Emozioni particolari di un cuckold.

Emozioni particolari di un cuckold.

Sono Laura, la lei di coppia, ed ho deciso di metter nero su bianco su come abbiamo vissuto e si è sviluppata la nostra complicità. Avevamo scoperto la trasgressione circa cinque anni fa e l’avevamo coltivata con varie esperienze, incontrando singoli in diversi locali notturni oltre a partecipare a diversi scambi di coppia. La cosa ci intrigava al punto da farci godere, a giochi finiti, lunghe scopate con il vigore che traeva spunto dall’aver rapporti di sesso con autentici sconosciuti. Io mi lasciavo andare alle voglie di maschi allupati e mio marito faceva altrettanto con femmine/mogli davvero scatenate. Da quegli incontri, ciascuno ricavava il proprio godimento fino ad appagarci. Poi, a casa, si riprendeva a far sesso, tirando in ballo questa o quella particolare condizione, che avevamo appena finito di vivere. Per vero, in più occasioni, mi era capitato di sorprendere mio marito che mi osservava con intensa libidine, mentre mi facevo chiavare dall’estemporaneo amante ed anche questo era argomento di nostri intimi dialoghi. In buona sostanza, al contrario di quanto si legge in tantissimi racconti presenti qui sul sito, la nostra complicità non consisteva tanto nel fatto che io fossi una di facili costumi e lui un cornuto da umiliare, anzi… Egli rimaneva estasiato nel sapermi prima corteggiata e poi fottuta, con la mia più totale compartecipazione. Questo stato di cose, raggiunse il clou una volta che lui mi confessò che avrebbe desiderato sapere che fossi in compagnia di qualcuno che mi piaceva, che mi avesse corteggiato al punto da farmi desiderare di offrirmi a lui, per godere, godere, godere. Era questo ciò che mio marito desiderava, precisando che ne avrebbe goduto tantissimo a sapermi con un uomo, che potessi incontrarlo da sola e farmi fare di tutto e di più. Insomma considerava la cosa elettrizzante ai massimi livelli. Lui sarebbe rimasto a casa ad aspettarmi, con i bambini, e io mi sarei opportunamente preparata per uscire con quest’ipotetico uomo. Al solo pensarci, mi provocò una scarica di pura adrenalina, che mi si incuneò nel cervello come una droga: volevo provarla questa esperienza che, in effetti, era al di là di tutte le altre, che pure ci sembravano particolarmente eccitanti. Questa idea ci stava facendo impazzire e il sesso fra noi era diventato estremamente potente: praticamente scopavamo come ricci. Devo anche dire che, se a mio marito piaceva questa fantasia, non altrettanto era per me: non mi sentivo pronta… però, a rimuginarci su, ho capito che dovevo cercare di realizzare quella sua idea, se non altro per il rispetto che gli portavo. Quindi mi azzardai a dirgli che mi sentivo pronta e, semmai, era il caso di prepararsi all’idea di trascorrere più di una serata da solo, a fare il babysitter. Io lavoro come segretaria in una grossa Azienda ed ho, come mio superiore, un uomo con cui sono gomito a gomito, da circa otto anni: lui è il classico dongiovanni che ci prova con tutte le dipendenti, ma, con me, ha subìto lo “scaccione”: tutti suoi inviti a cene o aperitivi, sono sempre stati vani!! Nel mentre, con mio marito, cresceva la voglia, acuita anche dalla curiosità per questa nuova condizione di gioco. Infatti, perché ridursi ad incontrare il solito singolo in una camera d’albergo oppure andare per locali? Tutto si riduceva al solito esito quanto mai banale, dato già per scontato e senza quell’adrenalina che cercavamo. Si diede il caso che, qualche settimana fa, restai senza auto, dovendo provvedere alla sua periodica manutenzione. Chiesi ad una collega se potevo contare su di lei per andare e tornare dal lavoro, atteso che era di strada. Lei mi risponde che, purtroppo, per tutta settimana a venire non ci sarà, per suoi impegni familiari, però mi suggerisce di chieder aiuto a Stefano: “Non preoccuparti: lui sicuramente non si tirerà indietro, soprattutto sapendo che si tratta di te”. Stefano non è altri che il mio superiore: un uomo di circa 50 anni, curato, molto