STUPRATA

STUPRATA

Sono al mare in un bell’albergo con il mio adorato Marco, marito e complice ispiratore delle nostre avventure erotiche, lui gode nel vedermi godere e mi sprona ad essere provocante, ad eccitare con lo sguardo, con i gesti, a civettare con gli uomini che mi piacciono in modo particolare e si eccita nel vedermi posseduta da altri.
L’altra sera dopo cena siamo usciti per una passeggiata, ci siamo fermati a curiosare fra le cose che vendeva un giovane immigrato senegalese, cinture e pelletteria varia posata su un telo sul marciapiede, un bel giovane alto asciutto e con un simpatico e bianchissimo sorriso, dopo un po’ di trattative sui prezzi e qualche battuta scherzosa sulla qualità della merce esposta, accovacciati uno di fronte all’altra, io con le gambe leggermente aperte a mostrargli il bianco del mio piccolo perizoma, gli ho chiesto se non avesse merce di migliore qualità, mi ha guardato fra le gambe sempre sorridente e dopo esseri umettato con la lingua le carnose labbra mi ha risposto che se ero interessata a qualcosa di prima qualità avrebbe potuto mostrarmela se l’avessi seguito nel suo magazzino, non subito però ma più tardi dopo la una e da sola, senza l’accompagnatore.
Il ragazzo mi intrigava moltissimo, e lo sguardo ammiccante con cui aveva accompagnato la proposta non lasciava dubbi sulle sue intenzioni, ho guardato mio marito che non aveva perso nulla della scena e dopo un suo cenno di assenso ho detto al ragazzo che sarei tornata all’una.
Abbiamo ripreso la passeggiata io ero raggiante ed eccitata all’idea dell’avventura che mi aspettava, Marco era eccitato quanto me anche se dispiaciuto in quanto non avrebbe potuto assistere, mi ha consigliato di darmi e di prendere il massimo ed io gli ho promesso che al mio ritorno gli avrei raccontato tutto nei minimi dettagli.
All’una sono tornata dal senegalese che ha raccolto nel telo la sua mercanzia e siamo saliti sulla sua scassatissima macchina parcheggiata poco distante, appena partiti ho iniziato a scherzare sul suo nome: Bamba, a stuzzicarlo con risatine ammiccanti, sbottonando la camicetta a causa del caldo mettendo in mostra le mie tette, scoprendo le gambe fin quasi all’inguine, finalmente ha posato la sua manona sulla mia coscia sinistra e, visto che io, con indifferenza, continuavo sullo stesso tono facendo finta di nulla anzi allargando leggermente le cosce, la portava lentamente sempre più su fino a sfiorarmi la passerina che intanto produceva i suoi caldi umori. Ha iniziato ad accarezzarmi delicatamente sopra il perizoma, ed io per facilitargli il compito ho portato il mio sedere più avanti sul sedile, incoraggiato ha spostato il triangolino del perizoma e ha infilato con facilità il dito medio nella vagina ormai allagata. Mh… Mh…
Mi ha portata in una catapecchia fuori città, appena entrati mi è saltato addosso, mi ha infilato la sua enorme lingua in bocca, mi ha strizzato le tette, ha insinuato un dito nel mio culo, mi ha spogliata completamente, mi ha sbattuta su un grande materasso che era per terra, e, con mia grande goduria, ha iniziato a montarmi come fossi una cavalla, non la smetteva più. Mi ha scopato una volta impalandomi col suo cazzo enorme tenendo sollevate le mie cosce sulle sue spalle, poi, dopo avermi trombato con impeto davanti, mi ha rivoltato ha sputato sul mio culo ha inserito prima uno, poi due delle sue grosse dita e quando ha ritenuto fosse pronto lo ha violato con il suo cazzone sempre duro. Mentre mi scopava come un forsennato mugolava parole incomprensibili che intuivo non fossero complimenti. Non capivo più niente, il suo modo di fottere mi aveva fatto perdere completamente la testa, mi sentivo e mi comportavo come una troia, mi davo completamente, concentrata solo a godere e a venire continuamente come un fiume in piena.
Dopo essere venuto nel mio culo mi ha infilato in bocca il suo grosso cazzo nero e ha continuato a scoparmi nella bocca finché non è venuto una seconda volta allagandomi la gola.
Ero esausta quando Bamba si è alzato, si è infilato i pantaloni ed è andato alla porta, l’ha aperta e guardandomi ha detto: “Chi viene con me deve andare anche con i miei fratelli”.
Così è entrato un altro negrone, che si chiamava Moussa: più vecchio di Bamba, ma anche lui grosso e massiccio.
Io non sapevo se reagire o accettare la cosa, la figa mi faceva ancora male il culo era in fiamme e mi sentivo distrutta. Ho provato a dire “No… io non”, ma Bamba non mi ha nemmeno sentita. Ha chiuso la porta e Moussa ha tirato fuori il suo bastone, mi ha allargato le cosce e ha cominciato a trombare senza tanti preamboli. Sentivo la sua verga dura che mi scavava picchiava con forza in fondo al canale vaginale quasi volesse bucarmi.
Il suo ritmo era forsennato, e anche con lui la troia che è in me si è scatenata e sono venuta abbondantemente, strillando, gemendo e ululando come una cagna in calore.
Quando ho sentito il fiotto del suo sperma inondarmi la vagina mi sono rilassata e ho sentito il suo cazzo scivolare via. Ero spossata, temevo che come Bamba volesse prendermi ancora, invece si è alzato e se n’è andato.
Immediatamente entra nella stanza un altro: questi era Ousmane, un altro immigrato del gruppo senegalese. Stavo per svenire, abbozzai un “No… basta… non ce la faccio più”, ma lui sembrava che nemmeno capisse la mia lingua. Mi cacciò il cazzo in gola e mi afferrò per la testa dettando il ritmo di un pompino vertiginoso che quasi mi faceva soffocare. Lo succhiai con particolare passione perché, stanca com’ero, volevo solo che venisse in fretta e che quella storia finisse. E in breve lo sentii fremere, estrasse con la mano il cazzo dalla mia bocca e mi schizzò il suo sperma diritto in faccia per vedermelo colare sulle guance e sulle labbra.
Se ne andò e io mi asciugai con un lenzuolo. Non avevo nemmeno la forza di alzarmi e mi accasciai sul materasso con gli occhi chiusi. Sentii la porta che si apriva. Un altro ancora: Cheikh. Mi venne vicino e con gentilezza mi fece girare, mi carezzò la schiena e mi mise un paio di cuscini sotto la pancia. Con calma mi allargò le cosce e spalmò con le sue dita un po’ di saliva che aveva sputato sul mio culo, poi appoggiò la cappella di quello che doveva essere un enorme e nodoso cazzone e mi inculò ferocemente lacerandomi nonostante Bamba avesse già allargato il mio buco, senza che io riuscissi ad abbozzare una minima reazione.
Ricordo solo che gridavo:
– Ahhh! Noooo!! Mi fai maleeee! , mentre delle grosse lacrime mi scendevano dagli occhi. Continuò ad incularmi selvaggiamente e a lungo e sembrava che non dovesse arrivare mai all’orgasmo.
Forse richiamati dai miei strilli entrarono anche Bamba, Moussa e Ousmane. Mi guardavano con un ghigno nel volto e sembrava che vedermi sbattere a quel modo non facesse che accrescere la loro libidine. Moussa mi si sedette davanti infilandomi il cazzo fra le labbra per farmi tacere e Bamba mi prese per una mano costringendomi ad afferrargli il cazzo e a masturbarlo in quella scomodissima posizione in cui stavo mentre Cheikh continuava ad incularmi con foga. Ousmane intanto con una mano mi palpava e con l’altra si sparava una sega. In perfetta sintonia i quattro vennero ancora, Cheikh allagandomi lo sfintere, Moussa la gola, Bamba la mano con cui lo masturbavo e Ousmane indirizzandomi addosso il cazzo mi schizzò collo e faccia.
Subito dopo se ne andarono. Bamba mi aiutò a rivestirmi e mi accompagnò di nuovo in città che stava già albeggiando lasciandomi nelle vicinanze dell’albergo e, toccandomi per l’ultima volta la figa, mi invitò ad andarlo a cercare su quel marciapiede qualora mi fosse venuta la voglia di acquistare della pelletteria speciale.
Intontita e ancora eccitata sono salita in camera, Marco al rumore della porta che si chiudeva si è svegliato, l’ho salutato, mi sono spogliata per andare in bagno a ripulirmi ma me lo ha vietato, mi ha voluto accanto nuda sul letto, ha voluto che gli raccontassi come era andata e mentre parlavo, dicendo tutto quello che voi avete già letto, mi leccava le tette, mi leccava la figa, mi leccava il culo ripulendomi dai residui ormai secchi rilasciati da quelle verghe nere e quando ho finito il racconto ha voluto usare la mia bocca infilandoci il suo cazzo, dicendomi quanto fossi troia e quanto fosse fortunato ad avere una moglie così e fotteva, fotteva la mia gola come una vagina fino a inondarmi l’esofago con il suo sperma.

