Voglio fare porcate col compagno di mia mamma (Seconda parte)

Voglio fare porcate col compagno di mia mamma (Seconda parte)

Dopo l’indecoroso pompino che avevo fatto pochi minuti prima al compagno di mia mamma, un uomo di 53 anni, gli avevo chiesto di scoparmi. Sebbene fosse appena venuto nella mia bocca, Agostino doveva avere una gran voglia di scoparmi, perchè, come gli avevo chiesto, quasi immediatamente si inoltrò nella vegetazione che fiancheggiava la strada, fermando la macchina in uno spiazzo isolato.

Con la bocca ancora impastata dalla sua sborra ingoiata pochi minuti prima, mi buttai al suo collo e presi a baciarlo. Lui contraccambiò in un bacio profondo, umido, volgare. Ridendo a vicenda, giocavamo con le lingue, ci mordicchiavamo le labbra per poi insistere ancora in un bacio profondo, prolungato, da togliere il fiato. Intanto, ingorda e viziosa, gli ripresi in mano il cazzo mezzo moscio iniziando a segarlo. Lui mi accarezzava il culo e le tette.

“Allora? Mi vuoi scopare”? gli chiesi maliziosamente e guardandolo dritto negli occhi mentre lo sbaciucchiavo e gli segavo l’uccello. Lui non disse nulla, si alzò, mi fece scendere dall’auto, mandò in avanti i sedili anteriori e mi disse di metterci dietro. Prima di rientrare in macchina, mi guardai attorno, mi spogliai e vidi che Agostino rimase a bocca aperta nel vedere le mie forme. Praticamente tirai via i leggins e la maglietta e già ero nuda, non indossando nè la mutandina nè il reggiseno. Subito lui si tolse la maglietta e sfilò il pantaloncino con gli slip dalle caviglie; ora eravamo finalmente completamente nudi.

Mi sedetti a cavalcioni su di lui, sentivo strusciare le mie tette al suo torace villoso mentre lui, tenendomi le mani sulle chiappe, mi baciava sulla bocca, il collo, dietro le orecchie, le tette. Ero bagnatissima, il compagno di mia madre mi eccitava tanto, avevo fantasticato molto su di lui ed ora che le mie fantasie erotiche erano diventate realtà, volevo godermi il suo cazzo per bene. Mi piaceva un sacco fare la porca con lui.

Gli feci capire di essere pronta a scopare, che volevo farlo con lui. Infatti presi a baciarlo pure io, mentre glielo ripresi in mano e, appurato che era di nuovo duro come il marmo, orientai la cappella verso la mia figa e….. mi ci sedetti praticamente sopra facendolo scivolare in profondità dentro di me. Finalmente il mio “papino” mi scopava, finalmente potevo godermi il suo cazzo piantato nella figa.

All’unisono gememmo al contatto profondo e indecoroso dei nostri sessi. Agostino cominciò a scoparmi delicatamente, con le mani sui miei glutei mi penetrava la figa, si trombava senza ritegno la figlia della sua compagna, la sua figliastra, mentre mi succhiava le tette e i capezzoli a turno. Eravamo due porci che maliziosamente si godevano quella situazione proibita e eccitante.

Una marea di liquido vaginale rendeva il suo cazzo umido mentre ritmicamente mi penetrava. Godevo nel vedere e sentire lui godere, stavo impazzendo dal piacere con quel bel cazzo piantato in figa, tanto che cominciai a saltare su di lui in maniera violenta, con gli ammortizzatori della macchina che rumoreggiavano, strillando di piacere. “Oh Dio! Oh Dio! Che cazzo che hai, fottimi, fottimi tutta, ti prego non fermarti, scopami!” e, dopo pochi minuti di tale pompaggio, scossa da brividi, venni, venni in una maniera intensa, profonda, indecorosa col cazzo del mio “papino” ficcato interamente nella vagina.

Sudatissima, mi adagiai su di lui per riprendere fiato, col cazzo ancora ficcato dentro; lui non era venuto e lo potevo sentire ancora duro dentro di me.

Mi fece alzare, mi mise a “pecorina” e cominciò a leccarmi la schiena. Mi faceva venire i brividi il contatto della sua lingua sulla mia pelle vellutata, ad occhi chiusi godevo tanto. Poi si sollevò di poco e mi ficcò l’uccello in figa di nuovo.

Eravamo indecorosi in quella posizione che io tanto amo; lui dietro che mi montava come una cagna, con colpi forti, profondi, violenti, io con il viso tra le braccia ad accogliere il cazzo del compagno di mia mamma nella vagina godendo come una matta. Con le mani mi allargava il culo mentre, avanti e indietro, avanti e indietro, Agostino mi pompava in maniera esperta, mi faceva la figa inesorabile e instancabile.

Potevo sentire il contatto del suo addome con le mie chiappe ogni volta che penetrava interamente in me, mi sentivo sventrare dal suo cazzo in figa. Stavo godendo tantissimo, il suo cazzo che mi scopava mi faceva impazzire, avevo gli occhi riversi come in trance, ma adesso, avendo perso completamente la testa e ogni freno inibitorio, volevo regalargli anche il mio culetto rotto dal bidello qualche anno prima. Ero affamata di cazzo in tutti i buchi.

