La prima volta che mi ha fatto cornuto

La prima volta che mi ha fatto cornuto


Mi chiamo Luca, ho 50 anni e sono sposato da trent’anni con Silvia. Ci definiamo entrambi piacenti, non bellissimi, ma di gradevole aspetto. Siamo entrambi di media statura: io alto, dalla corporatura robusta, ma non grasso, occhi scuri, capelli leggermente canuti e ben messo fra le gambe, sia in circonferenza che in lunghezza. Lei, magra, seno molto piccolo, ma con un culo bello tondo e sodo. Sposati da 30 anni, l’ho conosciuta che era vergine e, nel tempo, abbiamo trovato la giusta intesa a letto, anche se, col passare degli anni, diventa fisiologico che insorga un po’ di routine, o una certa noia, dovuta al calo di desiderio. Per carità non ne faccio colpa a nessuno; ho certamente una buona dose di responsabilità pure io, ma quello che è successo mi ha fatto, in qualche modo, riflettere e giungere alla conclusione che non tutti i mali vengono per nuocere, anzi, nel nostro caso, sono stati davvero provvidenziali. Fra noi non avevamo mai parlato di relazioni aperte o di trasgressione, anche se, almeno io, qualche idea l’avevo avuta e da tempo, ma, in ogni caso, era sempre rimasta relegata nel mio cervello e mai avrei esternato a lei i miei più sconci desideri. L’estate scorsa, decidiamo di affittare una villetta sulla costa tirrenica per trascorre qualche giorno di vacanza. Data la poca distanza dalla nostra città, situata nell’entroterra, decidiamo di affittarla per tutto il mese. La spesa era accessibile ed io ero propenso a far il pendolare, dato il mio lavoro che si svolge, prevalentemente, di mattina per cui avrei sempre avuto il pomeriggio libero e, con una mezzora di strada, sarei sempre tornato in riva al mare per godermi il sole del tramonto insieme a lei. La prima settimana sono rimasto con lei e ci siamo sempre diretti verso qualche spiaggetta lì vicino, in cerca di maggior tranquillità. Passata la prima settimana, io ho iniziato a fare avanti e indietro per il lavoro, e, al pomeriggio, quando tornavo, Silvia mi aspettava per andare insieme in spiaggia. La sera lei cucinava sempre del buon pesce, perché aveva scoperto che, in fondo alla spiaggia, vicino al molo del porto, alcuni pescatori la mattina, tornati dalla pesca, vendevano direttamente sulla spiaggia quanto pescato. Era una cosa molto piacevole, perché il pesce piace a tutti e due e, per tutte le tre settimane che siamo rimasti lì in vacanza, abbiamo, la sera, quasi sempre cenato con il pesce che si cucinava sul terrazzo dell’appartamento preso in affitto, che, essendo tra l’altro situato all’ultimo piano, permetteva di servirsi del barbecue. Spigole, orate, gamberoni, erano i nostri piatti preferiti. Solo un pomeriggio, nella seconda settimana, sono rimasto a dormire in città, perché la mattina dopo avevo un importante appuntamento di lavoro. Quando sono tornato al mare, ho trovato Silvia che era un po’ indisposta. Mi ha detto che certamente doveva averle fatto male qualcosa che aveva mangiato. Anche il sesso fra noi, durante le vacanze, non è stato affatto intenso: abbiamo scopato, sì e no, due o tre volte e per due volte me lo ha succhiato facendosi venire in bocca. Diciamo che si è svolto tutto assolutamente nella norma. Appena rientrati in città, la settimana dopo, mi chiama mio suocero e mi dice che ha bisogno di una cortesia. Quando lo incontro, mi spiega che il sabato venturo è il compleanno di mia suocera e che vorrebbe farle una piccola festa a sorpresa, organizzando un pranzo con una decina di persone. Mi chiede se, cortesemente, potessi andare giù al mare a prendere del pesce, perché Silvia non ha omesso di dirgli dei pescatori che lo vedono ad un prezzo piuttosto contenuto. Naturalmente mi mostro disponibile e, quel sabato mattina, mentre mia moglie si distrae con mia suocera, portandola in giro per negozi e lui organizza il pranzo, io, di buon mattino, prendo la macchina e vado giù al mare. Arrivo un po’ in anticipo e, raggiunto il posto indicato da mia moglie per acquistare il pesce, trovo un piccolo casotto di legno, adibito a magazzino, con davanti dei tavoli in ferro, sotto un porticato e, seduto su una panchina, lì vicino, c’è un pescatore con un braccio ed un polso ingessato. Mi avvicino e gli chiedo se è quello il posto dove si compra il pesce fresco. Lui mi guarda e annuisce, poi, una volta avvicinato, gli dico che mi hanno parlato di questo posto, in città. Lui si incuriosisce e mi chiede chi mi ha dato questa informazione. Stranamente non dico che è stata mia moglie, ma resto un po’ sul generico.
