La mia studentessa

La mia studentessa

LA MIA STUDENTESSA
Corre l’anno 1989, sposato da due e senza figli. Un giorno decidiamo io e
mia moglie di traslocare. Eravamo stanchi di vivere nella zona centrale della
città. A parte questo, il vero motivo che mi ha spinto, era di potermi
avvicinare di più ai miei familiari. Loro abitavano in un rione di case
popolari, dove vivevano anche i miei genitori. Tutti i miei fratelli, erano a
circa un centinaio di metri di distanza. Eravamo una famiglia molto unita.
La casa dove stavo andando ad abitare, era di una coppia di anziani, lui
settant’anni, lei sessantacinque, e una figlia di trentadue, che avevano
adottato all’età di sei anni. Purtroppo loro in gioventù non potevano avere
figli. Vivevano a tutti a Torino, la figlia era rimasta vedova da diversi anni,
ed aveva tre bambini ancora piccoli essendo tutti al di sotto dei 7 anni. Tutti
quanti, ogni anno scendevano in Calabria per andare al mare, dove
avevano una bella villa a due passi dalla spiaggia. I genitori invece, ogni tre
mesi scendevano per riscuotere gli affitti. Il suo palazzo era composto di 4
piani, tutti belli grandi, e vi abitavano esattamente 4 famiglie a piano. Il
primo giorno che siamo arrivati a casa, dietro di noi c’era al seguito il
camion dei traslochi, e appena arrivati subito la famiglia che stava al piano
sopra del mio, sono accorsi al nostro aiuto per scaricare la nostra macchina
che era piena di biancheria e vestiti. Sin da subito sono stati gentili e
premurosi, la mamma, i tre figli, due maschi e una femmina. Appunto: Una
femmina. Il suo nome e Giusi, ed ha appena 14 anni. Eravamo stati accolti
bene, e sapendo che ancora dovevamo montare la cucina, ci hanno invitato
a pranzo, e poi cena, tutto per tre giorni di seguito. L’affetto di mese in
mese con questi nuovi inquilini aumentava sempre di più. Qualche paio di
mesi avanti, una mattina con mia moglie, ci rechiamo in un laboratorio di
analisi, per fare il test di gravidanza, e il giorno successivo lo ritirammo. Mia
moglie non volle leggerlo per scaramanzia, mi disse aprilo tu. Appena lessi,
mi scappò un piccolo sorriso, e dissi: Diventerai presto mamma, e io papà!
La notizia volò nell’arco di un’ora, tutti i familiari sapevano la grande notizia
attesa con tanto entusiasmo. Arrivati a casa, salimmo le scale e suonammo
il campanello della porta. C’era tutta la famiglia al completo in attesa di
pranzare, il padre la mamma, e i tre figli. Ecco le mie parole: Signori in
questo condominio arriverà tra circa 8 mesi, un nuovo inquilino! un bimbo,
o bimba! Potete immaginare la gioia di tutti, e naturalmente ci sedemmo a
pranzare tutti assieme. I giorni e mesi a seguire, le visite dal ginecologo
erano frequenti, e così di volta in volta che si andava, io non sempre ero
presente per via del mio lavoro. La maggior parte ero fuori in giro per la
provincia. Io stavo fuori tranquillo perché mia moglie era sempre
accompagnata dalla dolcissima Giusi. Intanto i mesi passano rapidamente,
e un bel giorno di martedì, mentre io ero a fare il solito giro per lavoro, che
distavo a circa una cinquantina di chilometri, mi arriva una telefonata sul
cellullare, era uno dei primi, marca Motorola a mattone. In quegli anni
credo ero uno dei pochi ad averlo. Rispondo: pronto! pronto! non si sentiva
bene, faceva quel che rumore come un fruscio, che quando era poco il
segnale di ricezione dovevi spostarti, ma io ero in macchina e la strada era
piena di curve. Mi senti? sono Giusi, Angelica è in clinica, l’abbiamo portata
pochi minuti fa, e da stamattina che aveva dei dolori forti insopportabili.
