello che credevo, con malriposta fiducia, ma quanto diversa? Era semplicemente esibizionista, od era pronta a fare ben altro (se non l’aveva già fatto!).
Questo era il pensiero che mi torturava di più, per cui decisi che dovevo metterla alla prova, darle la possibilità di spingersi oltre e vedere se ne avrebbe approfittato. Mi rendevo conto dei rischi che correvo, ma preferivo sapere che rimanere nel dubbio.
Così, il pomeriggio, un po’ prima della solita ora in cui lasciavamo la spiaggia, dissi a S.che pensavo di andare via prima per passare a trovare mia madre, anziana, che viveva in un appartamento poco distante dal nostro albergo.
Vidi mia moglie rimuginare qualcosa per un attimo, poi, come purtroppo prevedevo, mi rispose di andare pure mentre lei rimaneva ancora un poco in spiaggia.
Naturalmente finsi di allontanarmi, poi mi appostai sul lungomare trovando una posizione strategica, proprio sopra il corridoio dove c’era la nostra cabina; spostandomi di qualche metro, riuscivo a vedere anche il nostro ombrellone.
Dopo pochissimo, vidi S. che raccoglieva le sue cose; notai che si girava continuamente da una parte, aguzzai la vista e capii che si stava assicurando che il suo ammiratore avesse notato che stava andandosene. Fece una velocissima doccia, poi, dirigendosi verso la cabina, si voltò ancora, per controllare il suo arrivo: era senza pudore!
Giunta davanti alla cabina, si fermò, mettendosi a spazzolare i capelli: stava, chiaramente, aspettando il ragazzino, ma non capivo con quali intenzioni. Pochi attimi dopo, arrivò il giovane guardone, che trovandosi improvvisamente di fronte la donna dei suoi desideri, ebbe un attimo di smarrimento. Cercò di fare finta di niente, superandola per svicolare nella cabina libera, di fianco, ma S. appoggio una mano sulla porta, impedendogli di entrare.
“Aspetta – gli disse con voce bassa e dolce – volevo sapere se ti è piaciuto lo spettacolo, stamattina…”
Il ragazzino si bloccò, avvampando: “ No…perché… cosa vuol dire…. Io non so..” cercò di difendersi, ma la mia cara sposina gli fece cenno di stare zitto.
“Stai tranquillo, non voglio rimproverarti, anzi voglio esserti amica – proseguì con voce vellutata – dimmi, ti piaccio proprio? Non sono troppo …vecchia per te?
S. aveva uno strano sorriso, che non riuscivo a non definire da porca!
“No..no, cosa dice..lei è…è molto bella…si… si, davvero” riuscì a rispondere il ragazzino, balbettando e sempre rosso come un pomodoro.
“Allora non vorresti vedermi meglio, più da vicino e senza buchino di mezzo?”
“Co-come’ chiese con un filo di voce il guardone.
“Entra in cabina con me, sarai più comodo e potresti aiutarmi ad asciugarmi…”
Non riuscivo a credere a quello che sentivo (nonostante la voce bassa di mia moglie): la donna che amavo e che consideravo fin troppo perbene, stava letteralmente adescando un minorenne. Avrei dovuto intervenire, ma non riuscivo a muovermi, ero sconvolto; inoltre la durezza del mio cazzo ed il bruciore ai testicoli, mi rivelavano la mia innegabile eccitazione. Il pensiero che dovevo sapere fino a che punto sarebbe arrivata era solo una scusa: qualcosa, nella mia mente, che si stava annebbiando, mi spingeva a desiderare che S. si spingesse oltre; era come vedere un film porno, quando aspetti le scene più spinte; il fatto che la protagonista fosse il mio amore moltiplicava, inspiegabilmente, la mia eccitazione!
E così, mia moglie prese dolcemente per le spalle il ragazzo, che adesso era sbiancato e lo spinse nella nostra cabina, diede un’occhiata in giro e si chiuse la porta alle spalle.
Improvvisamente mi riscossi: dovevo vedere e sapere tutto: mi precipitai verso le cabine e, senza fare rumore, entrai nella cabina del guardone, attaccandomi subito al foro di osservazione, con il cuore a mille.
La mia dolce metà si stava facendo slacciare il reggiseno del costume, che buttò in un angolo, esibendo le sue splendide tettone. Notai subito che i capezzoli erano turgidi. Possibile che la porca fosse già eccitata?
Tolti anche gli slip, S. si girò sorridendo al suo amichetto:
“Allora, ti piaccio?” e, senza aspettare risposta, che era comunque evidente dallo sguardo allupato del ragazzino, gli porse l’asciugamano, “dai, asciugami…”
Alberto (così si chiamava) comincio, titubante, dalle spalle, poi passò alla schiena, poi scese alle gambe, mancandogli il coraggio di toccare il sedere.
“Torna su, hai dimenticato qualcosa – sussurrò maliziosa mia moglie – e passa bene tra le chiappe…” aggiunse, sempre più spudorata, chinandosi un po’ in avanti per facilitargli il compito.
Inutile dire che il giovane, ormai rinfrancato, prolungò molto l’asciugatura del bel culo di S., stuzzicando persino il buchino (che a me non aveva mai permesso di toccare, pensai con rabbia!).
Anche la manipolazione dei seni, logicamente, durò a lungo, provocando un ulteriore indurimento dei capezzoli.