«Da una signora che conosco in città e che di recente è stata in vacanza qui, ho appreso che tutte le mattine veniva a prendere il pesce dai pescatori che lo vendono ad un prezzo abbastanza contenuto.»
Lui mi guarda, si incuriosisce e mi chiede chi è quella signora che mi ha fornito questa informazione. Io, ironicamente, dico che è una bella donna e che, tutto sommato, non sarebbe una cattiva idea portarsela a letto. Lui sorride e mi chiede qualche altro dettaglio. Gli fornisco una semplice descrizione del corpo di mia moglie, lui mi guarda e mi chiede se per caso la persona in questione si chiama Silvia. Mi rendo conto che evidentemente la conosce bene e, così, mi siedo e cerco in qualche modo di proseguire la mia improvvisata indagine.
«Sì, è proprio la signora Silvia. È una bella donna e onestamente, se non fosse così pudica e rigida, avrei anche fatto qualche pensierino su di lei.»
Lui mi guarda, sorride e, con fare ironico, mi narra tutt’altra cosa.
«Pudica? La signora Silvia sarebbe una donna pudica e riservata?»
Scoppia in una risata. Allora io, che ovviamente mi sono incuriosito, lo guardo e, con aria complice, gli chiedo qualche dettaglio piccante che mi possa essere utile per portarmi a letto una così bella femmina. Lui mi fa sedere accanto e poi, con tono pacato, mi racconta alcune cose che mi fanno tremare i polsi.
«Forse, in città, la signora Silvia sarà anche una donna pudica e riservata, ma ti assicuro che in quelle tre settimane che è stata qui al mare, tutte le mattine è venuta qui da noi e, di pudico, non aveva assolutamente niente. Alla signora piace il pesce sia quello fresco e anche quello caldo!»
Sono sbalordito dalle sue parole, però cerco di non darlo a vedere e gli chiedo maggiori dettagli. Lui mi guarda un attimo in faccia e poi mi narra tutta la vicenda.