Appena arrivati l’anno portata in sala parto. Io risposi subito, dammi il
tempo di arrivare, vengo immediatamente. Appena giunsi all’ospedale
c’era Giusi e sua mamma che mi hanno accolto e dato gli auguri baciandomi
e abbracciandomi. Era un bel maschietto, finalmente sono diventato
padre. Intanto arriva l’infermiera e ci dice che possiamo entrare nella
stanza a vedere mia moglie. Abbiamo atteso venti minuti, ed ecco che nella
stanza entra un’infermiera e dice: attenzione! Arriva Gabriele! Bellissimo,
bello davvero, un bel bambino, pesa circa più di 4 kg, lungo 55 cm. La casa
da quel giorno, era divenuta un pellegrinaggio per mesi e mesi, e Giusi e la
sua famiglia era diventata parte di noi, sono stati come secondi genitori.
Ogni giorno mattina pomeriggio e sera, scendeva Giusi ad aiutare mia
moglie, erano divenute inseparabili. Lei cambiava il bambino, gli faceva il
bagnetto, come se lei fosse la madre naturale. Iniziammo quasi tutti i sabati
e domeniche, io mia moglie il bambino e Giusi, ad andare in giro a fare
scampagnate, andavamo in pizzeria, ogni tanto alle giostre, e arrivata
l’estate andavamo al mare. Era diventata una costante unione, tutti
insieme quasi ogni sera facevamo delle passeggiate sul corso a vedere
negozi, e poi sul lungomare, dove ci fermavamo a mangiare un buon gelato.
Tra me e Giusi, iniziava un reciproco affetto intenso, e spesso finiva con
bacetti e abbracci. Era sempre affettuosa con me, quando mi allontanavo
dal suo raggio visivo, mi cercava con gli occhi a vedere dove fossi, e quando
salivamo in auto, lei si sedeva dietro di me e metteva le mani sul mio
poggiatesta, intravedevo sempre dallo specchietto retrovisore, i suoi occhi
che mi guardavano intensamente spesso e volentieri, e naturalmente con
piacere estremo ricambiavo dolcemente lo sguardo. Sinceramente non
c’era nulla di cattiva intenzione da parte mia, ma lei dimostrava una certa
infatuazione verso di me, nonostante avesse compiuto da poco 16 anni. Un
altro annetto e passato, e così per la seconda volta divento papà. A distanza
di 3 anni, nasce il secondo figlio, il nome scelto questa volta è del mio
povero suocero, scomparso da più di un anno per un brutto male. Era una
bravissima persona, proprio davvero, e io ero molto legato a lui. Prosegue
tutto bene, oramai noi e la famiglia di Giusi eravamo in sintonia, tutto era
perfetto, in qualsiasi cosa che si faceva, Giusi era la prima in assoluto in
qualsiasi parte andavamo noi. Lei con mia moglie erano diventate come
sorelle, la grande e la piccola. Le nostre uscite si intensificavano sempre di
più, e Giusi sempre presa con gli studi dove frequentava il liceo artistico.
Un vero dono della natura, disegnava e copiava immagini di chiesa, tipo
Michelangelo, che non si riusciva a distinguere l’originale con la copia. Una
mattina mi sento chiamare dal balcone, era la mamma di Giusi che mi
diceva se potevo accompagnarla a scuola che il motorino non gli partiva, e
così dopo aver bevuto il caffè prendo l’auto e ci dirigiamo verso la scuola.
Mentre eravamo in centro, mi prende la mano che era sul pomello delle
marce, e mi dice: Ci fermiamo a prendere un caffè e cornetto? tanto è
ancora presto per entrare a scuola, Io risposi subito: Certo molto volentieri,
non c’è nessun problema. Giunti a scuola, prima di scendere dall’auto, mi
dette un bacio sulla guancia lasciando le labbra attaccate per qualche
secondo e mi sussurrò vicino l’orecchio: Grazie di tutto, ti aspetto all’uscita.
