Trio inaspettato facendo volontariato

Trio inaspettato facendo volontariato

Il volontario della Croce Rossa e la dottoressa giunsero a casa della signorina Lucia pochi minuti dopo la sua chiamata al 118.
Salirono in fretta le scale fino al quinto piano, cercarono l’appartamento giusto leggendo frettolosamente i nomi sui campanelli e bussarono con decisione alla porta. Non sentendo nessuna risposta, Luca armeggiò con la maniglia della porta, che per fortuna era stata lasciata aperta, ed entrò, seguito dalla dottoressa Sofia.
‘Siamo della Croce Rossa. C’è nessuno?’ disse Luca. I due sentirono una voce indistinta provenire dalla camera in fondo al corridoio e corsero in quella direzione.
Luca fu il primo ad entrare. Nella penombra della stanza vide una giovane donna riversa sul letto, coperta solo di una leggera sottoveste, i capelli scarmigliati sul cuscino. Le si avvicinò e lei mormorò qualcosa di indistinto.
Luca e Sofia iniziarono le procedure di pronto soccorso. Sembrava che la ragazza si fosse sentita male e avesse poi avuto un collasso subito dopo aver telefonato al 118, avendo appena il tempo di crollare sul letto.
Luca la prese per i piedi e la stese supina sulle coperte, mentre la dottoressa controllava le funzioni vitali. Mentre la visitavano, lentamente Lucia sembrò riprendersi, gli occhi erano più vivaci, l’eloquio più chiaro.
Sofia si allontanò un attimo per recarsi in cucina a prenderle un bicchiere di acqua e zucchero, mentre Luca si sedette sul letto accanto alla ragazza per farla chiacchierare un po’ e accertarsi ulteriormente che si fosse ripresa.
La guardò: la leggera sottoveste faceva intravedere molto più che i semplici contorni del bel corpo della giovane. Dall’orlo un po’ sollevato vide che non indossava le mutandine e la profonda scollatura evidenziava due bei seni pieni e sodi. Si sentì arrossire quando percepì il membro irrigidirsi negli slip, una cosa assai poco professionale. La guardò negli occhi e capì che lei aveva indovinato tutto. Luca abbassò lo sguardo, pieno di vergogna, ma lei gli prese la mano e la guidò sotto la seta liscia. Lui la guardò di nuovo: gli occhi della ragazza non erano più sofferenti, ma ardenti e maliziosi.
Lucia spinse la sua mano con più decisione, finchè Luca non si sentì accarezzato dalla peluria della sua vulva. Allungò un dito per accarezzarne la fessura e la trovò già bollente e umida, mentre la ragazza, presagli l’altra mano, ne avvicinava un dito alla bocca, per infilarlo tra le labbra vogliose.
Sfilò il dito dalla bocca e gli guidò anche questa mano, finchè lui non si ritrovò con un dito che le accarezzava la figa e uno che le titillava il capezzolo e il cazzo gonfio nei pantaloni che sembrava volesse esplodere.
Quando Sofia tornò nella stanza e li trovò così le cadde il bicchiere dalle mani, andando in mille pezzi. Le ci volle qualche secondo per riprendersi dallo shock, ma proprio nel momento in cui stava aprendo la bocca per urlare, Lucia la guardò, fulminandola col suo sguardo voglioso e le disse ‘Perché non ti unisci a noi? Vieni qui a sederti”
L’atmosfera era surreale: la penombra, il tepore del tardo pomeriggio, il corpo della ragazza mezza nuda sul letto, il suo collega eccitato che ne perlustrava gli anfratti più segreti e lei lì, in piedi, ad osservare la scena. Sentì il perizoma inumidirsi.
Guidata da una forza invisibile, quasi contro la sua volontà, Sofia si avvicinò al letto e vi si sedette.
La ragazza le sbottonò la pesante divisa, liberando i suoi seni prosperosi, e lei non si mosse. Luca intanto aveva affondato le dita in quella vagina accogliente e profumata e si era slacciato i pantaloni, tirando fuori il membro gonfio e pulsante. Sofia, in uno stato quasi ipnotico, si alzò un attimo per liberarsi degli altri abiti, e si rimise a sedere sul letto, completamente nuda.
Luca accostò il suo viso al suo seno e mentre continuava a spingere le dita nella figa di Lucia, prese in bocca il capezzolo di Sofia ed iniziò a succhiarlo.
In un groviglio di corpi nudi e sudati, la ragazza aprì la bocca per accogliere il pene di lui, gloriosamente eretto, per fargli un adeguato pompino.
Gli umidi suoni del sesso e i loro effluvi riempirono la stanza, accompagnati da gemiti e sospiri. La bocca di Lucia ciucciava voracemente e con abilità e più lei succhiava più Luca la sditalinava con energia. Sofia divaricò le gambe e cominciò una masturbazione furiosa, sovraeccitata da quei suoni e dalla stimolazione dei capezzoli, che la faceva impazzire.
Luca sfilò il pisello dalla bocca della ragazza e si inginocchiò sul letto, impugnandolo stretto in mano e puntandolo verso di loro. Chiuse gli occhi e le due donne avvicinarono i visi, pronte ad accogliere il goloso fiotto. In quei suoi coglioni ce n’era in abbondanza per entrambe: mentre le ricopriva di sperma, riempiendo le loro bocche spalancate e assetate emise un lungo urlo liberatorio e selvaggio, che scosse le pareti.
