Il Gusto del potere: Quanto contano le amicizie?

Il Gusto del potere: Quanto contano le amicizie?

AVVERTENZA: Questo racconto contiene scene di sesso e violenza molto esplicite, se particolarmente sensibili a un certo linguaggio consiglio vivamente di astenersi.
L’autore rigetta la violenza in ogni sua forma e lo scritto è pura fantasia.
Buona lettura.
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Il peso delle giornate può farsi pesante, specie quando il mondo sembra stia andando a rotoli.
Ne sa qualcosa il Dr. Paolo Bergamaschi che fumando l’ennesima sigaretta pensa al senso di certe giornate, lui a farsi il mazzo mentre altri oziano e parassitano alle spalle dei cittadini onesti come lui.
Leader di una azienda che produce cosmetici, dal nulla o quasi aveva tirato su una realtà aziendale di tutto rispetto ma nonostante ciò era insoddisfatto della sua vita personale.
Oramai gli pareva che il mondo privilegiasse i buoni a nulla rispetto chi si era fatto il mazzo come lui.
Dal punto di vista relazionale era single dopo il divorzio con la moglie avvenuto 5 anni prima, che dopo 12 anni di matrimonio lo lasciò che per un fricchettone dei più strambi.
Nonostante avesse qualche relazione occasionale e vivesse una vita abbastanza agiata grazie alla sua posizione covava una forte volontà di rivalsa, rimanendo intrappolato tra il disprezzo per certa gente e l’invidia che non riusciva ad accettare di provare per chi gli pareva così felice e spensierato rispetto a lui.
Tra una pratica e l’altra allietava gli occhi con la vista di una tirocinante, Sara.
Studentessa salentina della carnagione olivastra, mora dai capelli lunghi e lisci, come lunghe erano le sue gambe.
Una seconda piena e soprattutto un culo tondo nonché di marmo.
Bergamaschi se ammetteva di provare reale invidia per qualcuno era sicuramente il fidanzato di Sara, quella ventitreenne lo eccitava più di ogni altra cosa in quella fase della sua vita che si apprestava alla mezza età.
“Dottore ho sistemato i documenti che mi aveva chiesto, ci vediamo settimana prossima”
“Va bene Sara, buon fine settimana”
Bergamaschi scrutava Sara da dietro, il fatto che avesse un carattere forte e a tratti impertinente per qualcuno poteva essere fastidioso, a lui stimolava ancor di più la fantasia di vedere quella bella ragazza messa in riga da un grosso cazzo, sognando fosse il suo.
Bergamaschi quel venerdì aveva un meeting con un tale Dr.Sardi, uomo apparentemente nella media che ha richiesto una fornitura di materiali chimici del tutto insolita.
“Va bene Dr.Sardi, non ho idea per cosa vi servano tutti questi componenti grezzi ma ve li posso fornire senza problemi.”
“La ringrazio, la mia società glie ne sarà grata. Lei ha già pranzato?”
“No, come mai?”
“Mi permetta di offrirle la cena in segno di solidarietà tra le nostre rispettive aziende”
“Va bene, se insiste”
Sia avviarono per un dei più lussuosi ristoranti della zona e dopo delle chiacchiere convenevoli il Dr.Sardi sconvolse Bergamaschi.
“Caro il mio Bergamaschi, non ti ho detto ancora tutto.”
“Cos’è che mi dovresti dire?”
“Non esiste nessun Dr.Sardi, tutta la documentazione con il quale siamo venuti in contatto era falsa”
“Come?Mi prendi per il culo?”
“No e lascia che ti spieghi, innanzitutto diamoci del tu, per quanto mi riguarda puoi chiamarmi semplicemente Roy.
Io non lavoro per un azienda ma con una realtà molto diversa, la tua azienda è una delle poche nel settore metalchimico ad avere il materiale che ci serve in zona e per questo ci siamo interessati ad una collaborazione”
“Roy o come diavolo ti chiami, dare documenti falsi costituisce un reato, ne hai la minima idea?
E poi tra le varie realtà del territorio perchè la mia?”
“Si reato… certo.
Non molti accetterebbero questo accordo ma tu sembri quello giusto, è un po’ che ti osserviamo.
Non credo ti farai molti scrupoli ad accettare dopo aver visto i nostri benefit.”
“Ma di che cazzo parli?Mi spiavate?Per quanto ne so mi potresti star prendendo per il culo?”
“Paolo, lascia che ti mostri il tutto una volta usciti dal ristorante”
Finito il pranzo i due uscirono e un auto si presentò per prenderli.
