Ancora in albergo

Ancora in albergo

Ormai avevo preso un insano gusto nel tradire il mio compagno. Il primo tradimento aveva risvegliato in me il mio essere troia. Ho cominciato presto a fare sesso (presto lo racconterò) ed ora, a 52 anni, grazie al mio fisico ancora piacente e sexy, non mi faccio scappare più nessuna occasione e, se un maschio mi intriga, come minimo gli faccio un pompino con ingoio senza pensarci su troppo.

Un giorno, mentre ero al lavoro in albergo, durante la pausa sigaretta in magazzino, le mie colleghe una ad una tornarono alle loro mansioni ed io mi attardai a fumare da sola.

Improvvisamente arrivò “M”, il “tuttofare” dell’hotel, un uomo sulla quarantina che mi salutò e mi disse che doveva prendere dei cuscini da portare in una camera. Gli dissi di fare con comodo, che non mi disturbava, e continuai a fumare guardandolo mentre portava a termine il suo lavoro e cominciando subito a desiderare fare porcate con lui.

Ormai attratta sempre più dal desiderio di tradire, di trasgredire, mi chiedevo come potessi pensare minimamente di succhiare il cazzo ad uno come “M”, oggettivamente brutto, insignificante, trasandato, sudato, ma poi la risposta arrivò. Infatti sapevo che ero attratta proprio da questo tipo di maschi, insignificanti, porconi, pervertiti, che magari altre donne non avrebbero mai avuto il coraggio nemmeno di baciare. Mentre pensavo queste cose provai subito l’impulso irrefrenabile di prenderglielo in bocca, di fargli un colossale pompino, mentre già mi stavo bagnando.

Con sguardo invitante, gli chiesi come andava la stagione e lui mi rispose che era piuttosto stanco e che la moglie a casa non lo aiutava molto, perchè gli rompeva i coglioni di continuo, quindi, quasi quasi, preferiva stare al lavoro. Ridemmo ambedue ed io, cercando di rincuorarlo, dissi che noi donne siamo tutte un pò rompicoglioni (ovviamente senza pensarlo davvero, anzi.).

Lui finì di caricarsi sul carrello il materiale e con uno ciao si congedò tornando al lavoro. Inutile dire che cominciai a pensare a “M” con una certa insistenza e che giorno dopo giorno, ogni volta che lo vedevo, aumentava sempre più in me il desiderio di fargli un bel pompino, era una vera e propria ossessione, volevo il suo cazzo in bocca.

Se prima non lo notavo nemmeno, ora lo cercavo proprio, cercavo di continuo l’occasione giusta per potermi divertire con lui, ovviamente non trascurando il lavoro. Lo desideravo, ero ossessionata dall’idea di divertirmi con lui. Ed un giorno, quasi a fine turno, lo ritrovai mentre fumava nel magazzino e così decisi di provarci.

Mi offrì una sigaretta e, mentre fumavamo, gli chiesi come andava con la moglie e lo misi al corrente di avere anche io un compagno. Poi, eccitata come una cagna, gli chiesi se sapesse mantenere un segreto. Lui, incuriosito, mi chiese il perché di tale domanda. Io ormai eccitatissima, consapevole di farlo sicuramente eccitare e rischiando grosso, gli raccontai della mia esperienza da gran porca. Infatti gli raccontai dello stupendo pompino con ingoio che avevo sparato al cliente in camera, scendendo fin nei minimi particolari.

Ed infatti, “M”, visibilmente eccitato dal mio racconto, rimase esterrefatto e mi sorrise, incredulo mi chiese se non stessi dicendo cavolate, ma gli assicurai che era tutto vero, descrivendo il cliente e intuendo che aveva capito a chi alludessi. Lui, ormai convinto che non mentissi e di trovarsi di fronte una gran troia, mi disse che quello che gli avevo raccontato era una vera e propria bomba, che rischiavo il lavoro, ma mi promise che sarebbe rimasto un segreto tra di noi, però…

Gli chiesi cosa intendesse con quel “però” e lo stronzo colse la palla al balzo dicendomi, sorridendo maliziosamente, che il suo silenzio aveva però un prezzo. Già avevo capito dove voleva andare a parare ed io, che non cercavo altro, al settimo cielo avendo capito di essere riuscita nel mio intento, con aria da santarellina e fingendo di non capire, gli chiesi quale fosse questo prezzo.