Sofia si impadronì di quel membro ormai quasi sgonfio, che sparì tra le sue labbra, per assaporarne le ultime gocce. Lo leccò a lungo continuando a strofinarsi il clitoride. Quando a sorpresa Lucia le ficcò con violenza due dita nella figa sobbalzò. Luca e la ragazza la videro contorcersi, ansimare e gridare in preda ad un orgasmo intensissimo. Non ancora soddisfatta la donna afferrò poi le dita di Lucia per spingerle ancora più a fondo, per godere di nuovo.
Mentre Sofia veniva squassata dalle ultime convulsioni, Lucia si mise a pancia in giù sul letto per avvicinare la lingua al suo corpo e iniziò a leccarle a fondo la vagina, succhiandone gli umori che colavano copiosi.
Di fronte alla saffica scena a cui stava assistendo, Luca non ci mise molto ad essere di nuovo in tiro.
Il culetto sodo della ragazza a pancia in giù era invitante’ Bastò il tocco delle mani sulle sue natiche per farle inarcare la schiena come una cagna in calore pronta a farselo ficcare dentro. Con la bocca impastata gli sussurrò ‘Fai piano, amore, perché il mio culetto è ancora vergine”. Questo glielo fece drizzare ancora di più.
Allargò bene le natiche con i due pollici, svelando un buchetto piccolo e delizioso. Sofia si godeva la scena, sperando di essere la prossima, assai soddisfatta di come la giovane ragazza intanto se la stava lavorando.
Luca era molto concentrato. La punta del suo pene faceva molta fatica ad entrare perché il buco era davvero stretto e la ragazza, anche se vogliosa di prenderlo, si lamentava per il dolore. Le infilò a fondo due dita in vagina, per cercare di consolarla e il buchetto si fece un po’ più accogliente. Dopo poco era riuscito ad infilare bene tutto il glande e si apprestava a far scivolare dentro anche il resto. Con un po’ di pazienza tutto si risolse e potè iniziare a lavorarsela con gusto.
La fotteva con energia, accompagnando ogni colpo delle pelvi con un grugnito. Quella cagnetta in calore ansimava e si contorceva per il piacere e la sua figa grondava.
Mentre lui le riempiva il culo con la sua sborra, sentì finalmente Lucia orgasmare. Sfilò il cazzo gocciolante e diede un ultima occhiata al buco sfondato che si contraeva, colmo del suo liquido biancastro. Lei si accasciò, soddisfatta ed esausta, così Sofia si ritrovò senza divertimento.
Piena di disappunto guardò Luca fisso negli occhi e gli disse ‘Ora vedi di fartelo drizzare in fretta, perché voglio che me lo pianti dentro, hai capito?’.
Gli afferrò il membro moscio e se lo ficcò in bocca. Sofia era una vera esperta nell’arte dei pompini. Glielo leccò e glielo ciucciò bene fino in fondo, spingendoselo in gola il più possibile. Intanto gli accarezzava le palle e quando con un dito gli solleticò il buco del culo lui era pronto a sfondarla.
Decise che voleva la sua figa. La prese con forza e la mise a pecorina. Mentre con entrambe le mani massaggiava e strizzava le tette, affondava prepotentemente il cazzo nella vagina, con un ritmo rapido e con un’intensità tale da farla sbavare sul cuscino. Ma lei ne voleva ancora,era una vera puttana ‘Dai! Dai! Di più! Spingi più forte! Ne voglio ancora! Più in fondo! Di più!’. Le alzò una gamba e si mise leggermente di lato, per farglielo sentire meglio. Non avrebbe mai immaginato che la sua collega fosse una tale assetata di sesso.
Sentì che la troietta era lì lì per venire e proprio sul più bello lui sfilò il cazzo e la costrinse a voltarsi e a sdraiarsi. Appoggiò il pisello tra i voluminosi seni e con le mani li strinse fino ad avvolgerseli intono. Lei aprì la bocca e inclinò la testa, sperando di farselo arrivare fino in bocca mentre lui si sparava quella spagnola. Dopo un po’ che lo strofinava Sofia sentì che stava per sborrare e lo afferrò, infilandoselo in bocca. Sentì il caldo fiotto di sperma che schizzava in lei e con gusto ingoiò tutto. Luca crollò esausto, soddisfatto e con i coglioni svuotati, il cazzo ancora bruciante per il tanto lavoro.
Ma lei ancora non era venuta! Per fortuna Lucia, che non si era persa un solo secondo della scena arrapante, non si era dimenticata di lei. Sofia era comunque così eccitata che non ci volle molto impegno per farla godere fino alla fine. Mentre gli ultimi strascichi dell’orgasmo ancora la scuotevano nei suoi occhi si leggeva la voglia che già si stava risvegliando dentro lei. Era una vera ninfomane.
Ma il cercapersone squillò, li stavano cercando dalla centrale.
In silenzio e un po’ storditi i due del 118 cercarono di rivestirsi e ricomporsi il più in fretta possibile e con un saluto timido si allontanarono dalla casa della ragazza, che li guardò andare via colma di riconoscenza. E non solo’
Il sole del tardo pomeriggio inondò i loro visi e ferì i loro occhi, erano tornati ad essere il timido volontario e la seria dottoressa. Si guardarono straniti: avevano sognato?

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