Culo a nord-est (capitolo 4)

Culo a nord-est (capitolo 4)

E’ tutto il giorno che Andrei tratta Mattia come una merda. E’ così che funziona il rapporto tra i bulli: appena uno mostra un po’ di insicurezza, l’altro gli salta al collo.
Mattia è sempre stato l’idolo di Andrei, è quello che l’ha trasformato da ragazzo secchione ed emarginato a uno dei più in vista della scuola. Per anni Andrei ha seguito Mattia come un’ombra, l’ha ascoltato, gli ha voluto bene e l’ha odiato, ci ha discusso e litigato ma se l’è sempre messa via: Mattia era il capo del terzetto di amici, quindi la sua opinione non andava messa in discussione.
In cambio Andrei è diventato popolare e apprezzato, amato da tutti! Oddio, si tratta comunque di essere popolare in un paese inventato di poche migliaia di abitanti in Friuli, ma la cosa ha un significato speciale per il ragazzo romeno, che si era trovato ad essere senza amici, ultimo arrivato nel paese e “diverso” agli occhi degli altri.

Però oggi Andrei non ha un occhio di riguardo per Mattia. Non lo sopporta, lo vede debole e codardo. Vuole punirlo, vuole umiliarlo e vuole vendicarsi di tutte le umiliazioni che ha subito quando era solo uno sfigato secchione. L’occasione gli si presenta molto presto, durante l’intervallo, quando Mattia si dirige verso il bagno per pisciare.
Andrei lo segue e lo spinge di forza dentro uno dei bagni angusti della scuola, chiudendosi la porta dietro.

Mattia è stupito e frastornato. E’ la prima volta che vede Andrei usare la forza contro di lui. “Andre che cazzo fai?”, chiede con un leggero timore, dato che l’ultima volta che è stato spintonato si è ritrovato con un cazzo nel culo.
E infatti i timori di Mattia si rivelano veri. “Stai zitto coglione. Ciucciami il cazzo” gli sbotta contro Andrei, massaggiandosi il pacco in maniera volgare.

Mattia è pietrificato. La verità è che lo vuole quel cazzo, però non in quel modo. Sotto la facciata da duro, Mattia è un ragazzo molto dolce e affettuoso, però non lo sa ancora, non ha ancora avuto la possibilità di scoprirlo. Ma mentre mille pensieri gli si affollano per la testa, senza quasi accorgersi si ritrova ad essere inginocchiato sul pavimento del cesso, davanti al suo migliore amico.
E’ una pisellata in faccia a riportare Mattia alla realtà. Per almeno un paio di anni ha desiderato quel cazzo, ha cercato di vederlo di nascosto, ha immaginato di toccarlo e anche di prenderlo in bocca. Tutto questo nonostante quel cazzo sia di medie dimensioni, di proprietà di un ragazzo con un fisico leggermente rotondo e non particolarmente prestante, e un viso non troppo carino.

E’ anche questo uno dei motivi per cui Andrei lo spinge in bocca a Mattia: essendo oggettivamente molto meno attraente, vuole farselo succhiare da un ragazzo figo, oltre che popolare. Ed è così che Mattia se lo sente scivolare in bocca con una mano che gli afferra la nuca e una voce che sussurra, in preda all’eccitazione, “dai Matti succhiami il cazzo, so che lo vuoi anche tu!”.

Per Mattia è molto strano. Ha sempre usato quell’espressione, “ciucciami il cazzo”, come un insulto, un modo per umiliare l’avversario. E’ la prima volta che la sente utilizzata in ambito sessuale, col significato letterale! Non riesce a non pensare che, di solito, lui avrebbe tirato un pugno a chiunque gli avesse detto di ciucciargli il cazzo. E invece non solo non reagisce, ma apre la bocca perché è intenzionato a succhiargli l’uccello per davvero.