“Dove andiamo?”
Paolo tra la curiosità e l’ansia di essere finito nelle mani sbagliate sembrava aver perso quasi la voce e la sicurezza che lo contraddistinguevano di solito.
“Ci dirigiamo nell’ albergo dove risiedo per farti capire di che si tratta”
Arrivati nella stanza dell’albergo a cinque stelle, Roy aprì una valigetta piena di documenti e accese un portatile.
Mostra a Bergamaschi dei dati di un inimmaginabile riservatezza riguardanti la pubblica amministrazione e le varie aziende del territorio.
“Hai a che fare con la mafia? Col vaticano? Coi servizi segreti? Insomma con chi cazzo lavori?”
“Diciamo che lavoro per un intelligence alternativa, e potrai esserci anche tu se ci fornisci ciò che ci serve”
“E se mi rifiutassi?”
Paolo era tesò mentre attendeva la risposta, provava ansia per via dell’ ambiguo comportamento di Roy.
“Lascia che ti mostri i benefit che ne trarresti Paolo:
-incolumità legale, siamo coperti per ogni crimine non desti eccessivo clamore
– possibilità di acceso a ogni genere di informazione riguardo i cittadini di questa regione, si inclusi i dati privati come le loro chat sui social
-libero accesso ad ogni sorta di tecnologia
-possibilità di richiedere anche l’uso della forza da parte dei nostri faccendieri se necessario e molto altro.
L’unica cosa che ti chiediamo è la tua collaborazione.”
Paolo in piena confusione non diede una risposta.
“Ti vedo teso Paolo, sai cosa può schiariti le idee? Un pompino fatto ad arte.”
“COSA?!”
Paolo prese il cellulare e chiamò un contatto.
“Sono pronte le troie?”
“Affermativo”
Nel frattempo Paolo lo guardava spaesato.
“Entrate!”
Entrarono nella stanza due donne, una sui 30 anni dal fisico tonico,castana coi capelli a caschetto, su dei tacchi alti, vestita quasi elegante.
Aveva una terza piena e un culetto sodo.
Un altra un po’ più adulta, capelli biondi e lisci e dal seno molto abbondante, pareva una quinta naturale.
Non era snella ed era al limite dal essere grassa ma era sicuramente una donna piacente.
Era vestita in maniera leggermente più “grezza”.
Roy fa un gesto col braccio indicando il pavimento, e le due iniziano a gattonare verso i due uomini.
A primo impatto parevano escort ma emergeva un atteggiamento diverso.
Paolo spaesato mentre le due si avvicinavano si sentiva quasi paralizzato dall’emozione.
“Roy non so se è il caso, nonostante apprezzi il fatto che tu voglia offrimi la prestazione di una escort”
Roy sorrise all affermazione escort.
“Non hai ben compreso, queste non sono escort ma schiave”
Paolo oramai non ci capiva più nulla della faccenda.
“Che?Come schiave?”
“La mia società diciamo che recluta delle fanciulle per addestrarle all’obbedienza.
Non è la nostra attività principale ma ci occupiamo anche di questa compravendita per clienti facoltosi, o per il nostro piacere semplicemente.”
“Ma è assurdo?Rischiate la galera ed è così squallido…”
“Dovresti aver capito che la galera è l’ultima delle nostre preoccupazioni e che questa è solo l’ultima delle attività che potrebbe farci arrestare.
E poi se lo trovassi così squallido te ne andresti, ti ricordo che sei libero di farlo.
Invece resti lì col cazzo duro nei pantaloni, perplesso e immobile quando in realtà le vorresti fottere”
Paolo era ammutolito per cosa gli stesse capitando.
“Allora quale zoccola scegli?”
Paolo guardava incredulo le due donne e i loro sguardi assurdamente neutri, per loro pareva normale quel genere di trattamento.
“Io ho proposto un pompino prima, ma puoi fargli quello che vuoi, e non batteranno ciglio.
Puoi anche picchiarle, non ti denunceranno tranquillo.”
Le sue donne erano arrivate oramai a quattro zampe d’ avanti i due e Paolo restava ancora immobile…
“Se non scegli, scelgo io.
Vieni qui troietta col caschetto, mi svuoterò i coglioni nella tua gola”
La donna si avvicina a Roy che improvvisamente gli sferrò uno schiaffo che tuonò in tutta la stanza.
“Prima di divertirti a succhiarmelo troia ricorda al mio amico cosa sei”
Una lacrima scese sulla guancia della donna mentre Paolo tremava guardandola.
