Avventura porno con la zingara

Avventura porno con la zingara

Siamo arrivati a Palermo per la fiera dopo un viaggio di tre ore in macchina. La coda per entrare sembrava non finire mai: auto ovunque, persone che si spintonavano e si lamentavano. Non c’era un minimo di ordine, tutti cercavano di farsi strada per entrare il più velocemente possibile. Nonostante la confusione, sapevo che ero venuta qui per vedere tutte le novità del settore e incontrare altri professionisti del mio campo.

Era importante per me rimanere al passo con le tendenze e conoscere le ultime tecnologie. Dopo una lunga attesa, siamo finalmente riusciti ad entrare, ma che faticaccia.

Aspetta un attimo, meglio tenere tutte le tasche ben chiuse, questo posto è il terreno ideale per i borseggiatori. Fortunatamente indosso dei jeans con le tasche posteriori che si chiudono con le zip, anche se sono difettose e difficili da aprire. Mi muovo avanti e indietro tra la folla, spinte alle spalle, mani che premendo, piedi che pestano i miei, gente che starnuta a soli 10 centimetri dal mio naso… ma che diavolo! Sto quasi per voltarmi e tornare a casa.

La mano che mi tocca non è sulle spalle o sui fianchi come le altre, la sento chiaramente sulla mia schiena. Cerco di girarmi ma c’è troppo caos intorno a me. Mi giro di più e vedo il volto di una ragazza, è proprio dietro di me, piccola, sicuramente sotto il metro e sessanta, sembra molto giovane e dai tratti somatici direi che è una zingara, anche se veste normalmente con jeans e giacca. Il colore della pelle, i capelli scuri e i capelli spettinati sono tipici dell’etnia Rom.

Ho capito che sta cercando il mio portafoglio, ma fortunatamente è nella tasca posteriore dei jeans, quindi dovrà fare parecchio sforzo prima di riuscire ad aprirla. La lascio fare, sorrido e vedo come andrà a finire. La sua mano continua a indugiare, cerco di aprire la cerniera ma non ci riesce. So bene quanto sia difficile, anche io devo lottare ogni volta che voglio aprirla. Mi viene un dubbio, come posso allontanarla? Se le dico apertamente che sta cercando di rubare il mio portafoglio, rischio che cominci a gridare e a fare casino. Meglio trovare un’altra soluzione.

Per farla scappare, mi viene in mente un’idea le appoggio la sua mano al cazzo e sicuramente se ne andrà.

Decido di trattenerla per il polso per evitare che mi rubi il portafogli, ma lei cerca di liberarsi strattonando. Sfrutto l’occasione per farle strofinare il polso sopra il mio cazzo e le palle. Quando la rilascio, mi giro per assicurarmi che se ne sia andata, ma mi accorgo che è ancora lì, attaccata a me come una sanguisuga. La sua statura è minuta, tanto da arrivarmi al petto, ha i capelli neri e lunghi, un po’ unti e spettinati, ma nonostante ciò è piuttosto carina e mi sorride. Non capisco perché mi sorrida, io sono serio anche se non faccio una faccia incazzata. Per un breve istante, la folla ci separa, ma poi si comprime nuovamente e mi ritrovo con lei schiacciata contro di me, con il suo respiro caldo sul mio collo.

Azzo, sarà una settimana che questa non si lava i denti, però le tette le sento bene, anche se si vede che è giovanissima ha un seno incredibile.
Voglio tornare a girarmi, ma sento la sua manina che si appoggia decisa sulla mia patta e strizza per bene le palle, sorride e si passa la lingua sulle labbra.
Porca boia! E adesso?
Mi passa subito per la testa che io una zingara non me la sono mai scopata, anche perché mi hanno sempre detto che è quasi impossibile, a parte il fatto che il livello di igiene è ai minimi termini, loro a 15 anni sono già sposate e i mariti le mandano in giro a fare le accattone o le addestrano per derubare i passanti, ma le tengono anche sotto strettissimo controllo, e se solo le guardi strane è sicuro che ti ritrovi la pancia aperta da una coltellata.
Per quanto dicono anche che sono delle vacche insaziabili è un rischio che non voglio correre, sposto la sua mano e torno a girarmi senza dirle niente.
La bolgia si è fatta ancora più infernale, sarò avanzato al massimo di un metro e ad occhio e croce riuscirò ad entrare non prima di 20 minuti. Vaffanculo… ci rinuncio e me ne vado, tanto il biglietto era omaggio, ho sprecato solo i soldi della benzina. Mi dispiace perché di solito a questa fiera gira un mare di figa e non mi sarebbe dispiaciuto rifarmi un po’ gli occhi.