Tuttavia il primo pompino di Mattia non dura molto. Tra l’inesperienza, la foga di Andrei che lo spinge ripetutamente troppo a fondo e la forte eccitazione, passano pochi minuti prima che Andre si avvicini all’orgasmo. Mattia magicamente si dimentica di tutto ed entra nella modalità in cui vuole dare piacere al suo amico: tenendosi saldo con entrambe le mani alla tavoletta del cesso, in ginocchio davanti ad Andre lo guarda dal basso verso l’alto coi suoi bellissimi occhi grigi, facendo sentire Andrei potente come mai si è sentito in vita sua.

Basta, Andre non resiste. Senza ammettere repliche, gli preme la mano sulla testa. 6-7 schizzi si riversano nella bocca di Mattia, che non era preparato all’evenienza. Poi allenta la presa, prendendo il fiato e sorridendo per l’esperienza sessuale più intensa della sua vita.
Una volta passata l’eccitazione, Andrei vorrebbe quasi abbracciare Mattia, coccolarlo, rassicurarlo. Forse anche scusarsi per essere stato irruento, come se quella personalità non gli appartenesse.
Ma Mattia ha altro per la testa. Il suo cuore batte molto forte, l’adrenalina lo fa sentire in pericolo. Velocemente sputa lo sperma nel cesso, poi apre la porta e corre fuori, cercando di nascondere la sua erezione che fa capolino. Eh sì, perché Mattia ha un cazzo sproporzionatamente grande rispetto ai suoi coetanei, ed è rimasto eretto per tutto il tempo.
Velocemente in bagno Mattia cerca di sciacquarsi la bocca, poi torna in classe in fretta, lasciando Andrei da solo a riprendersi dall’orgasmo.

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Marco è di parola. Esce dalla piscina e torna a casa a prepararsi, perché ama le cose fatte bene: corre in doccia a lavarsi, poi afferra un rasoio per eliminare quei pochi peli corti attorno al buchino. Il resto del culo non ne ha bisogno: le sue chiappe sono naturalmente lisce come due palloni da basket.
Il culo di Marco ha una sola piccola imperfezione: delle sottili smagliature, striature orizzontali che percorrono le chiappe. E’ normale, quasi ce lo si aspetta come contropartita di una tale rotondità. All’inizio delle sue esperienze sessuali, Marco se ne vergognava un po’ e si sentiva insicuro. Ma poi ha imparato ad amarle: le striature rendono il suo culo più autentico, più verace, quasi più selvaggio.

Il tempo vola. Le 4 di pomeriggio si avvicinano velocemente: Marco si spruzza un po’ di olio sul corpo per renderlo leggermente lucido e scintillante, ed evidenziare i muscoli di cui è molto orgoglioso. Corre a indossare il suo jockstrap preferito, blu elettrico, poi dei pantaloncini corti da basket e una maglietta senza maniche. Vuole evidenziare il suo corpo ed essere facilmente “spogliabile”: ormai è già il terzo appuntamento tra Marco e Maurizio, quindi è ora di ricompensare l’attesa.

Ed ecco il campanello suonare. Marco sente un leggero brivido, una scintilla che percorre tutta la sua schiena fino a raggiungere il buco del culo, quando vede quell’uomo alla porta. E’ vestito di tutto punto in camicia e pantaloni lunghi con la piega, con addirittura una cravatta. Uno scambio di sorrisi, poi senza dire nulla Marco afferra la cravatta e conduce Maurizio gentilmente verso la camera da letto, trascinandolo come se fosse un cane a guinzaglio.

Maurizio obbedisce e lo segue, ipnotizzato da quel culo che è sicuro che non riuscirà a possedere oggi: si aspetta un qualche inconveniente, qualche scherzo perverso di Marco, qualsiasi altra cosa. Invece Marco è intenzionato a prenderlo nel culo: è un maschio, ha le sue esigenze e non fa sesso da passivo da un mese e mezzo!

Per rimarcare la cosa, Marco si piega a 90, si mette a 4 zampe ancora vestito sul letto, afferra dal cassetto un preservativo e un tubetto di lubrificante. Si gira e, sorridendo, li consegna a Maurizio: in realtà gli sta consegnando il potere, il comando sulla prossima ora di tempo insieme. Il preservativo è la chiave della chiavata, e Maurizio ha dimostrato di meritarsela.

