Valeria Banghi – cap 3

Valeria Banghi – cap 3

Quando Carlos mi chiamò per propormi una ‘serata speciale’, non potevo sapere che cos’avesse in mente, sennonché fosse qualcosa d’estremamente piccante, e del resto da lui non potevo certamente aspettarmi d’andare a cena e poi al cinema. Carlos era uno degli uomini più interessanti che conoscevo, un serio professionista che quando staccava dal lavoro, amava divertirsi soprattutto con del sesso non banale, e non per nulla c’eravamo conosciuti in un club privé, dove era accompagnato da una delle sue tante donne. Fra noi era scattata subito un’incredibile alchimia, fatta non solo di sesso, anche se quella era la base, ma anche di passioni comuni come il jazz ed il cinema neorealista. Con lui avevo provato tutte le forme di triangolo, compreso quella con una trans filippina d’indubbia bellezza, anche se ben poco dotata, oltre a piccole orge dove però riusciva a far sì che mi sentissi sempre al centro della scena. Così non ebbi alcuna esitazione nell’accettare la sua proposta, un incontro a casa sua alle nove e mezza in punto, e sapendo che quell’orario non era casuale, decisi almeno di cercare d’esser puntuale. Avendo tutta la giornata libera la passai a curarmi, più che altro nei dettagli avendo passato già il fine settimana precedente fra estetista e centro benessere, ma con la mia solita pignoleria trovai qualche pelo fuori posto, oltre a provare dei nuovi trucchi. Non persi invece tempo per vestirmi, avendo già deciso per un look total black, dove i tre pezzi della lingerie erano quasi un capolavoro di ricercatezza, fra nastrini di raso e lembi di pizzo, che più che coprire servivano ad eccitare. Le calze velatissime con le decolté e un semplice tubino, servivano solo ad esaltare quanto non si poteva vedere, ma già sapevo che non li avrei tenuti troppo a lungo. Per fortuna non incontrai il solito traffico del sabato sera, ed arrivai davanti alla casa di Carlos con qualche minuto d’anticipo, così non mi rimase che fumarmi una sigaretta, prima di suonare al suo portone. Presi la rampa di scale che portava al suo appartamento, trovando ridicolo prendere l’ascensore per fare un piano, nonostante il tacco undici, ma del resto ero abituata a portarli e non fu una gran fatica salire da lui. “Valeria sei splendida come al solito.” mi disse prima di darmi un caloroso abbraccio per poi farmi entrare anche per evitare occhi indiscreti. Quand’era in casa Carlos toglieva sempre la cravatta, ma quasi mai il vestito, come se volesse indicare che era ‘fuori servizio’, ma non per questo un uomo di gran classe. Conoscevo bene il suo appartamento essendoci stata più volte, e lo consideravo una sorta di cattedrale del minimalismo funzionale, dove ogni oggetto non era lì per caso, ma per rispondere ad una precisa esigenza. “Posso chiederti di toglierti solo il vestito.” mi chiese dopo le solite frasi di circostanza. Mi girai per dargli le spalle, e lui abbassò con delicatezza la lampo del vestito che poi scivolò a terra, prima d’esser raccolto e sistemato per bene su una sedia. “Oltre ad esser splendida sei anche estremamente sensuale.” mi disse baciandomi da dietro il collo “Ma non credo che a te bastino i complimenti, non è vero.” “No anche perché li fai a tutte quelle che porti qui.” gli risposi baciandolo a mia volta ma questa volta in modo veloce e sulla bocca. Lui mi prese per mano per condurmi in camera sua, dove al centro del bordo inferiore del letto, era inginocchiata una donna, che aveva le mani legate dietro la schiena con un foulard. “Valeria lei è Masha, una mia cara amica lituana che ha perso una scommessa, e che stasera deve pagare pegno.” Masha era quasi il mio perfetto opposto, a occhio doveva esser alta più di uno e settanta, con due tette che sembravano due palloni, i lunghi capelli neri raccolti in una coda, ma soprattutto dei lineamenti poco femminili anche per una donna slava, come doveva esser lei. Quello che poi la rendeva un po’ assurda, era che indossava solo un minuscolo perizoma, ma soprattutto degli stivali in pelle che le arrivavano a metà coscia, come