Torno a sentire la manina, solo che stavolta non è più sulle chiappe, si è infilata tra le gambe alla ricerca delle palle e struscia energicamente la zona pelvica, porco boia… mi sta diventando duro.
Faccio per voltarmi per chiederle cosa cazzo vuole che lei mi precede, con l’altra mano mi stringe il fianco e mi fa cenno di piegarmi, avvicina la bocca al mio orecchio e in perfetto italiano: “Hai mai scopato con una come me? Ti andrebbe di provare?”
La guardo stralunato, incerto sul da farsi, e lei subito aggiunge: “Mi dai 50 Euro e ti dò anche il culo.”
Urca! La voglia è tanta, ma anche la paura, e poi puzza come una capra.
“Ma tu non hai un marito, una sorella o un parente che ti copre le spalle e che ti tiene d’occhio?” Chiedo.
“Sì, certo, ma io ho la libertà di fare quello che voglio, devo arrangiarmi.”
“Ok, senti, usciamo da questo casino, tanto volevo tornarmene casa, mettiamoci in un posto più tranquillo per parlare un attimo.”
Spingiamo e ci facciamo largo, in un paio di minuti siamo all’angolo in fondo del piazzale, fuori dalla bolgia, e posso tornare a respirare regolarmente.
“Spiegami cosa vuol dire che sei libera di arrangiarti, io ho sentito dire che nella vostra comunità, quando non fate a botte vi aiutate, soprattutto le donne rimaste vedove o comunque da sole.”
“Sì, è vero, ma la mia situazione è particolare, mio marito è in prigione, ma comunque non ho voglia di spiegartela e non sono cazzi tuoi. Allora, vuoi o no scopare per 50 Euro?”
“Dov’è la persona con te che ti tiene d’occhio? Non vorrei ritrovarmi con un coltello alla gola.”
Si mette a ridere, fa mezzo giro, controlla e poi fa un cenno del capo alla sua sinistra: “É quella donna là in fondo, è mia cognata.”
Lancio una veloce occhiata e vedo un donnone con la gonna lunga alle caviglie che ci sta osservando, tiene un bambino piccolo in braccio.
“Quello è tuo figlio?” Chiedo.
“Sì, ha 10 mesi.”
“Ma scusa, tu quanti anni hai? Sembri giovanissima.”
“Ma che cazzo te ne frega quanti anni ho! Non sarai mica un prete spero! Vuoi scopare o no? Dai, non ho tempo da perdere, deciditi.”
“Porca miseria! Certo che mi piacerebbe scoparti, ma secondo te dove dovremmo andare? Sono le 10:00 del mattino, fa un freddo cane e la mia macchina è a mezz’ora da qui.”
Lei si guarda in giro indecisa, poi: “C’è una stradina dietro la fiera che costeggia delle case vecchie e disabitate, andiamo là, un posto nascosto lo troviamo di certo.”
No! Non credo proprio, non fa per me… zona disabitata in pieno giorno, una sveltina in piedi, freddo cane.
E poi è troppo rischioso, che ne so se alle spalle arriva qualcuno mentre ho le brache calate e mi molla una botta in testa? Piuttosto mi faccio una sana pippa, è più sicuro e sono al caldo.
“Senti”, le dico, “la tua proposta non mi piace, cosa ne dici invece se andiamo in un alberghetto ad ore qui vicino che conosco piuttosto bene? Lo frequento quando vengo a trovare alcune amiche qui a Palermo e a te non chiedono documenti. Così puoi farti anche una bella doccia calda, mi sembra che tu ne abbia bisogno. Che ne dici?”
Mi guarda con gli occhi spalancati: “Posso fare una doccia calda? Per davvero? Non stai scherzando?”
“Assolutamente no… da quanto tempo è che non la fai?”
“Da un po’… da quando ha iniziato a fare freddo.”
Urca, sono mesi! Speriamo che non abbia le pulci!
“Va bene, ti seguo, però anche se andiamo in albergo e mi faccio la doccia, tu sempre 50 Euro mi devi dare, che sia chiaro.”
Va verso la matrona col bambino, vedo che le dice qualcosa e poi torna da me, mentre quella si allontana.
Arriviamo in albergo, consegno il mio documento e saliamo in ascensore. Sono stato largo, ho prenotato fino alle 16:00 e me la cavo con 35 Euro.
Appena in camera le dico di andare a farsi la doccia e fare con calma, io mi butto sul letto e la guardo mentre si spoglia.
Però, che fisico che si ritrova, snella, tette e culetto incredibili, gambe dritte e una foresta nera in mezzo alle gambe. Non credo si sia mai depilata in vita sua, anche sotto le ascelle il pelo è folto, però non sulle gambe. C’è della peluria, ma piuttosto rada.