Il porco mi disse che se volevo contare sul suo silenzio dovevo riservargli lo stesso servizietto che avevo fatto al cliente! Con finta rabbia ma sorridendo, gli dissi che era uno stronzo, poi gli dissi che avevo 10 anni più di lui e mi rispose che questa cosa lo eccitava, che amava le MILF porche. Poi gli feci notare che aveva una compagna e lui, prontamente, mi rinfacciò che anche io avevo un compagno ma avevo lo stesso fatto la troia con il cliente sconosciuto, neanche bello!! Io scoppiai a ridere e, ammettendo che aveva ragione, gli chiesi, qualora avessi accettato, dove voleva che glielo ciucciassi.

Mi disse di vederci finito il turno in una stanzetta nella zona sotterranea dell’hotel, dove c’era anche il parcheggio coperto. Io non stavo più nella pelle, eccitata all’inverosimile attendevo impaziente il momento di raggiungerlo e spompinarlo. Poco dopo scesi e lo trovai seduto sul divano. Mi disse di chiudere a chiave la porta, lo feci e mi avvicinai a lui.

Ovviamente, nonostante la porta chiusa a chiave, c’era il pericolo di essere colti sul fatto, cosa questa che ci eccitava di più. Purtroppo, non potemmo denudarci, ma mi dovetti accontentare di abbassargli i jeans e gli slip e tirargli fuori il cazzo, mentre io rimasi in divisa da cameriera.

Lui a gambe larghe, io inginocchiata tra le sue cosce, mi fiondai senza vergogna, né freni sul suo cazzo e senza l’aiuto delle mani, cominciai a slinguazzarlo, leccarlo e ciucciarlo. Mentre mi lavoravo il cazzo, “M” prese la mia mano destra e me la strinse. Ancora non era in piena erezione, ma da esperta pompinara quale sono, ad occhi chiusi e godendo tantissimo, con pochi colpi della mia abile lingua glielo feci venire subito grosso e durissimo come il marmo, con la mia collana che penzolava avanti e indietro e lui che mi guardava sorridendo.

Continuai il gioco… Una mano era stretta dalla sua, mentre con l’altra mi solleticavo la figa bagnatissima mentre senza ritegno, gli baciavo il cazzo, con la lingua lo stuzzicavo sul frenulo, gli leccavo e ciucciavo la cappella durissima, poi finalmente lo accolsi dentro la mia calda bocca… all’inizio solo la cappella, poi tutto il cazzo.

Muovevo la lingua e sentivo che lui fremeva. Iniziai a muovere la testa su e giù seguendo il movimento anche con la mano. Sega e pompa in contemporanea, sapendo che così lui impazziva di piacere. Mi fermavo, lo leccavo e poi nuovamente riprendevo a succhiarglielo e lo feci per un’infinità di volte, infoiatissima.

Ad un certo punto iniziai a sentire dei gemiti e dei fremiti. “M” non ce la faceva più. Iniziò ad incoraggiarmi dicendomi: “dai troia, continua così” e poi ancora: “dai succhia tutto fino all’ultima goccia!!”.

Sentii il suo cazzo vibrare e diventare sempre più grosso nella mia bocca fino a quando non notai che alzava il corpo dal divano e allungava le gambe come in preda a spasmi. Lanciando un gemito sordo e prolungato, mi prese di sorpresa schizzandomi una grande quantità di sborra calda, perlacea e densa in faccia. Immediatamente, mugolando dal forte piacere, serrai le labbra attorno alla cappella e lo lasciai sborrare dentro la mia bocca ingoiando. Era così abbondante che avevo la sensazione di strozzarmi, sentivo la sborra che mi arrivava direttamente in gola, nel naso, sembrava non finire più, una delle più lunghe ed abbondanti sborrate che mi fosse mai capitata. A differenza di altri uomini, la sborra di “M” aveva un sapore strano, ma mi piaceva, era piacevolmente densa e cremosa.

Gli lasciai il cazzo pulito e, nonostante il timore di essere sorpresi, rimasi con la faccia appoggiata al suo pube per qualche minuto, poi ci salutammo ed andammo via, sapendo che questo era solo il nostro primo incontro……

N.B.: I MIEI RACCONTI SONO TUTTI REALI E NON IMMAGINARI.

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