quelli che portavano solo le peggiori puttane dei quartieri vicino al porto. Inoltre le labbra fin troppo carnose, erano ancora messe più in risalto da un rossetto rosso fuoco, che contrastava con la pelle chiara, rendendole quasi ridicole. Non amavo il mondo della dominazione fine a se stesso, ma allo stesso tempo trovavo intriganti alcuni giochi di ruolo, dove per forza di cose ci doveva essere chi comandava più dell’altro. Compresi immediatamente che Carlos aveva in mente di portarne avanti uno dove Masha sarebbe stata al nostro completo servizio, pur non sapendo come avrebbe portato avanti il gioco. “Cosa devo fare con lei ?” chiesi all’uomo non sapendo come comportarmi. “Quello che vuoi, tanto so che non sei una sadica, l’importante è che tu non la faccia venire, per il resto abbiamo campo libero.” mi rispose Carlos strizzandole un capezzolo ma senza troppa forza. Iniziai a toccarle il seno, che sarà anche stato rifatto, ma era un piacere per gli occhi tanto era sodo e sfidava la legge di gravità, sino a quando i capezzoli non divennero tanto turgidi da permettermi di mordicchiarli, ma senza farle alcun male. Con tutta la calma del mondo risalii con la bocca lungo il lato destro del collo per arrivare alla sua bocca, che spalancò ancor prima che ci giungessi, ed infilarle la lingua dentro fu fin troppo scontato. Carlos però non aveva alcuna intenzione di rimanere fermo a guardarci, così dopo aver poggiato le mani sui miei fianchi, mi fece girare la testa per poter esser lui quello da baciare. Masha però m’intrigava molto più di lui, così tornai da lei per poter scendere con le labbra dalle sue fino alla passera, che era già madida d’umori. “Questa è già un lago e non ho neanche iniziato.” dissi pensando a voce alta, col risultato che mi sentirono entrambe le persone presenti in quella camera. Il risultato della mia esternazione, fu che l’uomo mi sfilò il provocante tanga, per poi sprofondare la faccia fra le mia chiappe, mentre Masha cercava invano di non farsi coinvolgere dalle mie attenzioni. Il passo seguente fu quello di farle succhiare due dita, che quando furono ben ricoperte dalla sua saliva, finirono dritte nella sua passera, per poi passare alla mia bocca per provarne il sapore. “Carlos ma come hai incontrato una troia del genere ?” chiesi all’uomo con una curiosità tipicamente femminile. “A una festa dove era quasi messa in bella mostra da un cretino pieno di soldi, sai il classico sfigato che vuol farsi vedere con una bella donna per dimostrare agli altri che è un Casanova. Peccato che poi abbia perso una scommessa col sottoscritto, e ora Masha è qui mentre lui è a casa sua a farsi una sega dopo l’altra pensando a lei che scopa con me.” Slegai Masha per poi spingerla sul letto, dove cadde allargando le gambe, per poi ordinarle di togliersi il perizoma, cosa che fece immediatamente mostrandoci la passera completamente depilata. Con tutta calma poggiai la bocca appena sopra lo stivale destro, per risalire sino al monte di Venere, girandoci sopra e quindi scendere lungo l’altra coscia, e quindi ripetere il giochino diverse volte, mentre Carlos mi palpava il sedere facendomi allo stesso tempo sentire le dita lungo tutto lo spacco. La lituana si stava eccitando sempre più, e lo dimostrò quando l’uomo dopo essersi spogliato, quasi le infilò di forza il membro in bocca. Masha iniziò a sbavare copiosamente tanto che la saliva le colò sul seno, rendendola così ancor più simile a un’attrice di film porno. “Secondo me il coglione con cui sta la scopa poco.” dissi a Carlos inginocchiandomi vicino a lui “E una troia del genere se non prende cazzo in casa lo va a cercare altrove.” “Hai ragione, però adesso sdraiati e fatti leccare la fica da Masha mentre io inizio a sfondarle il culo.” mi rispose l’uomo dopo avermi dato un bacio. Feci quello che mi aveva suggerito l’uomo, e subito dopo la bionda si mise carponi fra le mie gambe per poter farmi provare la sua bravura con la lingua, mentre Carlos s’inginocchiava dietro di lei. Conoscendo il padrone di casa non mi fu difficile immaginare come la sodomizzò, non tanto