Inconsapevolmente cornuti. Gli esami non finiscono mai.

Inconsapevolmente cornuti. Gli esami non finiscono mai.

Quando entrano nel salone, le ragazze vengono accolte con un applauso e subito si trovano davanti una decina di maschi, diversi nell’aspetto e per età. Tutte vengono cordialmente abbracciate e baciate. Mani vogliose prendono subito ad accarezzarle. Silvia, ad un tratto, si sente abbracciare da dietro. La persona, dall’aspetto imponente, con una pancia fuori misura, senza dire una parola, la prende e la porta dentro una stanza. La fa mettere seduta sul letto, poi, senza nessuna delicatezza, le mostra un piccolo cazzo e, senza indugio, glielo infila in gola, aspettando che lei lo succhi rapidamente. Silvia esegue quello che le viene imposto e subito dopo avverte una discreta erezione, mentre l’uomo era aggrappato con entrambe le mani alla testa di lei e, tenendola ferma, muoveva freneticamente il bacino, e quella grossa pancia le sbatte sulla faccia avanti indietro. Lei succhia con impegno, quando l’uomo, con un grugnito da vero porco, le scarica in bocca alcuni fiotti di crema molto densa e dal sapore acidulo. Lei ingoia fino all’ultima goccia, poi l’uomo estrae il cazzo dalle sue labbra e, con un gesto dispregiativo, prende una ciocca dei suoi capelli e se lo pulisce. Senza fare altro, si gira e se ne va, lasciandola sul letto alquanto basita da quello strano comportamento. Per un lungo istante rimane immobile: ha sentito, dentro di sé, una strana sensazione di schifo; si è resa conto che quel maiale voleva solo svuotarsi le palle nella sua bocca. È decisamente una sensazione sgradevole, che per lei non ha niente di erotico, ma che le fa immediatamente comprendere quale sia il reale lavoro di una puttana. Dopo essersi rinfrescata nel bagno della camera ed aver pulito la ciocca dei capelli, torna nel salone, dove l’orgia è già cominciata. Uomini seminudi si fanno leccare e succhiare dalle ragazze, che sono costrette a gattonare per terra per avvicinarsi a quei grossi e flaccidi pancioni, i cui membri molli e poco virili, pretendono di ricevere piacere, senza alcun interesse nei confronti di chi procura quel piacere. Anche lei viene messa a giro; riceve cazzi da succhiare, mentre mani avide si infilano ed esplorano i suoi buchi. Si guarda intorno, non vede la sua amica e anche la ragazza francese è assente dalla sala. Non ha tempo di indagare oltre, perché tre di quei maiali la trascinano dentro un’altra camera. Quando entra si trova davanti uno strano oggetto al posto del classico letto. In pratica sono due assi di legno, posizionate l’una sull’altra, a media altezza dal pavimento, a formare una grossa X. Viene fatta spogliare completamente e, una volta appoggiata a quella croce, i suoi arti sono subito immobilizzati alle quattro estremità. Nello stesso momento in cui si rende conto di essere completamente immobilizzata, voltando lo sguardo, si accorge che uno dei tre, spostata una tenda, prende tre degli attrezzi che sono appesi alla parete. Sono frustini da cavallerizzi. Lo schiocco nell’aria fa rabbrividire Silvia, che vede l’uomo avvicinarsi al suo corpo. Lui si posiziona in mezzo alle sue gambe, poi, dopo aver guardato e sorriso ironicamente agli altri due, che sono posizionati ai lati, con una precisione incredibile le assesta un colpo secco e preciso sul clitoride. Un dolore atroce, unito ad un’incredibile scarica di piacere, percorre il suo corpo, facendola vibrare. Mentre ancora trema per quella strana e incredibile sensazione provata, riceve sul capezzolo destro un altro colpo secco, che le procura una sensazione talmente forte, che la fa urlare di dolore, ma nello stesso tempo il suo capezzolo, al tocco di quella