Ada 2 in gita

Ada 2 in gita

Bene! Anche questa storia è vera e realmente accaduta. Come le precedenti l’ho “romanzata” in modo da poter salvaguardare la privacy delle persone coinvolte oltre che alla mia. Una mattina uscii di casa per andare a fare la spesa. Arrivai in panetteria ed incontrai Ada, ci salutammo ed iniziammo a chiacchierare. Mentre parlavamo gli dissi:” Fermati ed andiamo a prenderci un caffè” Andammo nel bar di fianco alla panetteria ci sedemmo e continuammo le chiacchiere. Ad un certo punto mi disse:” Venerdì sera i bambini vanno dal padre che me li riporterà domenica pomeriggio/sera, per cui sabato sono completamente libera. Lo passiamo assieme?” Io: “Molto volentieri, dove andiamo?” Ada: “I turisti sono quasi tutti andati via ed il mare è tutto nostro, per cui se ti va andiamo al mare.” Io: “Ok perfetto” Ada: “Hai uno zaino e un paio di scarponi?” Io: “ Gli scarponi sicuro, per lo zaino non lo so, semmai prenderò quello che usava mio padre a caccia” Ada: “Perfetto, porta lo zaino vuoto, pantaloni corti e gli scarponi, al resto ci penso io. Ti porterò in un posto unico però dovremo camminare un pochino. Passerò alle 7 a prenderti.” Sabato mattina alle 7 era a casa mia. Partimmo, facemmo circa 40 km ed arrivammo in una strada sperduta in mezzo al nulla c’era solo macchia mediterranea. Partimmo a piedi con gli zaini, nel mio aveva messo gli asciugamani e tre bottiglie d’acqua. Dopo oltre due chilometri a piedi arrivammo in piccola spiaggetta circondata da un alta scogliera. Non c’era anima viva, solo noi. Stese gli asciugamani e ci spogliammo. Rimase in bikini. Ci sdraiammo a prendere il sole e come al solito chiacchieravamo. Ad un certo punto mi girai di fianco per guardarla, lei era pancia in su e le sue microtette erano praticamente sparite. Allungai una mano sulla sua pancia e lei mise le sue mani sulla mia e si avvicinò a me. Praticamente eravamo attaccati. Sentivo il calore del suo corpo. Il caldo sole settembrino ci faceva da contorno. Girò la testa, la baciai e lei mi ribaciò. Si girò di fianco anche lei e cominciò ad accarezzarmi, con un dito , la pancia, le spalle, il petto ed il collo. Mi baciò di nuovo. La mia mano cominciò ad accarezzare il suo corpo fino ad arrivare al suo fianco. Sentivo il fiocco che le chiudeva il bikini sul fianco. Piano piano lo slacciai in modo da farlo cadere. Misi la mano sulla sua fica e cominciai ad accarezzarla e lei mi facilitò il compito alzando e piegando la gamba. Le carezzai il clitoride, le grandi labbra, cominciava a bagnarsi. Ada nel frattempo aveva messo la mano sul mio costume, aveva tirato fuori il mio cazzo e lo accarezzava. Si mise a pancia in su le salii sopra e la penetrai. Cominciai a scoparla molto lentamente e lei comincio a dirmi “dai dai non fermarti, dai “ Io cominciai a scoparla un più forte e lei ad urlare di più. Ad un certo punto mi abbracciò con forza. La cosa mi emozionò, non resistetti più uscii e le sborrai addosso. MI baciò. Riprendemmo fiato e facemmo una corsa in acqua, ci tuffammo e ci schizzammo a vicenda come bambini. Passammo il resto della giornata, fino al tardo pomeriggio in spiaggia. Ci riavviammo alla macchina. Partimmo in direzione di casa durante il viaggio parlammo di ciò che avevamo combinato e mi chiese di essere più sciolto e di lasciarmi andare di più, perché lei prendeva la pillola ed altri bimbi non li voleva. Ci fermammo in un paese vicino al mio a mangiare una pizza, dopo