Così le risposi ciao a dopo. Conoscevo i giorni di entrata e uscita, sapevo
già gli orari. Sinceramente mi sentivo un po’ confuso, non so che pensare
del mio comportamento e del suo, non volevo credere cosa sentivo, ero
diventato pari alla sua età. La cosa che mi accorsi da subito ma senza
pensarci, era che ogni volta rientravo con l’auto, lei era sempre affacciata
nel balcone, questo si ripeteva sempre di continuo. Si verifica un’altra delle
infinite uscite. Questa volta è diversa. Dopo che saliamo tutti in auto, Giusi
esegue la stessa modalità di sempre, si siede come al solito dietro di me,
ma questa volta durante il tragitto, non si limita soltanto a sguardi dallo
specchietto retrovisore a guardarmi, ma nel bel mentre che guido, sporge
dalle mie spalle dietro il sedile, una mano, quella sinistra, e toccandomi mi
faceva capire che anche lei voleva la mia mano, mentre io invece facevo in
tal modo che non si accorgesse mia moglie, abbasso il mio braccio sinistro
e le prendo la mano stringendola e tenendola stretta. Da quel giorno fu
sempre così, e non solo mi attenuai a tenergli la mano, ma anche a toccargli
la gamba e il polpaccio sinistro accarezzandola. Era l’unica cosa che potevo
fare mentre guidavo perché non potevo arrivare oltre con il braccio teso.
Una sera in compagnia di un mio amico fraterno, passo un attimo da casa,
e chi trovo affacciata? Lei come sempre. Appena parcheggiato io e il mio
amico, neanche appena scesi dall’auto la guarda e mi dice? Chi è quella
ragazza che ti guarda? Io subito rispondo: e una mia amica, ci rispettiamo
tantissimo con lei e la sua famiglia. Il mio amico mi guarda con mezzo
sorriso e mi dice a tono alto: ma hai visto che ti stava mangiando con gli
occhi? ma che cazzo dici scemo, a solo 16 anni. Da quel momento tutti i
giorni mi ripeteva sempre le stesse cose. Intanto passano altri mesi, e arriva
il giorno del diciassettesimo compleanno di Giusi. Tutti belli felici pronti a
festeggiare con torte e regali. Sta proprio crescendo la piccola, e sono
passati quasi 4 anni che noi abitiamo in quel condominio. Purtroppo tutto
andava bene, ma all’improvviso tra me e Giusi, cambia il nostro cammino
in due fasi. Una tragica, l’altra dal tragico ma a me favorevole. Ma questo
e solo un modo di dire. Succede che mi giunge una chiamata inattesa al
cellulare, era il padre del mio migliore amico fraterno, mi diceva che suo
figlio ha subito un incidente grave in autostrada, ed è ricoverato in
ospedale in gravissime condizioni. Serve molto sangue, cosi io corro subito
in ospedale e faccio tante telefonate in cerca di donatori amici. Il primo a
donarlo sono stato io, poi vedevo amici che venivano due alla volta a
cercarmi e donare il sangue. Io ho atteso più di un’ora dietro una porta
dell’ospedale che non si apriva mai, si attendeva a minuti un elicottero per
il trasporto a Catania. Ma appena atterrato dopo circa 30 minuti, il tempo
di caricarlo a bordo e partire alla volta di Catania, le eliche di
quell’elicottero e il motore si spensero. Il mio grande amico con
quell’elicottero non volò mai, lui era già in volo con le ali del suo angelo
custode, che lo portava tra le braccia del Dio padre, finendo di soffrire. Era
tutto pezzi internamente con torace fratturato organi vitali spezzati e vena
Orta distaccata. Iniziai a piangere a dirotto come un bambino, non riuscivo
a capacitarmi. Arrivato il giorno del funerale io rimasi in stanza con lui da
solo, iniziai a parlargli come se mi ascoltasse, e gli dissi: fratello mio, ti
ricordi che mi dicevi tu, che Giusi come mi guardava in modo strano come
se era innamorata di me? ti devo dire che avevi pienamente ragione, e
anche io adesso lo ammetto, ma solo a te, ma io non potevo, e neanche lo
capivo, ero confuso, frastornato, era troppo piccola per me, la mia età era
molto superiore alla sua di 15 anni, troppi gli anni, non poteva essere
fattibile una cosa del genere con fiore di ragazza . Invece la cosa sembra
strana, anomala, ma era proprio così. Questo è stato il tuo pensiero da
sempre, ma io lo ignoravo. Nei giorni a seguire, distrutto e disperato, ebbi
conforto e attenzioni, esclusivamente e solamente da Giusi. Lei mi capiva
al volo, e solo con uno sguardo sapeva come era il mio stato d’animo, una
cosa che neanche mia moglie riusciva a percepire in tutti questi anni nello
stare insieme. Arriva il giorno del primo bacio, eravamo a casa nella
stanzetta i bimbi che dormo, e mia moglie in appena entrata in bagno a
fare la doccia. Lei si avvicina a me, e mi domanda come mi sentivo, e io
risposi che tutto va bene, allora mi diede un bacio nella guancia e rimase
ferma attimi di secondi, cosi io mi girai piano piano e risposi al suo bacio,
le toccai mezzo labbro e li unimmo insieme le nostre labbra. Era molto
impacciata, non sapeva baciare, era il suo primo e vero bacio d’amore. Le
spiegai come si fa, e dolcemente le facevo aprire la bocca succhiandogli la
lingua passionatamente, ed ecco che lei rispondeva perfettamente a tutto
quello che facevo io. Sembrava già un’altra persona, gli piacevano i miei
baci e la sentivo che era diventata un fuoco, non la smetteva più. Appena
sentimmo il rumore dell’asciugacapelli, abbiamo capito che mia moglie
aveva finito di fare il bagno. Il giorno seguente fu ancora più intenso,
cercavamo sempre un momento per poterci baciare. Tutto questo è durato
parecchio tempo, per circa 5 mesi, ci siamo dedicati solo a baci, e a farmi
toccare, facendomi solo masturbare mentre gli succhiavo il seno. Quando
era tutto messo in evidenza che eravamo in effetti una coppia, lei mi diceva
che in questi due anni, quando era vicina a me, si sentiva qualcosa dentro
lo stomaco e la pancia, ma non capiva bene cosa fosse. Poi quando
tornavamo a casa, la sera tardi, dopo il nostro solito toccamento di
nascosto, scendeva dall’auto e saliva su a casa, appena arrivata correva
subito in bagno, e si sentiva le mutandine bagnate, ma non sapeva spiegarsi
il motivo di tutto questo. Mi diceva che sentiva delle vibrazioni alla pancia
allo stomaco. Questo lo sentiva ogni qualvolta si avvicinava a me. Non ha
mai conosciuto l’amore essendo una ragazzina, e poi si può dire che l’ho
vista crescere io, l’ho conosciuta a 14 anni. Ogni giorno mi riempiva di
domande, voleva sapere tutto sul sesso, e un giorno si spoglio nuda mentre
eravamo nella sua cameretta, voleva fare l’amore per forza, mi diceva che
aveva paura di me, e che io potessi tradirla per via della sua verginità. Io la
tranquillizzai e gli ho detto che l’amo troppo per poterla tradire, perché mi
ha dato la sua giovinezza. E il mio amore per lei era immenso. Continuava
a dire che lo voleva a tutti i costi, ma io le dissi che lo facciamo solo quando
avrebbe compiuto 18 anni, sarebbe stato il mio regalo, e cosi fu. Nel mese
di agosto ecco che arriva il grande giorno, i suoi sono andati a trovare dei
parenti, mentre io salgo sopra, erano intorno le 9 del mattino, suono il
campanello, e lei mi apre la porta con addosso un accappatoio, gli do un
bacio e dico: amore mio, tantissimi auguri, ti amo vita mia. Entriamo nella
sua cameretta e ci avviniamo al suo lettino, lei si lascia cadere l’accappatoio
a terra, ed eccola tutta nuda col bagnetto appena fatto per la grande
occasione della sua vita, sia per lei, che per me. Era un giorno molto
importante per entrambi, e la prima cosa che gli dissi fu: amore sei sicura
di farlo? o vuoi aspettare qualche altro mese? ma lei mi rispose, no! Io lo
spetto da anni questo momento, e anche se non so cosa si proverà dopo
averlo fatto non mi importa, ma voglio essere tua. Cosi gli dissi di prendere
qualcosa, e metterla nel letto all’altezza del suo bacino, che arrivi fino alle
ginocchia, in modo di non sporcare il letto, e mi disse per quale motivo
queste cose? E risposi, amore ti uscirà sicuramente del sangue. Mi rispose
lei, ma mi faccio male? No! vita mia! Cercherò di non fartelo, sarò delicato.
Iniziammo a baciarsi, e su tutto il corpo la riempi di baci, le succhiai la lingua
ripetutamente, e lei lo stesso, le toccavo il seno e vedevo i suoi capezzoli
indurire, era una sensazione unica, e appena le misi le mani nella sua
fighetta stretta e chiusa ma bagnata, iniziò ad aprirsi piano piano, dissi
dolcemente amore mio sei pronta? sto per mettertelo dentro. Si amore vai,
e cosi lo infilai piano e dolcemente facendo avanti e dietro, e sempre di più
spingendo le dicevo se sentiva dolori, o le facevo male? No amore mi
sussurrava spingi, spingi, diceva, si lo sento…. E così bello, non credevo che
fosse bellissimo, ondula mi diceva ripetutamente, e lo spinsi in fondo, fai
così a ondulare amore, lo sento si, si. Ho sentito un piacere fortissimo. Che
bello amore. Allora in fretta ci alzammo dal letto e lei pulì tutto, dissi che
vado a casa per timore che potrebbe salire mia moglie a fargli gli auguri, ci
baciammo e scesi giù a casa. Da quel giorno fu una battaglia di sesso, lo
facevamo due tre volte al giorno, c’erano gli orari che come cronometro li
seguivamo, la mattina alle 8 mia moglie portava i ragazzi all’asilo, lei
scendeva col pigiama e per 40 minuti eravamo tranquilli, alle 13 andava a
prenderli e lei arrivava da scuola, si fermava da me e una cosa veloce lo
facevamo, infine alle 15 dopo pranzato e lei faceva i piatti, la mamma
andava a riposarsi, e io inventavo a mia moglie di salire in terrazzo a
sistemare materiale o riparare qualcosa. Cosi mi mettevo ad aspettarla,
così appena su iniziavamo a fare l’amore 30 minuti di gioie e godimento
puro. Per lei si aprono le porte dell’università, e cosi tutto diventa più facile
per noi, iniziano le assenze, le fughe, le giornate in hotel. Le cose più belle
le abbiamo vissute sulle auto, a secondo il posto che andavamo ne
sceglievo una diversa, sono arrivato anche a prendere un furgoncino e
sistemarlo con lettino e tendine ai finestrini in modo che non vedesse
nessuno dentro. Andavo all’università e mi mettevo a marcia indietro alle
13.30 quando andava in pausa pranzo, aspettavo che uscisse dalla porta
secondaria, e guardando se non c’era nessuno saliva al volo dietro e
iniziavamo a spogliarci tranquillamente a fare l’amore per circa un’ora.
Ogni mese per noi era un dramma, perché certe volte non gli venivano le
mestruazioni, aveva ritardo di 4,5 giorni, e andava in panico, poi mi
chiamava e mi diceva felice: amore tutto ok sono arrivate, così ci
tranquillizzavamo. Era una cosa che continuava quasi ogni due o tre mesi.
Questo e durato per anni, fino che un giorno casualmente, un amico mi
dice se mi interesserebbe affittare una casa al mare ben nascosta e
tranquilla per pochi soldi, in modo di divederci le spese e usarla per i nostri
piacevoli incontri. Lui era fidanzato da anni, ma voleva la sua privacy, e cosi
gli risposi di sì, conoscendo bene il soggetto era un amico serio e fidato e
soprattutto non creava dei problemi. Era un posto ottimo dove era
impossibile incontrare persone o conoscenti, si doveva andare la solo per
un’indicazione precisa. Noi immaginavamo una casa tutta nostra, un vero
sogno. Però a Giusi tutto questo cominciava non bastare, voleva sempre di
più e diventava gelosa di mia moglie, soffriva quando sapeva che facevo
sesso con lei, mi domandava tutti i giorni, e io cercavo in modi gentili di far
capire che se non facevo sesso mia moglie poteva insospettirsi, non potevo
sottrarmi sempre, dovevo una spiegazione del mio rifiuto, non ti pare? A
dire il vero, se in un mese lo facevamo 10 volte, era abbassata la volontà di
farlo con lei ed era sceso a 5 volte al mese, sempre con giustificazioni. sono
passati circa 7 anni che stavamo insieme, e chiedeva ogni mese più
esigenze, ad esempio continuava a dirmi che le piaceva avere un figlio da
me, fino al tal punto di voler scappare con me, voleva che partivamo una
notte al nord e vivere da soli assieme. Era divenuto un pallino fisso per lei
esisteva solo la nostra storia d’amore e nulla più. Purtroppo io anche se lo
desideravo non potevo accettare questo, ma non perché non l’amassi, ma
semplicemente per tutto lo scandalo che si creava intorno. Poi il fattore
della mia famiglia era importante per me, in primis i miei figli, poi i miei
genitori e fratelli, e a come la prenderebbero questa scelta. Cosa dire dopo
della sua famiglia, dopo averci accolto e dato fiducia e accogliendoci a
braccia aperte, non era facile prendere una tale decisione. Non me la
sentivo di ingannare tutta questa gente, che davvero ci adorava e ci voleva
bene. Ma potrei pensare se eravamo distanti, non li avessi conosciuti,
oppure a Giusi se l’avessi conosciuta in altre occasioni, ma non che
abitavamo sopra e sotto nello stesso stabile. Poi pensavo sempre ai miei
figli, come si comporterebbe la loro mamma, mi metterebbe contro i figli
pur di non farmeli vedere più, e principalmente non sopporterei il loro
distacco da me. Loro mi amano tanto, sono stati sempre sin da piccoli legati
a me. Io cercavo gentilmente e accuratamente di fargli questi discorsi e far
capire anche a lei che era assurdo tutto questo, far capire come si
sentirebbe sua madre, suo padre, i fratelli suoi, quanta sofferenza daresti?
e sinceramente ascoltando questo mi dava pienamente ragione. Poi per un
po’ le passava tutto dopo avergli fatto questi discorsi. Gli dicevo anche, se
vuole lasciarmi puoi farlo, se hai queste esigenze formarti una famiglia, ma
lei subito scoppiava a piangere, con le lacrime che scendevano a canali. Era
reale, questa ragazza era unica, come una studentessa modello. dicendo
che io sono l’amore della sua vita. Purtroppo io la capisco, passavano gli
anni e lei si sentiva già donna, si era avvicinata quasi all’età dei 27 anni, una
ragazza matura per diventare mamma. Per questo motivo dico, che non
aveva assolutamente torto a pensare questo, anche lei voleva e desiderava
una vita tranquilla, ma viverla alla luce del sole assieme a me. Io anche lo
desideravo questo, ma purtroppo non era possibile, non per i suoi 27 anni
e i miei 42, quello non ci pesava, anche perché nessuno mi dava gli anni
che avevo, li portavo benissimo, sembravo un trentenne da invidiare. Infine
passati 9 anni dalla nostra unione, che le cose iniziarono ad avere una
svolta. Ci arriva un giorno una lettera da parte dalla figlia del padrone di
casa, lui ormai deceduto da circa due anni, ci dice che vuole vendere lo
stabile, e siccome noi che siamo affittuari da oltre 15 anni, abbiamo la
precedenza per comprarlo con uno sconto. Purtroppo nessuno delle due
famiglie avevamo la somma per poterlo fare, ma neanche avevamo la
garanzia sufficiente a poter chiedere un finanziamento alle banche, Arrivati
a questo punto ci rimaneva entro 90 giorni trovare una nuova locazione.
Da lì iniziarono i pianti di Giusi, il rammarico di mia moglie e figli, e della
sua stessa famiglia. Nessuno voleva dividersi, così tutti quanti iniziammo a
girare per cercare stabili con due appartamenti, in modo di rimanere
sempre vicini. Dopo tanto, alla fine abbiamo trovato una casa per lei e una
per me, ma la distanza più vicina era di appena 300 metri. Purtroppo era
l’unica trovata a nostro piacimento, e ci dovemmo accontentare. Il male di
tutto ciò, era che in quel palazzo dove stava lei, abitavo oltre i proprietari,
i nipoti e che a sua volta tutti i giorni era invasi da altri nipoti, perché i cugini
si frequentavano quotidianamente, e hanno preso il vizio di salire per il
caffè dopo pranzo. Due cugini andavano frequentemente, e tutti e due già
l’avevano puntata Giusi, gli piaceva e cercavano di farle delle dichiarazioni
d’amore. Lei certamente rifiutava, e per mesi e mesi la storia andava avanti
così. Intanto i cugini già avevano la rivalità tra di loro, erano innamorati e
la volevano entrambi, e così iniziarono tra di loro i primi litigi. Comunque
non era come prima, il distacco di entrambi si sentiva, e per giunta quelli
gli stavano addosso come degli avvoltoi nel deserto, aspettando una preda
da mangiare. Sono passati 7 mesi in quell’abitazione, ma giorno dopo
giorno io sentivo che la cosa non andava bene. Un giorno mentre siamo
andati nella solita casa, inizia a farmi un ragionamento strano, che
sinceramente mi faceva paura ascoltarla, era come previsto da tempo nei
miei pensieri, i discorsi che sta diventando grande, la voglia di avere dei
figli, e il timore di non trovare più una persona che la vorrebbe sposarla, se
sapesse il suo passato trascorso con me. Tra i due cugini mi diceva che c’era
uno in particolare che gli era simpatico, e per questo motivo era uscita con
lui un paio di volte a mia insaputa. Ha accettato i primi baci, e ritenuto
conto che andava bene con lui continuare e gradire il suo corteggiamento,
decidendo di frequentarlo. Non perse tempo, tanto che si era anche
confidato con la madre dell’accaduto. Così mi disse che non voleva perdere
questa grande opportunità, anche se ancora non era del tutto innamorata
di lui, ma sentiva che stava nascendo qualcosa di nuovo. Ma visto che gli
aveva raccontato tutto di noi, della nostra storia d’amore e convivenza
attuale, mi fece subito arrabbiare seriamente, reagì molto male,
offendendola in tutti i modi crudeli. Mi sentì tradito, non immaginavo dopo
9 anni d’amore passati insieme, che stava per lasciarmi, dopo che per quasi
un anno io cercavo di allontanarla da me per la sua giovane età. Ma il suo
amore per me che aveva era smisurato. In ogni modo, lei cercò di farmi
capire che è stato meglio confidare il nostro segreto, voleva iniziare una
vita senza bugie, una storia nuova, ma con la coscienza pulita, altrimenti
vivrebbe sempre con grosso peso da portare addosso. Era sicura di lui,
perché con lui poteva veramente costruirsi un futuro, anche se non era
innamorata totalmente, faceva degli sforzi, e che con il tempo ritrovava la
serenità, era decisamente sicura di fare questo passo, perché anche dopo
questo racconto di noi due, lui non ha esitato un solo istante ribadendo che
non gli importa del suo passato, ma quello che contava, era solo da questo
momento in poi. ma solo ad un patto, che deve finire da oggi il nostro
rapporto, e che noi non dovevamo più vederci più da soli. E fu così gli ha
anche promesso in un ipotetico suo sì, che vuole sposarla al più presto, e
che anche fatto capire che lui è veramente innamorato di lei. Di stare
tranquilla che terrà segreto anche la nostra storia, e che i suoi genitori non
sapranno mai nulla dalla sua bocca. Io la portai a casa, per un mese non ci
vedemmo più, e le nostre visite continuavano a scemare di giorno in
giorno, mia moglie sapeva che lei era fidanzata e che presto stava per
dichiararsi in famiglia, e per questo motivo lei non era più presente nella
nostra vita come lo fu per ben 15 anni, sia per la scusa del fidanzato, sia per