elegante, con cui, per i motivi già detti, ho sempre voluto tener distinte le cose, allo scopo di non mischiare lavoro e sesso A seguito della proposta, lui passa a prendermi al mattino e mi riporta a casa la sera. Per non apparire ingrata, mi trovo costretta ad accettare, prima di tornare a casa, di bere un aperitivo: quindi, la sera, e per tutta la settimana, usciamo dal lavoro e trascorriamo circa un’oretta insieme, cambiando spesso bar, tra quelli conosciuti nel centro città: per lui è come organizzare una sorta di sfilata, mi mette in mostra, facendosi vedere in giro accompagnato da una bella ragazza. Questo particolare intriga mio marito che, fin da subito, inizia a farsi delle fantasie che poi coinvolgono anche me e si trasformano in scopate pazzesche. Siamo certi che lui ci proverà con me, perché rappresento il suo desiderio da troppo tempo e, di certo, non si lascerà sfuggire l’occasione. Concordo con mio marito una linea da seguire. So che lui ama circuire le sue prede, portandole a pranzo in qualche posto romantico, per poi scoparsele, ma io ho deciso di giocare con lui come il gatto col topo. Il primo attacco arriva il martedì, durante l’aperitivo, mentre io accavallo le cosce in modo provocatorio e noto il suo pacco crescere a dismisura. Sono incuriosita da quella sua dotazione, che, a primo impatto, sembrerebbe notevole. “Laura, una brava impiegata come te dovrebbe aver già avuto una promozione. Se me lo permetti, ci metto io una buona parola.” Hai capito il porco?! Cerca di adularmi, per poi chiedermi la gratifica a letto! Lo guardo e replico in maniera alquanto diplomatica. “Non c’è problema. Se non l’ho ancora avuta, è evidente che la direzione non lo ritiene opportuno, quindi, ti ringrazio, ma sarà meglio non interferire. Grazie lo stesso.” Vedo che fa un sorriso di circostanza. Ha capito che non ha funzionato. Forse credeva che ero una puttanella che la dà via per delle agevolazioni sul lavoro, ma ancora non ha capito con chi ha a che fare. Intanto il gioco con mio marito prosegue; a casa racconto ogni cosa ed egli, dopo essersi complimentato per il mio rifiuto, mi scopa dandomi della troia capace di vendersi per la carriera. Mi sfonda il culo con vigore e mi inonda la bocca di crema! Se intendevo togliere un po’ di ruggine al nostro rapporto, ero proprio sulla buona strada. La mattina dopo, durante la pausa caffè, io, come da copione, telefono a mio marito con lui presente, che, ovviamente, si stupisce, ma comunque non demorde dal suo proposito: mi fa una nuova velata offerta per tradire il mio adorato cornuto. “In pausa pranzo, potremmo andare in un piccolo agriturismo, qui vicino, dove si mangia benissimo.” Mi aspettavo l’invito, ma lo declino dicendogli che lo trovo sconveniente, per il fatto che verrebbe notato da tutti i colleghi. Vedo che incassa ancora il due di picche, ma è sempre convinto che, alla fine, cederò. Nel pomeriggio riferisco il fatto a mio a marito, che mi suggerisce di chiamarlo durante l’aperitivo, che ha un’idea. Mentre siamo seduti nell’ennesimo bar, dove mi sta esibendo quasi fossi un suo trofeo, chiamo mio marito e lui ne è stupito ancor di più, perché dopo aver parlato un po’ con lui, gli passo Stefano che, sorpreso, risponde al telefono. “Ciao Stefano, ti ringrazio per esserti offerto a far da chauffeur a mia moglie. Per dimostrarti la nostra gratitudine, vorrei invitarti sabato sera, a cena da noi.” Lui accetta e poi mi ripassa l’apparecchio, con cui saluto mio marito. Non posso non notare l’espressione di stupore disegnata sul viso di Stefano, che, per vincere l’imbarazzo, sorseggia il drink e, quando mi rivolge la parola è chiaramente in imbarazzo: proprio non se lo aspettava. “Accidenti, avete una bella intesa di coppia, voi due!” Capisce che con me sarà più dura del solito, ma decide di giocare in fretta le sue carte. Infatti, il giorno dopo, mi comunica che il venerdì mattina andremo in missione, presso un’azienda per acquisire dei documenti necessari al nostro lavoro. Obietto che non è una mia