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One thought on “STUPRATA

  1. discoletta

    ma quel stupro e stupro, ora non voglio difendere quei maschi delinquenti e violenti ma capita rare volte che siamo noi ragazze a far “inferocire” alcuni maschi, a me capitò una volta in disco, bevemmo, io più di lui, uscimmo per scopare e lui fu molto virile con me, non credevo potesse esserlo, ma devo ammetere che dovevo aspettarmelo considerato che l’ho eccitato e inturgidito per ore in disco, chiaro che sarebbe andata non del tutto bene, appartati ci abbracciammo e baciammo, mi palapava e mi tirò giù le mutande, me la baciò perfino allargandomi le grandi labbra, lo volevo anch’io quindi, ma non pensavo che abbassato i pantaloni mi piantasse quel cazzo duro come ferro arroventato nelle figa per scoparmi con un energia impensabile, mi faceva saltare, mi face anche male, ma non si fermava, cercavo di stringerlo a me per farlo rallentare ma non ci riuscivo, sembrava invasato. era forte virile e muscoloso e mi piaceva ma non volevo essere violentata, ma poi ecco la meraviglia dell’orgasmo simultaneo, era la prima volta che provai questa meravigliosa cosa all’unisono, confesso d’aver goduto molto e bene talmente bene da essere soddisfatta e compiaciuta dell’amplesso animalesco che a molti avrebbero confuso come uno stupro, ma non lo era, lo volevo non era del tutto consapevole ma ho ragionato sull’accaduto, in parte e colpa/merito mio se l’ho eccitato lo volevo e quindi mi sono presa le mie responsabilità, ma che goduria avere una maschio arrapato a quella maniera, mi sembra ovvio che perdono l’educazione e vanno d’istinto animalesco è la loro natura, come riconosco la mia di femmina che ha attizzato il maschio per fare sesso. Non c’è altro da dire, è così care ragazzi e ragazze il rapporto tra maschi e femmine, siamo tutti animali da sesso.

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