frustata, è stato stimolato come se con forza fosse stato stretto fra le dita di una mano. Anche il terzo elemento le fa provare la stessa sensazione con un preciso colpo di frusta sull’altro capezzolo. Poi tutti e tre rimangono un attimo immobili, mentre il suo corpo ancora trema per quelle terribili sensazioni, mai provate prima. D’improvviso, ad un cenno di quello che le sta tra le gambe, tutti e tre colpiscono, nello stesso istante, i tre punti prestabiliti. Silvia avverte qualcosa di inspiegabile che le percorre il suo corpo. È come se una potente scarica elettrica avesse, di punto in bianco, attraversato il suo corpo. Incapace di capire se quello che prova sia più dolore che piacere, continua a tremare. Poi, di nuovo, all’unisono, un ennesimo triplo colpo le rinnova quella scarica. Il suo grido, ora, è più di piacere che dolore. Stranamente li osserva, quasi a voler ancora riprovare quella strana e forte sensazione. I tre aguzzini rinnovano questo gioco per altre sette volte. Lei, a partire dalla quarta, sente dentro di sé, il desiderio forte di ricevere sempre più altre frustate. Incredibilmente sente la sua fica colare. Ha raggiunto un orgasmo così forte e travolgente, che adesso si sente svuotata, sfinita, esausta. Sente che quei tre punti, ripetutamente colpiti da colpi precisissimi, le bruciano da impazzire. Poi essi lasciano cadere quegli insoliti strumenti di piacere e si avvicinano tutti e tre al suo corpo, si masturbano con estrema vigoria e, quasi in contemporanea, tutti e tre riversano su di lei, nei punti esatti dove è stata battuta, il loro piacere. Sentire quei getti caldi colpire i suoi punti, resi sensibili e fortemente arrossati per i colpi di frusta, le procura un’ennesima scarica di un misto di piacere/dolore, che la sconvolge e la lascia incredula. Uno dopo l’altro, i tre uomini presentano i loro membri alla sua bocca per essere leccati bel ripuliti. Quando tutti e tre sono stati perfettamente lucidati dalla sapiente lingua Silvia, la ragazza viene slegata. Nello stesso istante in cui non è più stretta dalle cinghie, le sue gambe non la sorreggono e si accascia sfinita sul pavimento, dove viene lasciata dai tre, che escono dalla sala nella più totale indifferenza. Resta, per alcuni minuti, appoggiata con la spalla a quello strano strumento di tortura. Sente un dolore atroce ai capezzoli, che sono ancora ricoperti del seme di quei tre strani individui. Massaggia delicatamente le parti arrossate, poi, malferma sulle gambe, riesce ad alzarsi in piedi e si reca nel bagno adiacente alla camera. Quando l’acqua fresca sferza i suoi capezzoli, avverte un dolore lancinante come se tanti microscopici spilli venissero conficcati contemporaneamente su quelle delicate parti del suo corpo. Finanche il clitoride, che si presenta di colore vermiglio, lo sente dolente per i colpi ricevuti. Viene tentata dall’idea di rimanere chiusa nel bagno, onde evitare nuove incredibili esperienze, ma l’uomo completamente calvo, che le ha ricevute, la viene a cercare e, chiestole se tutto va bene, estrae dalla tasca una piccola confezione di pomata e, senza permetterle di ritrarsi, gliela spalma delicatamente su quei tre punti, così atrocemente torturati. Lentamente il dolore svanisce e riesce a recuperare la sensibilità in quelle tre parti del corpo così duramente provate. Dopo di che l’uomo la conduce di nuovo all’interno del salone. Quando si mette seduta su uno dei divani, vede accanto la ragazza inglese, che ha, anch’essa, l’aria sfinita ed esausta. Le chiede, con un filo di voce, se sa che fine ha fatto la sua amica. La giovane le sorride e fa notare che nella stanza ci sono solo quattro uomini, per cui riesce immaginabile che