In compenso l’olezzo di un corpo che non si lava da parecchio è ben avvertibile… Madonna santa quanto puzza!
“Lavati bene, due volte dappertutto, mi raccomando, anche il culo e in mezzo alle gambe, e usa il kit in bagno per lavarti i denti, hai un alito pestifero.”
Lei mi guarda quasi incazzata: “Non capirò mai questa mania, quando scopavo con mio marito se prima mi lavavo si incazzava. E lo stesso vale per me, l’uomo deve odorare da uomo, non di sapone.”
“Eeehh, va bene, tu però lavati lo stesso. Allora, mi vuoi dire quanti anni hai?”
“Ma che palle! Non capisco perché cazzo ti interessi. Comunque mi sono sposata a 13 anni e ho fatto mio figlio a 14. Ti basta?”
Perbacco, avevo capito che è giovane, ma non così.
“Ma scusa”, chiedo, “da voi è normale sposarsi così giovani? E quanti anni ha tuo marito?”
Mi risponde da sotto la doccia, insieme ad un soddisfatto mugolio di piacere per l’acqua calda che le scorre sulla pelle: “Da noi ci si sposa intorno ai 12 anni e i mariti sono scelti dalla famiglia, di solito uomini sopra i trent’anni che sappiano mantenerci. Il mio ha 40 anni, ma è in prigione da un anno e ci resterà per altri 10, perciò devo aiutare la famiglia con i soldi e se ogni tanto faccio la puttana va bene.”
“Beh, così puoi anche scopare, altrimenti con tuo marito al fresco dovresti arrangiarti a ditalini”, dico ridendo.
“Ma non dire cazzate, finora non ho mai trovato un uomo che sappia montarmi come mio marito, solo mezze seghe col cazzo moscio che sborrano dopo 10 minuti. Se anche tu sei come quelli, perlomeno ci ho guadagnato una doccia. Poi vediamo come sei quando scopiamo.”
Nel frattempo mi sono spogliato e il pensiero che fra poco scoperò questa giovane fighetta me lo ha fatto diventare duro, lo accarezzo e penso che avrà una bella sorpresa quando vedrà i miei 20 centimetri di carne dura e bollente.
“E dimmi un po’, sei arrivata vergine al matrimonio?”
“Vuoi scherzare? Se non fossi stata vergine mica mi potevo sposare! Mio marito mi ha rotto figa e culo già la prima notte, un male incredibile, ma dopo ha iniziato a piacermi e adesso il suo cazzo mi manca.”
Perbacco, col mio metro di paragone questa ragazzina deve essere navigata come una troia di 30 anni, nonostante sia giovanissima chissà come è sfondata.
Dopo 15 minuti esce dalla doccia e la rimando a farne un’altra, lei sbuffa, ma mi ascolta.
Aspetto altri lunghi minuti e sento il phon, poi finalmente torna in camera, circondata dal profumo di pulito e bagno schiuma, la pelle che prima sembrava olivastra adesso è chiara… era semplicemente molto sporca.
Io sono disteso completamente nudo, il cazzo barzotto, ma la vista di quel fisico perfetto me lo fa tornare duro di colpo.
Lei lo guarda soddisfatta, si stende vicino a me e apprezzo l’alito che sa di dentifricio.
Non faccio a tempo a fare nulla che lei si fionda sopra il fratellino, se lo infila in bocca e parte con un pompino furioso, sputa sulla cappella e giù fino in gola con un su e giù forsennato.
“Ehiiii, calma, cos’è tutta questa fretta?”
“Perché? Non ti piace così?” Chiede sorpresa.
“Decisamente no, dai lascia fare a me, voglio scaldarti un pochino.”
“Cioè? Cosa vuoi fare?”
“Ti lecco per bene sia la figa che il culo, vediamo se riesco a farti godere.”
“Ma davvero ti piace? Con me nessuno me l’ha ancora mai fatto.”
La guardo perplesso e lei continua: “Mio marito mi monta e basta e io gli faccio tanti pompini, e quando faccio la puttana di solito scopo in piedi, una cosa veloce, ma nessuno me l’ha mai leccata.”
E ci credo, penso, se ti lavi ogni tre mesi cara mia, c’è da vomitare dalla puzza.
Mi metto in mezzo alle sue gambe, la vulva è ricoperta da una foresta di peli scuri che si dirada solo sull’incavo delle cosce, le metto un cuscino sotto la schiena e gliele alzo, anche il buchetto del culo è ricoperto da un po’ di peluria, ma stranamente la cosa mi eccita all’inverosimile, anche perché non sento strani odori… si è lavata davvero bene.