“Sono una umile serva al vostro servizio, disponete di me come meglio credete”
Successivamente Roy uscì il cazzo, afferro la sua testa e glie lo ficco in bocca con forza mentre la donna iniziò a succhiare.
La bionda resto in attesa degli ordini di uno dei due mentre Roy si godeva il pompino della schiava.
Paolo non voleva ammetterlo a se stesso, ma quella situazione in fondo gli piaceva.
Avere potere illimitato su qualcuno, e quanto altro ne poteva ottenere lavorando con Roy.
Magari avrebbe potuto avere la sua agognata rivalsa.
“Roy posso fare quello che voglio della bionda giusto?”
Roy tirò un sospiro di sollievo.
“Vedo che ti sei deciso finalmente, è tutta tua”
Paolo prese in mano la situazione e si senti pervadere da un potere che non aveva mai avvertito prima.
Guardò la bionda negli occhi.
“Sembri ben messa, esci queste tettone”
La schiava senza alcuna riserva uscì le tette davanti Paolo che super eccitato si lanciò a succhiargli i capezzoli.
Nel frattempo Roy assisteva divertito pensando a quanto facilmente può cedere un uomo dalla morale irreprensibile al fascino del potere.
Dopo 5 minuti Paolo scelse di testare le qualità orali della bionda e uscito il cazzo se lo fece succhiare godendosi il lavoro della schiava, sembrava aver abbandonato ogni morale da cittadino modello.
Roy sborrò in gola alla schiava col caschetto come gli aveva promesso, mentre Paolo venne sulle tettone della bionda facendo anche colare sborra sul pavimento.
“Che ne dici Paolo?Ti piace come compenso per la tua collaborazione?”
“Non avrei mai immaginato mi sarei spinto così oltre, potrei pensarci se accettare o meno”
“Ma per favore!”
Esclamò Roy con una risatina.
“Si capisce che hai già scelto.”
Nel mentre i 4 si ricomponevano Bergamaschi incuriosito volle scavare a fondo.
“Spiegami meglio,chi sono queste schiave?In che senso le reclutate e le addestrate?”
“Erano donne comuni, se le vedi così docili è perchè l’addestramento è stato infernale per addomesticarle.”
Le donne erano ammutolite ma sui loro volti c’era un velo di rammarico nonostante sembravano abituate a reprimere le emozioni negative.
“E come le scegliete?”
“Semplicemente quelle che ci piacciono se sono per noi, o su richiesta di eventuali commissioni.
Dove abito ho una schiava personale, pensa un po’… era la mia agente assicurativa”
“E i suoi conoscenti non sospettano nulla?”
“L’ ho addestrata per essere una schiava in mia presenza ma per il resto torna alla sua routine.
Certo quelle selezionate dall’estero potrebbero pure essere schiave a tempo pieno, vi sono vari modi e se lavorerai con noi li apprenderai anche tu.”
Paolo oramai era inebriato, pensava a fin dove si sarebbe potuto spingere.
Nel frattempo le 2 schiave si apprestavano a lasciare la stanza ma Roy incalzò la bionda tirandogli uno schiaffo in pieno volto.
“Brutta zoccola!Che credevi che lasciavi sporco per terra? Che figura ci facciamo? O hai pensato che pulire spettava a noi?”
Roy la strattonò facendola inginocchiare a terra tirandola per i capelli mentre l’altra schiava a tratti tremava terrorizzata.
“Mi perdoni padrone, è stata solo una dimenticanza!”
Risposte agonizzante e implorante la bionda.
Paolo preoccupato per lei cercò di intromettersi.
“Roy ho schizzato io, posso rimediare io alla macchia per terra”
“Non se ne parla, tieni bene a mente che queste zoccole non meritano compassione e se sei troppo morbido sfuggiranno al tuo controllo, potrebbero avvelenarti o ucciderti mentre dormi”
“Non ti sembra di esagerare?”
“Non esagero per niente, tu puttana vedi di pulire con la lingua.
Non ti punisco perché ti abbiamo noleggiata da dei soci in città, fossi stata mia ti avrei fatta piangere per le cinghiate!”
La schiava lacrimante ripulì il pavimento con la lingua, successivamente lasciò la stanza con l’altra donna.
Roy guardo Paolo negli occhi.
“Allora Bergamaschi, sei dei nostri?”
Paolo era stordito, il suo cervello elaborava informazioni a tratti assurde ma non poté resistere dalla tentazione di andare fino in fondo.
Prefigurando cosa sarebbe riuscito a fare collaborando.
“È andata Roy!”
I due si strinsero la mano in maniera solenne e si salutarono.

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