la sua amica è intenta a succhiare i cazzi degli altri sei. Nemmeno il tempo di bere un bicchier d’acqua e due degli uomini presenti in sala, la prendono per mano, la sollevano e subito viene messa in ginocchio sul divano. Uno dei due la penetra di colpo da dietro, con un cazzo abbastanza duro, ma di piccole dimensioni, mentre l’altro, più dotato, ma non ancora perfettamente in erezione, dopo aver fatto il giro del divano, le presenta il suo arnese davanti alla bocca. Lei succhia cercando di far godere quell’uomo il più in fretta possibile, mentre quello che la scopa le assesta delle sonore sculacciate, che in breve le arrossano i suoi splendidi glutei. Anche la ragazza inglese è, presto, oggetto delle attenzioni degli altri due presenti in sala, e la costringono in ginocchio a succhiare e leccare i loro membri e culi. Dopo un po’, l’uomo che sta succhiando si ritrova con il membro duro e chiede all’altro, che la sta scopando, di fare in cambio. Subito si ritrova quel piccolo cazzo in bocca; riesce ad ingoiarlo agevolmente, cercando di stimolarlo il più possibile con lingua e labbra, mentre l’altro, dopo un primo affondo dentro la sua fica, lo estrae di colpo e, senza alcun preavviso, glielo infila tutto in fondo nel culo. Silvia per un attimo contrae i muscoli, per il dolore che quel porco, senza nessuna preparazione, le ha inflitto, poi si rilascia e continuando a contrarre i muscoli anali, porta ben presto l’uomo a scaricare, nel suo retto, l’ennesima sborrata. Anche quello che sta succhiando, ben stimolato dalla bravura della sua bocca, le riversa in gola alcuni schizzi di seme alquanto dolce. Appena il tempo di rimettersi seduta, che da una stanza escono quattro uomini che la prendono per mano e la portano in una camera, dove distesa sul letto, viene costretta a succhiare i loro cazzi. Per fortuna la sua bravura, ottiene l’effetto desiderato e, ben presto, uno dopo l’altro, quei membri, di varie dimensioni, tornano di nuovo in erezione, così da scoparla in maniera rude e volgare e, senza nessun riguardo, svuotandosi dentro di lei in ogni buco. Quando anche l’ultimo ha raggiunto il suo piacere, gli uomini se ne vanno, mentre lei sfinita ed esausta, si trascina per l’ennesima volta verso il bagno, dove cerca, in qualche modo, di ripulire quello schifo che quei maschi le hanno riversato sul corpo. È una strana sensazione quella che sta provando; niente a che vedere con tutto quello che aveva provato fino a quel momento. Ora comprende più compiutamente la differenza fra l’essere al centro delle attenzioni di sei maschi che vogliono godere del suo corpo, ed essere usata da persone che, avendo pagato per avere il suo corpo, lo trattano quasi fosse un oggetto, privo di passione e/o sentimenti. Sente che quelle persone la considerano solo un buco dove riversare il loro piacere, incurante se chi lo riceve ne trae, o meno, godimento. Usano il suo corpo per le loro perversioni, convinti che, avendo pagato, sia loro diritto a fare qualsiasi cosa. Quando, abbastanza sfinita rientra nel salone, ritrova Lucia che ha, anche lei, l’aria di chi rimpiange momenti migliori. In un momento in cui gli uomini presenti sono intenti a bere mangiare, ignorando quasi la loro presenza, Silvia, a bassa voce, chiede a Lucia come sta procedendo la sua esperienza. Lei, dopo un lungo respiro, le risponde che fare la puttana, in quel modo, di certo non sarà il suo lavoro futuro. Passano ancora altre tre ore, durante le quali entrambe vengono usate ed abusate da tutti i presenti. Quando Silvia pensa che sia giunta l’ora che verranno rimandate a casa, ogni ragazza, viene presa da due uomini e portata in una camera. Anche lei viene sollevata e condotta in una camera