Mi faccio strada con le dita e apro le piccole labbra, sono rosa e il clitoride eccitato svetta prepotente, è incredibilmente grande, come la falange del mignolo, mi ci butto subito a batterlo con la lingua e succhiarlo. Lei scatta e lancia un grido, poi si mette a gemere a voce alta.
“Oooooohh, siiiiiii, aaaaaahh, che belloooo.”
Cazzo, è già un lago, si dimena come una biscia e scendo con la lingua sul buco più sotto. È già bene aperto, evidentemente il marito deve amare molto incularla, riesco ad infilare quasi metà della lingua e la faccio roteare. Lei vibra, con le mani si allarga le natiche ed io col pollice non smetto di titillare il clitoride. Con un violento spasmo e un grido viene, mi prende la testa e la schiaccia a sé, apro la bocca e mi sembra d’essere ad un banchetto, mangio figa e bevo il suo succo.
Per sotto le infilo senza alcuna delicatezza il medio nel culo, grida più forte e mi incita a incularla, l’orgasmo si fa travolgente e la bocca si riempie dei suoi umori. Porca miseria quanto si bagna!
Non ha ancora finito di tremare quando mi sale sopra, afferra il cazzo con un gesto convulso e cerca di impalarsi. La blocco.
“Ehii, un attimo! C’è l’hai un preservativo?” Chiedo.
“Ma quale preservativo! Tu non sborrarmi dentro la figa, fallo nel culo. Dai, dammi sto’ cazzo e smettila di parlare, scopami!”
In effetti non è quello che mi preoccupa, sono cazzi suoi se la ingravido, però mi sembra sana e ormai sono talmente infoiato che non me ne frega niente.
Si lascia cadere di colpo sull’asta di carne riempendosi la figa, nonostante abbia fatto un figlio e l’abbondante lubrificazione dei suoi umori la sento stretta e l’attrito mi fa male, ma arriva subito in fondo con un grido, mi sembra di impalarla e dentro è bollente, è come se amasse sentirsi quasi stuprata. Lei urla, si dimena, si mette le mani in testa e si scompiglia i capelli, mi sento cavalcato selvaggiamente, è una furia, mi si butta addosso e si rialza in continuazione, senza mai smettere di andare su e giù. Io non devo fare quasi niente, fa tutto lei ed è uno spettacolo guardare il suo viso stravolto dal piacere.
Gode di nuovo, continua a venire ma non smette, dovevano essere mesi che non scopava, ha una voglia pazzesca.
Dopo mezz’ora di monta selvaggia finalmente si calma, non so quante volte sia venuta, ma quando si butta sopra di me è senza fiato.
“Ma quanta voglia avevi?” Chiedo, “sei scatenata!”
“Hai il cazzo più grosso di mio marito, e me lo voglio godere fino in fondo, aaaaaahhh che bello, non hai sborrato ed è ancora duro… dai, lo voglio in culo.”
Esce, ha la figa che gocciola e si mette a pecora, mi chino, ci passo sopra la lingua e succhio tutti i suoi umori. Lei geme forte: “Aaaaahh, siiiii, mi piace tanto, leccami anche il culo.”
Allargo i glutei e infilo la lingua, adesso riesco a farla entrare quasi tutta, vado avanti per cinque minuti e lei non smette di gemere, sembra davvero che per lei sia una piacevole novità.
È arrivato il momento, mi posiziono col cazzo all’altezza dello sfintere e ci appoggio sopra la cappella.
“Tutto di colpo, lo voglio dentro tutto di colpo, non poco alla volta, voglio sentirmi sfondata, spingi forte.”
Cazzo! Che vacca incredibile, speriamo di non strapparmi il frenulo.
Faccio come chiede, entro con la punta del glande e poi affondo un colpo fortissimo, entro per oltre la metà, qualsiasi donna mi avrebbe ucciso per una cosa del genere, lei invece lancia un urlo di piacere.
Si sente che è già stata più volte inculata, ma sembra stretta lo stesso, è evidente che alla sua giovane età i muscoli sono ancora molto elastici.
Un secondo affondo e le palle battono sul morbido del pelo che ricopre la vagina. Porca miseria, con due colpi sono arrivato in fondo e lei continua a gridare di piacere.
Pompo subito come un dannato, ha un culo incredibilmente caldo ed accogliente e sembra godere ancora più che con la figa, dopo dieci minuti di monta ha già avuto due orgasmi.
Le rialzo il busto e la faccio sedere sulle mie cosce ben impalata, le mani ad impastare le sue incredibili tette ancora piene di latte, le premo forte e uno zampillo imbratta il lenzuolo, lei non smette di godere e io arrivo a toccare il clitoride.