di che ci dirigemmo a casa mia. Aprii la porta di casa entrai ed entrò anche lei. Nessuno di noi due proferì parola. Lei cominciò a salire le scale facendo un gradino per arrivare in camera da letto io ne approfittai per baciarla visto che era alla mia altezza. Facemmo tutte le scale così e spogliandoci in contemporanea, con il risultato che alla fine delle scale eravamo tutti nudi. Praticamente saltammo sul letto e ci avvinghiammo tra baci ed abbracci. Gli salii sopra, il mio cazzo la penetrò e la scopai con forza. Lei praticamente urlava di tutto soprattutto “dai dai”, “spaccami tutta” e “più forte più forte”. La trombavo con tutta la forza che avevo in corpo fino a che esausto non mi affiancai a lei con il fiatone. Non mi lasciò tregua mi saltò sopra si infilò la mia verga nella fica e cominciò a muoversi, ero praticamente posseduto da lei che nel contempo continuava con i suoi urli “Oddio” “Godo godo” “Sii dio vengo”. Volevo toccargli le sue piccolissime tette ma mi bloccò le mani sui suoi fianchi. La cosa durò fino a che non urlò forte un “vengooo” e si buttò su di me abbracciandomi e baciandomi. Si sdraiò di fianco a me. Riprendemmo fiato. Ricominciammo ad abbracciarci ed a baciarci e ne approfittai per metterla a pancia in giù, la scopai da dietro per un po’. Le sue urla si fecero meno forti comunque continuava a dire “godo oddio godo” “dai dai” “oddio che meraviglia”. Le sue urla ed il suo proferire parole era bello ed eccitante Estrassi il mio cazzo la misi a quattro zampe e la scopai così. Ad un certo punto mi fermò, si girò prese il mio uccello in bocca e lo spompinò. Penso si accorse che stavo per venire e si fermò. Si sdraiò allargo le gambe mi guardò e disse : “E’ tutta tua!” Gli salii sopra, infilai il mio cazzo nella sua fica e cominciai a pomparla. Lei ricominciò ad urlare fino a che non urlò un “vengooo” mi abbracciò molto forte e sentii le unghie delle sue dita che premevano sulle mie spalle. Non resistetti più e la riempii. Ero letteralmente esausto e caddi al suo fianco. Lei mi abbracciò e rimanemmo così per non so quanto tempo. Penso che ci addormentammo perchè non ricordo cosa successe. Ricordo solo che guardai la sveglia sul mio comodino e segnava mezzanotte e mezza. Mi girai verso Ada, era sveglia, sdraiata su un fianco e mi guardava: “Sei carino quando dormi, ti ho osservato anche oggi in spiaggia.” Mi avvicinai e lei mi baciò. La abbracciai Stavamo di sdraiati di fianco, in silenzio, uno di fronte all’altra; cominciai con un dito ad accarezzarla, prima le spalle, poi il collo per poi scendere sul petto e girare, con il dito, intorno alle sue piccole tette. Lei fece altrettanto con me. Cominciai a baciarla ed a baciare le sue tettine fino a scendere sulla pancia. Si mise a pancia in su, continuai a baciare tette e pancia fino a scendere giù sulla sua fica poco pelosa. Mi mise le mani sulla testa come per indicarmi di non smettere. Non mi fermai oltre a baciarla cominciai a leccarla sentivo il clitoride tra le mie labbra e sulla mia lingua. Era bellissimo. Ada cominciò a gemere per poi passare a dire: “Dai dai non fermarti! Non fermarti” Io proseguii ed gli infilai anche un dito nella fica. Il mio cazzo cominciava a riprendersi dalla piacevolissima fatica precedente, lei se ne accorse, mi fermò per un momento, si girò e si mise in modo che potessi continuare a leccare la sua fica mentre lei faceva un lavoro analogo alla mia verga che si indurì nuovamente. Sorridendo mi fece sdraiare a pancia in su e si mise nuovamente sopra di me. Non si infilò il cazzo ma ci strusciava la sua fica. Dopo un pò cominciò ad emettere urletti al che la fermai, la misi a quattro zampe e la penetrai da dietro. Scopammo così. Lei non urlava più ma continuava a dire “Dai dai” “oddio godo!”