Mentre Marco si sfila la canottiera, sente i suoi pantaloncini che vengono lentamente calati. Maurizio rimane abbagliato dalla perfezione di quel culo che abbiamo già descritto in lungo e in largo, incorniciato dal jockstrap blu, piegato a 4 zampe sul letto e offerto a lui.
Però sa anche che non può concedere molto tempo all’esitazione. Quindi si spoglia in fretta e furia, cala i pantaloni e sbottona la camicia, lanciandola via, fino ad essere completamente nudo. Il cuore gli batte forte: Maurizio non ricorda l’ultima volta che il suo cazzo è stato così duro, e la cosa rende semplice srotolarci sopra il preservativo.

Poi spalma un’abbondante quantità di lubrificante su quel buchino stretto e perfetto, e altrettanto sul preservativo. Il silicone rende quel buco lucido, invitante e pronto al sesso: ci spinge un dito dentro con delicatezza e decisione, per comunicargli che sta per essere inculato.

Nessuno dei due ha tempo da sprecare con un pompino: oggi è la giornata del sedere, e quello è l’obiettivo di Maurizio. Marco, invece, non ha ancora visto il cazzo di Maurizio! Non sa se è lungo o corto, stretto o largo, circonciso o con molta pelle, dritto o curvo e in quale direzione pende. Sa solo che è appoggiato al suo buco e sta iniziando a premere, e sa anche che Maurizio sarà gentile e premuroso.

Per rimarcare la cosa, Marco si rilassa. Chiude gli occhi e apre il culo, concedendo all’adulto di invaderlo. Lo sente scivolare dentro e subito si rende conto che si tratta di un cazzo abbastanza massiccio. Ma Maurizio lo spinge delicatamente, accarezzandolo sulla schiena e ansimando dal piacere: sa che non riuscirà a durare a lungo, quindi i suoi movimenti sono lenti e profondi.

Marco è in ginocchio, piegato a 90, ma con la faccia e le spalle appoggiate al letto e le braccia aperte ad angelo: in questa posizione Maurizio non solo gode di una vista spettacolare, ma ha anche la possibilità di penetrare molto in profondità in quel culo tondo. Si sente il re del mondo, anzi dei due mondi! Quei due mappamondi separati dal buchino stretto, che si è rilassato e si è arreso all’intrusione gentile di quell’uomo distinto.
Ed ecco che Maurizio ne approfitta: afferra Marco per i fianchi e lo spinge gentilmente ma completamente in profondità, fino a toccare il fondo di quel culo. Marco si lascia sfuggire un urlo, un grugnito, e afferra le lenzuola del letto in preda alla sensazione intensa.

Maurizio non riesce più a trattenersi. E’ così eccitato che raggiunge il punto di non ritorno, di nuovo invocando tutti i santi e le madonne, alla friulana. Sarebbe tanto voluto durare più di 5 minuti, ma oggi è andata così. Quindi afferra i fianchi di Marco e glielo sbatte dentro, con più forza, ansimando e riversandogli dentro uno degli orgasmi più intensi della sua vita.

Ma anche Marco era sull’orlo dell’orgasmo: quei pochi colpi ben piazzati dal cazzo grosso e ricurvo verso il basso stimolano la prostata, regalandogli un orgasmo anale simile a quando lo inculava Brandon, il suo scopamico inglese. Il cazzo di Marco, di cui si era quasi dimenticato, schizza nel jockstrap, certificando la perdita della “verginità” di un mese e mezzo.

Infine Maurizio si lascia andare esausto, distendendosi su Marco, mentre il suo cazzo si ammoscia e lentamente abbandona il buco accogliente e ben scopato. Marco gira la testa, sorride e pronuncia le prime parole dall’inizio dell’incontro: “ehi tu. Grazie di avermi inculato!”.

…… Continua

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