Invece di passarci sopra le dita a solleticarlo decido di spremerlo, è talmente grosso che riesco a prenderlo tra pollice e indice, lo masturbo come se fosse un piccolo cazzo e poi lo stringo fortissimo.
Lei grida come un animale e un orgasmo la travolge come uno tsunami, lorda il lenzuolo di sotto e sento il caldo liquido che mi allaga le cosce. Trema e si scuote, sembra in preda alle convulsioni e anch’io sono al limite, devo venire.
Esco dal suo culo di colpo, sento un flop, come quando si stappa una bottiglia, la rovescio senza tanti complimenti sul fianco e le tengo la testa alzata.
Lei continua ad essere in preda alle convulsioni, non si rende conto di ciò che succede, le premo le guance e la costringo ad aprire la bocca.
Sto per sborrare e infilo subito dentro il cazzo, solo all’ultimo mi accorgo che il glande è sporco di feci, ma ormai è tardi, vengo e le riempio il cavo orale mantenendole la testa sollevata per evitare che le vada per traverso.
Lei istintivamente manda giù tutto, deve essere abituata col marito, e quando si accorge che mi sono completamente svuotato comincia a succhiare.
Alcuni spasmi la scuotono ancora, ma si dedica con passione a lucidare per bene tutto il pene e la cappella, sembra non essersi accorta che insieme alla sborra ha ingoiato anche un po’ di cacca.
Alla fine mi lascio andare sfinito sul letto e lei mi si butta addosso ridendo.
“Cosa ridi?” Chiedo.
“Rido perché una scopata così me la ricorderò a lungo. Cazzo, sei un toro come mio marito, ma con un cazzo molto più grande, e poi lecchi la figa, che invece lui non fa. Ho goduto come una troia in calore, aaaaahh, che bello! Mi ci voleva proprio.”
“Quanto ti fermi qui a Palemo?” Chiedo, “non mi dispiacerebbe rifarlo”, e cerco di avvicinarmi per baciarla.
Lei subito si scosta e mi guarda seria: “No, niente baci sulla bocca, non voglio tradire mio marito.”
“Come scusa? Non capisco.”
“Faccio la puttana per soldi e se trovo uno come te mi piace anche, ma niente baci sulla bocca, quelli li dò solo a mio marito.”
“Ah, va bene… allora? Quanto ti fermi?”
“Ci muoviamo dopodomani, finita la fiera… non occorre che ti spieghi il perché. Andiamo a Catania dove è in carcere mio marito, sono due mesi che non lo vado a trovare e gli porto un po’ di soldi, anche i tuoi 50 di oggi, così ha le sigarette garantite per tre settimane.”
“Peccato, e quando ritornate?”
“Boh! E chi lo sa? Probabilmente alla prossima fiera grossa, anche se solo questa di gennaio genera un tale casino che ci permette di lavorare bene, perciò è facile che torniamo solo fra un anno.”
“Ok, allora, vorrà dire che aspetto un anno, per una scopata come oggi ne vale la pena. Ma come facciamo ad incontrarci? In mezzo a tutto quel casino è quasi impossibile.”
Ci pensa un attimo, poi: “Prima che aprano i cancelli tu mettiti nell’angolo dove abbiamo parlato prima, ti vengo a cercare io.”
Una veloce sciacquata e ci rivestiamo, prendo 100 Euro dal portafoglio e glieli consegno: “É il doppio di quello pattuito, così tuo marito ha le sigarette per un mese e mezzo, ma anche perché una scopata come quella di oggi anch’io me la ricorderò a lungo… sei una forza della natura zingarella mia e non vedo l’ora di incontrarti nuovamente il prossimo anno.”
Sorride e accetta i soldi senza remora alcuna: “Grazie, li accetto anche perché mi hai fatto mangiare la mia merda. Ma i maiali come te mi piaccio tanto e stai pur certo che l’anno prossimo ti vengo a cercare.”
Un veloce bacio sulla guancia e scappa via.
Finisco di vestirmi, ma mi accorgo che manca qualcosa.
Cazzo! L’orologio! Lo avevo appoggiato vicino alla TV e non c’è più… la zingarella, ce l’hanno proprio nel DNA.
Sorrido perché, anche se sembrava di grande marca, era una patacca da 25 Euro comprata su Amazon.
Esco e mi faccio la mia mezz’ora a piedi fino all’auto, pensando che quest’anno è stata un gran bella fiera, tanta gente e soprattutto tanta figa.

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