Cinema 2

Cinema 2


Cinema2
Mi chiamo Mario 62 anni io di Bari io ferroviere lei mia moglie Mara 45 anni Molfetta insegnante di lettere al geometra, ci siamo sposati che io avevo 42 anni e lei 28. Ci siamo conosciuti tramite fermo posta, sino dai i primi incontri abbiamo fatto sesso, poi dopo un mese che ci frequentavamo lei mi propose un incontro a 4 accettai pensai che portasse una coppia amica, ma invece si presentò con due ragazzi 20 enni ci spogliammo lei incominciò ad amoreggiare con i due, la cosa non mi dava fastidio anzi mi eccitava moltissimo tanto che quella sera non la scopai ma sborrai guardandola, lei intuì che la cos ami piaceva.
Dopo quella volta i nostri incontri per circa 6 mesi continuarono sempre coinvolgendo nuovi ragazzi, quindi decidemmo di sposarci, con l’impegno che ognuno di noi era libero di fare sesso con chiunque.
A me piaceva frequentare sale dove proiettavano film porno e desideravo che anche lei doveva provare queste esperienze.
Lei insegnava dal lunedì al giovedì quindi aveva sempre venerdì-sabato e domenica liberi, per cui. Io essendo personale viaggiante delle ferrovie spesso i miei viaggi duravano anche 2 giorni in quanto andavo in trasferta anche al nord, e con l’occasione lei veniva con me considerato anche che non pagava biglietto, le proposi di seguirmi in trasferta dove potevamo andare in una di queste sale dove nessuno ci conosceva.
Quindi andai in trasferta a Bologna lei partì con me il venerdì mattina e arrivammo a Bologna nel pomeriggio andammo ad alloggiare al Top Hotel a circo 15 Km. da Bologna, dopo aver pranzato andammo in stanza a riposare verso le 17 lei cominciò prepararsi indossando calze e reggicalze, scarpe con tacco 15cm,minigonna camicetta molto trasparente, eravamo ad ottobre e sopra uno spolverino, quindi chiamammo un taxi e ci facemmo portare mi sembra che la strada si chiamasse Via Sardegna dove c’era una sala che proiettava cinema porno mi si chiamasse Corallo senza reggiseno e mutandine.
Entrammo potevano essere le 18,30 già nell’atrio, dove si trovava la biglietteria, la cassiera e due altri avventori in coda ci accolsero con sguardi di meraviglia: Mara con lo spolverino aperto vestita con una gonna cortissima nera, svasata con larghe pieghe, e sopra portava una camicetta trasparente che teneva sbottonata per dalla quale faceva capolino parte del seno.
Conoscevo quella sala altre volte ci ero andato da solo
le feci strada oltre la tenda spessa e sporca che dava accesso alla sala, tenendola per mano: subito fummo accecati dal buio totale dato dalla grande differenza di luminosità tra esterno e interno. Muovemmo qualche passo in direzione delle prime file di sedili, ma mi resi conto che avremmo rischiato di inciampare nei gradini che conducevano in basso, benché illuminati così la feci accostare al muro in attesa che la vista si abituasse all’oscurità del posto. Mara però finì subito contro uno spettatore che non aveva visto: lui si scostò di poco ma le disse, spiritosamente, che poteva anche rimanere appoggiata a lui, se lo desiderava. Io gli chiesi scusa e lo ringraziai per l’offerta, dicendo che ci avremmo pensato. Lui, cortese, si offrì allora di farci strada, prese lei per mano e ci condusse a sederci dall’altro lato del cinema, verso le toilettes, dove prendemmo posto in un angolo molto buio della sala, che risultava più appartato degli altri perché parzialmente nascosto da una colonna.
Mara avrebbe voluto sedersi accanto a me lasciando l’uomo al mio fianco, ma io, spostandomi abilmente all’ultimo istante, feci in modo che lei risultasse in mezzo.
“Piacere, mi chiamo Pierre”, disse lui sottovoce, e le prese la mano come per presentarsi. Dopo aver stretto la mano a entrambi, le passò l’altro braccio dietro la schiena, e senza indugi le infilò la mano sinistra dentro la gonna. Mara sentendo che lui faceva fatica a infilarsi, mi guardò divertita: io annuii con la testa e a lei questo bastò per aprire istintivamente le gambe e slacciarsi il bottoncino della gonna sul fianco, facendo anche scendere la zip in modo da concedergli più spazio. Le sussurrai allora di spostare anche più avanti sul sedile il bel culetto, cosa che fece immediatamente. Chiesi a Pierre di disinfettarsi le mani prima di “entrare”: lui ebbe un attimo di esitazione e mi guardò perplesso, non sapeva se stessi scherzando o se fosse un modo per dirgli che il gioco era finito. Io però gli allungai un flaconcino con del gel che lui si passò immediatamente sulle mani, con foga, felicissimo di aver inaspettatamente superato l’ostacolo.