«È venuta, le prime volte, di buon mattino, quando tornavamo dalla pesca e prendeva sempre il pesce, ma, una mattina, è arrivata più tardi e non c’era rimasto un granché da comprare. Era desolata e, allora, le ho detto che ciò che era rimasto era bastevole per fare una buona zuppa di pesce, giusto per due persone. Lei mi ha guardato, ha stretto le spalle e mi ha detto che non aveva la minima idea di come si facesse una zuppa di pesce. Allora io l’ho invitata ad entrare dentro la nostra capanna e, poiché lo spazio è abbastanza poco, mentre le spiegavo quali tipi di pesce mettere nella zuppa, quali cucinare per primi e come fare un buon sughetto, i nostri corpi si sono un po’ strusciati. Lei indossava solo il costume con il copri costume ed il suo bel culo, più di una volta, ha sbattuto contro il mio cazzo, che si è gonfiato. Quando mi ha chiesto quanto mi doveva per il pesce, Io le ho risposto semplicemente che volevo una carezza. Lei mi ha guardato e, sorridendo, mi ha fatto una carezza sul volto, ma io ho afferrato la sua mano, l’ho portata in basso e l’ho appoggiata sulla mia verga. Lei ha stretto la mano, afferrando il mio cazzo per saggiarne la consistenza e la durezza. È rimasta stupita nel sentire la mia verga grossa e dura, perché, modestamente, sono abbastanza ben dotato. Ho sentito la sua mano stringere con forza la mia verga. Dopo averlo tastato bene ed a lungo, le sue guance si erano imporporate e lei era rimasta davvero sorpresa da quello che sentiva. Ha preso a mordersi il labbro inferiore, mentre seguitava a tenere la mano appoggiata sul mio cazzo. Io ho sollevato le braccia e le ho appoggiate sulle sue spalle, facendola inginocchiare davanti a me. Per un attimo ha opposto una lieve, quanto inutile resistenza, dicendo:
«Ma io sono sposata!»
Io non ho dato peso alle sue parole ed ho continuato a premere sulle sue spalle, così lei si è inginocchiata davanti a me che ho estratto la mia verga e lei, trovandosela davanti alla faccia, ha assunto un’espressione di assoluto sbigottimento. Ha subito afferrato la mia verga con entrambe le mani e la sua bocca è andata ad appoggiarsi sulla mia cappella. Ha iniziato subito a leccare e succhiare il mio cazzo, dimostrando di esser certamente molto esperta nel fare pompini. Ti assicuro che è stato bellissimo! Io son vedovo da oltre 6 mesi e, sentirmi leccare il cazzo in quella maniera, mi ha eccitato tremendamente. Ha preso a leccarlo e succhiarlo con estrema bravura, facendolo scivolare per più della metà direttamente in gola. Avrei voluto scoparla, ma lei è stata risoluta e mi ha risposto:
«Oggi no! Domani!»
Allora ho messo una mano sopra la sua testa e le ho imposto il ritmo della pompa. È stato un bocchino stupendo, fatto da una donna che di cazzi ne doveva aver succhiati tanti, per aver raggiunto una simile bravura. La sua lingua si muoveva decisa e rapida lungo tutto l’asta, mentre le sue labbra cingevano la cappella, che succhiava facendo ruotare e insinuando la punta della lingua nel meato, regalandomi sensazioni incredibili. Ho preso a scoparla in bocca, muovendo il bacino avanti e indietro ritmicamente, poi ho sentito impellente il desiderio di sborrare, ho abbassato lo sguardo ed ho incrociato il suo, facendole capire che ero al limite; lei ha annuito ed ha preso a succhiare ancor più forte, facendomi svuotare nella sua cavità orale. Le prime due bordate di sperma le ha prese direttamente in gola, poi si è un po’ sfilato il cazzo di bocca ed ha continuato a ricevere copiosi schizzi di sborra densa e calda, che ha provveduto ad ingoiare fino all’ultima goccia.
È stato un lavoro perfetto, eseguito a regola d’arte. Dopo avermi pulito be ne, si è alzata, ha preso la borsa del pesce che le avevo preparato e, nel salutarmi, mi ha detto:
«Vengo anche domani. Lasciami dell’altro pesce!»
