Castiga quella porcona di sua zia che lo umilia

Castiga quella porcona di sua zia che lo umilia

Mia zia mi ha sempre trattato come se fossi un ragazzino, anche quando ho compiuto la maggiore età continuava a dire che ero piccolo, che per diventare un uomo ce ne voleva e che dovevo solo pensare a studiare.

Oggi faccio il secondo anno di università e ancora continua a dirmi che sono un ragazzino, non mi vede proprio come un uomo e la cosa mi fa arrabbiare e non poco.

Il limite lo ha toccato un pomeriggio che mi ha chiesto di andare da lei a tagliarle il prato, mio zio e mio cugino non c’erano, eravamo da soli, stavo lavorando quando si è avvicinata con del tè freddo, me ne ha versato un po’ e ha affermato “bevi piccolino, hai bisogno di forze”.

Mi sono alterato, le ho risposto che doveva smetterla di trattarmi in quel modo, ma a quanto pare a lei piaceva e non poco, mi ha detto che non valevo niente e che probabilmente nemmeno con le ragazze avrei mai avuto successo.

Penso di non averci visto più, l’ho afferrata per i capelli e l’ho spinta dentro casa, lei non mi è sembrata sorpresa più di tanto, nemmeno spaventata, quasi fosse il suo scopo farmi arrabbiare in quel modo.

L’ho guardata negli occhi, le ho ordinato di scusarsi ma lei non ne ha voluto sapere, allora ho tirato fuori il cazzo e l’ho  spinta verso di me per farglielo succhiare.

La porca ha succhiato, mi ha fatto un pompino magistrale, il mio cazzo non era affatto piccolo, per cui non ha potuto fare commenti particolari o umilianti, anzi sono stato io, per la prima volta a umiliarla castigandola.

Le ho tolto i pantaloni e gli slip, la sua figa pelosa era bagnatissima, prova di come fosse eccitata e porca, l’ho penetrata infilandoglielo tutto dentro e l’ho sbattuta forte.

Me la sono scopata sul divano del salotto, il mio cazzo entrava ed usciva dalla sua patata velocemente, ci ho dato dentro talmente veloce che le si è arrossata del tutto.

Che maiala, non contento l’ho messa a pecorina e glielo ho infilato da dietro, mi è piaciuto troppo sfondarla in questo modo, l’ho fatta urlare di piacere e alla fine le ho sborrata sui peli della figa, imbrattandola del mio sperma.

Mi ha leccato il cazzo e mi ha promesso che non mi avrebbe più chiamato bambino, a patto che io ogni tanto la scopassi.

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