La carrozza

La carrozza

I capelli neri, lunghi, gli coprivano gli occhi. Le mani, grandi e ossute stavano attorcigliate alla cassetta finemente decorata dove teneva il suo prezioso violino.
Matilde, ne era affascinata e se lo mangiava con gli occhi. Si volse a guardare Nina che stava anche lei dormendo. Gli guardò le dita lunghe, e le rivide correre sullo strumento come fossero mosse da una forza sconosciuta e le immaginò sul suo corpo. Ebbe un fremito di piacere e un liquido interiore si sciolse dentro la sua pancia. Chiuse gli occhi dalla vergogna di quello che provava e con la mano si sfiorò un seno. Era piccolo e sodo ma stava crescendo poco. Lei avrebbe voluto averlo come quello di Nina, abbondante e florido. Con i pensieri peccaminosi di una quindicenne ancora vergine provò a dormire ma il desiderio si era impossessato dentro di lei. Rivedeva il maestro con l’archetto in mano muoverlo su e giù immaginandolo sul suo corpo ancora acerbo. Si portò la mano destra all’altezza dell’inguine e immaginò di prendergli l’archetto e di appoggiarlo delicatamente sul suo sesso inviolato. Sapeva che il desiderio era frutto del peccato e mandato dal diavolo ma in quel momento non aveva la forza di fermarsi. Una voce bassa, roca, la destò dai suoi sogni

<< Continua piccina, continua con la mano, non fermarti >>. Lui le aveva parlato e ora la stava osservando.
I suoi occhi erano due tizzoni ardenti e la sua voce aveva la forza della persuasione.
Incapace di fermarsi si alzò la gonna e si portò la mano sul sesso ma la sottoveste e le culottes gli impedivano il contatto diretto.
<< Togliti tutto Matilde, porta il tuo fiore profumato all’aperto >> le disse, poi chiuse gli occhi e inspirò lentamente.

<< Sento il tuo profumo Matilde, di una rosa che sta per sbocciare>>. Lei ansimando si tolse gli indumenti intimi in un istante e rimase nuda dinnanzi a lui.
<< Brava Matilde, sei una giovane ubbidiente, è una grande virtù l’obbedienza >> Con le dita che roteavano sul piccolo clitoride lei continuava incapace di smettere.
<< Brava Matilde, ora apri il tuo fiorellino che voglio osservarlo bene >>.
Matilde ubbidì allargando con le dita le piccole labbra rosse scarlatte. Lui si passò la lingua sulle labbra.
<< Sei ancora vergine Matilde. Il tuo è un piccolo fiore che aspetta solo di sbocciare >> e allungò la mano. Lo accarezzò lentamente poi inserì il dito medio e lo mosse un po’ di volte, avanti e indietro. Matilde si morse la gonna per non urlare. Non aveva mai provato un piacere così intenso. Se questo era il peccato, se era così terribilmente piacevole, perché doveva provenire dal diavolo si domandò mentre stava impazzendo dal piacere.
Lui estrasse il dito da lei e se lo portò alle narici poi lo mise in bocca.
<< Sa di miele selvatico, di primavera >>
In quel momento Nina si mosse come se si dovesse svegliare. Lui guardò Matilde e le chiese di baciarla. Matilde scosse il capo. Non poteva certo fare una cosa simile a Nina che era stata la sua balia e la considerava come la sua seconda mamma.
<< Ubbidiscimi Matilde, ubbidisci al desiderio che è in te. >>
Matilde si accostò al viso di lei, poggiò le labbra sulle sue e la baciò.
Nina per qualche secondo continuò a dormire poi, sempre ad occhi chiusi aprì la bocca e la sua lingua guizzò tra le labbra di Matilde.
Si baciarono appassionatamente mentre con le mani si accarezzavano i seni.
Nina tutto d’un tratto aprì gli occhi e in preda dal desiderio si inginocchiò davanti a Matilde.
<< Ti amo Matilde, bambina mia, ti ho sempre amata >> e così dicendo gli appoggiò la lingua sulla fessura e la leccò dolcemente. Succhiò la sua intimità con calma, dolcemente, fino a quando i gemiti di Matilde non proruppero in un urlo liberatorio.
<< Brave, lasciate che il vostro desiderio si liberi senza vergogna>> disse loro con voce suadente.
Poi guardò l’orologio che teneva al panciotto e disse loro di rivestirsi in fretta, stavano arrivando.
Quando si furono vestite le guardò fisse negli occhi.
<< Di quello che è successo non ricorderete nulla, vi sembrerà di aver sognato, niente di più >> e muovendo veloce la mano in alto fece schioccare le dita.
Matilde e Nina si guardarono stranite poi Nina disse a Matilde che si scusava per essersi addormentata. Matilde le sorrise, si guardò la gonna e disse divertita
<< Guarda Nina, l’ho messa al contrario. Non me ne ero nemmeno accorta, chissà che figura >> e si mise a ridere.
Proprio in quell’istante la carrozza arrivò a destinazione.

Clicca per votare questo articolo!
[Voti: 2 Media: 5]
FavoriteLoadingAggiungi ai tuoi preferiti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *