La festa in maschera

La festa in maschera

Io odio Halloween. Se poi non bastasse odio le feste in maschera. E per finire odio andare dietro a mio marito Luigi solo per fare bella presenza, ma del resto il rospo mi ha sposato quasi solo per avere al suo fianco una donna da esibire, e poco importa se la fedeltà reciproca non sia mai stata presa in considerazione. Del resto lui mi tradisce ogni giovedì con una che potrebbe giusto mettermi le scarpe per quant’è brutta, mentre io lo faccio ogni volta che posso, visto che oltre ad esser rospo non è neanche un granché come maschio. Non avendo nessuna voglia di stupire qualcuno con un abito originale, nel pomeriggio ne presi a noleggio uno da suora, con quattro profondi spacchi, che lasciavano ben vedere le mie lunghe gambe. Luigi invece si travestì da Robin Hood, anche se rimando in ambito boschivo un bel vestito da cervo, o da cesto di lumache sarebbe più appropriato. Una volta in costume andammo in macchina alla villa di questa sua cliente molto facoltosa, che poi era la classica zoccola che aveva saputo trovare un buon partito da sposare, abbastanza vecchio per non rimanergli a lungo troppo vicina , per poi godersi l’eredità in tutta solitudine. Non appena entrammo vidi subito Alberto e Davide, due bei fusti che ben conoscevo avendo fatto sesso con entrambi. Alberto era un architetto che avevo preso per sistemare la nuova casa, e col quale avevo poi ben collaudato la camera matrimoniale, rimanendo in contatto per usarci a vicenda come trombamico. Davide invece lavorava nel mio stesso palazzo come ingegnere, anche lui più o meno sui quaranta, con un sorriso che sembra non finire mai. Entrambi ci vennero incontro e Alberto presentò Davide a mio marito che rispose in modo fin troppo formalmente, ma del resto è l’etichetta fatta a persona. L’architetto poi ci portò da bere, e ben presto Luigi diede segni di cedimento, fino a quando non lo vedi quasi addormentarsi su una poltrona. “Ma che cazzo gli hai dato da bere ?” chiesi ad Alberto che ridacchiava tanto da sembrare un cretino. “Nulla di che, un po’ di sonnifero in modo che non rompa mentre ti portiamo di sopra per divertirci, o preferisci rimanere qui a fare la brava mogliettina.” mi rispose con Davide dietro che rideva più di lui. Mi girai per vedere mio marito che dormiva beato, e a quel punto non mi rimase che accettare la loro proposta, anche se avevo ancora un piccolo dubbio. “Scusa hai detto andiamo sopra, quindi conosci la casa ?” “Certo non sei certo la mia unica cliente, anzi vieni che ti faccio strada, quanto a Davide ci seguirà a distanza, giusto per non farla troppo sporca.” Così facendo finta che Alberto mi illustrasse la casa, salimmo al secondo piano per poi entrare in quella che doveva essere una camera per gli ospiti, raggiunti poco dopo da Davide. “Non credi che sorella Agata vada un po’ punita per averci seguito senza fare alcuna obbiezione ?” chiese ironicamente Davide all’amico “Inoltre si trova in una stanza con due uomini, e secondo me ha idee peccaminose.” “Effettivamente ha ceduto alla tentazione senza alcun pudore, quindi credo anch’io che vada punita, solo non saprei come.” gli rispose Alberto fingendosi perplesso. “Potreste sculacciarmi.” proposi loro piegandomi un po’ contro il comò e alzando la tonaca sino a scoprirmi le chiappe, mal coperte da un microscopico tanga “Però non fatemi troppo male, perché sono davvero pentita del mio comportamento.” I due uomini si misero subito intorno a me, ma invece di picchiarmi le natiche anche se per gioco, le palparono con notevole vigore, facendomi ben sentire le loro dita sulla passera. “Non ho mai capito perché ti sei sposata uno come Luigi.” mi domandò Alberto dopo avermi baciata a lungo. “Perché è un coglione pieno di soldi, quindi può pagare ogni mio sfizio, ed è abbastanza cretino da non rendersi conto di quante corna ha in testa.” gli risposi con fin troppa sincerità. “Cretino lo è sul serio visto il troione che s’è sposato.” disse Davide alzandosi la tonaca “Però adesso basta parlare del cornuto e fammi uno di quei pompini che resusciterebbero anche un morto.” M’accucciai davanti all’ingegnere per prendergli la mazza in bocca, ma non volendomi limitare a succhiargliela, gli misi le mani sulle chiappe in modo da potergli passare le punte delle dita nel loro solco, in modo da eccitarlo il piò possibile. Dopo un po’ anche Alberto volle ricevere lo stesso trattamento, e quindi mi girai di centottanta gradi per poterlo soddisfare. “In effetti Gemma sembra nata per fare pompini.” disse l’architetto all’amico “Se è per quello anche per farsi scopare non è vero bella signora ?” rispose Davide invitandomi ad alzarmi “Tanto lo sappiamo tutti quanti benissimo che non vedi l’ora di prenderlo dentro, quindi alzati quella tonaca del cazzo e fatti scopare.” Essendo fin troppo vero quello che aveva appena detto Davide, mi alzai per togliermi l’abito da suora in versione sexy, per farci finire sopra subito dopo il tanga, e quindi offrirmi a lui con le gambe ben parte. “Perché non la finisci di parlare e vedi di farmi godere ?” gli dissi con tono di sfida, quasi ci fosse bisogno d’invitarlo a farmi sua, per poi piegarmi contro Alberto e continuare a succhiargli la nerchia quasi appoggiandomi a lui. Lui non mi rispose, ma semplicemente si tolse la tonata da frate, prima di puntare la cappella contro la mia passera, e quindi penetrarmi quasi completamente con la prima fortissima spinta. Eccitata com’ero non sentii quasi nessun dolore, ma solo una frustata di piacere che da mezzo le gambe, m’arrivò dritta al cervello, seguita quasi subito da un’altra ancor più forte. Davide infatti iniziò letteralmente a sbattermi neanche fossi una bambola di gomma, tenendomi ben salda per i fianchi mentre la sua nerchia mi scorreva dentro con tutta la forza che aveva addosso. Non potevo gridare il mio piacere solo perché Alberto mi teneva la testa ben schiacciata contro il suo ventre, e quando fu il suo turno di prendermi fu quasi più brutale dell’amico, aggiungendo alla violenta penetrazione, qualche sonoro schiaffo sul sedere. “Dimmi Gemma, tuo marito ti scopa così ?” mi domandò Davide alzandomi la testa in modo da potermi guardare in faccia. “Se lo facesse non gli metterei le corna, quindi fai un po’ tu.” gli risposi senza pensarci su. Perché se era vero che Luigi era di fatto una brava persona, anche con la sue scappatelle dopo le quali tornava sempre a casa con la testa bassa, lo era altrettanto che a letto era tutto tranne che un cavallo di razza, e una donna come me aveva bisogno di stalloni e non di ciucci. I due uomini mi trascinarono sul letto, dove dopo avermi fatto mettere caproni, ripresero a scoparmi come due veri animali, facendo sì che avessi sempre la bocca e la passera piene delle loro nerchie. Da parte mia non potevo chiedere di più di una coppia di tori da monta, che mi facessero non solo godere, ma anche sentire un po’ una troia nelle loro mani. Tutti e due ben sapevano quanto mi piacesse essere trattata come una poco di buono, e anche per questo non smisero mai d’insultare sia me che mio marito, che era sempre chiamato come il cornuto. “Ora che ci penso il capo alce dovrebbe esser qui sotto.” disse all’improvviso Alberto prima d’andare alla finestra “Infatti è proprio sotto di noi, dai vieni a vedere come dorme il becco mentre ci scopiamo la moglie.” “Ma sei matto !” risposi arrabbiata “Se vengo lì mi vedono tutti !” “No perché i vetri sono a specchio cretina che non sei altro. Quindi vieni qui che non c’è nessun pericolo.” Anche se non del tutto convinta m’avvicinai alla finestra, se non altro per vedere se Luigi dormiva ancora, ma non appena poggiai il viso al vetro, Alberto mi fece piegare per poi allargarmi le chiappe con entrambe le mani. “C’è bisogno che ti dica cosa fare ?” chiese con un tono a dir poco ironico l’architetto all’amico. Davide non gli rispose, e dopo aver strusciato la cappella contro la mia passera, mi sodomizzò senza metterci quasi alcuna forza, lasciando che fosse il suo peso a fare quello ‘sporco lavoro’. Per non darmi tregua, Alberto prese a masturbarmi con maestria, e non saprei dire chi mi fece godere di più fra loro due, senza dimenticare che stavo facendo le corna a mio