e, da lì, nel bagno adiacente, dove, nuda, viene fatta entrare nel box della doccia e, obbligata ad inginocchiarsi, cerca di capire quale possa essere l’ennesima perversione cui sarà sottoposta; cerca di allungarsi verso di loro per prendere in bocca i loro cazzi. Apre la bocca e, nello stesso istante in cui compie quel gesto, il primo dei due cazzi che ha davanti la inonda di urina calda. Anche l’altro, adesso, le sta pisciando addosso, mentre lei si sente schifata e, in qualche modo, cerca di sottrarsi a quella pioggia, che le sta letteralmente riempendo bocca, viso, capelli e tutto il resto del corpo. Gli uomini ridono compiaciuti e, dopo che ognuno ha espletato quel proprio bisogno fisiologico che, evidentemente, trovano molto eccitante, costringono la ragazza a pulire e leccare, per l’ennesima volta, i loro cazzi, ancora lordi di urina. Sentire in bocca quel senso di amaro e, leggermente salato, provoca in lei una strana sensazione. Dopo una iniziale repulsione, si rende conto che le piaceva sentir scorrere quel liquido caldo sul suo corpo e che, scivolando in basso e passando lungo il taglio della sua fica, le aveva provocato un lungo incredibile brivido di piacere. Tutto ciò è, per il momento, alquanto incomprensibile per lei. Quando i due se ne vanno, lei si mette in piedi e, aperta l’acqua della doccia, la lascia scorrere su di sé, per lavar via l’odore di sesso e di urina persistente, che ricopre l’intero suo corpo. Esce e si asciuga in maniera sommaria. Quando torna nel salone, capisce che la serata sta volgendo al termine, perché quei dieci maiali, che hanno abusato a ripetizione di cinque donne, se ne stanno andando. Appena anche l’ultimo è uscito dal salone, il tizio completamente calvo le raggiunge e fornisce loro delle semplici tute ginniche per farle rivestire ed esser riportate da dove son venute. Ognuna di esse riceve anche una busta, contenente una cospicua somma di denaro. Sfinite e completamente esauste, a malapena riescono a salire di nuovo sulla limousine che le ha portate in quel luogo dove, hanno provato, sensazioni molto contrastanti. Giunte di nuovo destinazione, sono convinte di esser lasciate a riposare, invece, mani esperte, le fanno distendere, prima dentro una calda vasca con idromassaggio e poi, i loro corpi vengono cosparsi di oli profumati e massaggiati a lungo, fin quando le ragazze, sfinite, si addormentano. Quando Silvia riapre gli occhi, si trova distesa sul letto con lenzuola pulite e, accanto a sé vede Lucia, che sta ancora dormendo. Cerca di capire come è arrivata in quel posto, ma tutto quello che ricorda erano le calde mani di una brava massaggiatrice, che, in qualche modo, leniva sia la sua stanchezza che i vari dolori. Cerca di scendere dal letto ed il suo movimento provoca il risveglio anche di Lucia, che la guarda e le sorride. Le chiede come si sente, se avverte dei dolori, ma soprattutto cosa ha provato durante quella strana serata. Silvia le sorride, poi stringe le spalle e, con un filo di voce, racconta all’amica le sensazioni contrastanti che ha provato. Anche Lucia era stata frustata nello stesso modo di Silvia ed anche lei ha provato quella strana sensazione di dolore/piacere che, ad un certo punto, l’ha portata ad incitare i tre uomini a colpirla ancora più forte e con maggior rapidità. Entrambe si guardano negli occhi, cercando di capire quella strana sensazione, poi scendono dal letto e, quando si avvicinano alla finestra, si rendono conto di trovarsi nello stesso posto dove hanno fatto il corso per “puttane”. Ancora nude escono dalla porta e, percorso un breve corridoio, si ritrovano in una piccola stanza, dove trovano anche l’amica inglese, che sta facendo colazione. Affamate, mangiano anche loro e, ben presto, vengono raggiunte anche dalle altre due. Nessuna di loro parla della serata e, quando arriva la signora Helen, tutte e cinque, la guardano in silenzio. «Ragazze, sono fiera di voi. Avete dato il meglio di voi stesse, regalando a quelle persone, le emozioni che volevano. Oltre a queste buste che contengono i soldi che vi sono stati dati ieri sera, io ho deciso di aggiungere un extra, per ringraziarvi e ricordarvi ancora che avete promesso la massima discrezione con tutti». Vengono riaccompagnate nella suite dell’hotel e, a grandi linee, raccontano quello che è successo durante la serata. Parlano di sesso in generale, anche forte, con due o più maschi contemporaneamente. Entrambe omettono di dire che sono state frustate e che hanno ricevuto “la pioggia dorata”. Passano altri due giorni di vacanze, durante i quali si divertono a far le turiste in quella splendida città, poi la vacanza finisce e si ritorna a casa. Alla ripresa del lavoro, fa seguito un periodo alquanto frenetico, dove tutti sono impegnati, oltre al lavoro piuttosto intenso, anche nei preparativi per l’imminente matrimonio. In quella trentina di giorni, o poco più, che le separano da quell’evento, tutto sembra tornato nella più assoluta normalità. Silvia, continua ad intrattenersi sia con Dario che con i suoi amici, che durante questo periodo, si sono accordati fra di loro. Per non fiaccarla, adesso la invitano in due per volta ad uscire con loro, sempre con Dario presente a fare sesso in maniera appagante. Anche con Andrea, il sesso è forte e intenso, ma completamente diverso. Luca gode moltissimo nel vederla fra le braccia del suo amico, che lo umilia come cornuto sottomesso. Apparentemente la loro vita scorre via veloce senza nessun problema, ma in realtà, per Silvia, qualcosa è cambiato. Nessuno se ne accorge, ad eccezione di Luca, l’unica persona che di lei conosce ogni respiro, ogni sorriso, ogni gesto, ogni sguardo. Quando mancano circa una decina di giorni al matrimonio, Luca e un piccolo gruppo di amici, organizzano, con la partecipazione anche di Alberto, l’addio al celibato per Marco. È una bella serata di allegra baldoria, dove alla fine, lui si trova un’escort pagata per soddisfarlo prima dell’imminente matrimonio. La cosa risulta essere molto simpatica e divertente, con la componente erotica che è più ridotta ad una parodia di una scopata reale. Anche Lucia riceve la sua festa da parte di Silvia e Stefania. Per il suo addio al nubilato, le due amiche hanno prenotato una intera giornata, in un piccolo, ma molto esclusivo centro termale, situato a circa un centinaio di km dalla loro città. Passano l’intera giornata nel centro benessere e, fra massaggi e tante altre attività rilassanti, alla fine, tutte e tre nude, si ritrovano nella semioscurità di un bagno turco. Mentre si gustano i vapori benefici, parlano della loro vita e di come siano stati frenetici quegli ultimi giorni a ridosso del matrimonio. Lucia spiega alle amiche che, sentirsi stretta fra Marco e Alberto, le provoca una immensa sensazione di benessere, di assoluta serenità, che la porta ad amare quei due uomini in maniera indistinta. Dentro di sé è quasi rammaricata di poterne sposare solo uno, anche se sente di amare profondamente anche l’altro, e, per ovviare un po’ questa strana situazione, lei e Marco hanno deciso di acquistare una fede in più e, la prima notte di nozze, invitare Alberto a passarla insieme a loro; in quell’occasione, entrambi faranno in modo che quel terzo anello finisca infilato alla mano sinistra del loro amico. Entrambi desiderano che, una volta sposata, lei resti incinta il prima possibile. Naturalmente, il suo più grande desiderio, è che, in qualche modo, possano entrambi ingravidarla. Ha parlato tra loro e la soluzione che hanno trovato, per realizzare questo loro ennesimo progetto, è quella di essere penetrata contemporaneamente da entrambi in figa. Silvia socchiude gli occhi e, con la mente, va al piacere che una doppia penetrazione, come quella ipotizzata dall’amica, può procurare ad una donna. L’amica aggiunge che, già da qualche giorno, stanno iniziando ad esercitarsi per mettere in pratica questa soluzione, cosicché, quando sarà il momento, tutto fili nella maniera più coinvolgente. Anche Stefania racconta alle amiche del successo avuto in un importante processo, che aveva riguardato una delle famiglie più in vista della città. Con la vittoria nei confronti dell’avvocato che difendeva la controparte, ha sentito dentro di sé un piacere del tutto particolare, soprattutto in ordine al fatto che lo studio rivale è gestito da una donna che, in passato, ha avuto una relazione con il suo socio Alberto. Il giovane avvocato con cui si è confrontata alla fine del processo, le ha sportivamente stretto la mano, pronunciando una semplice frase: ‘oggi a te, domani a me’. Quella stretta di mano le ha provocato un certo brivido, perché le è sembrato che avesse qualcosa di familiare, anche se non ha avuto modo di approfondire. Quando ne ha parlato con Alberto, lui è rimasto molto sul vago e lei ha avuto la netta sensazione che Alberto nascondesse qualcosa. Silvia invece parlò semplicemente del loro rapporto con Andrea, di come Luca sia molto soddisfatto quando la vede fare la troia con lui, mentre egli viene umiliato da Andrea. Sono sole nel piccolo locale adibito ad hammam e sedute nude, l’una accanto all’altra; ad un tratto i loro corpi sono particolarmente vicini e le parole hanno suscitato in loro una certa eccitazione. Quindi, quasi senza rendersene conto, le loro mani scorrono sui corpi, procurandosi del piacere reciproco. È Stefania, che riceve la bocca delle sue amiche, sui suoi seni, mentre con le mani è accarezzata fra le cosce, facendola fremere di piacere. Incomincia così un gioco di baci e carezze, che le porta a raggiungere un orgasmo lungo e intenso, che fa vibrare i loro corpi in maniera convulsa. Non sono nuove a questo gioco. In passato, per vero da adolescenti, amavano trovare un posto tranquillo, dove dar sfogo al loro piacere, in maniera reciproca. Uno dei loro giochi preferiti era il “triangolo d’amore.” Lo aveva così chiamato Silvia, la prima volta che vi aveva partecipato: distesa di lato, aveva infilato la sua testa fra le cosce di Stefania che, a sua volta, era immersa fra quelle di Lucia, che restituiva il favore a Silvia. Godere in quel modo continuo le aveva eccitate così tanto, che l’orgasmo reciproco provato, le aveva letteralmente stordite. Quattro giorni prima del matrimonio, in un caldo pomeriggio di inizio maggio, Silvia, insieme a Luca, torna dall’ultima prova della cerimonia che si è svolta in chiesa, dove un prete molto pignolo, ha ripetuto per due ore ogni singolo passo e ogni singolo gesto. Entrambi, da quando sono saliti sulla vettura, sono rimasti in silenzio. Lei percepisce che c’è qualcosa fra di loro, che crea una lieve ansia. Quando lui sta per giungere all’uscita dalla tangenziale, che li riporterà alle loro abitazioni, lei gli chiede di proseguire fino al lago, onde raggiungere il posto un po’ appartato, che piace tanto ad entrambi. Giunti in quel piazzale che li ha visti felici, lei scende dalla vettura, si avvicina a quel masso piatto, dove, per la prima volta Luca, ha scopato Lucia. Seduta guarda il sole che sta quasi per tramontare sul lago, regalando uno spettacolo infinitamente romantico. Lui le si avvicina, restando in piedi, e allunga le braccia ai lati del collo della sua donna che, quando ne avverte la presenza, stringe entrambe le mani, mentre spinge indietro la parte alta del busto, appoggiandosi con la testa sull’addome e gambe di Luca. Rimangono, per un tempo indefinito, entrambi in silenzio, quasi alla ricerca delle parole giuste per esprimere lo stato d’animo in cui entrambi si trovano. E’ Silvia che, per prima, rompe il silenzio. La sua voce ha qualcosa di malinconico, velatamente triste. «Amore, sono stanca! Mi sembra che da quando siamo tornati dalla vacanza in Olanda, la nostra vita è stato un susseguirsi di corse, senza mai avere un istante per noi». Luca, ascoltate quelle parole, con un tono decisamente pacato, le risponde: «Non mi stupisce la tua stanchezza; fra il lavoro, il supporto ai preparativi per il matrimonio dei nostri amici, il sesso alquanto estenuante con Andrea, in aggiunta a quello che fai con Dario e i suoi amici, è normale che tu sia stanca». Silvia, nel sentire con le parole, avverte un forte dolore al petto, una paura, un qualcosa che attanaglia il suo cuore, che le provoca una intensa commozione, che lei esterna scoppiando a piangere. Lui resta in silenzio, lasciando che lei si sfoghi, poi si siede di fianco continuando a guardare verso il lago. Silvia china il capo e, con voce rotta dall’emozione, ma soprattutto profondamente triste, riprende il discorso: «Hai ragione. Comprendo di esser diventata una donna priva di ogni dignità. Da quando abbiamo iniziato il nostro gioco trasgressivo, mi son sentita così libera che, inconsapevolmente, ho creduto di poter fare qualsiasi cosa, senza tener presente che questa mia grande libertà poteva ferire qualcuno. È vero… ti ho tradito con Dario e con i suoi amici e l’ho fatto anche ripetutamente. Tutto questo non mi diverte più. Adesso è quasi fuori posto che ti dica che volevo mettertene al corrente. Non so come sei riuscito a scoprirlo, ma questo ormai credo che non abbia più importanza. Ho tradito la tua fiducia e, con essa, ho bruciato la cosa più bella che avevo al mondo: il tuo amore. Sono stata una stupida; non mi sono resa conto che, con il mio comportamento, ha distrutto quanto di più bello mi era capitato nella vita. Sono stanca di sentirmi una puttana, sono stanca di vederti umiliato da Andrea quando facciamo il nostro gioco. Sono stanca di essere uno strumento di piacere fra le braccia di Dario ed i suoi amici. Volevo dirti che mi sembrava giunto il momento di fare un passo indietro, di ritornare ad essere solo noi due: una coppia. Però, avendo tradito la tua fiducia, a questo punto non credo sia più necessario aggiungere altro, se non il fatto che, se la nostra storia ora finisce, se avrò distrutto la cosa più bella che ho mai avuto nella vita, è stato per mia esclusiva colpa. Sei una persona meravigliosa, meriti di avere al fianco una vera donna, che ti ami, che ti rispetti e non una puttana, che alla prima occasione ti colpisce alle spalle». Luca nel sentire quelle parole la volta verso di sé, la stringe con forza, mentre appoggia la sua guancia a quella di lei. Le sue parole sono cariche di emozione, mentre anche dai suoi occhi, ora, sgorgano lacrime copiose. «Non ci provare! Non provare nemmeno lontanamente a pensare che io possa rinunciare a te. Io ti amo. Ti ho sempre amato e, pur di avere il tuo amore, ho accettato qualsiasi cosa, anche l’umiliazione che ne è derivata dal fatto che tu eri diventata l’amante di Dario e ti concedi ai suoi amici. Io voglio vivere la mia vita con te, qualsiasi cosa questo possa comportare, ivi compreso avere le corna, esser umiliato, ma sempre con te e per te. Da quando siamo tornati dal viaggio in Olanda, ho notato che sei cambiata. Mi sono accorto che non eri più la stessa persona, che quell’esperienza, in qualche modo, aveva cambiato il tuo modo di vivere il sesso. Probabilmente solo io, che ti conosco meglio di chiunque altro, ho notato che ogni giorno che passava il tuo sorriso è diventato più forzato ed il tuo sguardo sempre meno brillante. Sentirti dire che hai voglia di tornare ad essere una coppia, mi fa capire che siamo arrivati ad un punto in cui è necessario tirare una riga e separare quello che è stato la nostra vita fino ad oggi, da quella che sarà da questo momento in avanti. Sposiamoci, diventiamo una famiglia anche noi, mettiamo al mondo dei figli e se ogni tanto avvertirai il desiderio di fare la puttana, io sarò ben felice di essere il cornuto che ti sta accanto. Questo, però, deve avvenire solo ed esclusivamente quando io e te ne sentiamo il desiderio. Deve essere il nostro gioco di coppia, non quell’obbligo, che mi sembra esser diventato in questi ultimi tempi». Silvia scosta la guancia da quella di luca e lo guarda dritto negli occhi. Entrambi hanno il viso rigato dalle lacrime e, mai come in questo momento, lei sente di amare quell’uomo più della sua stessa vita. Le bocche si uniscono in un bacio carico di passione, sentimento e forte desiderio di essere solo sé stessi. Quando si staccano, lei sale a cavallo su di lui e lo stringe al petto, mentre gli rinnova il suo amore. «Ti amo! Luca, io ti amo! E come abbiamo sentito ripetere tante volte oggi pomeriggio da quel prete molto pignolo: voglio prendere te come mio unico sposo, prometto di amarti e rispettarti, ti garantisco, con assoluta certezza, che non sempre ti sarò fedele e che, ogni volta che vorrai, sarò disponibile ad esser la tua puttana e tu il mio adorabile cornuto, nel bene e nel male, finché morte non ci separi». Luca non risponde, la tiene stretta forte al suo corpo, sente la sua erezione crescere e, con entrambe le mani, solleva la minigonna e le accarezza il culo. Lei, eccitata da quel gioco e sentendo forte il desiderio di essere di nuovo solo ed esclusivamente la sua donna, si sposta quel tanto che basta per liberare l’uccello che sta chiuso nei suoi pantaloni, che fa scivolare fino alle caviglie. Subito si trova tra le mani quello splendido membro, che golosamente infila in bocca, facendolo gemere di piacere. Poi Luca la distende sulla pietra e, tenendole le gambe ben aperte, la penetra, fino in fondo, e prende a pomparla con un ritmo lento e ben cadenzato, che ha visto fare da Andrea quando la scopa, facendola godere moltissimo. Si rende conto che in quel modo la sua donna arriverà a godere in maniera più intensa, rispetto al modo frenetico che aveva di scoparla per il passato. Silvia gode, lo stringe forte al petto, lo supplica di riempire quel suo ventre, con tutto il piacere che lui potrà darle. Lui però, dopo averla baciata, la solleva, continuando a restare piantato dentro di lei, poi torna a sedersi sulla roccia e lei, impalata su quel membro meraviglioso che l’ha fatta sempre godere, geme e gode nel sentirsi riempire da quello splendido palo di carne, che le arriva fin dentro l’anima. Si muove lentamente, assaporando il piacere, contraendo i muscoli come le hanno insegnato alla scuola delle puttane, fin quando viene scossa da un orgasmo forte, che lei urla, con tutto il fiato che ha in gola. Quando lui sente quell’urlo, si lascia andare a sua volta e le inonda la fica, mentre la tiene stretta al suo corpo. Anche lui grida, scarica in quell’urlo tutta la tensione, tutto ciò che accumulato in tutti quegli ultimi tempi. Restano abbracciati, mentre il sole sparisce dietro le colline, oltre il lago

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