Punizione

Punizione

Uscendo prima dal lavoro tornai a casa e trovai la biancheria pulita che mia moglie Katia aveva precedentemente stirato e piegato ma non aveva ancora messo a posto prima di andare a lavoro.
Notai un paio di sue mutandine di seta, bianche, piegate insieme ad altra biancheria.
Non riescii a resistere.
Pensai: “sono solo in casa solo, ,mia moglie non tornerà prima di un’ora…”.
Decisi di masturbarmi utilizzando le sue mutandine di seta guardandomi un bel porno.
Ho una sorta di feticismo per la biancheria intima e foulard di seta. Mi basta vederli per eccitarmi. Mia moglie lo sa e quindi sfrutta questa mia debolezza quando ha voglia di scopare. Ogni tanto si mette qualche foulard intorno al collo. Oppure viene a letto con biancheria intima di seta. E li usa per masturbarmi durante i preliminari.
La sensazione sul pene è eccezionale.
La seta, liscia e soffice solletica il mio glande in modi che non saprei spiegare.
Inoltre mia moglie molto sapientemente riesce a non farmi venire, prolungando il piacere per molto tempo e trasformando il preliminare in una dolce tortura.
Per rendere la cosa più intrigante spesso mi lega, bendato e imbavagliato.
Certe volte io uso i suoi foulard o la sua biancheria per masturbarmi da solo.
Ma lei non vuole che mi masturbi e mi “punisce” quando se ne accorge.
Presi le sue mutandine, mi sdraiai sul letto e feci partire il film sul computer portatile.
Mi calai le mutande e iniziai a strofinare delicatamente le mutandine di mia moglie sul glande del mio pene già eretto che diventò durissimo.
Avvolsi il mio pene nelle mutandine di mia moglie e inizia a fare su e giù, molto piano, masturbandomi delicatamente.
Dopo pochi minuti mia moglie rientrò in casa. Vide le mie chiavi e iniziò a chiamarmi.
Io non risposi e molto velocemente tentai di spegnere il computer e rivestirmi. Ma non feci in tempo. Mia moglie entrò in camera e mi trovò con le sue mutandine in mano, il pene eretto dentro le mutande e il computer chiuso sul letto.
“Cosa cazzo fai” – mi disse.
“Nulla” – risposi io timidamente, con il tono di chi è consapevole di essere stato scoperto.
“Come nulla? Hai il cazzo in erezione e lì ci sono le mie mutandine. Ti stavi facendo una sega vero? Lo sai che non voglio” – mi rimproverò lei.
Io ammisi cercando di minimizzare e di intrigarla: “Sì lo so. Ma ho visto le tue mutandine, ero solo in casa e non ho resistito… comunque visto che sono già pronto… potremo continuare insieme…”
“Per nulla” – mi rispose lei mentre prendeva da un cassetto alcuni di foulard di seta – “non la passi liscia. Lo sai che non voglio che ti fai le seghe. Devi essere punito”.
Io sapevo già cosa mi aspettava.
Appallotolò un foulard e mi ordinò: “apri la bocca, subito”. Io, rassegnato, lo feci. Con una rapida mossa della mano mi mise il foulard tutto in bocca e con un altro foulard mi imbavagliò.
Con un altro foulard ancora mi bendò.
A quel punto non potei più vedere né parlare.
Mi tolse camicia, i pantaloni (già mezzi calati) e le mutande. Mi ordinò di mettermi al centro del letto con gambe e braccia aperte.
Con altri quattro foulard mi legò caviglie e polsi ai quattro angoli del letto.
In pochi secondi rimasi legato, bendato, imbavagliato, nudo con il pene eretto.
“Sei stato cattivo” – mi rimproverò – “e quando sei cattivo lo sai che la tua mogliettina ti punisce”.
Si spogliò anche lei e rimase in biancheria intima, anche se io non potei vederla. Prese le mutandine con le quali mi stavo masturbando e incominciò ad accarezzarmi il pene che era durissimo.