. Allungai la mano e toccai la sua fica e cominciai ad accarezzarla. Ad un certo punto disse un “vengoo oddio vengo!”. Al solo sentire quelle parole non resistetti e sborrai dentro la sua figa. Lei cadde a pancia in giù ed io praticamente cascai di fianco a lei. Ero totalmente esausto. Ci addormentammo. La mattina successiva mi svegliai alle 8 circa, Ada si era già svegliata, andai in bagno, mi misi un paio di mutande, scesi al piano di sotto e la trovai intenta ad accendere il gas della caffettiera, era in mutande anche lei. Mi sorrise, si avvicinò a me e mi baciò e mi disse: “Ben alzato!”, risposi “Ma quale ben alzato, mi sento come un bradipo stanco!” Scoppio a ridere e risi anche io. Mi abbracciò. Mentre aspettavamo che il caffè uscisse accesi il televisore per sentire le ultime notizie. Dissi ad Ada : “Prendiamo il caffè e poi andiamo al bar a fare una colazione decente”. Non mi preparò una tazzina da caffè ma un mezzo bicchiere di caffè, era quello che mi ci voleva. Bevemmo il caffè che mi svegliò bene. Dissi ad Ada che andavo a farmi una doccia entrai in bagno e passando davanti allo specchio vidi dei segni rossi sulle mie spalle, erano le unghie di Ada e ne fui soddisfatto. Aprii il rubinetto della doccia, mi levai le mutande e mentre stavo per entrare mi sentii mi abbracciare da dietro. Presi le sue mani e dissi: ”Non ti basta?” e lei candidamente : “No!” Il caffè ed il sonno mi avevano rimesso in forze, per cui mi girai, la presi di peso e la misi nella doccia e la baciai. L’acqua tiepida scorreva su di noi, lei si inginocchio e prese a ciucciarmi la cappella. Era piacevolissimo. La tirai su di peso lei allargò le gambe e le avvinghiò al mio corpo mentre con le mani mi abbracciava forte il collo. Misi le mie mani sul suo culo e con la punta delle dita guidai il mio cazzo dentro di lei. La spinsi fino ad appoggiarla al muro della doccia. Ada con una mano chiuse l’acqua e cominciava a gemere. Mentre la scopavo in quella posizione bizzarra lei riprese ad urlare i suoi “godo oddio godo” “dai dai “ fino ad un “oddio vengooo!” diedi altri due o tre colpi e venni nella sua fica. Ci facemmo una doccia normale, mi feci la barba, ci vestimmo ed andammo al bar di una frazione sul mare. Facemmo colazione e poi passeggiammo sulla spiaggia. Tornammo a casa preparammo il pranzo e mangiammo. Dopo pranzo, mentre eravamo a riposare sul divano, Ada mi disse: “La mie ore spensierate stano per finire, tra poco vado a riprendere i ragazzi.” Io: “Non ti preoccupare, ce ne saranno altri di giorni spensierati. Faccio un lavoraccio che mi impegna parecchio però mi da anche tanto tempo libero” Ada: “Non voglio storie serie ed impegnate, i ragazzi si affezionerebbero a te e se dovesse finire starebbero male.” Io: “Concordo con te, lasciamo le cose così e vediamo come va!” Stavo benissimo insieme ad Ada, non era una gran bellezza anzi era bruttina, magra come un chiodo, praticamente senza tette ma simpaticissima, e sempre pronta a ridere e scherzare. Passammo tanti altri periodi insieme, ma ve li racconterò un’altra volta. Raimondo

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