Mentre le raggiungeva le natiche sotto la gonna, accorgendosi a quel punto che non portava le mutandine, io le cinsi a mia volta la schiena e la trassi a me, baciandola focosamente con la lingua fino in gola e spingendole la mano sinistra fino alla vagina, dove incontrai la mano di lui, che nel frattempo le stava già infilando leggermente l’ano con un dito. Aveva la figa fradicia. Per me, fu anche molto eccitante incontrare lì sotto la mano di lui, e realizzare che la mia donna si stava facendo lavorare sotto da due maschi contemporaneamente.
Lei mugolò sommessamente e mi toccò il cazzo dall’esterno dei pantaloni, già duro allo spasimo.
Mentre ci facevamo strada in lei, ciascuno nel suo orifizio, le chiesi se le stesse piacendo, e per tutta risposta mi permette forte il pube contro la mano, spingendo in fuori il bacino:”Me ne sta infilando due”, mi disse eccitata. Sapendo che ha l’ano strettissimo, capii che doveva essere oltremodo eccitata per accettare che venisse aperto così. Bravo anche lui a utilizzare gli effluvi vaginali per lubrificarla dietro, pensai …
Nel frattempo, la nostra presenza non era passata inosservata: ora che il mio sguardo si era abituato alla luce fioca della sala, notai che almeno altri sette, otto avventori ci avevano praticamente circondato, e che ormai molti di loro avevano estratto il cazzo e si stavano masturbando. Due più intraprendenti, seduti rispettivamente davanti e dietro, avevano già allungato le mani su Mara. Uno di loro si sedette accanto a me, mi slacciò abilmente la cintura e mi estrasse il pene duro, poi scese sotto e mi prese in mano i testicoli, tirandoli forte. Per fortuna il cinema a quell’ora non era granché affollato; praticamente i due terzi degli spettatori aveva perso completamente interesse per il film proiettato e si erano radunati intorno a noi. Si trattava per lo più di anziani, anche se i due più scaltri potevano avere una cinquantina di anni. C’era anche un arabo, molto giovane, ma non era ancora direttamente coinvolto, sembrava intimidito dalla presenza degli altri, una riservatezza che apprezzai.
Dissi a tutti che prima di toccare avrebbero dovuto disinfettarsi le mani col gel, che avevo pronto per loro. La scenetta dei porci che si disinfettano contenti le mani fu quasi simpatica, anche Pierre e Mara risero.
Lasciammo che tutti toccassero i seni di Mara, alla quale avevano subito slacciato quasi completamente la camicetta; smisi di baciarla e frugarla sotto per concentrarmi sulla regia della situazione, che diventando sempre più movimentata richiedeva tutta la mia attenzione.
Per ora non ero preoccupato, perché ancora nessuno era in grado di proporre una vera e propria penetrazione. Tolsi anche le mani del vecchio vicino che mi stringevano ancora il pene e i coglioni, e tentai di cedergli il mio posto, ma lui non sembrò apprezzare molto l’offerta: era sicuramente un omosessuale, quindi gli chiesi di andarsene, cosa che fece con malcelato disappunto, liberando una poltroncina.
Chiesi a quel punto a Mara se volesse continuare o andar via, ma lei mi disse piano:”Mi piace, qui”. Non era vero, voleva solo farsi sbattere, aveva voglia di fare la porca.
Fino a quel momento non ero sicuro che la cosa funzionasse, ma ora capii che ci saremmo divertiti parecchio quel pomeriggio.
La feci piegare verso di me approfittando del posto libero che si era creato tra noi, mettendola praticamente a quattro zampe. Vidi che il nostro amico, ora ben visibile e sui sessant’anni, era vestito in modo elegante, con un completo di lino chiaro e una camicia sbottonata sul petto, fisicamente imponente e dal viso simpatico. Gli chiesi subito se aveva la protezione, e lui mi disse di sì, frugandosi le tasche. Nel frattempo tutti i presenti si alternavano a infilare le dita dentro Mara in modo anche troppo rozzo e convulso, tentando persino di entrarle in bocca: sotto però la sentivo ormai molto, molto bagnata, intuii che quel trattamento rude le stava piacendo e li lasciai fare.
Per agevolare la penetrazione Mara si alzò in piedi, piegò le ginocchia e sporse il culo verso Pierre, che la infilò in modo deciso iniziando subito a pomparla forte. Passato qualche minuto col cazzo che la sbatteva, la presi per i, gridandole:” Eccoti qui, troia, guarda come ti fai scopare da tutti!”