“Adesso asciugami molto bene in mezzo alle gambe, se no il pelo rimarrà bagnato – lo invitò infine la mia sposina, sempre più porca, con la voce ormai arrochita dal piacere.
Fece sedere il suo ammiratore sulla panchetta ed appoggiò un piede sulla stessa, offrendogli così la sua fica ben aperta a 30 centimetri dalla faccia.
Alberto asciugò con cura, affondando l’asciugamano nella fessura e massaggiando il clitoride; vedevo S. respirare con progressivo affanno, era chiaro che la sua eccitazione stava arrivando ad un punto di non-ritorno.
“Basta, alzati – quasi pregò. Rimasero un attimo a guardarsi, poi lei gli prese la testa e la avvicinò alle tette.
“Baciale, succhiale – disse con decisione – mordi i capezzoli, bravo!… Toccami la fica, voglio godere, adesso.
Il ragazzino, ormai anche lui infoiatissimo, si dava un gran daffare: succhiava un seno, mentre stropicciava l’altro con una mano e con l’altra cercava di infilarsi nella fica di S., che lo aiutava, allargando le gambe quanto poteva.
Era una scena pazzesca, vergognosa perché ne era protagonista il mio amore, ma, dovevo ammettere, arrapantissima ed io, disgraziato marito, non mi accontentavo di assistere alla mia cornificazione (con uno che quasi avrebbe potuto essere nostro figlio!) ma mi menavo con foga il cazzo, durissimo, come l’ultimo dei guardoni.
Dall’ansimare sempre più affannoso di mia moglie, capii che era vicina all’orgasmo, che, infatti, arrivò dopo pochissimo.
S. si irrigidì tutta, mordendosi una mano per non farsi sentire da mezza spiaggia e soffocando i gemiti di piacere, che la scossero a lungo. Piano piano, si rilassò, mentre il suo giovanissimo amante si fermava a sua volta, permettendole così di sedersi. Lo guardò sorridendo, con una espressione di grande soddisfazione.
“Bravo, sai che mi hai fatto godere proprio bene? Complimenti Adesso devo proprio ricambiare, non sarebbe giusto lasciarti in questo stato…” sussurrò quella vacca di mia moglie, appoggiando una mano sulla cappella del ragazzino, che riusciva a spuntare dai boxer.
S. gli abbassò i calzoncini, liberandogli l’attrezzo.
“Bene, niente male per la tua età – esclamò ammirata la mia donna, carezzandolo – e come è duro, ho proprio voglia di assaggiarlo”.
Lo guardò per un po’, scappellandolo e passando la mano dalla punta del cazzo ai coglioni.
“Sono belli pieni, vero – disse leccandosi le labbra – ma adesso ci penso io a svuotarteli”.
Con delicatezza, lo baciò sulla punta, poi lo titillò con la lingua, poi se lo strofinò sulle labbra e sulle guance, sembrava un’ attrice porno, infine lo affondò nella sua bocca, provocando un mugolio più forte ad Alberto.
S. iniziò un pompino molto arrapante: succhiava, mi viene da dire, con passione, con piena partecipazione, facendo uscire quasi completamente quella bella asta di carne dalle sue labbra, per poi riinghiottirla fino alle palle, mentre con una mano accompagnava il su e giù della bocca e con l’altra palpava lo scroto, traboccante di sborra.
Logicamente, il ragazzino non poté resistere a lungo a quella pompa e con un gemito cominciò ad eruttare sborra nella bocca della mia mogliettina, che, senza incertezze, si dedicò subito a deglutire tutto, pur con qualche difficoltà per l’abbondanza degli schizzi.
Quando anche Alberto si rilassò, felice per la fortuna capitatagli, S. trattenne il suo cazzo in bocca ancora per qualche istante, succhiandolo e pulendolo per bene.
“Allora, sei contento, non è stato molto meglio che stare a guardare dal buchino, menandotelo da solo? – poi, senza aspettare risposta dal giovane, beatamente rintronato, – Mi raccomando, domani mattina non farti vedere: io potrò dire al mio cornutone che hai rinunciato a spiarmi e tranquillizzarlo, così sarà più facile, al pomeriggio, farlo andare via prima. Questa trasgressione mi è piaciuta troppo, non vedo l’ora di rifarlo, anzi è solo l’inizio, vedrai come ci divertiremo! Nell’attesa, però mi devi promettere di non farti seghe: la tua cremina la voglio tutta io!”
Anch’io avevo sborrato abbondantemente, proprio quando mia moglie aveva iniziato il pompino, ma avevo continuato a menarlo, senza che si ammosciasse, fino alla fine
In un pomeriggio, avevo scoperto la vera natura di mia moglie – una troia – e la mia – un cuckold, impaziente ormai solo di vedere la mia donna di nuovo alle prese con un cazzo diverso dal mio. Ma l’indomani pomeriggio era vicino e da quel giorno ho avuto tantissime occasioni per soddisfare questa mia perversione e mia moglie tantissimi altri cazzi da provare

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3 thoughts on “La moglie, il marito ed il giovane guardone

  1. Maturo

    mi è piaciuto tantissimo. vorrei vivere questa esperienza essere il ragazzino guardone e poi farsi spompinare così da una donna sposata.
    io 57 pulito serio e soprattutto discreto

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