Bob ed io – Capitolo 4

Bob ed io – Capitolo 4

Ed ecco la quarta parte, come sempre attendo con ansia i vostri commenti (siate cattivi se serve!) 😉

Capitolo 4

Mentre Bob si dirigeva alla doccia, guardai l’orologio: le cinque.
“Oh merda! Guarda che ora è!” Dissi forte. Gettai i vestiti: “Devo chiamare casa, Bob” “Il telefono è in cucina!” Disse lui: “Chiedi a tua mamma se puoi restare per cena”
Composi il telefono.
“Pronto?” Rispose la mamma.
“Ciao mamma, sono a casa di Bob, sua mamma mi ha invitato a rimanere a cena, posso? Ho già fatto i compiti.” Mentii.
“Va bene , ma devi tornare a casa entro le 8.
“Ok mamma, grazie!” “Ha detto ok, ma devo essere a casa entro le 8.”
“Bene! Ora vieni qui, baby!”
Seguii il suono della sua voce. Sentivo il rumore dell’acqua. “Sono qui!” Lo sentii dire. Attraversai la stanza dirigendomi verso una porta parzialmente aperta. Entrai in una stanza scura. All’altro lato della sala c’era un’altra porta semiaperta da cui traspariva la luce.
“Questa è la stanza di tua mamma, amico.” Dissi.
“Elementare, Watson!” Rispose Bob: “Ora entra e chiudi la porta!”
Chiusi la porta della stanza ed entrai nel bagno dove c’era Bob in tutta la sua gloria. Non avevo mai compreso quanto Bob fosse sexy finché non lo vidi nudo in quella luce. La sua pelle olivastra aveva il tono perfetto. La sua forma magra lo faceva sembrare più alto di quanto fosse. Il suo torace aveva la giusta definizione per la sua taglia. Aveva dei perfetti capezzoli della dimensione di una piccola moneta al centro dei pettorali. Una piccola linea di peli cominciava al suo ombelico e finiva nei morbidi peli pubici la cui giusta quantità circondava il cazzo semi eretto. Notai anche che non aveva linea di abbronzatura. O la sua pelle non aveva mai visto il sole o lui prendeva il sole nudo. Il suo uccello era il più perfetto che avessi mai visto. Era perfettamente diritto, senza una curva a sinistra o destra. Anche le sue gambe erano sexy!
Erano praticamente senza peli, solo una piccola quantità di peli morbidi. Sentii il mio uccello cominciare ad agitarsi nei miei pantaloni.
“Togliti i vestiti” Disse. Io assentii.
“Vieni qui” Disse in modo seducente.
Io mi mossi verso lui che mise le mani sulle mie anche. Io lo avvolsi nelle mie braccia. Le nostre labbra si incontrarono in un bacio appassionato. Lui fece scivola la lingua nella mia bocca, io gli resi il favore. Continuammo a baciarci con le lingue attorcigliate. Gli presi il cazzo con una mano, mentre gli carezzavo la schiena con l’altra.
Il suo pene era durissimo, glielo accarezzai alcune volte. Lui afferrò il mio semi duro che divenne più duro nella sua presa. Ci baciammo, menammo ed accarezzammo per un po’, poi entrammo nella doccia senza interrompere il contatto.
La doccia era adatta a due persone, con una piccola “panca” in fiberglass in un angolo. Ci mettemmo sotto l’acqua sempre abbracciati. Sentivo l’acqua calda correre giù per la mia faccia e coprire tutto il mio corpo. Bob allontanò le labbra che erano appiccicate alle mie e prese il sapone. Se lo spalmò sulle mani e cominciò a lavarmi. Iniziò dal torace soffermandosi sui capezzoli. Poi mi insaponò la schiena circondandomi con le braccia. Sentii il suo caldo torace a contatto col mio. Mi lavò la schiena strofinandomi di quando in quando il sedere. Poi si lasciò cadere sulle ginocchia, mi lavò le gambe ed i piedi, inserendosi ogni tanto tra le mie cosce. Quindi cominciò ad insaponarmi il pube e le palle, evitando decisamente il mio cazzo. Sentii il mio uccello pulsare ad ogni pulsazione del mio cuore. Ce l’avevo così duro da farmi male. Mentre lui continuava a “lavarmi” le palle, leccava via la pre eiaculazione che si stava sta formando sulla testa della mia verga. Sentivo il mio uccello sussultare. Poi si alzò e mi diede il sapone.