“Ti stavi facendo una bella sega da solo eh… maiale…” disse mentre molto delicatamente mi solleticava il glande con le sue mutandine di seta.
“Mmmmmh” – ansimai io.
“Questo cazzo posso masturbarlo solo io” – mi disse con voce maliziosa – “sei mio marito e non voglio che ti masturbi da solo. Chiaro?”
“Mmmmmmh” -risposi.
“Bravo… adesso ti faccio una bella sega. Molto lentamente con le mie mutandine. Ma non ti faccio venire subito. Voglio masturbartelo bene questo cazzo. Voglio toglierti la voglia. Guai a te se vieni prima che io ti dia il permesso. Capito?”
“Mmmmmmh” – risposi ancora.
Si sdraiò accanto e me e mentre con una mano mi masturbava molto lentamente, indugiando molto sul glande, con la lingua mi leccava un capezzolo.
Io godevo in modo indicibile.
Alternava movimenti molto lenti, principalmente per solleticare il glande, a movimenti più veloci su tutto il pene.
Non ce la facevo veramente più.
Ad un certo punto finalmente si alzò in ginocchio e mi disse – “Bravo hai resistito tanto. Adesso puoi venire. Forza. Riempi di sborra le mie mutandine. Su. Dai”.
Neanche a dirlo, eiaculai copiosamente mentre lei continuava a masturbarmi molto piano.
“bravo” – mi disse – “ma non è mica finita, fino ad ora hai goduto e basta. Devi essere punito”.
Senza darmi tregua prese immediatamente un altro foulard e lo sostituì alle mutandine. Continuando a masturbarmi senza sosta.
Io ansimavo molto e mi tremava tutto il corpo. Dopo l’orgasmo il mio corpo era molto sensibile. Specialmente lo era il mio pene.
Katia, quasi a volermi prendere in giro, ridacchiando, disse: “guarda come godi bene. Ancora. Ancora. Voglio vederti sborrare ancora”.
Poi aprì il cassetto del comodino e prese un preservativo e il gel per massaggi. Nel frattempo continuava a masturbarmi con il foulard.
Sospese solo pochi secondi per prendere un po’ di gel, che incominciò a spalmarmi nell’ano.
A quel punto avevo capito cosa mi avrebbe fatto.
Aprì il preservativo e se lo mise al dito medio.
Iniziai a dimenarmi. Non lo aveva mai fatto prima. Mi aveva già masturbato due volte di fila senza fermarsi. Ma non mi aveva penetrato analmente.
“Se non opponi resistenza non ti farà troppo male” – mi disse ridendo mentre continuava a masturbarmi.
Non potevo fare nulla. Solo subire.
Incominciò a penetrarmi l’ano con il dito ricoperto dal preservativo. All’inizio molto lentamente. Poi un po’ più veloce.
Non ne potevo più. Da una parte godevo per la seta che masturbava il mio glande, e dall’altra soffrivo per la troppa sensibilità per via dell’orgasmo precedente e per il dito nel culo.
Incominciò a premere con il dito contro la prostata, come io facevo quando la masturbavo sul suo punto G.
Provai una sensazione fortissima. Mai provata prima.
“Senti? Così impari che non ti devi fare le seghe. Capito?” Mi rimproverò nuovamente mentre aumentava il ritmo della masturbazione e la pressione con il dito.
Raggiunsi subito un altro orgasmo. Ancora più intenso del primo. Mi uscì molto sperma per diversi secondi. E Katia non accennò a fermarsi.
Stavo ormai quasi per perdere i sensi quando Katia si fermò e mi disse: “Bene, vediamo se hai imparato. Non scherzo. Se lo fai di nuovo le conseguenze saranno peggiori”.
Poi mi diede un bacio sulla fronte e mi disse: “vado a farmi una doccia, tu intanto riposati”.
E mi lasciò lì. Legato, bendato e imbavagliato.

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