Le ho risposto che doveva venire come oggi, un po’ sul tardi, che avrei provveduto a metter da parte ciò di cui aveva bisogno. Era il martedì e, fino al venerdì, ogni mattina è venuta e si è succhiato, oltre il mio, anche i cazzi di altri tre miei amici. Poi ha detto che sabato e domenica non sarebbe venuta, perché aveva prenotato una mini crociera intorno alle isole, assieme al cornuto. Il lunedì successivo ha ripreso a venire a prendere il pesce ed io avevo voglia di scoparla, così l’ho portata dentro e lei, dopo avermi solo un po’ leccato il cazzo, si è appoggiata con i gomiti al tavolo, le ho sollevato la gonna, ho spostato di lato il costume e l’ho infilata di colpo. La maiala era così bagnata che il mio cazzo le è scivolato dentro senza nessun impedimento. Ho preso a stantuffarla con forza. Ha avuto diversi organismi e, quando ha capito che ero prossimo a sborrare, si è girata e mi ha detto di volerlo ancora in bocca. Sentirla così troia, mi ha fatto impazzire ancor di più e così, dopo averla fatta godere ancora una volta, mi sono sfilato. Lei si è inginocchiata ed ha ingoiato tutto il frutto delle mie palle. Il giorno successivo mi ha detto che il cornuto, la sera dopo, non sarebbe tornato dalla città e, quindi, non avremmo dovuto lasciarle il pesce. Allora io le ho detto che, se voleva, poteva venir di notte a pescare con noi, visto che il cornuto sarebbe rimasto a dormire in città e lei ha accettato. Il pomeriggio del giorno dopo, al calar del sole, l’abbiamo vista arrivare ed è venuta via in barca, con noi. Indossava solo una minigonna di jeans e una t-shirt, sotto cui si intravedevano i suoi capezzoli duri, perché la puttana non aveva indossato né mutandine né reggiseno. Siamo partiti con due barche, io, lei, i miei quattro amici, più altri due che vengono con noi quando andiamo a sistemare i palamiti, cosa che avremmo fatto quella sera. Superata la punta oltre il faro, abbiamo iniziato a metter in acqua le lenze. Dopo due ore avevamo finito e siamo andati un po’ più avanti, lungo la costa, dove c’è una spiaggetta con una caverna che noi utilizziamo di notte per ripararci, quando facciamo quel tipo di pesca. Appena giunti sulla spiaggia abbiamo steso dei teli e lei è stata l’oggetto del nostro piacere. Il nostro giocattolo per tutte le quattro ore che dovevamo trascorrere. L’abbiamo toccata tutti e sei, eccitandola, offrendole i nostri cazzi da succhiare, cosa che lei ha fatto senza mai fermarsi. Poi, a tre per volta, ci siamo alternati nei suoi buchi, facendola godere senza sborrare, perché ci alternavamo, dandoci frequentemente il cambio. Lei ha goduto in una maniera sconvolgente e, ad un tratto, la sua eccitazione e goduria è stata talmente forte, che ha squirtato. Vederla sdraiata per terra, con il corpo travolto dalle convulsioni, ci ha eccitato tantissimo! Non ci era mai capitato che una troia godesse così tanto sotto i colpi dei nostri cazzi, così ognuno di noi ha preso a segarsi vigorosamente per poterla completamente ricoprire di sborra calda. Al sentire addosso i nostri getti di sborra che la colpivano in ogni dove, l’ha fatta godere e urlare di piacere come se non l’avesse fatto fino a quel momento e, ad un tratto, uno di noi, dopo aver sborrato, le ha sollevato il capo e si è fatto pulire il cazzo, facendole raccogliere fino all’ultima goccia, cosa che abbiamo ripetuto anche tutti gli altri. Una volta che aveva pulito per bene i nostri cazzi, qualcuno ha proposto:
“Su, adesso laviamo questa maialona!”