Mi insaponai le mani e cominciai anch’io dal suo torace. Gli pizzicai i capezzoli alcune volte mentre lo facevo. Continuai lavandogli la schiena nello stesso modo che lui aveva fatto con me. I nostri toraci erano sdrucciolevoli e scivolavano uno contro l’altro, oh che sensazione! Mi misi in ginocchio, gli lavai le gambe ed insaponai l’area pubica. Gli menai il cazzo alcune volte, poi mi alzai. Ci abbracciammo e lasciammo che le nostre verghe scivolassero una contro l’altra. Bob abbassò una mano e posizionò i nostri uccelli diritti contro le nostre pance. Cominciammo a baciarci e strusciare i nostri corpi insaponati. Era così bello scivolare così! I nostri uccelli scivolosi che scivolavano uno contro l’altro erano così sensuali!
“Ti amo, Bob.” Gli dissi piano in un orecchio.
“Ti amo, Rob.” Rispose.
Continuammo a baciarci e strofinarci uno contro l’altro per quella che sembrò un’ora, ma in realtà probabilmente furono 10 minuti. Presto raggiungemmo le altezze dell’estasi. Sentii il mio orgasmo arrivare: “Mmmm, Ohhh, B…Bob.” Gemetti.
“Oooh, Rob.” Rispose.
Cominciammo a strusciarci più velocemente mentre ci baciavamo e carezzavamo.
“Oooh, Ooooh, Aaagh, Mmmmm.” Gemevamo all’unisono.
“Oh R… Rob, s… sto v… ve… venendooooo!” Gridò Bob.
“A… anch… anch’ioooooo!” Replicai.
In breve sentii la sua sborra calda sparata sui nostri toraci portandomi oltre il limite. Cominciai a anch’io a sparare il mio seme caldo. Le mie ginocchia cominciarono a cedere ed il mio corpo si scuoteva.
“Oooohhh, aaaaahhhhh, uuuunnnnggghhh!” Uggiolammo in estasi.
“Oh Bob, sei stupendo!” Esclamai una volta che fummo scesi dai nostri vertici orgasmici.
“Anche tu non sei male.” Rispose lui.
“Ti amo veramente, lo sai vero?”
“Io so che ti amo anch’io.”
Ci vestimmo ed andammo in soggiorno. Io mi sedetti sul divano e Bob andò in cucina. Accesi la TV mentre lui cominciava a preparare la cena. Mentre facevo zapping tra i canali lo sentii mescolare qualche cosa ed utilizzare le pentole. Continuai a passare da un canale all’altro, qualunque cosa stesse facendo, aveva un buon odore. Dopo un po’ andò alla porta d’ingresso a chiamare sua sorella. Pochi minuti e Cristina entrò.
“Chi sei?” Mi chiese.
“Ciao, io sono Rob, l’amico di Bob.”
“Bob e Rob, divertente! hi! hi!” Disse ridendo.
“Cristina! Il tuo piatto è sulla tavola!” La richiamò Bob.
Lei andò a sedersi a tavola. Alcuni minuti più tardi Bob arrivò con due piatti e ne mise uno di fronte a me sul tavolino e l’altro davanti a se, poi ritornò in cucina. Io guardai nel mio piatto, c’era del pollo arrosto, puree di patate e di zucchine. Bob ritornò dopo qualche minuto con due bicchieri di minerale, posate e tovaglioli.
“Ragazzi, mi sembra buono!” Dissi io
“Forza mangia.” Rispose lui.
Morsica un pezzo di pollo: “Mmmm, è delizioso!” Dissi a bocca piena: “Non mi avevi detto di saper cucinare, volevo dire cucinare veramente!”
“Sì, sono capace di cucinare. Quando ero piccolo ero sempre in cucina con mia mamma.”
Mangiai tutto ciò che c’era sul mio piatto e poi anche una seconda porzione. Doveva essermi venuta molta fame per averlo fatto con Bob; quando arrivò l’ora di andare via, Bob mi accompagnò alla mia macchina.
“Domani incontriamoci allo stesso posto per pranzo. Conosco un altro posto dove andare, un posto dove non dobbiamo preoccuparci di essere sorpresi.” Mi disse quando arrivammo alla macchina.
“A sì? Dopo quello che è successo oggi, è meglio che sia molto sicuro.”
“Oh, lo è.” Disse Bob con un sorriso.
Ci abbracciammo e baciammo dopo che mi fui seduto in macchina, lo facemmo senza preoccuparci che qualcuno ci vedesse. Penso che l’amore sia così.
“Ti amo, Rob.” Disse lui, guardando fino in fondo all’anima con quegli occhi verdi e penetranti.
“Ti amo, Bob.”
“Un’altra cosa.” Disse mentre facevo manovra: “Mangia durante l’intervallo della mattina, così avremo tutta l’ora di pranzo da passare insieme.”
“Ok, amore.” Dissi facendo retromarcia e dirigendomi verso casa.
Feci il tragitto sognando ad occhi aperti quello che Bob aveva in mente per il giorno dopo. Amavo veramente quel ragazzo, era bello, arguto e sapeva cucinare!

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