in maniera solo brutale, lui non era certo un sadico e questo lo sapevo bene, piuttosto facendola sentire come una bambola da scopare senza alcun riguardo, come se non avesse alcuna intenzione di far godere anche lei. Masha dovette in ogni caso provare un po’ di dolore mentre lui la penetrava, perché fermò la sua lingua, per poi riprendere a leccarmi la passera solo perché costretta a farlo, il che se da un lato era più che comprensibile, dall’altro era imperdonabile visto che stava pagando pegno per una scommessa persa. “Se uno ti ordina di leccare una fica, tu devi leccare una fica !” le urlai dandole delle sonore manate sulle chiappe. “Che ne dici se la mettiamo sotto ?” propose Carlos “Almeno deve aprire la bocca altrimenti non respira.” “Ottima idea, hai sentito troione che non sei altro ? Sdraiati così vediamo se poi non obbedisci.” In realtà quello, il nostro, era solo un gioco di ruoli, dove Masha era la sottomessa che doveva solo fare ciò che le ordinavamo, ma senza alcun reale sadismo. La donna si sdraiò sulla schiena, e subito dopo le misi le chiappe in faccia mentre l’uomo riprese a scoparla come prima, usando solo il suo bel culo. Questa volta Masha fu più attiva, usando la lingua in modo sapiente su entrambe le mie aperture, facendomi gemere dal piacere, ma soprattutto eccitandomi a tal punto che non potei più rimanere solo a guardarli. “Carlos lascia stare questa puttana e scopami.” dissi all’uomo sdraiandomi al fianco di Masha. “Subito mia signora.” mi rispose lui saltandomi letteralmente addosso. Se c’era qualcosa che Carlos sapeva fare davvero bene, era far godere una donna standole sopra, non solo perché scopava in maniera divina, ma per le sue mani che non rimanevano mai ferme, tanto da farmi dubitare che ne avesse solo due. Anche quando fui io a stare sopra di lui, le sue mani s’impossessarono del mio seno, ma senza palparlo con troppa foga, ma accarezzandolo o giocando coi capezzoli, che erano turgidi per le attenzioni ricevute. Anche Masha si mise vicino a me per solleticarmi il buchetto con le sue dita, finendo col baciarmi a lungo, facendo sì che fra noi due non ci fosse più alcuna differenza. A quel punto scambiarci l’uomo fu solo la degna conclusione della serata, e anche quando lui venne, non gli fu dato il tempo di riprendersi, che avevamo di nuovo la sua mazza in bocca, pronte a fargliela tornare dura, cosa che avvenne in poco tempo. Solo quando si alzò in piedi, io rimasi in ginocchio davanti a lui, a prendermi cura del suo membro, mentre Masha si spostò dietro per affondare la lingua fra le sue chiappe, leccandogli l’ano in modo da accelerare l’erezione. “Ora che ce l’hai di nuovo duro scopaci.” gli dissi invitando Masha a mettersi carponi al mio fianco, in modo che l’uomo potesse scegliere chi prendere e come. Lui iniziò con me, ma l’altra donna fu quasi un fulmine ad impossessarsi con una mano della mia passera, mentre le nostre lingue s’intrecciavano in giochi sempre più perversi. Carlos si rese subito conto che doveva andarci piano, altrimenti avrebbe corso il rischio di durare troppo poco per due donne come noi, così oltre ad usare la mazza, iniziò a masturbare chi non aveva davanti, con un dito o due, e poco importava dove finissero le sue falangi. Arrivammo quasi contemporaneamente all’orgasmo, ma questa volta Carlos mi venne dentro il retto, e Masha prese a portarmi quel dolce liquido un po’ alla volta alla bocca usando la sua. Io avrei voluto continuare per ore, e credo che anche Masha fosse sulla stessa lunghezza d’onda ma Carlos era sfinito, e non ci fu modo di risvegliargli la mazza, che per quella sera aveva dato e anche bene. Così mi rivestii insieme alla lituana per poi prendere un taxi con lei, e la lasciai davanti al suo portone, ma solo dopo aver scambiato il suo numero col mio, certa che prima o poi ci saremmo riviste, forse anche senza uomini in giro.

Per commenti : [email protected] (quelli volgari saranno subito cestinati) Invito tutti a visitare il mio piccolo blog http://serenathemiss.wordpress.com/

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