Così ha preso a pisciarle addosso ed a quello ci sono uniti noi altri. Sei cazzi le hanno riversato addosso una cascata di urina e lei, anziché esserne schifata, ha allargato braccia e bocca, cercando di riceverne il più possibile in gola. Una volta che abbiamo finito di pisciare e, anche in questa occasione, ciascuno di noi si è fatto pulire il cazzo, l’abbiamo sollevata e letteralmente scaraventata in mare, ridendo e insultandola: dicemmo, infatti, che una maiala come lei, ora doveva lavarsi, perché puzzava più di una latrina! Anche noi abbiamo fatto il bagno e, dopo aver consumato un breve pasto, abbiamo ripreso le nostre barche e siamo andati a tirar su le nostre lenze. Durante tutto il tempo che abbiamo recuperato le lenze, lei è rimasta inginocchiata davanti a quello che teneva il timone e gli ha continuato a succhiare il cazzo, facendosi sborrare di nuovo in bocca. All’alba, quando se n’è andata, abbiamo visto che camminava un po’ malferma sulle gambe: procedeva a gambe larghe, perché le avevamo sfondato e irritato ogni buco. Poi, per il resto della vacanza, ha continuato a venire a prendere il pesce e, a volte, si dilungava a farci un bocchino ciascuno oppure si lasciava scopare o inculare, piegata sul tavolo della capanna. Quindi, caro amico, come vedi, la signora Silvia, se in città è una donna pudica, qui al mare è stata e si è comportata da gran troia.»
Sono rimasto per tutto il tempo in silenzio ad ascoltare il suo racconto e, dentro di me, ho avuto reazioni molto contrastanti. Se una parte di me era furiosa ed ero attanagliato dalla gelosia, un’altra, stranamente, si compiaceva che, in qualche modo, mia moglie mi avesse cornificato in maniera così spudorata, facendomi quasi sentire orgoglioso di avere una moglie tanto lussuriosa. Il mio cazzo, a sentire quelle cose, si era gonfiato nei pantaloni ed anche il pescatore se ne era accorto, tanto da rivolgermi un sorriso sornione. In quel momento, sono arrivate le barche e, dopo aver selezionato per bene tutto il quantitativo di pesci di cui avevo bisogno, nel salutarmi e mentre lo stavo pagando, il pescatore mi ha messo una mano sulla spalla e mi ha detto una cosa che mi ha letteralmente stupito.
«Amico mio, prendi questa piccola aragosta: è una Magnosia che, in qualche parte, forse un po’ più a sud della nostra costa, chiamano simpaticamente “zoccola di mare”, perché è un tipo di crostaceo che si addice benissimo a tua moglie.»
L’ho guardato con un chiaro aspetto interrogativo, lui mi ha sorriso e mi ha detto di aver visto la mia foto sullo schermo del cellulare di mia moglie e di aver capito subito che ero suo marito, ma che, in ogni caso, dovevo sentirmi fortunato, anzi molto fortunato, ad avere accanto una moglie come lei, perché, anche se è vero che va in giro a scopare con altri, è sicuramente una femmina molto calda, di cui tutti sarebbero fieri ad avere nel proprio letto. Tienila ben stretta, lascia che scopi e divertiti anche tu, perché tanto non te la negherà. Ho preso il pesce acquistato e l’ho caricato in auto. Ho ripreso la strada di casa e, mentre viaggiavo, ripensavo a tanti piccoli dettagli che, proprio come un buon cornuto, può accostare l’uno all’altro solo dopo averne conosciuto il tenore. Mi son venute in mente tante cene coi suoi colleghi, dove lei tornava tardi e, tante volte, non ha voluto scopare, perché aveva mal di testa o era indisposta. Solo ora mi rendo conto che, di sicuro, si era fatta scopare e sbattere da qualcun altro ed era per questo che non aveva voglia di farlo con me.
Sono arrabbiato ed eccitato nello stesso tempo, al punto che, ad un tratto, son costretto a fermarmi, perché il cazzo mi duole oltremodo: devo segarmi per alleggerire la forte eccitazione che sto provando. Mi sego e basta poco per pervenire ad una copiosa sborrata. Riparto e, mentalmente, penso a mia moglie: quanto mi piace pensarla così troia da mettersi a disposizione di ben sei maschi, pronti a scoparla a turno ed a farla urlare di piacere e, nel mio intimo, penso: “Adorabile troia. Preparati, che sto arrivando!”

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