mansione, essendoci persone a tanto preposte e, in particolare, due puttanelle che so per certo che lui si scopa. Lui non batte ciglio e, poco dopo, mi arriva l’ordine dall’alto. Sono incazzata nera, perché capisco che vuole forzare i tempi e non so come frenarlo. La sera ne parlo con mio marito e lui ha la giusta intuizione. “Domani mattina, niente minigonna. Indosserai un abbigliamento molto castigato e non accetterai nessuna divagazione: solo lavoro e poi a pranzo, al solito posto.” La mattina dopo vedo la delusione nei suoi occhi, quando mi vede vestita in maniera così banale. Probabilmente si era già fatto l’idea di esibirmi con il titolare dell’azienda, dove va con le sue puttanelle messe in mostra, mentre io sembro Maria Goretti. Non gli concedo nemmeno un caffè e via. Chatto per tutto il viaggio con mio marito e lui se ne accorge; capisce di esser stato sconfitto. La sera, al solito aperitivo, si arrende mentre io già gongolo, perché il piano che ho in mente per sabato sera, lo ucciderà! Ci lasciamo con lui convinto che, la sera dopo, sarà ospite di una bella famigliola, dove la mogliettina sfaccenda in cucina ed il marito intrattiene l’ospite. Nulla di più sbagliato! La sera dopo, quando si presenta a casa, quasi gli viene un infarto. Gli apro la porta indossando un tubino nero elasticizzato, tacchi da capogiro, calze nere con balza di pizzo e reggicalze. Lui sgrana gli occhi, non riesce quasi a parlare. “Ma sei bellissima! Io non mi aspettavo una sorpresa di tali proporzioni!” Lo vedo spaesato. Non capisce che sono ben disposta verso di lui, ma lo blocca la presenza di mio marito. Per tutta la sera è un continuo provocare, sia da parte mia che sua, con palpatine sotto il tavolo. Io spero che lui osi, ma la presenza di mio marito lo inibisce, così, come d’accordo, il cornuto ci lascia soli. Stefano non perde tempo: subito mi abbraccia e bacia, ma non va oltre. Al ritorno di mio marito, la situazione è in stallo e, allora, giochiamo il jolly. A tutti e tre piace la musica latino americana, mettiamo su un po’ di musica e balliamo. Lui è durissimo. Sento il suo pacco che striscia un po’ sul mio corpo e, alla fine, mi lancio: lo bacio davanti al cornuto, che se la ride di gusto. Orami il ghiaccio è rotto e lui, dopo un momento di stupore, risponde al bacio e limoniamo; poi io mi inginocchio davanti a lui e gli tiro fuori il cazzo che è di marmo. Me lo trovo davanti, lungo, grosso, maestoso come un totem. Lo succhio da vera professionista e lui, quasi mi sborra in gola. Mi blocca e mi distende sul divano, si inginocchia fra le mie gambe e me la divora. Godo quasi subito, perché il porco ci sa fare. Mio marito ci invita a spostarci sul letto e lì cominciano a scoparmi, prima lui e poi anche con mio marito, fino alle tre del mattino. Il giorno dopo, appena sveglia, sono ancora tanto eccitata fa scopami il marito, che è in tensione come me. Parliamo della bellissima esperienza e decido subito che lo voglio rivedere. Mi è piaciuto il suo cazzo, sono stata chiavata divinamente, perché è molto resistente. Il cornuto è un po’ restio, ma io so come convincerlo: mi basta chiedergli di uscire, mentre gli succhio il cazzo, e lui non mi nega più nulla. Naturalmente mi scopa e mi incula di brutto! È così eccitato nel sentirsi fatto cornuto, gli piace fa matti questa nuova dimensione, notevolmente diversa dal gioco nei prive’; lo eccita al punto da averlo sempre durissimo e me lo pianta in culo con tanta libidine. Il lunedì mattina sono ancora cosi eccitata che, quando vedo Stefano, non posso far a meno di saltargli addosso. Lui è travolto più di me. La nuova esperienza lo ha completamente sballato. Ha dichiarato che non si sarebbe mai aspettato un simile risvolto e si sente infinitamente eccitato dal gioco. Decidiamo che mercoledì sera saremmo usciti io e lui da soli. Già questa cosa mi fa sbrodolare ed il cornuto non riesce a trattenersi dallo sfondarmi il culo. Molto lentamente passano i tre giorni e la mia lussuria ha raggiunto livelli altissimi: sono sempre più