18 anni

18 anni

E’ passato molto tempo da quando ho compiuto il mio diciottesimo anno, esattamente 37 anni. Per seguire le orme paterne mi stavo diplomando come geometra, eravamo poche ragazze a scuola, quasi tutti maschi, comunque, di sicuro, non sarei entrata nello studio di Papà, avevo altre idee, altri sogni, altre “esigenze”.

per il mio diploma, Papà aveva deciso di farmi un regalo : una vacanza in Sicilia, due mesi di sole e mare stupendi e. finalmente, sarei stata sola, anch’io, però, avevo deciso di farmi un regalo : il mio primo uomo!  ero ancora vergine e, a parte  i miei “passatempi solitari notturni” e, qualche lettura rubata quà e la’, le mie esperienze sul sesso erano praticamente “zero”.

a 18 anni ero bionda (lo sono ancora, ma il mio parrucchiere mi aiuta molto). alta 1 metro e 72 (beh, in questo non mi aiuta nessuno), pesavo 49 kg (ahimè ora 60) e, a detta di molti ero particolarmente carina (diciamo che adesso dicono che sono una bella donna e che da giovane dovevo essere un bel bocconcino, commenti rubati ultimamente ad alcune feste), ma veniamo al mio diploma :

dopo aver visto i tabelloni con i voti (44/60) con alcune amiche decidiamo, per quella sera,  di andare tutte  a mangiare la pizza alla “Fiorentina” in Viale Bligny, la serata è divertente, beviamo birra e coca cola, forse un po’ troppa birra, alcune mie amiche cominciano a raccontarmi delle loro storie con i ragazzi ed io, invece, non ho nessun ragazzo di cui parlare (sparlare) e la mia invidia, oltre che il mio desiderio, aumentano a dismisura, per fortuna che da lì a pochi giorni partirò per la Sicilia.

Mio zio, il fratello di Papà, mi ha regalato il viaggio in aereo, è la mia prima volta (anche in quello) , arrivo a Catania sotto un sole incredibile, penso che al mare mi abbronzerò subito, all’aeroporto mi aspetta l’autista del nonno con la sua vecchia fiat 1500 che, comunque, per l’occasione è stata tirata a lucido, andiamo alla casa in campagna, i nonni passano lì tutta l’estate, poi il mare è solo a venti minuti ed è il mare più incredibile che abbia mai visto.

le giornate passano tranquille, i nonni, gli zii e le mie cugine mi ricoprono di attenzioni, io apprezzo ma……….. sono lì per qualcos’altro;  quando andiamo al mare c’è sempre qualche amico delle mie cugine, però. nessuno di loro fa scattare in me quella “scintilla” che ……………….., poi un giorno, eccolo, alto, abbronzato, capelli nerissimo ed occhi di un verde pazzesco, ah dimenticavo, i miei occhi sono grigi, ma torniamo a Salvatore, così si chiamava quel figlio degli Dei sceso tra noi comuni mortali, quando mi rivolgeva la parola mi eccitavo, i miei capezzoli si inturgidivano e spingevano quasi a voler bucare la stoffa del costume, la peluria bionda della mia passerina si inumidiva e, per evitare che se ne accorgesse, correvo sempre a tuffarmi in acqua.

Salvatore era più grande di me, aveva 25 anni e già lavorava nel ristorante di suo padre, ogni tanto scappava e veniva da noi sulla spiaggia a farsi un bagno e qualche risata, che bei denti aveva, sigh!!

I giorni passavano e l’unico risultato che avevo ottenuto era una splendida abbronzatura che, approfittando della presenza di molte spiaggette protette dagli scogli era pressochè integrale, Salvatore era gentile ma, nulla di più, accidenti!!

Eravamo già a fine agosto, da lì a una settimana sarei dovuta rientrare a Milano, vergine come ero partita o forse no; le mie cugine ed i loro amici avevano organizzato una festa sulla spiaggia più grande, con musica, falò e qualcosa da mangiare, saputo che c’era anche Lui decisi di fare un ultimo tentativo:

andai a comprare un nuovo bikini tutto bianco, che il nonno non mi avrebbe mai permesso di indossare, passai quasi due ore a truccarmi e pettinarmi, i miei capelli erano molto lunghi, mi arrivavano a metà schiena, un bel pareo sopra il costume ed ero pronta; dopo aver mangiato, ballato, ….. bevuto le coppie si erano formate ed io e Salvatore ci ritrovammo praticamente soli, grazie anche alle mie cuginette, ballando un lento dopo l’altro avevamo cominciato a “limonare” e ricordo che aveva un sapore di fragola dolcissimo, le sue braccia erano forti, le sue mani mi stringevano i fianchi ed il mio corpo aderiva sempre più al suo, mi resi subito conto della sua erezione, ad un certo punto, a metà di una canzone di Battisti, mi prese per mano e andammo verso alcuni scogli, mi sembrava di volare sopra la sabbia, dietro gli scogli, lontano dagli sguardi indiscreti, ma chi ci guardava, erano tutti impegnati come noi, ci sdraiammo sulla spiaggia continuando a baciarci, le sue mani forti percorrevano il mio corpo, si insinuarono sotto il mio costume e me ne liberarono, mentre mi stringeva un seno, con la bocca mi succhiava il capezzolo dell’altro, intanto con le dita dell’altra mano solleticava la mia clitoride che si era gonfiata a dismisura, penso che la prima volta gli venni sulla mano.

lo accarezzavo anch’io ma non osavo ancora arrivare a toccare quella cosa che sentivo calda premere sulla mia coscia, fu lui a prendermi una mano e a portarla ad impugnare quel pezzo di carne che si gonfiava ed induriva al punto quasi da non riuscire a stringerlo completamente con la mano, ecco adesso ero pronta, gli sussurrai all’orecchio di fare piano perchè era la mia prima volta, il suo viso illuminato dalla luna mi sembrò sorpreso, poi sorrise e mi baciò sulle palpebre degli occhi dicendomi “stai tranquilla” venne sopra di me, il suo membro strisciava sopra le mie grandi labbra, avanti e indietro, senza decidersi ad “imboccare la via” stavo impazzando dal desiderio, ecco che finalmente lo sentì farsi strada, la mia passerina lo accolse grata, poi un piccolo dolore, o era comunque piacere? e fu dentro di me, immobile, grande e pulsante; cominciò a muoversi lentamente, avanti e indietro, portando i suoi colpi sempre più a fondo, io lo assecondavo, gli graffiavo le braccia ed incrociai le mie gambe sulla sua schiena, il piacere, quello vero mi colpì all’improvviso, una volta, due volte, e lui continuava imperterrito il suo movimento che però ad un certo punto si fece più veloce, meno regolare. capì che era vicino a godere, e, finalmente arrivò, un fiotto caldo ed imponente che si mischiò al mio terzo orgasmo, gli morsi una spalla e cademmo sulla sabbia uno a fianco dell’altra.

le sue parole erano dolci, le sue mani continuavano ad accarezzarmi, ci addormentammo così, fino a quando le voci dei nostri amici che ci chiamavano non ci svegliarono………………………….

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