“Ahh, adesso inculami” lo implorai, “lo voglio tutto in culo, ti prego, sfondamelo”. Si fermò e, con la cappella bagnatissima dai miei e dai suoi umori, mi umettò per bene la rosellina e con un colpo di reni secco, deciso, mi inculò in profondità senza esitare neanche un attimo.

“Già lo hai preso in culo, vero? E’ largo già, chissà quanti ne hai presi troia” – mi disse ed io risposi: “siii, da anni lo prendo in culo, me lo ha sverginato il bidello della scuola, ma te non fermarti ti prego, inculami, inculami con forza, spaccamelo tutto”.

Agostino, incredulo ma eccitato da tutto ciò, divenne un vero toro da monta, infoiato dalla situazione, inculava la sua figliastra con foga pazzesca in un turbinio di sensazioni che ci rapivano, ci portavano all’estasi. Dal canto mio mi sentivo una gran troia già per il fatto di avergli fatto quel gran pompino con ingoio mentre guidava, ed ora mi stavo dando interamente a lui.

Alla vergogna e alla paura iniziale, era subentrata la complicità, ambedue eravamo consapevoli che indietro non si tornava, avevamo fatto il passo proibito, indecoroso, indecente. Lui, uomo di 53 anni, si stava scopando e inculando con violenza la figlia, poco più che ventenne, della sua compagna, dopo avergli sparato in gola un mezzo litro di sborra. Era una situazione talmente assurda e trasgressiva che ci faceva impazzire ancora di più dal piacere, tanto che Agostino mi stava facendo il culo in maniera selvaggia. “Lo sapevo che eri una troietta, lo sapevo” lo sentii dire mentre stantuffava e pompava il mio buco ed io che stavo godendo come una porca.

Era uno spaccaculi coi fiocchi, ci sapeva fare perchè alternava colpi in culo a colpi in figa facendomi impazzire tanto che venni un altro paio di volte strillando e mugolando. Il suo cazzo, come un ariete durissimo, sembrava volesse scoppiare da un momento all’altro e improvvisamente, mentre mi sodomizzava, sentii il mio intestino riempirsi di sborra bollente. “Uhhhhhh”, mi sfuggì un urlo di piacere mentre mi assestava gli ultimi colpi risolutori, gli ultimi colpi che lo portarono all’orgasmo finale, intenso e abbondante. Mi aveva riempito il culo di sperma.

Tirò fuori il cazzo gocciolante dal mio culo, gocce di sborra colarono finendo dalla mia rosellina alla mia figa e poi giù sul sedile; Agostino, esausto si sedette ed io, da vera troia navigata, mi accanii a pulirglielo per bene leccando e ingoiando gli ultimi residui di sborra. Che sapore strano aveva ora la sua cappella…. Un misto di sperma, sudore e umori anali, ma mi piaceva. Ero, almeno per il momento, sazia.

Rimanemmo un pò in quella posizione, io con la guancia sinistra appoggiata al suo addome a pochi millimetri dal suo cazzo a riposo quando lo sentii esclamare: “Dio santo, sono le 16:30, hai il colloquio praticamente adesso e noi siamo qui nudi, distanti ancora chilometri”! Prontamente risposi: “sti cazzi il colloquio, non mi frega nulla, abbiamo chiavato, abbiamo goduto, mi hai sfondata per bene, è questo che conta”. “Sai da quanto ti desideravo Agostino, sai da quanto tempo pensavo al tuo cazzo tutto per me”? E ricordo che fu in questo momento che mi confidò che pure lui mi desiderava già da tempo…. Scoppiammo a ridere insieme, lo rimproverai per non averci provato prima, ma lui si giustificò dicendomi che non pensava minimamente che fossi così porca.

La vicinanza della mia bocca al suo cazzo, mi eccitò di nuovo. Ci fu infatti il tempo di un altro pompino che gli sparai con dedizione fino a farlo sborrare, per la terza volta, nella mia bocca; ingoiai ingordamente tutto il suo sperma mandandolo giù nello stomaco dopo averlo assaporato per bene.

Ci accordammo per dire a mia madre che il colloquio lo avevo sostenuto e che mi avrebbero fatto sapere l’esito, ci ricomponemmo alla meno peggio e raggiungemmo la città dove prendemmo un gelato per poi rincasare. Non vivevano insieme lui e mia madre, quindi mi accompagnò a casa ed andò via. Non avevamo parlato per niente del futuro, anche se nei nostri cuori, sapevamo che ci saremmo ricascati ed avremmo trombato ancora ed ancora. Praticamente eravamo amanti.

Infatti, dopo quella prima volta, ci siamo fatti numerosissime scopate io ed Agostino, gli ho fatto decine e decine di pompini con immancabile ingoio profondo; ogni occasione era buona per rimanere soli per ciucciarglielo o per farci una grande chiavata. Quando ci incrociavamo in casa, eravamo bravi a non far capire nulla a mia madre, non facevamo ovviamente trapelare nulla e continuavamo a comportarci come prima, come se nulla fosse mai accaduto, anche perchè altrimenti sarebbe successo il finimondo. Era il nostro sordido segreto.

Una sola cosa strana mi capitava ogni volta che parlavo con mia mamma, mi ritrovavo a pensare divertita ed allo stesso tempo eccitata: “mamma, se sapessi… mi fotto il tuo compagno”!

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