Mara venne immediatamente, e iniziò a rantolare in un orgasmo intenso e lunghissimo, mentre Pierre da dietro rischiava di perdere il controllo della penetrazione, tanto il culetto di lei sballottava sotto i suoi stessi colpi di reni.
Mara mugolava, ma io volevo anche vedere una cosa che mi è sempre piaciuta moltissimo, così mi allontanai ancora di un posto e chiesi a un vecchio seduto dietro di baciarla subito. Il porco non si fece pregare, e tenendole la testa le infilò la lingua in bocca, che lei accettò senza storie. Sapevo che Mara non gradiva quel bacio, ma a me eccitava terribilmente. Pierre si eccitò moltissimo vedendo il vecchio che tornò a baciarla.
Estrassi il cazzo dai pantaloni e glielo affondai in bocca, riempiendola, la cosa fa sentire ancora più troia.
Un vecchietto, che pareva innocuo, si alzò dalla fila dietro e si diresse verso la bocca di lei col piccolo pene proteso, come per volerle venire dentro. Lo fermai con un braccio dicendo a tutti che non era permesso fare cose troppo pericolose. Il vecchietto si sedette nuovamente al suo posto, e Mara allungò un braccio prendendogli con due dita il cazzetto e facendolo venire sui pantaloni abbassati.
Tirandola per i capelli, la feci alzare e la condussi nei cessi, con le tette di fuori e il viso arrossato dall’orgasmo. Di nuovo, Pierre, che dava capito tutto, ci fece strada fino a una toilette, nemmeno troppo sudicia, per lo standard di quei posti.
Superato l’ampio antibagno, la spinsi dentro a un minuscolo cesso dove oltre al WC c’era solo un appendiabiti. Dissi a Pierre che l’avrei fatta fottere da tutti, due alla volta, dato che di più dentro non ci stavano.
Pierre entrò per primo e la fece piegare protendendo il culo verso la porta, a novanta gradi, mentre io lasciavo spazio agli altri porci che ci avevano seguito, assicurandomi che prima di entrare avessero il condom indossato.
Almeno cinque maschi la presero da dietro a turno, mentre Pierre la baciava con foga dall’altra parte, dandole anche sostegno fisico e toccandole la clitoride.
Lei iniziò a mugolare, venendo ogni volta che un nuovo maschio la penetrava forte e la sbatteva. Uno solo, in particolare, fu molto lungo, per la gioia di lei, mentre gli altri, come al solito, si rivelarono molto deludenti e veloci nella “prestazione”.
Quando arrivò il turno del giovane arabo, lei chiese una pausa dicendo che doveva pisciare: le dissi che poteva farlo lì, semplicemente girandosi verso di noi in modo che potessimo vederla bene.
Lei ubbidì e pisciò a lungo: non si era seduta sulla tazza, ma era solo leggermente piegata sulle ginocchia, con la schiena appoggiata a Pierre, quindi non fu molto precisa nel direzionare il getto.
Il ragazzo, mentre si godeva lo spettacolo, si stava masturbando il cazzo, di dimensioni notevoli, e io alzai i capelli di Mara per farglielo vedere bene. Appena lui si infilò il preservativo, lo invitai ad entrare e a metterglielo in bocca, cosa che fece senza indugio: Pierre, rimasto dietro di lei, le spinse la testa a fondo, segno che aveva ben capito anche lui che tipo di trattamento piaceva a Mara.
Poi si sedette sul cesso sporco dell’urina di lei e le pulì la figa con la lingua, allargandole le natiche, a dimostrazione del fatto che anche lui era un bel porco!
Quando il ragazzo la prese finalmente da dietro, Mara era ormai quasi esausta, e stavolta non riuscì più a godere, benché quello fosse il pene più grande che avesse preso quel giorno.
Lasciammo il giovanotto, che ci ringraziò tantissimo, a pulirsi nel cesso e tornammo in sala, dove ci congedammo anche da Pierre, che ci chiese senza ottenerlo un contatto per rivederci:”Quando passeremo di nuovo da qui, se avrai fortuna…”, gli disse lei baciandolo per l’ultima volta in bocca.
“Allora, ti è piaciuto?”, le chiesi in modo quasi retorico di fronte al cappuccino con baci di dama che ci regalammo in una pasticceria di fronte.
furbetta, e lo sguardo ironico che me la facevano amare sopra ogni cosa.
Mi arresi e mi prepari a cercare vendetta con il filo elettrico che usavo sempre come frusta su di lei:”Ho idea che stavolta insegni rossi saranno molto profondi”, le dissi sornione.

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