una settimana……..intensa

una settimana……..intensa

da quella notte io e Salvatore eravamo sempre insieme, con la complicità delle mie cugine riuscivamo a vederci da soli e passavamo ogni momento a fare l’amore.
Sfruttavamo la casa in campagna dei suoi, sempre impegnati con il ristorante, la mia strada sulla conoscenza del sesso era iniziata, mi resi presto conto, però, di non essere innamorata di lui, ma del piacere che mi procurava e ……….. non mi bastava mai.

il giorno dopo, al pomeriggio, ci trovammo in spiaggia e con la sua mini cooper andammo in quella che, per la settimana successiva, sarebbe stata la mia casa dei sogni; era una bella casa, come tante che si trovano nelle campagne siciliane, il piano terra, una volta riservato ai magazzini, era ora destinato a cantine e taverna, una scala esterna portava al terrazzo del primo piano dove c’era tutta la zona giorno, da lì una bella scala in pietra portava alla zona notte, ed era lì che passavamo tutto il nostro tempo, nella sua camera che aveva, quasi al centro,un grande letto a baldacchino che Salvatore mi raccontò era stato dei suoi nonni, era anche molto alto e, per salirci, mi ci dovevo quasi arrampicare.

Prima di partire da Milano avevo comprato della biancheria intima molto sexy, c’era un bel negozio che ora non c’è più che si chiamava “trasparenze di seta” e così era la mia biancheria, quando tolsi la t shirt ed i jeans e vidi lo sguardo di Salvatore capii di aver fatto centro, lui si era tolto solo la camicia, i suoi muscoli guizzavano mentre mi prendeva per i fianchi per sollevarmi sul letto e farmici sedere sopra, lentamente e dolcemente mi accarezzò liberandomi del reggiseno e cominciò a suggere i miei capezzoli che erano già diventati duri come il marmo, intanto io giocherellavo con i suoi capelli neri, poi la sua bocca scese, le sue dita strinsero l’elastico delle mie mutandine e me le sfilò, e la sua lingua cominciò ad insinuarsi tra le mie grandi labbra e le sue dita andarono anche oltre, ero bagnatissima, se ne accorse subito e mi disse, in un momento di pausa, “ah! birichina” ricordo ancora perfettamente quelle parole, poi continuò con la sua bocca sul mio sesso, io mi lasciai andare all’indietro godendo ogni momento di quell’incontro.

Anche lui si era liberato dei vestiti, e, finalmente sentì che si stava arrampicando sul mio corpo, sentivo il suo sesso strisciare sulle mie gambe, fino a quando lo sentii caldo e prepotente farsi strada nella mia passerina trasudante umori, bastò quel leggero contatto iniziale a provocarmi il mio primo orgasmo, poi, quasi con prepotenza, mi penetrò completamente e cominciò il suo lento andirivieni, io mi contorcevo sotto i suoi colpi, mordevo, graffiavo, accarezzavo, baciavo quel corpo che mi sovrastava e mi dava così tanto piacere, finalmente, anche per lui, esplose dentro di me e mi sentì inondare del suo seme caldo e copioso, per fortuna, prima di partire da Milano, oltre alla biancheria, mi ero anche procurata, dopo un’accurata visita, delle pillole anticoncezionali.

mentre lui riprendeva il fiato disteso al mio fianco, accarezzavo il suo corpo sudato, le mie dita giocavano con i sui peli pubici e, fu naturale accarezzare quel membro “piegato dalla fatica”, ebbe subito un fremito, credo involontario, automaticamente chinai il viso verso di lui e lo baciai, che buon sapore, non lo avevo mai fatto prima, però le mie amiche mi avevano raccontato qualcosa ed allora cominciai a leccarlo, prima la cappella intrisa dei nostri umori e poi l’asta, ne mordicchiai il filetto e poi ….. lo imboccai, lui mi mise le mani tra i capelli e, dolcemente guidò il movimento della mia testa, lo sentivo crescere ed indurirsi nella mia bocca, ogni tanto alzavo lo sguardo e notai il piacere che gli stavo procurando, ma anchio ci provavo gusto, era mai possibile che arrivassi a godere pure io, e senza neanche toccare o essere toccata da lui? si, era possibile, e così fu; mentre la sua sborra bianca e densa inondava il mio volto, il mio orgasmo esplose copioso.

Facemmo ancora l’amore quel giorno, fino a quando la luce del sole smise di filtrare dalle persiane semichiuse. però, accompagnandomi a casa, quasi non parlammo, troppo stanchi, forse, o forse, perchè a parte il sesso, non avevamo molto da dirci.

Nei giorni successivi il programma fu sempre lo stesso, piacevole ed intenso, fino all’ultimo giorno che passammo insieme; quel pomeriggio, come ormai d’abitudine, andammo nella sua casa in campagna, ero un po’ triste, il giorno dopo sarei partita, lui più taciturno del solito, ci spogliammo quasi automaticamente e iniziammo i nostri giochini e, come nei giorni precedenti il piacere fu intenso e copioso, però ad un certo punto, Salvatore mi fece alzare e in piedi di fianco al letto, mi fece chinare in avanti e sentì la sua lingua leccarmi il mio buchino posteriore e le dita lentamente infilarcisi, mi faceva un po’ male, però la mia passerina invece, sembrava gradire, tanto che si inumidì subito, intanto il buchino del mio sedere, inumidito dalla saliva si stava allargando lentamente alla pressione delle dita di Salvatore, ecco ora avrei provato anche il sesso anale, però un po’ mi faceva male, anche gli umori che grondavano dalla mia passerina servivano a Salvatore per “lubrificare” il mio buchino,li raccolse con le dita e continuò il suo lavorio, però era piacevole, comincia a mugulare, presto però i miei guaiti si trasformarono in urla, aveva appoggiato il suo membro al mio buchino e stava cominciando a spingere, mamma mia che dolore, sembrava dovessi spaccarmi in due, ma lui spingeva e spingeva, un centimetro dopo l’altro, mi mancava il fiato anche per urlare, poi si fermò, mi sentii come “riempita”, quel grosso membro, immobile, dentro di me, le pareti del mio corpo stavano abituandosi a quel corpo “estraneo”, il mio respiro si fece più regolare,il dolore si affievolì, ed allora cominciò a muoversi, ed ecco il mio primo orgasmo, una cosa pazzesca, lui continuava a muoversi dentro di me, colpi sempre più profondi e lunghi, poi più veloci, poi usciva del tutto e rientrava, stavo impazzendo dal piacere, sbattevo la testa contro il materasso, le sue mani, ad un certo punto strinsero i miei capelli lunghi e cominciarono a tirarli, come fossero delle redini, mi faceva quasi male, poi uscì, mi sparse il suo seme sulla schiena ed io rimasi così sfinita con il sangue che colava sulle mie cosce mischiandosi ai miei umori.

Facendo la doccia, più tardi, nel suo bagno, mi toccai sia la passerina che il buchino posteriore che era ancora un po’ dilatato e dolorante al tatto, e pensavo alla fortuna che avevo avuto, seguendo i consigli di una delle mie amiche più scafate, facendomi un clistere prima di ogni incontro con Salvatore, avrei fatto una figura incredibile.

Riaccompagnandomi a casa quella sera Salvatore mi salutò con un bacio leggero, non ci scambiammo neanche i numeri di telefono, avevamo capito entrambi che la cosa era finita così.

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