marito, guardandolo in tutti i sensi dall’alto verso il basso. Quando poi Alberto prese il posto di Davide la musica cambiò un’altra volta, non tanto perché il secondo era meno abile a usare le mani, ma perché il primo fu la brutalità fatta a persona, anche se dentro di me non volevo altro. “Allora Gemma dicci quanto ti piace prenderlo nel culo o si apre la finestra così tutti vedranno quanto sei troia.” mi disse Davide. “Tanto però se usate il cazzo invece della bocca è meglio.” gli risposi pur sapendo che la sua era una vana minaccia. “No la bocca usala tu e mettici dentro il mio cazzo.” ribatté l’uomo spingendomi la sua nerchia fra le labbra. I due uomini iniziarono a girarmi intorno come se fossi una giostra, mettendosi ora l’uno ora l’altro davanti o dietro di me per godere della mia bocca e del mio culo. Messa in mezzo a due maschi del genere il mio unico pensiero era godere il più possibile, con copiosi rivoli di piacere che mi colano lungo le cosce. Fu Alberto a dirmi d’impalarmi su di lui, e mi fu subito chiaro quello che sarebbe successo subito dopo, ed a quel punto soddisfarli entrambi era non solo il loro desiderio, ma anche il mio. La mazza dell’uomo mi entrò dentro come un coltello nel burro, per poi offrirmi a Davide nel più scandaloso dei modi. “Cos’aspetti a mettermelo nel culo, o preferisci farti una sega mentre mi scopo questo qui.” gli dissi già sapendo la sua risposta. “Eccoti accontenta troia che non sei altro, sempre che due cazzi ti bastino.” mi rispose Davide mentre mi penetrava da dietro con tutta la sua forza. In mezzo a due veri tori da monta non potevo che godere, lasciandomi andare senza più alcun freno inibitore, mentre fra loro nasceva una sorta di gara a chi mi prendeva con più violenza, sia davanti che dietro, facendomi quasi volteggiare quando mi volevano girare. “Certo che tuo marito le corna se le merita tutte !” mi disse Alberto che in quel momento si trovava dietro di me “Già ha sposato una troia, e come se non bastasse dorme mentre tu prendi due cazzi alla volta.” “Magari la prossima volta lo invitiamo a guardare lo spettacolo.” gli rispose Davide “Al limite si farà una sega mentre gl’inculiamo la moglie.” Dopo un po’ mi resi conto che non li stavo neanche più a sentire, presa com’ero a godere delle loro nerchie, come se tutto il mondo fosse fuori da quella stanza, e l’unica cosa importante era il nostro piacere. Anche quando mi misero carponi fra di loro la musica non cambiò di una nota, a turno si prendevano la mia bocca, la passera o il culo, senza dare alcuna importanza a ciò che provavo, ben sapendo che non volevo altro che esser scopata da loro due, e poco importava chi faceva cosa. Alla fine però anche due stalloni come loro dovettero cedere, e arrivare all’orgasmo fra l’altro quasi insieme, così mi ritrovai prima Davide e subito dopo Alberto, che mi venivano in bocca per poi farsi pulire le mazze con lunghe leccate intorno alla cappella. A quel punto non ci rimase che rivestirci per tornare alla festa, e dopo averli salutati, mi diressi verso mio marito che ancora dormiva come un angioletto. “Amore svegliati, credo che ti sia venuto un colpo di sonno.” gli dissi prima di sfiorargli le labbra con le mie. “Credo tu abbia ragione.” mi rispose stiracchiandosi “Dev’esser stato quello che ho bevuto, ma dimmi ti sei annoiata ?” “Un po’ ma nulla di che, solo adesso andiamo a casa perché sono stanza, e tranquillo che guido io.” Salutammo la padrona di casa prima di dirigerci verso casa, e durante tutto il viaggio Luigi tornò a dormire, tanto che dovetti quasi tirarlo giù dalla macchina una volta arrivati. “Perché non facciamo l’amore ?” mi domandò una volta entrati in casa. “Perché sono stanca e voglio dormire, e poi non mi sembri in formissima anche se sono ore che dormi, quindi a nanna e zitto.” gli risposi fingendomi stizzita, anche se ad esser sincera un po’ ero stanca sul serio. Sì ma di scopare.

Per commenti : [email protected] (quelli volgari saranno subito cestinati) Invito tutti a visitare il mio piccolo blog http://serenathemiss.wordpress.com/

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