eccitata e mi sento troia come non mai. Ho deciso che quella sera devo sconvolgerlo al massimo. Indosso una mini a pieghe, che mi copre appena la balza delle calze, senza slip, tacchi da 15 neri ed una giacca che mi copre il petto, ricoperto dal solo reggiseno. Prima di uscire, mio marito si è eccitato a vedere come mi preparavo per renderlo cornuto e mi fa due regali cui non avrei mai pensato: mi pianta un plug gioiello nel culo e, prima di uscire dal garage, mi infila il cazzo in bocca, me lo fa succhiare velocemente e mi sborra in bocca. “Adesso, puttana, puoi andare da lui e, mi raccomando, fatti scopare per bene. Quando lo bacerai, lui sentirà il sapore della mia sborra e poi, al ritorno, bacerai me, affinché, a mia volta, possa sentire il sapore della sua nella tua bocca.” Cazzo, che perversione! Tutta questa premessa mi eccita all’inverosimile, ma dopo lo lascio ai suoi pensieri, per raggiungere il mio amante: appena mi vede, non sta più nella pelle dal piacere. Lungo il tragitto verso il ristorante, le sue mani frugano fra le mie cosce e scopre che sono smutandata. Il cazzo gli scoppia nei pantaloni. Quando entro al ristorante, noto che tutti mi sbavano dietro. Sono un lago fra le cosce e lui mi esibisce a suo piacimento. Ne godo a mostrami troia, e così, per due volte, attraverso l’intera sala per andare in bagno; tutti mi rivolgono sguardi carichi di desiderio. Lui vorrebbe ancora qualcosa di più, ma io lo esorto a portarmi al motel, perché non resisto più dalla voglia di esser scopata. Lungo il percorso, lui è talmente eccitato che non può trattenersi dal fermarsi ad un distributore per inviare un messaggio al cornuto, onde informarlo che mi sta portando al motel per fottermi. Si profonde in ringraziamenti per avermi permesso di uscire senza mutandine, poi, nell’accarezzarmi il culo, si accorge del gioiello, e questo lo manda definitivamente in tilt: mi pianata il cazzo in gola e mi obbliga a succhiarlo. “Succhia, troia! Ingoialo tutto, puttana!” È letteralmente impazzino per tutta la lussuria che riesco ad esprimere: non avrebbe mai pensato che potessi esser così troia, io che in ufficio passo per una “santerellina!” Una volta in camera, mi sbatte sul letto e subito mi divora la figa. La lecca con una foga incredibile, mandandomi immediatamente in sollucchero. Poi infila il preservativo, regola imprescindibile, e mi scopa come un pazzo furioso. Ha il cazzo di marmo. Mi fotte a lungo e bene, fino a sborrare. Nonostante la copiosa venuta, il cazzo gli resta duro: mi basta succhiarglielo un po’ ed è di nuovo pronto. Mi viene il sospetto che faccia uso di qualche pillola blu. Mi sbatte e mi dà della troia, poi mi sfila il plug dal culo e me lo fotte con estremo vigore. Mi scopa a lungo e poi mi sborra in bocca. “Bevi, zoccola! Ingoiala tutta, puttana! Ti piace esser trattata da troia, vero? Provo solo ad immaginare le seghe che si farà il cornuto: bevi!” Mi fa impazzire questo esser trattata da puttana, al punto da godere fino a tramortirmi. Vengo usata fino alle tre di notte. Poi mi riporta alla mia vettura e torno a casa, dove il cornuto mi attende impaziente; sono stremata, sfinita e desidero solo riposare. Ho goduto davvero tanto e, quando il cornuto mi si avvicina per baciarmi e far sesso, come era nel suo diritto, io faccio la più grande delle cazzate: lo rifiuto! Lui ci resta molto male, ma non dice nulla; io mi faccio una doccia e poi crollo. È l’alba quando mi sveglio e lo trovo scuro in volto. Subito mi rendo conto della cazzata commessa e cerco subito di farmi perdonare, ma lui è davvero incazzato, che mi lascia per andare al lavoro, senza quasi salutarmi. Durante il giorno riesco a scusarmi con lui e, a sera, lo faccio scopare e divertire com’è suo diritto. Intanto io sono ancora scossa dal piacere provato, al punto da sentirmi già proiettata alla prossima uscita, ma mi rendo anche conto che devo cercare di rabbonire il cornuto. Per fortuna so come fare: “Amore, ti voglio succhiare!”

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