Secondo giorno

Secondo giorno

Mi rendo conto di aver dimenticato il preservativo, la mente mi torna lucida. Cosa avevo fatto? Quella ragazza non era mia, non avevo nessun diritto di prendermela. Vado a prendere due cuscini, anzi meglio tre. Ne prendo un quarto con il mignolo e un quinto con i denti. Tornato al mio posto costruisco un fortino con i cuscini. Sono molto morbidi e cadono continuamente. Esasperato li metto tutti insieme alla carlona e mi ci tuffo dentro. Chiudo gli occhi per far filtrare ancora meno luce. Penso alla gravità del mio gesto. Ma più penso e più sono confuso. Cosa cazzo è successo?
Un cuscino si alza facendo entrare la luce del neon sul soffitto. È ancora questa ragazza. Mi sorride con un sorriso da furba e si china cercando di capire cosa sto facendo. In effetti posso capire che il mio comportamento sia stato strano, ma cerco di farla andare via con gentilezza. Non voglio finire nei guai. Inspiro profondamente e lentamente faccio uscire tutta l’aria. Ancora una volta. E un’altra ancora. Lentamente. Ora sono calmo. Prendo il cuscino che è stato spostato e me lo rimetto sopra, assaporando il cotone freddo sulla guancia.
La cosa migliore da fare adesso è dormire perché sicuramente non posso tornare indietro nel tempo. Ma le ore passano, mi giro e mi rigiro e non riesco a prendere sonno.
Improvvisamente mentre sposto il cuscino, sotto il naso deve essere passato il lembo che aveva preso in mano questa ragazza. Aveva un forte profumo inconfondibile, ma non sapevo di cosa; un po’ selvatico, forse di pino. L’aveva messo apposta per me? Ero così importante per lei? Poi ripenso alla sua pelle scura, completamente liscia e calda. Un mare profumato di carne in cui tuffarmi. Perché non l’ho scopata di più? Sarò venuto dopo due minuti. Quasi vergognoso, ma lei non sembrava delusa o triste per questo. Anzi era sorridente… e furba. Il preservativo!
Mi alzo in un esplosione di cuscini e vado verso il supermercato. Mi accorgo che la luce è sempre accesa ma ad un regime più basso. È già notte?
Prendo il preservativo e lo porto in mano al mio posto. Dove è finita quella ragazza? Non vuole più scopare? Non la vedo in giro, deve essere andata al supermercato e io sono appena tornato. Vado indietro e guardando il cibo mi accorgo che mi sono dimenticato di mangiare.
Colgo l’occasione per prendere due ciambelloni. Sono comodi da portare in giro perché li puoi inserire come due braccialetti giganti e sono ragionevolmente buoni.
All’angolo tra il supermercato e lo stanzone con la coda dell’occhio vedo una ragazza con la pelle scura. Guardando meglio mi rendo conto che non è lei. Ha i capelli riccioli e sta giocando con l’acqua. Ha tutta la maglietta bagnata. Cade a terra ridendo e invece di alzarsi immediatamente imbarazzata, continua a ridere con i suoi amici anche loro bagnati.
Guardandola bene, questa ragazza era molto più magra. Indossava dei pantaloni da ginnastica aderenti cosicché ad ogni movimento si poteva intuire tutto: quanto era sodo il culo, come rimbalzava, tutto ad albicocca. Come è possibile essere invidiosi? La ragazza di prima non è nemmeno mia e sono già pentito. Avrei potuto scopare questa, con un culetto del genere sarei venuto il doppio.
Torno al mio posto mentre mangio il ciambellone, ma vengo interrotto dalla ragazza di prima. Mi sono dimenticato che la stavo cercando. Divido il ciambellone con lei, ma mentre lo mangiamo comincia ad accarezzarmi. Prima lentamente la nuca, poi mette la mano sotto la maglietta. Penso che la vorrei scopare immaginando però il culetto di questa ragazza nuova. Le prendo il braccio, la guardo negli occhi e le dico di smettere. Perché? Non ho nemmeno voglia di farmela. Voglio a tutti costi questa ragazza nuova con i capelli ricci. Era così spensierata mentre giocava nell’acqua.
Mollo il suo braccio e vado a cercala. So che le faro un torto e sarà triste, ma questa nuova ragazza mi piace di più.

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