il nostro motivo principale che noi sapevamo. Principalmente anche perché
c’era con lei il patto che non dovevamo frequentarci più. Lui ci aveva
allontanati tutti, e non solo me, ma anche la mia famiglia. Mia moglie e i
figli, andavano spesso a trovare i suoi genitori, ma io non salivo mai sopra,
li lasciavo sotto il portone e andavo via con una scusa. Allora decisi
drasticamente di cambiare locazione, in modo con questa scusa di
allontanarmi il più distante possibile, servirebbe anche per una scusa
eclatante, per non poter sempre andare da loro visto che mia moglie non
avendo la patente non guidasse. Trovai una casa bellissima, un posto vicino
al mare a una distanza da loro di oltre 15 km, dove mia moglie e i miei figli
erano entusiasti, con il mare a due passi, e le scuole vicine un centinaio di
metri che andavano a scuola a piedi. Era la fine di tutto, e così dopo la mia
quasi rassegnazione, decisi di chiamarla al telefono e gli dissi di vederci per
l’ultima volta. Non gli piacque quel discorso, e quasi mi fece infuriare, io
agitandomi un poco le dissi: se non vieni domani pomeriggio a casa al mare,
faccio che ti ricordi questa giornata. Lei iniziò a dirmi perché le facevo
questo, che dovevo rassegnarmi a lei, e io gli risposi che lo sono, ma voglio
chiudere in bellezza, perché non ci siamo lasciati bene dopo 9 anni d’amore
intenso e passionale. Io voglio che sia un ricordo felice per tutti e due,
vorrei che fosse un ultimo giorno d’amore, voglio poterti dire addio come
si deve. Poi sarei sparito per sempre dalla sua vita. Me lo prometti mi disse?
E io, si! Certo, giuro! Lo giuro sul tuo amore, e così fu. All’indomani
pomeriggio al solito orario, ci vedemmo a nella nostra casa, dove sarebbe
stata nostra per l’ultima volta, entra con l’auto dentro il cancello e subito
entriamo in casa, sembrava un’altra persona, già si sentiva in colpa perché
stava per tradire il suo nuovo fidanzato. Ci spogliamo e io gli dico: se vuoi
ti metto incinta adesso, visto che lo desideravi, e lei non ti permettere, e io
iniziai a dirgli qualche parola offensiva. Facemmo l’amore 3 volte,
iniziarono per lei i pianti mentre veniva e dopo, era proprio uno strazio, era
divenuta la cosa insopportabile, tutto era finito. Ci alzammo dal letto e ci
vestimmo senza guardarci negli occhi, lei sempre con la testa abbassata e
continuava a piangere, mi sentii non so come, ma spaccherei il mondo, non
vedevo dalla rabbia, non riuscivo a capacitarmi cosa era del nostro amore.
Sono passati 11 anni dal nostro addio, lei si è subito sposata come gli aveva
promesso e ha due figli, ma io solo a pensarla ancora oggi mi vengono i
brividi, non riesco ad odiarla dopo quello che mi ha fatto, ma l’amore che
provo per lei e lo stesso che provavo in quel tempo, e oggi che sono
separato da tanti anni, se venisse in contro a me a dirmi che mi ama e mi
vuole, la riprenderei a braccia aperte senza esitare un’istante. Ma so che
non potrà mai accadere, sarebbe come una favola, un sogno, ma forse
lassù si potrebbe esaudire questo desiderio. Ammetto che con tutte le
donne che ho avuto una storia, questa per me la definisco vero amore, per
questa mia studentessa, che a paragone anche di mia moglie, questa e
l’unica che realmente ho amato ed amo ancora.

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2 thoughts on “La mia studentessa

  1. Luca51

    bellissima storia ma lei si è rivelata più matura di te. dovresti sentirti in colpa eppure sei convinto che lei ti ha fatto un torto per aver deciso di farsi una vita una famiglia sua. Posso dire che suo marito è sicuramente un bravo ragazzo innamorato della (studentessa)

    1. LEMIEAVVENTURE Post author

      Continui sempre a sbagliare nei giudizi,io non potevo lasciare la mia famiglia con due bambini piccoli ed uno non in condizioni di vita bene,non posso scriverti altro altrimenti potrei far uscire pubblico questa storia. riguardo al marito e un bastardo.ciao

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